Capitolo 3
La figura avvolta nel mantello si avvicinò alla ragazza svenuta e si chinò su di lei per controllare le sue condizioni. Sospirò vedendo le numerose ferite sul suo corpo e i vestiti laceri e le fece una lieve carezza sulla testa sussurrando “Non temere, ci sono qua io” con una voce molto dolce prima di sollevarla delicatamente per portarla in una delle case di fronte, dove la adagiò su un letto e le medicò le ferite con il cuore colmo di emozioni.
Nello
stesso momento, in un
altro luogo...
“Che
cosa?” urlò
furibondo un uomo alto e imponente con lunghi capelli neri e barba e
baffi dello stesso colore alzandosi bruscamente da una poltrona che
sembrava un trono appoggiata a una parete dopo aver sentito il
racconto della squadra incaricata di rapire Erza.
I maghi di fronte a lui,
balbettando, cercarono di giustificarsi, ma le loro parole tremanti
pronunciate dal pavimento sul quale erano ancora inginocchiati, lo
irritarono ancora di più.
“Incapaci!”
urlò
infatti, scagliando contro di loro una serie di lampi neri che li
fecero gridare di dolore.
“Ma
signore...” cominciò
Akito, cercando di blandirlo.
“Cosa
c'è?” ringhiò
l'altro, che era il master, scoccandogli un'occhiata furibonda e
carica di disprezzo.
“N-non
pensa che la morte
della ragazza possa essere positiva per noi?” chiese
tremando,
augurandosi di riuscire a convincerlo.
“Vi
avevo detto di
prenderla viva!” rispose quello con lo stesso tono irato di
prima
preparandosi a lanciargli contro un'altra serie di lampi.
“Naturalmente
ha ragione
signore, ed è giusto che lei sia in collera per quanto
è successo”
ricominciò l'uomo cercando di mantenere la calma e ignorare
le
occhiatacce di Takeshi che gli era di fianco, “ma pensi alle
difficoltà che avremmo avuto nel tenere buona la ragazza
senza farle
troppo male... In questo modo non avremo problemi e quelli della
Fairy Tail, privati della donna più forte della gilda,
accetteranno
di collaborare più facilmente” continuò
con tono sempre più
sicuro vedendo la rabbia svanire dagli occhi del master tirando
pertanto un impercettibile sospiro di sollievo.
“Mi
scusi signore se mi
permetto, ma la Fairy Tail non si arrenderà così
facilmente,
soprattutto dopo la morte di un compagno” obiettò
l'uomo con la
spada temendo di scatenare un altro attacco di rabbia ma incapace di
tenere nascosta questa informazione che derivava dalla sua conoscenza
della gilda rivale.
“Mmm...
Probabilmente sarà
comunque necessario catturare uno di loro minacciando poi gli altri
di fargli fare la stessa fine di Titania se non obbediranno
ma...”.
“No.
La ragazza è ancora
viva” li interruppe il master riaprendo gli occhi che aveva
chiuso
per un attimo mentre rifletteva e utilizzava la sua magia per
confermare i propri sospetti.
I due uomini smisero di
discutere tra loro e lo guardarono sorpresi mentre quello annuiva
soddisfatto.
“Sì”
affermò poi con
sicurezza prima di continuare. “Voglio essere buono con voi
visto
che in passato mi avete dato grandi soddisfazioni, così ho
deciso di
concedervi un'altra possibilità... La ragazza è
ancora viva, come
vi dicevo, e dal momento che è ferita gravemente, bisogna
approfittarne. Dovete andare a cercarla ovunque lei sia e portarla
qui a tutti i costi senza causare altri guai. Non penso che
sarà in
grado di opporre resistenza, ma nel caso in cui dovesse, cercate di
non esagerare e di farmela avere il più in fretta possibile.
Penserò
io poi a impedirle di nuocere” concluse soddisfatto, ma
vedendo che
uno dei due maghi apriva la bocca per fare una domanda, lo
anticipò.
