Fanfic su attori > Coppia Cumberbatch/Freeman
Segui la storia  |       
Autore: skinplease    03/02/2015    2 recensioni
Seguito ideale di una shot della raccolta"one For a kiss"... Cosa succede se Benedict e Martin provano a uscire assieme?
DISCLAIMER: non descrivo carattere, o intenzioni o vita reale dei personaggi, no no no! sono solo i miei fangirleggi...
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Benedict Cumberbatch, Martin Freeman
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
primo appuntamento-02Non parlano molto durante il viaggio in macchina, seppur breve, fino al locale dove Benedict ha prenotato. Si fissano entrambi sottecchi, con rapide e furtive occhiate, quasi a non farsi reciprocamente sorprendere. Benedict potrebbe giurare di sentire il suo stesso torace sbattere furioso.
Si lascia appena andare sullo schienale dell'auto, l'odore del dopobarba di Martin è forte e gli da alla testa. Lo fissa ancora, ha delle mani forti e piccole, al tempo stesso. Gli piacciono le sue mani; gli piace tutto, a dire il vero.
"Cosa mi fai mangiare, stasera?"
Trasalisce appena distolto dai suoi pensieri e si volta verso Martin, che ha parlato prima di svoltare a sinistra lungo un viale che conduce alla prima periferia di Londra. Il biondo hobbit lancia una breve occhiata divertita a Benedict "io ho fame!" ridacchia.
"Spero che gradirai, allora..."
La voce di Benedict tuttavia è arrochita, tesa e l'altro lo nota. Vorrebbe tranquillizzarlo, forse, ma adesso non sa cosa dire. Cristo! non avrebbe mai pensato che potessero essere così impacciati! Martin respira un po' più rumorosamente, sale un po' di tensione mentre in macchina cala di nuovo il silenzio. E' stupido, pensa con una punta di rabbia, è davvero stupido tutto questo. Loro due sono sempre, sempre, stati complici e uniti; hanno lavorato assieme per mesi, per anni, passavano serate e weekend a ridere di idiozie, e poi... poi era arrivato il sesso, l'attrazione; la consapevolezza che si stavano innamorando.
"Parcheggia lì in fondo" indica Benedict con il dito, slacciando la cintura "il locale è dietro l'angolo."
Martin svolta dove gli viene indicato "Non sono mai stato qui" dice piano e sbircia i palazzi della via, case a schiera decisamente vittoriane, ma tutte estremamente ben tenute e cariche di fascino, a suo parere. Sono in uno dei tanti quartieri di Londra costruiti nell'epoca del massimo splendore, quando da città di commercianti fluviali è diventata capitale del mondo moderno.
Martin osserva attorno a se, parcheggia e spegne il motore. Si getta ancora uno sguardo attorno, tutto è talmente assurdo, e perfetto, che...
"Come mai siamo qui?"
Benedict si volta, lo osserva senza capire. Martin ha parlato secco, netto; quasi sospettoso. Benedict non capisce "Come?"
"Perchè hai scelto..." Martin tentenna mentre parla, e questo non gli piace "proprio questo posto? voglio dire..." agita le mani contro il volante, nessuno dei due accenna a scendere. Martin si ferma ne parlare, per un attimo c'è solo silenzio. Si gira a guardare Benedict, che è adagiato sul sedile e si passa nervosamente una mano dietro la nuca mentre ricambia la sua occhiata.
"Perchè ho scelto questo posto? Be..." scuote appena la testa, tra tante domande a cui si è preparato a rispondere in questa serata, questa proprio non se l'aspettava! "Perchè..." sospira e scrolla le spalle "perchè è romantico." Benedict Cumberbatch, si dice da solo, a volte sei proprio un idiota.
Martin alza un sopracciglio stupefatto a quella risposta; lo fissa ancora, socchiude le palpebre e finalmente, dopo un secondo che pare interminabile, sorride appena "Okay..."
