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Autore: Only Lisa    03/02/2015    1 recensioni
Vecchio titolo: "Un amore oltre i confini dell'impossibile."
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=e-ptPpzHAzw
Dal testo:«Quando tutto ciò venne creato, fu fatto il possibile per evitare che qualcuno potesse sconfiggere gli Dei, prendere il controllo e magari distruggere tutto. Così appena notammo che i nostri figli stessero per diventare troppo forti e pericolosi, una minaccia per l’universo, decidemmo di far sì che la loro forza fosse dimezzata. Quello fu il più grande errore che noi potessimo mai fare, perché non appena avemmo compiuto quel gesto, un nuovo paragrafo apparve sulla pergamena. Il resto della pergamena, che fino ad allora era rimasta bianca, così da scriversi da sola con il tempo, incominciò a bruciare e scompare. Ciò vuol dire che se il sacrilegio avverrà, se accadrà ciò che è scritto sulla pergamena, non ci sarà più niente. Tutto andrà distrutto e il nulla regnerà sovrano.»
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Come polvere nel vento."

La mattina seguente la sveglia suona alla solita ora e come da routine vado a farmi una doccia calda, non appena torno in stanza, guardandomi allo specchio, noto uno strano segno sulla mia spalla destra, sembrerebbe una voglia, ma ha una forma troppo strana per esserlo.

E' una mezza luna rivolta verso sinistra con uno strano simbolo attaccato alla sua destra, una specie di goccia con la punta rivolta verso il basso e un rotondino nero nella parte superiore. Lo osservo attentamente per poi provare a riprodurlo su un foglio e lasciarlo sulla scrivania, al mio ritorno lo cercherò su internet. ☽C

«Ehi Angel è ora di andare.» mi avvisa mio fratello bussando alla porta ma senza entrare

«Si, un attimo ed arrivo.» piccola bugia devo ancora vestirmi e mettermi l'eyeliner

Nuovo record.

Dieci minuti dopo sono già pronta per andarmene.

«Un attimo ed arrivo.» mi schernisce mio fratello ripetendo la mia frase e sottolineando il fatto che non era proprio andata così

«Scommetto che ti dovevi ancora vestire.» suggerisce

«Beccata.» ammetto mentre lui scuote la testa

Facciamo appena in tempo a salire sull'autobus prima che se ne vada.

«Che peccato anche io vorrei poter guidare un auto.» ammette lasciandosi andare sul sedile accanto al mio

«Sai già che a parte chi guida mezzi pubblici nessuno può guidare un veicolo.»mi ricorda

«Ma perché?» si lamenta

«Che ne so io? Non sono mica il 'sovrano' -dico riferendomi all'altissimo- anche se credo che sia per far si che ci sia troppa confusione e si verifichino incidenti.» ammetto

«Andiamo.» mi fa segno con la testa non appena scendiamo dal bus

Annuisco e lo seguo.

I giorni passano così, tra la scuola, gli allenamenti, io che non concludo niente perché non riesco a concentrarmi e Artù.

Lui mi sta aiutando moltissimo in questo periodo, mi sta sempre accanto, è diventato la mia ombra ormai, peggio di mio fratello.

Infatti lui ha scaricato il suo carico, cioè me, nelle mani di Artù, sapeva che la sua presenza costante mi desse fastidio, così ha messo un angelo custode a vegliarmi.

Non gli ha raccomandato altro per un giorno intero.

"Te la affido. Sta' attento che nessuno le si avvicini. Non lasciarla mai sola. Sta attento! Non togliergli gli occhi di dosso, ma non guardarla neanche troppo, sono geloso." ripetè come una cantilena per una giornata intera.

Decisi di dare un'opportunità ad Artù, così iniziammo ad uscire insieme.

Era davvero una brava persona, un ottimo amico.

Stavamo davvero bene con lui, ero serena, in pace con me stessa, perciò quando lui mi chiese se potevamo provare ad essere io accettai senza pensarci troppo.

E fu questo il mio errore, in quell'attimo annuii senza riflettere, ma non dormii per tutta la notte, mentre un immagine nitida, un nome ben preciso si facevano spazio nei miei pensieri.

Cosa avevo fatto? Non che Arthur non mi piacesse, anzi era esattamente il contrario, era davvero una persona fantastica, il ragazzo adatto a me, se solo non fosse stato che il mio cuore apparteneva già ad un altro ed io stavo consapevolmente sfruttando Artù per dimenticarmene ma non potevo farne a meno, lui mi fa stare davvero bene, io voglio stare con lui.

Ma c'è differenza tra ciò che vuole la mia testa e ciò che vuole la mia anima.