“Dubito
fortemente che
incontrerete là i suoi compagni, ma se dovesse succedere, vi
do
carta bianca. Uccidete quelli che vi sembrano più pericolosi
e
portate qui gli altri. Degli ostaggi in più ci faranno
comodo, sia
con la ragazza che con il caro Makarov” disse quello con un
ghigno
malefico, facendo poi segno ai suoi uomini di andare a compiere la
loro missione.
“Solo
un'ultima cosa”
aggiunse quando arrivarono alla porta. “Qualunque cosa
accada, non
tornate senza la ragazza e guai a voi se mi deluderete
ancora”
disse piano mentre nella stanza era sceso un silenzio carico di
tensione che le fece risaltare ancora di più.
I maghi annuirono chinando
la testa in segno di rispetto e mormorando un “No, signore.
Vedrà
che non la deluderemo” prima di allontanarsi increduli e
sollevati
per come si erano svolte le cose, determinati più che mai a
rendere
fiero il loro master nella lotta contro Fairy Tail.
Intanto
alla gilda c'era
un'atmosfera molto triste e silenziosa che non le si addiceva. Laxus
e i Raijinshuu erano tornati già da un po' con la terribile
notizia
che della loro amica Erza non era rimasta alcuna traccia a eccezione
del carretto che avevano riportato, mentre Makarov aveva dovuto
ammettere di non aver saputo più nulla.
I compagni di squadra della
ragazza avevano pianto e gridato, in particolare Natsu e Gray che
sembravano non volersi rassegnare a quella perdita, l'ennesima delle
loro vite, ma le lacrime, poche o tante, silenziose o meno, avevano
rigato il volto di tutti, e in quella grande sala, in genere
così
caotica e rumorosa, regnava solo un silenzio carico di rabbia e
dolore.
I maghi avevano tentato di
consolarsi a vicenda cercando scappatoie una più assurda
dell'altra,
ma niente e nessuno poteva rendere meno terribile la verità:
Erza
era caduta in una trappola ordita per chissà quale motivo da
un
nemico senza volto e senza nome ed era scomparsa nel nulla. Lei, la
guerriera più forte e generosa, quasi il simbolo vivente
della gilda
conosciuta in tutto il continente di Fiore, era crollata, e a loro
non era rimasto nemmeno il corpo di una persona che aveva sempre dato
tutta se stessa per loro e per la gilda tirandoli sempre fuori dai
guai anche quando la situazione era più che disperata, e
offrendo a
chiunque una parola gentile e un consiglio amichevole. Com'era
possibile che adesso la loro Erza non ci fosse più, che non
l'avrebbero più vista entrare da quella porta e non
avrebbero più
sentito la sua voce o i suoi possenti pugni durante le risse
quotidiane? Era difficile immaginare la vita a Fairy Tail senza la
bellissima e potente ragazza dai capelli di fiamma...
“Non
è vero! Lei non può
essere morta! Mi rifiuto di crederlo!” gridò a un
certo punto
Natsu con il volto arrossato e sconvolto dal dolore mentre nuove
lacrime gli facevano luccicare gli occhi.
“Natsu...
Ti prego, non
fare così. E' già difficile...”
cominciò Lucy con voce tremante
alzandosi in piedi per abbracciarlo e tentare di calmarlo senza
riuscirci.
“Non
dire così, Lucy.
Dobbiamo fidarci di lei e credere che tornerà. Non
può essere
morta...” disse lui, sforzandosi di non gridare ancora,
ricambiando
l'abbraccio.
Mira gli si avvicinò
sospirando per mettergli una mano sulla spalla.
“Lo
sai anche tu che
purtroppo non può essere così. Dobbiamo
rassegnarci e imparare a
vivere lo stesso senza di lei. Sono sicura che è quello che
vorrebbe...” disse piano, cercando di trattenere le lacrime.
