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Autore: Sweetyeol    01/02/2015    4 recensioni
Quando la boy band più famosa del mondo incontra la boy band più famosa della Corea.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Buonsalve carissime directioners! Ho deciso di pubblicare questa storia, a mio parere un po' strana. Amo alla follia il k-pop, ma mi piacciono anche artisti occidentali, in questo caso i One Direction. Ho pensato: "Cosa succederebbe se la boy band più famosa del mondo incontrasse quella pù famosa della Corea del sud?" (per favore, non limitiamo le conoscenze a Psy) Ci sono tantisimi altri artisti bravissimi. Come nel caso di questa storia:gli Exo. Ho voluto scrivere una fanfiction crossover. E questo è il primo capitolo di quello che ne sta uscendo fuori. Spero vi piaccia, per eventuali critiche, chiarimenti, o per farmi sapere cosa ne pensate non esitate a lasciare una recensione^^

1^ Capitolo

Era una mattinata più che tranquilla a casa Styles. Harry amava la domenica e amava dormire fino a tardi. Era libero di alzarsi quando voleva, poteva comodamente fare colazione in silenzio da solo nella sua cucina e starsene in pace per tutto il giorno. Perché diciamocelo: Voleva bene ai suoi amici della band, ma c'erano volte in cui proprio non li sopportava. Come quando rimanevano a dormire a casa sua dopo una delle loro serate pizza e Zayn gli rubava le mutande preferite. Per carità! Erano un gruppo e tutto il resto, si volevano bene, si supportavano e tutte le cose carine di questo mondo ma amava passare un giorno alla settimana senza averli intorno.

Ecco perché se ne stava sprofondato sul suo comodo divano da 500£ a mangiare una fetta di crostata che la madre gli aveva portato due giorni prima. Stava guardando la Tv senza un vero interesse, passavano un programma sugli obesi che riuscivano a dimagrire grazie a sforzi sovrumani e diete impossibili. Inutile dire che gli scappò un ghigno. Lui non aveva bisogno di diete o allenamenti forzati. Harry aveva quella fortuna chiamata comunemente botta di culo.

Oppa gangnam styleeee!!

Ad un tratto però, la suoneria originale del suo iphone lo fece sobbalzare. Si alzò per prenderlo e poi con la delicatezza di un elefante incinto si ributtò di nuovo sul divano, stravaccandosi per bene prima di controllare l'ID. Il manager Stevenson. Gli partirono innumerevoli maledizioni in tutte le lingue del mondo mentre si prendeva intelligentemente a schiaffi per non aver spento il cellulare quella mattina.

"E ora che cazzo vuole??"  Sbruffò mentre il telefonino continuava a squillare quella canzone coreana che una volta che, mesi prima, gli era entrata in testa, non era più uscita.
Si schiarì la voce prima di rispondere.
"Pronto?"                                                                                                             
"Pronto un corno! Harold Edward Styles hai visto che ore sono?"
Harry diede un'occhiata all'orologio appeso alla parete di fronte a lui: le 11:00.
"Sono le undici. Di DOMENICA!" Harry calcò sull'ultima parola. Poté sentire il manager sbruffare dall'altra parte dell'aggeggio elettronico. "Appunto! Ed è tardissimo! Muovi quel fottuto culo e vieni subito in un ufficio! Gli altri sono già qua!" 
Questa volta fu Harry a sbruffare. "Ma é domenic-"                                          
"Non me frega niente! Ci sono delle notizie importanti. Muoviti." E detto questo il manager gli chiuse poco gentilmente il telefono in faccia.
Harry rinunciò del tutto alla sua colazione e andò a cambiarsi. Aveva organizzato i piani perfetti quella giornata: dormire, mangiare, dormire, fare i propri bisogni e ritornare a mangiare. Invece no. Tutto sfumato per colpa di una notizia importante. Che rottura...
  
