Con ventiquattromila “pugni ”
Zoro
sentì bussare alla porta. Per fortuna si trovava lì vicino, se no con ogni
probabilità, chi era fuori avrebbe potuto bussare all’infinito ché, dato il baccano che c’era , nessuno gli
avrebbe aperto. Poggiò la birra su una mensola e andò ad aprire. Il viso
sorridente di Rufy gli spuntò davanti
-
Ehi sei arrivato finalmente – ridacchiò
-
Ne dubitavi?! Ohi Zoro lui è il mio amico Sanji – esclamò Rufy. Zoro buttò l’occhio dietro al
moro e intravide una chioma bionda. “Sanji”’...
dove aveva sentito quel nome... mentre cercava di far mente locale il ragazzo
si girò verso di lui.
No,
non poteva essere! No lui! Non quell’idiota di prima! Ma allora era un incubo?!
-
Tu? – sospirò il biondo. Zoro invece non disse nulla ma indurì lo sguardo
sperando che bastasse quello per ucciderlo.
-
Qualcosa che non va? – chiese Rufy sentendo l’aria raggelarsi all’istante. I
due non risposero continuando a guardarsi in malo modo.
-
Ehi se già vi conoscete tanto meglio! – esclamò nella speranza di rasserenare
gli animi. Non sapeva che cosa fosse successo. Aveva solo avuto l’impressione
che fra Zoro e Sanji non ci fosse molta simpatia. Mah, qualsiasi cosa, non era
così importante da fermare la sua voglia di divertirsi. Cinse un braccio attorno
al collo di Sanji e un altro attorno a quello di Zoro
-
Andiamo ragazzi! Siamo ad una festa! - Esclamò ridendo. I due continuarono a
fissarsi senza proferire parola. Poi un chiassoso Usopp fece capolino fra le
teste degli invitati
-
Bella amico sei arrivato! Dai che stiamo facendo una gara di bevuta! – urlò fra
il baccano generale alzando una mano per invitare il ragazzo. Rufy rise gasato lasciando immediatamente il collo
dei due ragazzi e catapultandosi dentro.
Sanji
vide Rufy sparire fra luci psichedeliche e schiamazzi indefiniti. Poi tornò a
guardare il giovane di fronte a lui.
-
Com’è che ti chiami? – chiese. Ma il ragazzo continuava a non rispondere quasi
fosse inchiodato sul posto. Sanji sospirò accendendosi una sigaretta.
-
Guarda che non è stata mia l’idea di venire. Se avessi saputo che era casa
tua...- stavolta l’altro lo interruppe.
-
Non è casa mia, cioè non solo e comunque avresti fatto meglio a non venire –
ringhiò. Due secondi dopo una mano enorme lo colpì alla spalla spostandolo
bruscamente dalla soglia.
-
Ehilà cappellino! Allora sei tu l’amico di Rufy? Chi l’avrebbe mai detto! Io
sono Franky. Ma che fai sulla porta? Dai entra! E tu idiota che fai aspettare
gli ospiti fuori?! – esclamò Franky alquanto allegro. Zoro lo fulminò con lo
sguardo.
-
Franky non intrometterti – minacciò. Ma Franky aveva già avvolto un braccio
attorno al collo del biondino e l’aveva tirato dentro nonostante lui tentasse
di sottrarsi alla sua massiccia presa. Zoro guardò l’amico portarsi via quel
tizio senza riuscire a impedirlo.
Merda!
Quella festa era stata davvero una maledizione fin dall’inizio!
Senza
rendersene conto, Sanji si ritrovò avvolto dalla musica sparata a palla e da
una generale eccitazione che invadeva tutti i presenti. Provò a districarsi fra
la folla quando Franky sparì di colpo. Cercò con gli occhi Rufy e lo vide in
piedi su un tavolo mentre tracannava una birra. Aveva già iniziato a “non
pensare”.
Si
voltò poi verso la porta per vedere se quel ragazzo era ancora lì. No, la porta
era chiusa e lui sembrava essere svanito. Chi l’avrebbe mai detto che l’avrebbe
incontrato a quella festa, anzi che era proprio a casa sua!