Natsu strinse i pugni e
guardò lei e gli altri con uno sguardo di fuoco incapace di
credere
alle proprie orecchie. Non era da loro arrendersi così...
“Detesto
ammetterlo, ma il
fiammifero ha ragione. Erza è viva... da qualche
parte” disse Gray
con sicurezza guardando anche lui con rabbia i compagni di gilda.
Natsu si voltò con un
sorriso di gratitudine che gli illuminò il volto. Un sorriso
che per
un attimo comparve anche sul volto del mago del ghiaccio prima che
entrambi, forti dell'appoggio l'uno dell'altro, ricominciassero a
guardare con sguardi di disapprovazione il resto della
“famiglia”.
“Juvia
è qui da poco ma
pensa che Gray-sama abbia ragione” disse timidamente la maga
dell'acqua guardando negli occhi l'interessato prima di affiancarsi a
lui prendendogli la mano e stringendogliela lievemente, cosa che il
ragazzo ricambiò subito con un altro sorriso senza nemmeno
rendersene conto facendola arrossire.
“Sembra
impossibile, ma a
volte persino Salamander ne dice una giusta”
affermò Gajeel
convinto strappando a Levy un grande sorriso.
“Abbiamo
perlustrato tutta
la zona guardando bene dietro ogni singola roccia e non l'abbiamo
trovata! Se non è morta come pensavamo all'inizio, allora il
nemico
deve averla portata via... Ma cosa spera di ottenere? Possibile che
dopo aver rischiato di ucciderla, ora si preoccupino per lei e
cerchino di curarla in segreto senza dirci nulla? Quelli vogliono
sicuramente qualcosa, ma allora per quale motivo non ci hanno ancora
contattato per il riscatto? Cosa stanno aspettando,
maledizione?”
esplose Laxus, frustrato, serrando con forza i pugni fino a farsi
scrocchiare le nocche.
A quelle parole, nessuno
seppe cosa rispondere. Da qualunque parte la si guardasse, quella
situazione non aveva il minimo senso.
“Forse
la caduta di Erza è
stata accidentale, e visto che vogliono certamente qualcosa da noi o
da lei, hanno comunque deciso di correre il rischio di spostarla per
portarla chissà dove, e ora magari aspettano di vedere se si
riprende prima di provare a ricattarci” disse Mira dopo
qualche
attimo di riflessione.
“Non
ho sentito il loro
odore da nessuna parte però. E nemmeno quello di Erza. E'
come se
fossero tutti svaniti nel nulla” obiettò Laxus
pensieroso.
“A
questo punto, mi sembra
evidente che dovremo provarci noi” si inserì
Natsu. “Il mio
fiuto non mi ha mai ingannato” continuò poi,
lanciando una strana
occhiata al nipote del master che colse al volo la leggera
provocazione.
“Cosa
stai cercando di
insinuare, eh?” ringhiò, mentre il suo corpo
veniva subito
circondato dalle scintille.
Prima che i due potessero
iniziare a combattere però, vennero fermati dai compagni che
cercarono prontamente di evitare la probabile, violenta rissa.
“Come
avrebbe fatto Erza”
si dissero in molti, tentando di scacciare subito quel doloroso
pensiero.
Lo stile però era stato
quello in effetti, inutile negarlo, visto che Gray aveva urlato:
“Ma
vi sembra il momento, razza di idioti?!” preparandosi a usare
la
sua magia mentre Mira e Lucy si erano messe con decisione davanti ai
rispettivi draghi spingendoli più lontani l'uno dall'altro
nel
tentativo di dividerli.
“Sei
sicuro che sia una
buona idea andare voi, Natsu?” chiese Cana.
“No”
ammise il ragazzo
dopo un attimo di riflessione, “ma è la cosa
giusta da fare. Con
il mio fiuto da Dragon Slayer, sono il più adatto a cercare
di
seguire le loro tracce” disse piano fissando il pavimento e
pensando all'ultima volta in cui aveva seguito l'odore di Erza per
salvarla dalla Torre del Paradiso.