Il mio cervello dice che se sto bene con Artù e lui che devo scegliere, ma il mio cuore si oppone con tutto se stesso e mi gioca degli brutti scherzi.

Iniziammo a frequentarci, non più come semplici amici ma come due persone tra le quali c'è attrazione, che provano dei sentimenti, stanno bene insieme e vogliono conoscersi più approfonditamente, non ci si poteva ancora definire fidanzati, ma neanche amici, eravamo qualcosa di diverso.

Qualcosa di più di due semplici amici ma qualcosa di meno che due fidanzati.

Qualcosa, ecco cos'eravamo, non eravamo amici ma neanche fidanzati, eravamo un qualcosa che non si poteva spiegare, che non sapevamo spiegare.

Una settimana volò via così, come polvere nel vento.

Cercai qualche indizio riguardante il segno sulla mia spalla destra e uscì fuori essere il segno che raffigurava il destino o meglio, gli somigliava, poiché per essere completo mancava che il cerchio fosse chiuso e un'altra luna alla sua sinistra...

--------[Una settimana dopo]-------

La notte è il mio momento, quello in cui tutte le mie preoccupazioni bussano nella mia testa e pretende che io la apri, che faccia entrare tutti quei pensieri nella mia mante fino a riempirla di paranoie, incasinandomi la vita e facendomi perdere il sonno.

La mia immaginazione gioca brutti tiri, mi costringe ad aprirgli, a riflettere, anche se troppo tardi sulle mie scelte, rimugino su un qualcosa fino a che l'ansia non mi assale al punto da sentirmi quasi soffocare.

La notte sono da sola con me stessa, da sola con i miei mostri interiori, tutto ciò che durante il giorno mi tengo dentro, che spingo con forza affinché non esca la notte trabocca facendomi impazzire.

Tanti punti interrogativi si fanno spazio tra i miei pensieri, tante preoccupazioni mi assalgono ed io cerco di assemblare il tutto per darmi delle risposte concrete, delle risposte che io non ho e che so portare tutte in una sola direzione, il punto di partenza di tutte le mie preoccupazione, l'epicentro dei mie problemi.

Zayn.

Davvero è stato lui ad avermi assalita?

Perché l'ha fatto?

Perché è sparito?

Dove sarà finito?

Troppe domande si ammucchiano nella mia mente ed io non ce la faccio a sopportarle tutte, temo che possa esplodermi la testa da un momento all'altro.

Una cosa però è certa, finché non riuscirò a trovare le risposte che cerco, non potrò mai davvero essere felice, senza sapere le motivazioni che hanno spinto Damon a compiere quel gesto, se davvero è stato lui, non potrò sul serio provare a stare con Artù, perché avrò sempre quel pallino in testa.

Quel pallino che mi impone a domandarmi che sentimenti Zayn prova per me, se il mio è un amore ricambiato o a senso unico.

Ma in mezzo a tutto questo buio c'è una piccola luce, una luce di speranza che mi impone a fidarmi del mio istinto e a continuare a credere che lui non c'entri nulla con la mia aggressione.

Perciò prendo una decisione, devo ricordare cos'è successo, solo in questo modo potrò rasserenarmi, solo così potrò darmi pace.

Non importa quanto la testa possa farmi male quando penso a cos'è accaduto, io devo saperlo.

Mi concentro sul quel poco che ricordo del giorno dell'aggressione.

Mi sforzo in tutti i modi di ricordare mentre la testa rischia quasi di esplodermi, stringo forte gli occhi per cercare di rammentare ciò che è successo ma nulla, solo il buio.

Un immagine si scaglia come un lampo nella mia testa, provo a metterla a fuoco, è un ricordo, un ricordo di quella sera, mi concentro di più su di esso ed ecco che in un attimo tutto mi è chiaro.

Zayn mi ha salvata.

Non è stato lui ha ridurmi in quelle condizioni, lui mi ha aiutata.

Mi sento le palpebre così pesanti.

Uhm...

«Ehi Angel, ti ricordi di me?» mi domanda una voce soave

«Atena...» sono confusa

«Si piccola mia, sono proprio io.» mi asseconda

«Ricordi quel che è successo?» domanda anche se sono certa sappia già la risposta e che lei c'entri qualcosa con il fatto che io lo abbia ricordato improvvisamente

«Si, dei demoni mi hanno attaccata e lui mi ha aiutata.» affermo ora certa di quel che è accaduto

«E poi?» alza le sopracciglia come ad aspettarsi che io continuo

«E poi...? C'è qualcos'altro? -cerco di sforzarmi a ricordare- Io non ricordo più nulla.» ammetto sincera

«Lasci che ti rinfreschi la memoria.» dichiara

La guardo stranita, non capisco che intendi dire.