Non
credeva nel destino o in stupidaggini simili, ma stavolta dovette per forza
pensare che ci fosse qualcosa del genere che li faceva incontrare in
continuazione.
Una
mano si posò sulla sua spalla. Era Franky che gli allungò una birra dicendo
qualcosa. Sanji provò a leggerne il labiale perché era impossibile poterlo
udire. Non riuscì a capirlo ma quando lui gli sorrise, ricambiò il sorriso
prendendo la birra che gli aveva offerto. Poi Franky raggiunse Usopp e un altro
paio di ragazzi che stavano ballando poco più in là.
Non
era abituato a quel tipo di feste, preferiva qualcosa di più “tranquillo”. Ma ormai
c’era e tanto valeva divertirsi.
Buttò
giù un sorso di birra e solo allora si accorse di non aver più la sigaretta fra
le labbra. Gli doveva essere scivolata di sicuro quando Franky lo aveva
“gentilmente” fatto entrare. Pensò che però era un tipo simpatico, nonostante
il fatto che indossasse degli occhiali da sole dentro casa. L’aveva giudicato
male doveva ammetterlo. Ciò che invece non aveva fatto con quell’altro. Quello
lì coi capelli verdi l’aveva capito subito: era uno stronzo. Punto.
Zoro
buttò giù un’altra birra mentre non perdeva d’occhio neanche un secondo quel
biondino. Sanji... era questo il suo nome. Quel tipo aveva osato beffeggiarlo
non una, ma ben due volte. Prima in quel locale, e ora addirittura dentro casa
sua! Non poteva certo fargliela passare liscia.
Vide
Sanji bere una birra che gli aveva portato Franky (un altro a cui farla pagare
tra l’altro) e sembrava non essere troppo a suo agio. Come poteva esserlo, di
sicuro quello lì era abituato a ben altri ambienti, bastava guardare come era
vestito.
Come
si faceva ad andare in giro in un gilet nero con tanto di cravatta?! Non che
gli stesse male, questo doveva ammetterlo.
Continuò
a guardarlo.
Non
riusciva a capire, però, se l’interesse per lui fosse solo “punitivo”. Cioè aveva attaccato briga tante di quelle
volte che neanche se le ricordava, eppure non aveva mai portato tanto rancore
verso qualcuno. Alla fine lui non era uno che portava rancore. Anzi. Bastava un
pugno, a volte anche solo un insulto e si dimenticava di tutto. Non era il tipo
che perdeva tempo ad odiare qualcuno. Eppure quel Sanji proprio non riusciva a
toglierselo dalla testa.
Era
passata qualche ora e ormai Rufy aveva completamente perso il controllo, Usopp
stava parlando con un tizio che apparentemente sembrava ascoltarlo, mentre metà
degli invitati erano accasciati a terra mezzi addormentati. Sarà stato il
troppo alcol, o lo strip che Franky aveva fatto poco prima, mah, chi può dirlo,
di certo le mutande di Franky avevano un qualcosa di inquietante...
Sanji
se ne stava in un angolo a parlare con un ragazzo che aveva scoperto essere
ancora più fuori di testa di Usopp. Mentre il tizio continuava a parlargli di
come gli alieni avrebbero invaso il pianeta la prossima primavera, lui cercò di
trattenersi dal scoppiargli a ridere in faccia. La musica si era smorzata, e
fatto l’orecchio ci si poteva anche sentire. Visto le cavolate che stava
sparando quel tizio però, sarebbe stato meglio non udirlo a fatto.
Quando
finalmente lo lasciò in pace andando ad unirsi alla conversazione di Usopp,
Sanji sentì il bisogno di una boccata d’aria, o meglio di una boccata di
tabacco.
Prima
di uscire lanciò un ultimo sguardo alla situazione che aveva davanti. Ma più
che soffermarsi su un Rufy che rideva con altri due, accasciato su una cassa di
birra, cercò di individuare quel ragazzo dai capelli verdi. Da quando era
arrivato l’aveva intravisto un paio di volte dove si erano scambiati degli
sguardi poco amichevoli. Non poteva negare, però, che quel ragazzo avesse
qualcosa che lo attraesse, forse sarà stato per il semplice fatto che ogni
volta che incrociava i suoi occhi, questi sembravano fulminarlo all’istante.