“Non
sei certo l'unico
Dragon Slayer qui presente, mi pare” sbuffò Gajeel
con le braccia
conserte.
“Vuoi
dire che vorresti
andare tu a cercarla, Gajeel?” chiese Levy con gli occhi che
brillavano e l'aria sognante battendo le mani.
“Certo
che no!” rispose
quello voltandosi dall'altra parte imbronciato, accorgendosi troppo
tardi dell'errore. Nonostante si fosse affrettato a negare, infatti,
la ragazza e tutti gli altri avevano già capito.
“E'
solo perché lei una
volta mi ha aiutato ed è giusto che io adesso ricambi il
favore”
borbottò a malincuore nel tentativo di rimediare e salvare
la
faccia, ma affossandosi ancora di più.
Gli altri risero ma
pensarono bene di lasciarlo perdere per ascoltare Wendy che aveva
preso la parola.
“Se
andate voi, vengo
anch'io” annunciò la piccola Dragon Slayer.
“La mia magia
potrebbe esservi utile se fosse ferita gravemente”
continuò con
fierezza.
“Ne
sei sicura, Wendy?”
chiese Lucy, guardandola dubbiosa.
“Certo!”
rispose quella
con determinazione. “Erza-san mi è sempre stata
vicina, e adesso
tocca a me aiutarla!”.
La bionda la guardò
sorridendole teneramente, commossa dalla decisione e dal coraggio di
quella ragazzina un tempo tanto timida e paurosa.
“Potrebbe
essere troppo
per te, Wendy. E' pericoloso!” protestò Charle,
cominciando a
discutere con l'amica nel vano tentativo di farle cambiare idea.
“Non
temere, Charle. Ci
saremo noi con lei, e non le permetteremo di fare sforzi
eccessivi”
intervenne Lucy con fare rassicurante, ma l'Exceed non sembrava
disposta a cedere tanto facilmente.
“Non
è solo per
questo...” disse piano con voce tremante.
“Lo
so, ma non mi sembra
giusto insistere tanto per convincerla a rinunciare. Sono sicura che
Wendy sa benissimo a cosa potremmo andare incontro, vero?” le
rispose la maga stellare cercando poi lo sguardo della ragazzina che
annuì tristemente.
“Sì,
ma... voglio almeno
provare a fare qualcosa per impedirlo. Se Erza-san è
sopravvissuta a
quella caduta, ci dev'essere qualcosa che posso fare per aiutarla a
riprendersi e tornare quella di sempre il più in fretta
possibile”
disse decisa, cercando di rassicurare Charle che alla fine fu
costretta a lasciar perdere e annuire abbracciando l'amica e
promettendole il suo sostegno qualunque cosa fosse accaduta.
Lucy sospirò di sollievo
guardando intenerita la scena augurandosi che la piccola avesse
ragione a sperare con tanta determinazione, e che la loro ipotesi
peggiore non diventasse realtà.
Le tre si avvicinarono poi
agli altri che al centro della sala stavano ancora discutendo su chi
dovesse andare a cercare Erza perché dotato del fiuto
migliore.
“Ma
non potreste andare
tutti e due?!” esplose a un certo punto Levy, che fino a quel
momento si era limitata ad ascoltare senza dire nulla.
Natsu e Gajeel si girarono a
guardarla per pochi secondi, sorpresi quanto lei, per poi rispondere
all'unisono “No!” e tornare a litigare.
La ragazza si imbronciò ma
non sapeva cos'altro fare, per cui decise di lasciar perdere
ritrovandosi a pensare, per l'ennesima volta, a come Erza sarebbe
stata capace di dividerli in un attimo.
Prima che potesse piangere
ancora però, Lucy le posò una mano sulla spalla
stringendogliela
leggermente mentre Mira si avvicinava ai due sorridendo con
espressione diabolica.