                             ➿➿➿➿➿➿➿➿➿

Quale sarà mai questa notizia importante?  Pensò mentre saliva le scale dello studio del loro manager. Aprì la porta e si ritrovò il resto dei One Direction guardarlo con aria seccata.
"Finalmente ce l'hai fatta! Pensavamo ti avessero rapito le fan!" Louis se ne uscì con questa perla.
"Scusatemi se di domenica non voglio fare un cazzo..." 
Zayn scoppiò a ridere e con una mano gli scompigliò i capelli. Il risultato? Harry gli tirò uno schiaffo talmente forte da fargli fare il giro del mondo in venti secondi.        
"Ahhhiaa!" Zayn si massaggiò la guancia dolorante.                                                                                                                      
"Non toccarmi mai più i capelli!" Il viso di Harry assunse tutte le sfumature dal rosso pomodoro al viola melanzana. Se c'era una cosa che non sopportava era quando qualcuno, al di fuori dei suoi hair-stylist, osava toccargli i suoi amati capelli. 
"Uff smettetela e ascoltiamo quello che ha da dirci il nostro manager!" Sbottò Niall seccato.
"Grazie Niall, finalmente qualcuno con un cervello in questo gruppo!"
“Pft... lecchino” sussurrò Liam. Niall gli scoccò un’occhiataccia, fulminandolo con lo sguardo.                                                                                         “Statemi a sentire...” il manager accavallò le gambe e invitò i ragazzi a sedersi sul divanetto bianco latte. “Ieri mi ha chiamato un mio vecchio amico delle superiori, Lee SooMan. È il proprietario della casa discografica più famosa della Corea del Sud e mi ha chiesto un favore. Fra qualche ora, qui in Inghilterra atterrerà una boy band, gli EXO. È uno dei gruppi d’occhiello del mio amico che mi ha chiesto di fargli da guida, fargli visitare la città e aiutarli. Non ho potuto dirgli di no, siamo amici di vecchia data e mi ha salvato il culo un milione di volte durante le interrogazioni ai bei tempi. Glielo dovevo. Ma purtroppo questo mese non ci sarò, avevo promesso a mia moglie di portarla a Las Vegas e...” fece finta di tossire.                                                                        
“Cosa vuoi dirci esattamente? Sputa il rospo!” sbottò Liam.                                                                   
“Vi sarei infinitamente grato se foste voi a prendervi cura dei ragazzi. So che siete un gruppo assolutamente irresponsabile. Se potessi, preferirei affidare quelle povere anime a mia suocera piuttosto che a voi, ma mia suocera è morta, pace all’anima sua. Perciò mi restate solo voi. Non vorrei essere al posto di quei poveri ragazzi...”                                                
“Grazie per la tua alta considerazione dei qui presenti... Ok. Non siamo il ritratto della responsabilità ma, da come hai l’onore di vedere, siamo ancora vivi!” sbuffò Harry irritato.                                                                                                                    
Zayn si guardò intorno prima di avvicinarsi alla scrivania del manager. “E noi cosa diavolo ci guadagniamo con tutto questo?”                 
“Ehm.. la mia eterna gratitudine, forse?” Il manager fece finta di prendersi un attacco di tosse.                                                                      “Aggiungici anche una vacanza alle Maldive.”                                                               
“Uhm...e va bene!” si arrese il manager.                                                                     
“Affare fatto allora. A che ora dobbiamo andare a prenderli in aeroporto?” domandò Niall.                                                                        “Atterreranno tra due ore.”
   
                            ➿➿➿➿➿➿➿➿➿

Erano le tre del pomeriggio quando tutti e cinque i One direction erano in piedi davanti la tabella dei voli ad aspettare l‘arrivo dei fantomatici Exo. Tutti e cinque erano imbacuccati con tutte le sciarpe, cappelli e occhiali da sole che possedevano. Dovevano nascondersi per bene, altrimenti se ci fosse stata qualche directioner nelle vicinanze li avrebbe assaliti.                                                                                         