Ora
chissà dove si era cacciato...
Uscì
chiudendosi la porta alle spalle. L’aria era fredda, o forse era dentro che
faceva troppo caldo. Fece qualche passo poggiandosi spalle al muro. Finalmente
poté sentire in bocca il sapore della sua amata sigaretta, mentre il rumore
della festa arrivava alle sue orecchie ovattato dalle pareti.
Dopo
qualche minuto vide una sagoma comparire al suo fianco. Non poteva non
riconoscerla.
Più
Zoro lo guardava più si convinceva che quello che Sanji gli ispirava, non erano
proprio pugni. Era la prima volta che avvertiva quel senso di “magnetismo”.
Lo
vide parlottare con un tizio. Oddio era Johnny il pazzo! Quello era uno che
ogni settimana veniva ritrovato mezzo nudo sull’autostrada mentre cercava di
impedire agli ufo di atterrare. Zoro pensò che forse quel biondino stesse già
avendo una bella punizione.
Ridacchiò
guardando Sanji che cercava di sopportare le cazzate di Johnny, ma più di una
volta lo vide sgranare gli occhi serrando la bocca per non ridere. Quando il
suo intrattenitore se ne andò, sulle labbra di Sanji comparve un sorriso
liberatorio. Zoro provò l’irrefrenabile desiderio di assaporare quelle labbra
almeno una volta...
Poi
Sanji iniziò a guardarsi attorno. Zoro pensò che forse stesse cercando Rufy. Si
voltò qualche metro alla sua destra e vide Rufy ridacchiare sbronzo. Accidenti,
come si era ridotto! Non che lui si scandalizzasse. Quante volte aveva vomitato
anche l’anima nelle sue nottate a base di alcol. Spostò lo sguardo da Rufy al
resto della casa: fra la gente mezza addormentata e le decine di lattine che
erano sparse in giro, Franky avrebbe avuto una lunga giornata per riordinare.
Certo, Franky, perché lui non avrebbe neanche alzato un dito.
Figuriamoci...tzè...
Tornò con gli occhi lì, dove prima c’era Sanji ma non lo trovò. Diede un rapida
occhiata qui e là ma nulla. Dove cavolo si era cacciato?
I
pensieri pacifici di prima, stavano lasciando di nuovo il posto alla rabbia.
Beh, se si era volatilizzato peggio per lui. Decise di uscire a fare due passi.
Quella puzza di gente ubriaca cominciava ad infastidirlo.
Uscito
fuori si chiuse la porta dietro accorgendosi troppo tardi di non aver con sé le
chiavi. Cazzo che bella serata!
Si
diresse verso l’auto per prendere una giacca. Faceva davvero freddo e lui stava
solo con una canottiera. Quando stava per raggiungere il veicolo, vide Sanji
che fumava poggiato ad un muro.
Eccolo
lì: trovato.
Ghignò
beffardo avvicinandosi a lui e dimenticando all’istante l’aria gelida che
pungeva sulle sue braccia.
Quando
fu a pochi passi da lui, Sanji alzò lo sguardo
-
Sei venuto a prendermi a pugni? – mormorò fra il fumo.
-
Ti lascio finire la sigaretta se vuoi – rispose beffardo l’altro. Sanji sorrise
e si sedette a terra.
-
Grazie allora – tirò un'altra boccata mentre sentiva lo sguardo del suo
“sfidante” addosso.
-
Mi ripeti come ti chiami? Non lo ricordo – chiese pacato. L’altro ridacchiò
sedendosi accanto a lui.
-
Vuoi sapere il nome di chi ti spaccherà la faccia? –
Sanji
lo guardò sorridendo.
-
Beh, sarebbe un gesto gentile. Non trovi ?– ironizzò. Il ragazzo accanto a lui
poggiò la testa al muro incrociando le braccia dietro al capo.
-
Non è poi una richiesta così assurda... – esclamò
Sanji
guardò il suo profilo. Era un bel ragazzo non poteva proprio negarlo.
Quell’espressione furba sul viso poi, lo rendeva anche particolarmente sexy.