La barista della gilda si
mise quindi in mezzo assumendo la sua forma Satan Soul e spingendoli
lontani l'uno dall'altro.
“Ora
basta, ragazzi!”
urlò. “Non importa chi dei due abbia il fiuto
migliore! Qui si
tratta di trovare Erza, e la cosa più giusta da fare,
secondo me, è
dividersi. Andrete entrambi dirigendovi ognuno in una direzione
diversa seguendo le sue tracce e cercando ovunque informazioni sugli
aggressori. In questo modo, farete entrambi qualcosa di utile,
anziché star qui a litigare!” disse con forza,
riprendendo poi il
suo aspetto normale.
Non se n'era accorta, ma il
tono e il modo di fare erano stati molto simili a quelli di Erza, e
questo aveva provocato a tutti un'altra ondata di tristezza
convincendo però Natsu e Gajeel a cessare le
ostilità.
Nel frattempo il master,
stufo di tutto quel baccano, era apparso sulle scale per vedere cosa
stesse succedendo.
“Un
piccolo litigio per
stabilire quale Dragon Slayer abbia il fiuto migliore e sia
più
adatto per cercare Erza” gli rispose il nipote imbronciato
incrociando le braccia.
“Non
prendertela, Laxus”
gli disse dolcemente l'ometto capendo al volo quel che gli passava
per la testa. “Lo sai come sono quei due... Per quanto mi
riguarda,
hai fatto un ottimo lavoro” continuò con lo stesso
tono posandogli
una mano sul braccio.
“Come
no” sbuffò lui
stendendo le gambe davanti a sé e tenendo gli occhi bassi.
Makarov lo guardò
teneramente perché per un attimo gli parve di rivedere il
bambino
fragile e insicuro che era stato un tempo.
“Non
addossarti colpe
inutili, Laxus. Nessuno di noi pensa che tu non abbia preso sul serio
il tuo compito lasciandoti sfuggire di proposito qualcosa di
importante... E poi, anche se in un certo senso lo spero, non
è
detto che Natsu trovi qualcosa, ma se anche fosse, dovresti sapere
ormai che può capitare a tutti di sbagliare, e il buio e la
preoccupazione non hanno di certo giocato a vostro favore... Inoltre,
ora che ci penso, esistono incantesimi che cancellano le tracce del
proprio passaggio. Il nemico potrebbe essersene servito per essere
certo che nessuno lo seguisse o scoprisse quello che aveva
fatto”
disse dolcemente, continuando a tenere la mano sul braccio del nipote
che sembrava essere già più calmo.
“Dopo
un po' il suo
effetto avrebbe dovuto svanire, però”
ribatté il ragazzo con un
mezzo sorriso, suo malgrado rincuorato dalle parole del nonno.
“Questo
sì” ammise
quello. “Ma la durata dipende dal tipo di incantesimo e dalla
resistenza del mago che l'ha lanciato, oltre che dal luogo in cui si
trova, e... non è detto che gli aggressori siano andati
tanto
lontano” continuò esitante.
“Se
almeno sapessimo a che
gilda appartengono...” esclamò con rabbia il
ragazzo stringendo i
pugni appoggiati ora sulle ginocchia.
“Ho
idea che lo sapremo
presto” rispose il vecchio con un sospiro senza riuscire a
nascondere la sua preoccupazione.
“Hai
intenzione di mandare
loro, questa volta?” chiese Laxus lanciandogli una strana
occhiata.
“Mi
dispiace dirlo, ma
prima ho mandato voi quattro perché sapevo che il vostro
legame con
Erza, per quanto forte, era comunque meno profondo del loro”
disse
con un sospiro triste accennando a Natsu e Gray che avevano
cominciato a discutere al centro della sala. “Sapevo
però che non
avrei potuto tenerli qui a lungo. Mi dispiace...” riprese poi
con
un sospiro dopo un attimo di silenzio guardando il nipote con
un'espressione di scuse e gli occhi lucidi.