Benedict risponde al sorriso, appena rincuorato, ma sempre impacciato; aprono le portiere e scendono. Si incamminano verso il locale, quando gli passa a fianco un gruppo di circa dieci persone; sono tutti ragazzi sui venticinque anni, che ridono e scherzano tra loro, senza alcuna pretesa. Come gli sfilano accanto, Benedict vede chiaramente un paio d'occhiate di due ragazze soffermarsi su di lui, ma poi proseguono; c'è abituato nessun problema, se non fosse che... Sono passati. Benedict si ferma, Martin non è più accanto a lui, ha fatto due passi indietro.
"Possiamo andare" Benedict quasi sussurra, non sa nemmeno lui che cosa dire o fare adesso. Riprendono a muoversi, adesso stranamente distanti.
"Stasera fa freddo, eh?" Martin ogni tanto si darebbe un pugno da solo.
"Decisamente, le previsioni indicano neve in arrivo" Benedict si domanda come fa a essere così scontato, e banale, e stupido, e...
"Benedict, aspetta.."
Si scambiano un'occhiata, e si fermano entrambi nello stesso momento. Il respiro di Benedict aumenta appena e Martin azzarda un passo verso di lui; poi, inaspettatamente, allunga appena la mano verso di lui e gli sfiora il gomito destro "Anche se non sembra... io con le persone, e... e con le parole sono un disastro" scherza sommesso e Benedict sorride sghembo, un po' alla Sherlock "Tranquillo, invece sembra eccome..."
Dopo un istante si sciolgono in una risata. Si fissano ancora, tornando seri e cercando di riprendere ciascuno il proprio controllo. Dannazione! sono instabili, incredibilmente ballerini, come se camminassero sulle uova. A nessuno dei due piace troppo, come sensazione, sono due uomini adulti che non hanno pratica con l'incertezza dei rapporti.
Eppure, rimangono lì.
"Vuoi entrare?" sussurra infine Benedict, e si accorge che i loro visi si sono avvicinati, impercettibilmente. Ha le mani in tasca, Martin le tiene ritte lungo i fianchi, i respiri creano sbuffi bianchi nella fredda aria di febbraio a Londra.
Martin lo guarda, scruta nelle profondità di quelle iridi chiare troppo trasparenti, e ci legge più di quanto vorrebbe. Sospira appena.
"Certo"
"Allora, andiamo" sorride appena Benedict, con un fremito addosso e nella voce. Riprendono a camminare, ma stavolta sono un po' più vicini.
Girano l'angolo nello stesso momento.


Il tavolino è proprio quello che voleva lui, nel soppalco dove ce ne sono soltanto cinque e ben distanziati, il loro è l'unico che non affaccia sulla balaustra che guarda il palco dove si sta esibendo un trio jazz che la sa molto lunga, dalle evoluzioni del trombettista. Martin lo vede, si gira un attimo verso la musica e Benedict vede le sue spalle rilassarsi appena. Sospira, sollevato almeno in parte.
Come posto è decisamente insolito per un appuntamento, lo sa, è più appropriato per una cena tra amici o una festa di compleanno; ma non voleva forzare troppo la mano, e ha scelto questo locale dove suonano Jazz contemporaneo con una spruzzatina di R&B, che sa adorare dall'altro. Lui non gradisce moltissimo, proprio no; va bene uguale, perchè di quel posto apprezza la discrezione e la tranquillità.
Avvicinandosi al tavolo, Martin si toglie la giacca nera, la camicia bianca sotto è appena troppo stretta e gli segna le spalle; come si china, le scapole sporgono appena e il collo risalta ambrato contro il candore del cotone. Benedict è dietro di lui e si blocca a fissarlo, è più forte di lui. Martin però si volta e lo vede, corrugando la fronte.
"Che c'è?" la voce è incerta, il posto l'ha lasciato piacevolmente stupefatto, ma non capisce perchè l'altro lo fisso imbambolato.
Benedict rimane a sua volta senza giacca, forse stasera tra i due è lui il più casual; ma poco importa di fronte l'espressione dell'altro, così spontaneamente perplessa che lo paralizza ancora di più.
"Be?" Martin l'occhieggia e mette le mani sui fianchi "Cosa c'è da ridere? Porto le camicie anch'io, cosa credi, Mr Versace!"