-
Zoro. È questo il mio nome – disse. Sanji prese un’ultima boccata e poi gettò
la sigaretta a terra. Si alzò poggiandosi spalle al muro con le mani nelle
tasche.
-
Avanti Zoro. Fai quello che devi fare – ridacchiò sicuro. Zoro lo guardò per un
po’ senza alzarsi da terra, poi si tirò su posizionandosi davanti al biondino.
Sanji
lo fissò negli occhi. Cavolo se era bello, ma questo non gli impedì di
continuare a considerarlo un idiota.
Dato
che non amava avere gente che lo perseguitasse, decise che se gli tirava un
pugno non avrebbe reagito, dandogli così una specie di “contentino”, se però
avesse avuto intenzione di pestarlo sul serio, a quel punto non gli avrebbe di
certo risparmiato qualche calcio.
Zoro
vide Sanji alzarsi e poggiarsi sicuro al muro.
-
Avanti Zoro. Fai quello che devi fare –
Certo
aveva del coraggio. Non era da tutti sfidarlo in quel modo. Chissà perché, però
proprio non aveva intenzione di colpirlo.
Guardò
il ghigno dipinto sul suo volto mentre una ciocca di capelli biondi nascondeva
parte del suo sguardo.
Si
alzò da terra e si mise fronte a Sanji. Mille pensieri gli attraversarono la
testa mentre gli occhi del biondo si specchiavano nei suoi. Ma pensare troppo
non era da Zoro.
Sanji
alzò un sopracciglio come per invitarlo a fare qualcosa. Zoro decise in
quell’istante di fare quello che aveva voluto fare da quando quel maledetto
biondino era entrato in casa sua.
Senza
dire nulla si avvicinò al suo volto premendo le labbra contro quelle di Sanji.
Con una mano gli sollevò il viso sentendo il biondo assecondare i suoi gesti.
Stranamente
Sanji non si sentì spiazzato da quel gesto. Zoro... aveva saputo il suo nome
pochi attimi primi e ora stava divorando ardentemente le sue labbra. Che gli
succedeva? Non era da lui lasciarsi andare in quel modo. I pensieri furono
presto spazzati via dalle sensazioni che quel ragazzo dagli strani capelli
verdi gli stava facendo provare.
Zoro
sentì la lingua di Sanji accarezzare famelica la sua.
Non
avrebbe mai immaginato potesse esser così travolgente anche solo baciare
qualcuno. Il biondo continuava a tenere le mani in tasca, mentre Zoro ne piantò
una contro il muro e con l’altra gli teneva il volto. Avrebbe voluto non
smettere mai di baciarlo. Lo desiderava come non credeva fosse possibile.
Quando
il bisogno di ossigeno costrinse i due a dividersi Sanji sorrise.
-
Non sapevo che questi si chiamassero pugni...- sussurrò. Zoro si allontanò da
lui corrucciando la fronte.
-
Se preferisci un pugno alla vecchia maniera basta dirlo – esclamò. La dita di
Sanji afferrarono uno dei passanti dei suoi jeans tirando il ragazzo verso di
sé. Per poco le loro fronti non si scontrarono.
Pochi
centimetri li dividevano. I loro respiri sempre più crescenti si perdevano gli
uni sulle labbra dell’altro. Sanji fece scorrere le mani sulla canotta azzurra
di Zoro mentre vedeva i brividi sulla sua belle ambrata
-
Cos’è, hai freddo... – sospirò sarcastico. Zoro sorrise accarezzando con un
dito le sue labbra prima di rifondarsi con foga per assaporarle ancora una
volta, mentre la luce smorta di un lampione li illuminava pigramente.
Un
bacio, poi un altro, poi un altro ancora... travolti da quel desiderio
reciproco, ormai ne avevano completamente perso il conto.
TO BE
CONTINUED...
Come dire:
ISTINTO batte RAGIONE 10 a 0 ;D
Nel prossimo capitolo entrerà il scena la “Lei” di Franky (“finalmente” voi
direte XD) e naturalmente ci sarà anche il suo bastardissimo, ma anche molto
sexy, ragazzo ^__^
Kiss kiss Chiara