Lei di tutta risposta inizia a camminare davanti a se, poi si ferma e mi fa cenno di seguirla.

«Avvicinati.» ordina dolcemente

Faccio ciò che mi ha detto.

E' un pozzo.

Che cosa avrà di così speciale un pozzo?

Lei come se mi leggesse nel pensiero mi viene in contro aiutandomi.

«Memorizza chiaramente nella tua mente la domanda a cui desideri dare una risposta e poi guarda all'interno del pozzo. Lui ti mostrerà ciò che desideri sapere. Ma attenta, è tutto nelle tue mani, sta a te formulare la giusta domanda, io non potrò aiutarti. Perché anche se è vero che il destino è già scritto, ognuno è l'artefice del proprio e con una sola mossa potrà cambiare il suo futuro. Quindi io non posso aiutarti, ne tanto meno vedere la risposta a ciò che chiedi, perché solo chi domanda avrà la risposta.» mi informa

Pensa Angel, concentrati.

"Cos'è successo?"
Ci riprovo.

"Cos'altro è successo?"
Niente.

"Cos'è successo nel periodo in cui sono stata in coma?"
L'acqua del pozzo inizia a muoversi e poi un'altra domanda si fa spazio prepotentemente nella mia testa.

"Damon? Cos'è successo a lui?"
Ed ecco che vedo un ragazzo solitario vagabondare per una strada deserta, come se non avesse nessuna meta, poi d'un tratto si guarda intorno e lo riconosco, è lui, Damon.

"Come mai si trova lì?"
Quasi d'istinto questa domanda si insinua nella mia testa, ed ecco che le immagini di quella sera scorrono nell'acqua del pozzo come se fossero scene di un film.

[«Dì addio alla tua ragazza.» sogghigna un demone prima di premere più forte la lama contro la mia gola.

Lo riconosco è uno di quei tre che quella sera mi hanno aggredita, ma i miei ricordi si interrompono qui.

Al contrario dei miei ricorsi le scene continuano e vanno avanti.

Zayn si alza in volo per poi scagliare un onda di fuoco diritto sul volto del demone che urla come un forsennato, però purtroppo è tardi per me perché lui mi ha già graffiato la gola con la lama del coltello e il mio corpo sta per sbattere a terra privo di sensi.

'Ha volato? Ma come è possibile? Non si può volare a meno che non si è innamorati. Allora lui è innamorato di me?' mi domando tra me e me

Damon con un riflesso fulmineo mi prende prima che io possa sbattere violentemente sulla strada poi mi adagia delicatamente a terra e si dirige verso l'uomo che ancora si scuote a terra cercando di spegnere le fiamme.

Lo pesta fino a che non smette di respirare per poi andare in contro al mio corpo e lasciarlo sulla strada privo di vita e circondato di sangue.

Mi stringe tra le sue braccia, cullandomi, fin quando una lacrima non esce dal suo occhio destro.

'Sta piangendo? Lui sta piangendo per me?'

«Ti prego Angel, non lasciarmi, tu sei importante per me, credo di volerti bene. Strano vero?» mormora tra i singhiozzi

Mi stringe più forte al petto, mentre con la manica destra strofina via le lacrime, si guarda intorno e prova di nuovo a volare, ma con scarsi risultati.

Ad un certo punto io mugolare qualcosa cercando di aprire gli occhi ma non ci riesco, sto per perdere di nuovo conoscenza ma prima di farlo sussurro il suo nome.

D'un tratto lui si alza il volo ed ecco che poco dopo è davanti l’entrata dell’ospedale dove sono stata ricoverata.

Inizia ad urlare ma nessuno lo sente così incendia un cassonetto lì vicino e poi vola sul tetto dell’ospedale, mentre dei medici escono per spegnere l'incendio e mi notato trasportandomi su una barella, all’interno dell’edificio.

Lui si alza in volo accanto una finestra e poco dopo torna nel luogo dell’incidente, recupera la mia borsa e torna in ospedale ma non prima di essersi soffermato sulla pozza di sangue che era fuoriuscita dal mio collo ed iniziare a piangere.

Non appena tornato all'ospedale entra dalla finestra in una stanza e ne esce poco dopo andandosi a sedere sull'albero che si trovava difronte.

Lo riconosco, è l'albero che vedevo fuori dalla finestra della mia stanza, quindi quella è la mia stanza.

Sta lì fino all'alba poi se ne va, ma solo per poco, torna un attimo dopo con dei vestiti diversi, penso sia andato a cambiarsi.