Benedict apre la bocca rendendosi conto che deve averlo davvero fissato intensamente; per un attimo vorrebbe mentire, ma poi si ricorda... E' il loro primo appuntamento.
"Stai benissimo, Martin" esala alla fine, e allora osa, facendosi più vicino in poco inequivocabile. e si fissano in piedi di fronte al tavolino per due apparecchiato con drappi rossi e neri "Sei... sei bellissimo, ecco..." sussurra alla fine sorridendo piano. E vorrebbe allungare una mano fino al suo viso, vorrebbe chinarsi e non lasciare aria tra loro; vorrebbe un bacio, come quelli profondi e languidi che si scambiavano nelle notti insieme.
Benedict rimane immobile, quell'istante prima di tutto che congela anche il tempo. Rimane immobile, nell'attesa che diventa così intima da sembrare indecente interromperla.
Martin lo sa; lo sa, e rimane immobile a fissarlo. Lentamente il suo sguardo scende verso il collo di Benedict, scoperto dai capelli corti e scuri, così lungo e chiaro, per poi scivolare sulle pieghe che la maglietta grigia crea sul suo torace piatto. Benedict segue il percorso delle sue iridi e arrossisce, si sente esposto come non mai; ma non si muove.
"A me invece, questa maglietta proprio non piace"
Benedict apre la bocca sorpreso, sono parole totalmente inaspettate, e... poi vede gli occhi di Martin alzarsi su di lui e rimane bloccato. Sta andando a fuoco, ne è convinto, sente il collo bollente.
"Mi piaci senza, ecco la verità" adesso la voce da adolescente è roca, quasi irriconoscibile, e fa trasparire molto, molto di più "e per quanto mi stia sforzando, credimi che faccio fatica a non pensarci adesso!"
Benedict trasalisce, e Martin volta la testa dall'altra parte, entrambi si fermano prima di lasciarsi troppo andare e nello stesso momento. Respirano a fondo, e fanno entrambi un piccolo passo indietro. Alzano la faccia l'uno verso l'altro nello stesso istante.
Martin sbuffa con un pigro sorriso e si passa la mano sulla faccia "Non è molto romantico, eh?"
Benedict non risponde, fa un passo indietro e l'altro alza gli occhi su di lui. Benedict indica con una mano il tavolino "ci sediamo?"
Dopo un attimo, Martin annuisce e si accomodano. Le sedie stridono appena, la situazione è così strana che...
"Sai, sono decisamente arrugginito!" Martin ridacchia posando i gomiti sul tavolo. Alza gli occhi su Benedict, che lo fissa alzando un sopracciglio "Arrugginito?"
"Be, ecco..." martin si fa indietro e allarga le braccia con una smorfia ironica "questo è il mio... il mio primo appuntamento fuori dopo quindici anni! anzi, forse di più, per cui..." si ferma e si mangiucchia le labbra, con fare nervoso guardandolo sottecchi "abbi un po' di pazienza, ok?"
Benedict sorride, non riesce a non farlo. Scuote appena le spalle inclinando la testa di lato "Anche per me è tutto nuovo..."
"Non dire cazzate, gigolò! Sophie l'hai conosciuta meno di anno fa!" Martin parla ancora prima di capire cosa dice. Benedict apre la bocca decisamente colpito, ma non dice niente. Martin si ferma di colpo, rendendosi conto di cosa ha detto. Alza gli occhi e lo fissa adesso costernato "Benedict..."
"non fa niente, hai ragione" lo interrompe l'altro "hai detto di avere fame, quindi..." sorride forzatamente e indica i due menù sul tavolo. Tacciono entrambi, e quasi in simultanea prendono i due menù dal tavolo e ci si seppelliscono dietro. Benedict sente il cuore battere accelerato, non vede nemmeno le parole scritte sul fondo chiaro della carta. Un fischio di Martin gli fa alzare la testa.
"che c'è?"
"Hanno anche il piatto vegetariano!" esclama incredulo, alzando poi gli occhi su di lui "l'hai scelto bene, eh?"