“Certo che passiamo propri inosservati!” esclamò Harry. Indossava un lungo cappotto nero con il colletto alzato, il collo avvolto nella sciarpa di lana fatta a maglia da sua nonna e grandi occhiali da sole a coprirgli metà faccia.                                                     
“Fin ora siamo passati abbastanza inosservati, dobbiamo solo aspettare quei ragazzi e poi possiamo andarcene in un posto sicuro.”              “Niall non so se hai notato ma sembriamo spie segrete in missione...”                                 
“Guardate lì” indicò Louis “ c’è una gran folla. Forse saranno loro.”                         
“O forse sono fan assatanate pronte a rapirci!”                                                          
“Come la fai tragica Harry, sei proprio di cattivo umore vero?” domandò Liam rivolgendo uno sguardo comprensivo al più piccolo.               “Uhm si.” Mugugnò quest’ultimo.                                                                                   
“Eccoli! Penso siano loro!” esclamò Niall indicando di nuovo verso la folla che si avvicinava sempre di più.                                                   
“Ma sono una mandria!!” Lo sguardo di Harry era molto più che esterrefatto alla vista di 12 ragazzi coreani imbacuccati peggio di loro.          
“E comunque perché quel gruppo di ragazzine continua ad urlare *oppa oppa saranghae?” domandò Louis confuso.                                   “Qualcuno mi spiega cosa diavolo vuol dire?” Zayn con la stessa confusione del’amico in testa.                                                                       
“Fino a prova contraria io non so il coreano. Spero solo che loro sappiano l’inglese” fu Liam a parlare e a prendere in mano la situazione. Per modo di dire. “avviciniamoci a loro e cortesemente ci presentiamo, poi scappiamo da questo posto più veloce della luce prima che le fan ci assalgano.”                                                                                                      

All’inizio nessuno capì che le fan non erano lì per loro, infatti non li calcolarono di striscio, bensì erano tutte riunite per accogliere gli Exo. Dire che i One Direction ci rimasero delusi è un eufemismo.                                                                                     
“Pft, ignorati nel nostro stesso Paese! Basta! Io me ne vado in Italia!”                                                
“Niall, calma la tua voglia di pasta e pizza. Per fortuna quelle fan se ne sono andate e i ragazzi stanno arrivando” Liam avvertì i ragazzi di starsene zitti e buoni e lasciare parlare lui.

Nel frattempo i dodici ragazzi gl si erano piazzati davanti. Belli e luminosi più del Sole. La maggior parte dei ragazzi mostrava sorrisi smaglianti, il restante sorrisi tirati. Una cosa avevano tutti: delle occhiaie profonde come un tunnel. Harry si intenerì per un attimo. Dovevano essere tutti stanchi. La Corea del sud era lontanissima dal Regno Unito. Uno di loro aveva poggiato la testa sulla spalla di un suo compagno ed era quasi in stato di dormiveglia.                                                                            
Vide due ragazzi avvicinarsi a loro mentre gli altri dieci se ne stavano in disparte. Il primo ragazzo era altissimo, forse poco più di un metro e ottantacinque, l’altro ragazzo era molto più basso. Il primo manteneva un’espressione fredda e glaciale, non sembrava particolarmente amichevole. Il più basso, invece, gli si rivolse con un sorriso. “Noi siamo i leader degli Exo! Lui è Kris, e io sono Suho. Per favore prendetevi cura di noi.” Detto questo, tutti i ragazzi, compreso quello dall’espressione fredda, si inchinarono profondamente in segno di rispetto.                                                                             
Bene, almeno qualcuno sa l’inglese. Pensò Harry prima di dire qualcosa che, di sicuro, avrebbe rimpianto cinque minuti dopo.                             “Sembrate molto stanchi. Andiamo tutti a casa mia, vi offrirò una tazza di thè e faremo conoscenza” disse con un sorriso.

Niall, Zayn, Liam e Louis lo guardarono sbalorditi. Non si aspettavano un comportamento come quello da lui, che fino a due minuti prima voleva rimanere a casa lontano da tutti e tutto. Neanche Harry stesso non sapeva spiegarsi cosa gli fosse preso. Aveva provato un forte sentimento di tenerezza quando aveva rivolto il suo sguardo a quel ragazzo, forse poco più grande di lui, che posava dolcemente il capo sulla spalla di un altro ragazzo altissimo dalle orecchie adorabilmente a sventola. Sembravano così uniti e così intimi. Forse fu uno scherzo della vista, ma gli parve di aver intravisto le mani dei due ragazzi intrecciate. Cosa che lui non faceva da molto con qualcuno.




*penso sia utile fare delle note per capire meglio. Oppa (nome che usano le ragazze per chiamare i fratelli o persone famose più grandi di loro) saranghae è semplicemente amore in coreano. In pratica sarebbe: ti amo.

In caso foste curiosi, ecco la foto degli EXO  a rapporto! asdfghjklòsdfghj

   
 
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