“Non
fa niente, vecchio”
disse però il ragazzo, intenerito dall'aria improvvisamente
fragile
del nonno posandogli una delle sue manone sulla spalla e sorridendo.
I due si abbracciarono,
contenti della vicinanza l'uno dell'altro finché Makarov non
si
lasciò sfuggire un “Sono felice che tu sia qui,
Laxus, e che le
cose tra noi siano tornate alla normalità” che
fece versare
qualche lacrima a entrambi.
“Ti
sei forse rammollito,
vecchio?” disse a quel punto il ragazzo staccandosi
dall'abbraccio
che sperava non fosse stato visto da nessuno e cercando di darsi un
contegno mentre si asciugava gli occhi di nascosto.
“Razza
di impertinente!
Come ti permetti?” esclamò il vecchio fingendosi
molto arrabbiato
ma faticando però a trattenere altre lacrime
perché sapeva che in
realtà il nipote non diceva sul serio e che quel momento di
tenerezza era invece servito a entrambi per sfogare un po' della
tensione accumulata.
Lo guardò allontanarsi con
un'espressione di nuovo normale e raggiunse anche lui il centro della
sala per tentare di calmare gli animi.
“Ora
andremo noi a cercare
Erza, master. Io, Lucy, Wendy e Gray” annunciò
Natsu deciso
avvicinandosi a lui non appena lo vide.
L'ometto guardò
l'espressione seria e determinata del ragazzo che gli era davanti
soffermandosi poi anche sugli altri tre che sostennero caparbiamente
il suo sguardo prima di chiedere: “Ne siete sicuri? E'
pericoloso,
e dato il vostro legame con Erza...”.
“Lo
sappiamo” lo
interruppe Natsu serio.
“E
ne siamo sicuri”
aggiunse Lucy con lo stesso tono parlando anche a nome degli altri.
“Allora
andate” sospirò
il master, sperando di non doversene pentire, “ma state
attenti. E
ricordate che qualunque cosa accada, nessuno di noi avrà
niente da
rimproverarsi” aggiunse poi, rivolto non solo ai quattro
ragazzi in
partenza ma anche a tutti gli altri, soffermandosi un attimo di
più
sul nipote che gli sorrise dalla sua postazione in fondo alla sala
con i propri compagni di squadra mentre il vecchio li abbracciava
tutti con lo sguardo.
Ascoltate le ultime
raccomandazioni del master e degli altri membri della gilda che
sarebbero invece rimasti a casa, almeno per il momento, il gruppo si
avviò soddisfatto ma pieno di preoccupazione verso il luogo
dell'attacco sperando di avere presto buone notizie sull'amica
scomparsa.
Angolo
autrice:
Ciao a tutti! Eccomi di
nuovo qui con un nuovo capitolo che spero sia stato di vostro
gradimento e non abbia fatto piangere nessuno. Se così
è stato,
sappiate che non era mia intenzione e che anche a me a un certo punto
sono venuti gli occhi lucidi.
Temo che Laxus mi sia venuto
un po' tanto OOC ma ho pensato che tornare a casa dopo una missione
del genere senza aver trovato niente avrebbe demoralizzato chiunque,
e per quanto riguarda Natsu, probabimente non è da lui
infierire
così, ma è comunque un grande amico di Erza e la
sua scomparsa lo
preoccupa molto.
Considerazioni mie a parte,
spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia ripagato per quello
ultra-corto di ieri. Per i prossimi, vedrò di stare
più attenta. :)
Ringrazio poi chi legge
questa storia dedicandole un po' del suo tempo e mi auguro, come
sempre, che mi farete sapere le vostre opinioni.
Appuntamento a domenica con
il quarto capitolo e buona serata.
Bacioni,
Ellygattina