Non è certo di aver sentito, bene; lo fissa perplesso "Ma certo che fanno vegetariano, tu... tu mangi solo quello..." Benedict alza un sopracciglio, quasi sconcertato "ma credevi che ti portassi in un posto dove non potevi mangiare?"
Martin lo guarda e annuisce appena "Si, ma..."
"Martin, questo è il nostro appuntamento! ma abbiamo già mangiato assieme!" Benedict non sa se ridere o gridare, davvero. Martin lo guarda e stranamente serra gli occhi, come se cercasse di non...
"Non si sa mai, Amanda lo dimentica sempre! Finisco sempre nelle steak house con lei e i bambini!" ecco che prende a ridacchiare, adesso di nuovo quasi spensierato, posando il menù "tu hai scelto? io ho fame!"
Benedict lo fissa serio per un attimo, poi poggia a sua volta il menù "Ok... ordiniamo" dice soltanto.
L'atmosfera è strana, passano da attimi intensi come quello di prima a momenti assolutamente indefinibili come questo; Martin è una continua altalena, ma Benedict sospetta che ci sia qualcosa che non dice.
Martin sembra rilassarsi sulla sedia e si guarda in giro "Dove l'hai trovato questo posto? è carino, sai?". Sembra sincero in ciò che dice, Benedict si rincuora un momento; accarezza pigro un lembo della tovaglia e segue il suo sguardo attorno a loro "Ci sono già venuto altre volte, è discreto e anche i proprietari si fanno i fatti loro" ammette sinceramente "e poi, hanno del buon vino, sai?" accenna un sorriso; gli ha promesso una bottiglia di buon vino quando gli ha chiesto di uscire, e lo desidera anche lui.
Martin volge gli occhi su di lui "Con chi ci sei già stato?"
La domanda è diretta, quasi troppo. Benedict sorride appena "Con Olivia, a lei piaceva molto. Ci sono tornato ultimamente, dopo qualche anno..."
"Con Sophie?"
Ancora quel nome, ancora con quel tono quasi... quasi soddisfatto, ma che cosa gli prende? Benedict adesso alza gli occhi fino a centrare quelli di Martin. Si ritrova nelle iridi blu scuro, adesso nella penombra quasi nere, e vede i lineamenti di Martin quasi tremolare.
"Si" risponde piano, mantenendo un tono pacato sebbene gli costi moltissimo, socchiudendo gli occhi "Si, ci sono stato con Sophie. E adesso, ci sono con te"
"Una come l'altra, immagino"
Benedict spalanca la bocca, non riesce a credere a quel che ha sentito "prego?" sibila strozzato, ma Martin non risponde, l'espressione si è fatta più dura e regge la sua impassibile.
"Strano, non ci hanno messo la candela! Avevo immaginato che avresti copiato dal set, chissà come mai!" l'ironia di Martin, così pungente e pesante, lo coglie su vivo.
"Perchè l'ho fatta togliere, io!" ribatte Benedict sorridendo ora appena sardonico "non volevo metterti in imbarazzo!"
"Io? ma cosa vai pensando?" la voce di Martin è talmente caustica che potrebbe sciogliere le pareti, ha un'espressione quasi beffarda. Benedict sta per perdere la pazienza.
"Martin, se devi dire qualcosa, allora fallo!" si sporge nella penombra del locale fino ad arrivare a metà del discreto tavolino rotondo "Che diavolo ti prende, eh?"
Martin apre la bocca per rispondere, ma poi si blocca. La sua espressione cambia di nuovo, torna a essere quasi divertita, e terrificantemente finta agli occhi di Benedict, si rilassa sulla sedia prima di parlare ancora, riprendendo a guardarsi intorno "dico solo che ho fame, accidenti!"
Benedict rimane fermo, inizia quasi a sudare; non è un appuntamento questo, sono le montagne russe! fa un profondo respiro, e si da un tono normale. Forse la cosa migliore che può fare è comportarsi esattamente come si sente di farlo.
