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Autore: Kimly    29/11/2008    0 recensioni
Una ragazza come tante, un destino come pochi, e una minaccia mortale che incombe su di lei...che non è sola. Un angelo ai suoi occhi, un demone per gli altri, due strade diverse e distanti destinate a incontrarsi... per la battaglia finale...? [In revisione. Per ora sospesa]
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Questa è una mia nuova FF...Non so se vi possa piacere ma spero che la leggerete in tanti e soprattutto che la commentiate...detto questo..BUONA LETTURA^^

 

 

Tum, tum.

Sentivo i battiti del mio cuore, lenti, gravi.

Gli occhi erano pesanti, stanchi come lo ero io.

Non vedevo l'ora di lasciarmi cadere a letto, addormentarmi profondamente e sognare.

Ma forse...stavo già sognando?

Camminavo, in un bosco, coperto dalla nebbia.

Ruzzolavo sulle pietre che mi ostacolavano il passaggio.

Poi una sensazione, strana e per niente piacevole.

Iniziai a correre, veloce, più veloce, tanto da inciampare spesso.

Non sapevo se stavo scappando da qualcosa o se stavo correndo per salvare qualcosa...o qualcuno.

Correvo, correvo, l'aria gelida dentro di me mi sformazava il respiro.

Non avevo più fiato, ma non mi fermai, continuando la mia maratona personale.

Vidi un'ombra, due, tre, erano dappertutto.

Quando sentii una brezza leggera muovermi i capelli, un brivido mi salii lungo la schiena ma non ne ero spaventata ma stranamente attratta.

Stavo per avanzare verso le ombra quando...

-Sono le sette!!!!!

La voce di mia madre mi raggiunse, chiara e decisa.

Aprii gli occhi a fatica.

Un sogno. Era stato tutto un sogno.

Ancora assonnata mi sedetti sul letto, avevo ancora il fiatone.

Mi premetti una mano sul cuore.

Tum.Tum.Tum.Tum.

I battiti erano accellerati come dopo una corsa, una lunga corsa.

-Ehi!Sei sveglia?- Mia madre sbucò dalla porta.

Annuii e scesi dal letto, dritta verso il bagno.

Lavata e vestita, raggiunsi la cucina, pronta a mettere qualcosa sotto i denti.

-Tutto bene?-chiese mia madre, vedendomi pensierosa.

-Uh?-dissi io, sovvrapensiero.

-Stai ancora dormendo.-affermò lei ridendo.

Risposi al sorriso, falsamente.

Suonarono di sotto.

-Devo andare, Alex è qui.-dissi io, prendendo lo zaino e aprendo la porta per uscire.

-Guarda che Claire oggi non torna a casa.-disse mia madre, fermandomi in tempo.

-Come sempre.-sussurai io e con un noioso "Ciao" uscii.

Abitavo in un appartamento al primo piano con i miei genitori e mia sorella Claire.

Scesi le scale velocemente e trovai Alex ad aspettarmi.

Alexandra, per noi Alex, era una mia vecchia compagna di scuola.

Io non la consideravo amica, piuttosto era una specie di cagnolino.

Mi seguiva dappertutto, si vestiva come me, parlava come me e pensava come me.

Una conversazione con lei era praticamente impossibile, tanto qualsiasi cosa dicevo lei era d'accordo.

Sfortuna voleva che lei abitava vicino a me e quindi dovevamo condividere la strada verso la scuola.

-Ciao, Hero!- mi salutò lei.

Salutai con la mano.

Il mio affetto era molto limitato, specialmente il mattino.

Non abbracciavo nessuno, non baciavo nessuno insomma nessuna dimostrazione d'affetto, eccezion fatta per la mia famiglia.

Per tutta la strada parlò solo lei, spettegolando su quasi tutti i nostri compagni di classe e professori.

Io facevo finta di ascoltare, ripensando al sogno.

Non ricordavo molto, solo una faticosa corsa, un senso di terrore alla vista delle ombre e un grande sollievo appena quel venticello aveva soffiato.

-Hero! Hero!

-Che c'è, Alex?- sbottai io, irritata.

-Ti ho chiesto: tu cosa ne pensi?

-Riguardo a cosa?- chiesi confusa e anche piuttosto innervosita.

-Non stavi ascoltando!- Alex alzò gli occhi al cielo, scandalizata.

Roteai gli occhi, annoiata. Stava per ripetermi la domanda quando...

-Hero!Alex!- Peter, il mio compagno di banco, ci corse incontro.

-Ciao, Peter!- salutò Alex.

-Ciao.-accennai io, pronta a cercare nuovamente i dettagli del sogno.

Putroppo non ci riuscii.

L'edificio della mia scuola svettava sugli alti palazzi, coperta da pochi e secchi alberelli.

Sbuffando, cercai di trattenere il minimo ricordo di quanto avevo sognato, raggiungendo la scuola.

Frequentavo una delle scuole più difficili della mia città, ma non ero una secchiona, anzi.

Quel anno infatti, il terzo per la precisione, i miei voti erano stati pessimi, per non dire orrendi.

In quel periodo stavo provando a recuperare le mie lacune, riuscendoci abbastanza.

Ogni volta, però, che vedevo quel edificio e pensavo alla professoressa Jenkins, la persona che non mi riteneva adatta per restare nella sua classe, iniziavo ad avere un buco allo stomaco.

Quel giorno, invece, avevo altro a cui pensare e non ci feci caso.

Entrai e mi sedetti ad aspettare che la professoressa arrivasse.

Neanche in banco, purtroppo, la mia ombra mi abbandonò.

-Hero, ci facciamo un giro?-mi chiese Alex.

-Non mi va, devo ripassare italiano...-mentii, tirando fuori il libro.

-Ma se ti ha già interrogato!

-...e ho freddo.-conclusi io, stanca delle sue attenzioni.

-Ciao ragazze.-ci raggiunse la mia seconda ombra, la pluriappiccicosa Lucy.

-Ciao.-brontolai io. Ma perchè non mi lasciavano in pace?

Feci finta di ripassare, provando a ripensare al sogno, ma quelle due non la smettevano di parlare e farmi domande stupide.

Stavo per urlare quando, fortunatamente, la Jenkins arrivò e Lucy e Alex tornarono ai loro banchi, lontano dal mio, grazie al cielo!

Le lezioni furono lunghe e pesanti.

Nessuno mi interrogò.

Questa fu l'unica bella notizia della giornata.

Ad ogni intervallo, infatti, le mie due ombre e Luke, un mio compagno appiccicoso come Alex e Lucy, mi avevano seguito dappertutto: al bar, in classe...Era stato snervante!

Non ero riuscita a stare sola un minuto, e quindi avevo dimenticato il sogno.

Arrabbiata, quando suonò la campanella dell'ultima ora, uscii con Lucy ed Alex dietro di me.

Aprii il cancello per tornare finalmente a casa e godermi la mia solitudine.

Quando un venticello leggero mi attraversò, un brivido lungo la schiena...

Improvvisamente ricordai ogni cosa: la nebbia, le ombre, il fiatone dopo-corsa...

Tum.Tum.Tum.

Il cuore aumentò i suoi battiti, non sapevo se per terrore o per felicità.

Era tutto così strano!

Tum.Tum.Tum.

 

Aspetto consigli e recensioni!!!!!BAX^^

 

   
 
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