"Comunque, sono contento che ti piaccia" dice appena tremolante d'emozione, ci sta provando davvero "ho pensato che... potesse essere carino, tutto qui"
Ma ecco che la risata di Martin parte all'improvviso e lo lascia senza parole; Martin ride e lo indica come se fosse davvero divertente "Carino, eh? Divertente, Ben, davvero divertente!" Martin ride, ma è un ridere senza occhi che lo fa rabbrividire. Ride come se Benedict avesse detto una sciocchezza, o una battuta a cui è impossibile resistere.
"Sul serio, questo posto è davvero niente male, sai? Qualche anno fa ho portato Amanda in un pub simile, ma eravamo a Cardiff" Martin riprende a parlare, tranquillo, come se il caso non fosse suo, mentre le sue parole rotolano come macigni sopra il tavolino dalla tovaglia scura "siamo andati a vedere una partita del sei nazioni, i bambini si sono divertiti un mondo! Forse ho ancora le foto sul telefono, Amanda non la smetteva di scattare, era una giornata meravigliosa!"
Benedict lo fissa immobile, deglutisce appena. Con uno sforzo immenso, si dipinge un sorriso tristissimo sul viso "Ah si?" chiede piano, e Martin continua, implacabile "Si, soprattutto Joe adora il rugby! Se ho tempo, faccio sempre qualche tiro la domenica, mentre Amanda prepara qualcosa in cucina, è diventata un'ottima cuoca, sai? E invece tu?" finalmente lo guarda negli occhi, e l'occhiata che gli lancia è quasi... feroce "tu che cosa fai, di domenica?"
La domanda è inaspettata, Benedict è frastornato, non capisce davvero nulla; per un momento non sa rispondere "Cosa?"
"Be, quando non lavori..." Martin si appoggia allo schienale, forse anche troppo mollemente allargando le braccia "che cosa fai? sport, televisione, libri, scopare, cinema... insomma, cosa fai?'" ridacchia piano, con l'aria più tranquilla del mondo.
Benedict è spiazzato nel sentirlo parlare così; e sente una punta di dolore che reprime immediatamente.
"Mi piace il tennis" si forza a rispondere, piano "sono stato agli open di Francia, la scorsa estate"
"Ottimo!" Martin lo interompe con la sua esclamazione, fa una smorfia quasi soddisfatta "Eri con Sophie, giusto?"
Benedict lo fissa immobile, mentre adesso sente salire la rabbia; dove vuole andare a parare? "Si, ero con Sophie" dice piano, facendo un cenno alla cameriera "perchè ti..."
"Così, per parlare, ovvio!" Martin fa una smorfia noncurante, e poi vede arrivare una ragazza con il grembiule e il blocchetto in mano "Fantastico, ho davvero una fame mostruosa stasera!" esclama verso di lei sorridendo e facendole l'occhiolino. L'occhiolino?
Il suo sguardo è uno di quelli che Benedict conosce molto bene, ma che mai si sarebbe aspettato di vedere qui. A quel punto, Benedict non sa assolutamente che cosa stia succedendo, ma non gli piace per niente.
"Ditemi!" è una ragazza giovane, forse poco più di vent'anni, sorride e aspetta, ha gli occhi castani e i lineamenti morbidi. Martin si sporge appena alzando il volto verso di lei, sfodera il suo sorriso tre continenti.
"Piatto vegetariano io e al mio amico invece..." Martin ha parlato in un fiato, sorridendole apertamente e inclinando un po' il capo a sinistra. Benedict ha visto, e soprattutto sentito tutto, non sa se strozzarlo, prendere a calci il tavolino fino a ridurlo in polvere oppure correre fuori per gridare contro un muro quanto è stato idiota a sperare che potesse davvero accadere.
"Ben?" Martin finalmente si gira e lo guarda, rimanendo apparentemente perplesso per lo sguardo dell'altro, che ha socchiuso gli occhi chiari e lo fissa serio con il respiro spezzato "Ben, cosa prendi?"
La cameriera forse è più perspicace di lui, conclude Benedict; o forse, semplicemente a lui non importa proprio. La guarda di sbiego e la vede attendere il suo ordine, ma il sorriso le si è congelato sul viso, ha capito di essere nel mezzo di una situazione spinosa. Martin invece ha ancora quell'espressione troppo furba sul viso e sposta di nuovo gli occhi su di lei, e sulla vita segnata dal grembiule corto e nero "Coraggio, Ben! Non ha mica tutta la notte la signorina... o si?" conclude Martin quasi sussurrando, decisamente sta passando il segno.
"Un antipasto della casa" dice in tono freddo, abbassando gli occhi al pavimento e cercando di rimanere immobile. Ma il caro Martin, non ha proprio finito.
"Un po' pochino, Ben! comunque se vuoi fare la signorina..." Benedict non crede a ciò che sente, ma vede dopo un istante che può andare peggio perchè Martin adesso scherza apertamente con la ragazza, mentre si appoggia con i gomiti sul tavolino "Tu che dici? se ci fossi tu, qui con un uomo, che cosa ci berresti sopra, eh?"
Siamo al limite della maleducazione; ma per Benedict, il limite è stato passato da un pezzo, e questa è la goccia che fa traboccare non solo il vaso, ma tutto, tutto, TUTTO!
"Signore?" si rivolge direttamente a Benedict che solleva gli occhi su di lei; e forse la pietà che ne legge dentro lo fa arrabbiare.
"Due birre" dice senza nemmeno pensarci, con un tono troppo duro "bionde alla spina, grandi"
Lei spalanca appena gli occhi e si affretta a scrivere, poi Benedict volge gli occhi a Martin che lo fissa apparentemente perplesso "Vino? Non dovevano berne un buon bicchiere? diamine, Ben! Non era meglio?"
"Due birre" ripete Benedict, scostando con violenza la sedia "Per te e per chi altro cazzo vorrai far sedere a questo maledetto tavolo!"
A quel punto si alza in piedi, Martin si blocca con gli occhi che si fanno sempre più grandi e la cameriera inizia a indietreggiare "Signore, io mi..."
"Non sei tu a doverti scusare!" Benedict la interrompe anche troppo brusco e infila la giacca, mentre Martin serra le mascelle alzandosi a sua volta e fronteggiandolo a muso duro "Cosa cazzo credi di fare, Ben?"
"No, cosa cazzo credi di fare tu!" ringhia al suo viso, facendosi sotto con gli occhi in fiamme "o meglio, cosa credi di aver fatto, eh?"
Martin all'improvviso si blocca, il viso si congela in un'espressione rabbiosa e dolente, ma Benedict è troppo furioso.
"Signorina, eh?" sibila sprezzante, infilandosi le mani in tasca "Alle donne si offre sempre, per cui paga tu questa bella serata, ok? Io me ne vado, e non azzardarti a venirmi dietro!"
"Altrimenti che fai, eh?" Martin inaspettatamente incrocia le braccia al petto e lo guarda insolente, nella piccola sala sopraelevata si è creato uno sgradevole silenzio attorno a loro due, tutti gli occhi sono su di loro.
Benedict lo fissa e con una violenza inaspettata gli punta il dito al petto, spingendolo indietro e facendo comparire un'espressione furente sul volto di Martin "Altrimenti faccio quello che avrei dovuto fare mezz'ora fa, cioè prenderti a calci in culo!"
"Toglimi quel dito di dosso, dannazione! Tutta questa dannata situazione l'hai voluta tu, per cui non mi scaricare addosso le tue cazzate!" Martin lo scosta bruscamente e Benedict fa un passo indietro, fissandolo furioso, per lui è troppo. Dannazione, è davvero troppo!
Si volta su se stesso, e imbocca le strette scale a chiocciola, in un attimo è fuori dal locale e si muove rapido, fino alla via principale, senza sentire alcun rumore dietro di se. E' furioso, ma soprattutto sente il petto che gli duole come poche altre volte in vita sua; come mai in vita sua. Serra le palpebre e fruga in tasca, prendendo le sigarette e accendendosene una; fanculo!
Il fumo che vede aleggiare nell'aria è emblematico della sua serata. Da un altro tiro e continua a camminare, a due isolati troverà sicuramente un taxi.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Coppia Cumberbatch/Freeman / Vai alla pagina dell'autore: skinplease