Si guarda intorno ed entra nella mia camera ma poi esce di fretta.
Credo sia arrivato qualcuno.

Continua così per giorni, sta lì fino all'alba ad osservarmi, poi se ne va per qualche ora e torna nel pomeriggio come quando usciamo da scuola, quindi penso è lì che vada.

Finché una sera non entra nella mia camera e mi da un bacio a fior di labbra, non appena lo fa però accade qualcosa di pazzesco.

La macchinetta accanto a me impazzisce ed io mi sveglio sussurrando il suo nome.]

L'immagine scompare e il pozzo torna ad essere solo un semplice pozzo.

Non mi ero accorta di star piangendo finché la Dea non me lo fece notare.

D'istinto mi asciugai le lacrime con le maniche del pigiama e poi sorrisi.

«Lui mi ama.» affermai ancora incerta ma speranzosa

Mi sveglio di soprassalto nella notte e nonostante io mi rigiri continuamente nel letto il sonno sembra non voler tornare.

Così decido si prendere un po' d'aria.

Apro il balcone della mia camera ed esco fuori osservando il cielo profondo e immenso.

La luna si è tinta di un arancio intenso, non sembra neanche la stessa luna brillante e bianco puro che vedo ogni sera prima di andare a dormine.

Le stelle sono coperte dalle nuvole che creano un manto blu uniforme in tinta con il cielo e spento, sulla mia testa.

Alzo lo sguardo cercando la mia stella, quella stella che brilla ogni sera e sembra quasi cambiar colore.

Finalmente la trovo, anche se tutte le altre stelle sono coperte, lei è sempre lì ad illuminare il cielo, accanto alla luna.

Il mio pensiero vola subito al povero Artù, come farò a spiegargli tutto? Cosa devo dirgli? Che mi sono innamorata di un demone, lo stesso che è accusato di aver tentato di uccidermi? Che una dea è apparsa nei miei sogni e attraverso l'acqua di un pozzo mi ha mostrato ciò che è successo quella sera? Che forse lui ricambia i miei sentimenti? Come farò a fargli capire la situazione se non è chiara neanche a me? Se neanche io so per certo quali sono i miei sentimenti? Questa storia è davvero complicata e insolita, fuori dal normale ed io sono così confusa.

Torno a letto e dopo che altri pensieri ebbero finito di assalirmi il sonno sopraggiunse facendomi appisolare.

La mattina dopo andai a scuola un'ora dopo, poiché essendo l'ultimo giorno, avremmo solo fatto una riunione per discutere del progetto del quarto anno, mentre le altre classi avrebbero discusso del loro progetto a seconda del loro anno.

Dopo un lungo discorso a cui non prestai la minima attenzione il professore di autocontrollo disegno uno schema alquanto complicato sulla lavagna e poco dopo iniziò a spiegarcelo e ad elencarci i gruppi.

In quel preciso momento qualcuno aprì la porta della palestra.

'Il ritardatario di turno' pensai

Ma quando quest'ultimo entrò dalla porta si rivelò essere ben più del ritardatario di turno, qualcuno di cui la presenza non passa affatto inosservata.

D'istinto pensai di dovergli andare incontro ma non appena mi resi conto di ciò che stavo per fare mi tirai subito indietro, non prima però, di aver notato l'espressione turbata e nervosa di Artù, con la mascella contratta e i pugni serrati.

Giusto, lui credeva che fosse stato Damon ad aggredirmi, avrei dovuto chiarire la situazione il prima possibile e spiegargli che si sbagliava, ma non me ne diede il tempo.

«Tu!» lo additò Artù andandogli in contro

«Con quale faccia osi presentarti qui dopo quello che hai fatto?» lo prese per il collo della giacca

«Calmati amico non so di cosa tu stia parlando.» si giustificò Zayn allontanandogli le mani dal colletto

«Di cosa sto parlando? E' stata in coma per un mese! Credevo che non l'avrei mai più rivista, hai la minima idea di come sia potuta stare dopo quello che l'hai fatto? Di come potessimo stare noi che gli vogliamo bene a vederla in quelle condizioni?» sbotta il biondo con la voce tremolante

«Non le farei mai del male, io la amo.» si lascia sfuggire il moro mentre la mia bocca si spalanca di tutta risposta

Resto spiazzata dalle sue parole, non mi aspettavo che lui dicesse qualcosa del genere, men di meno davanti tutta la scuola.

Non so come comportarmi, resto pietrificata sul mio posto finché qualcosa non mi fa sbloccare.

La reazione di Arthur è ben diversa dalla mia, gli salta al collo facendogli perdere l'equilibrio e cadere di schiena sul pavimento.

«Lei sta con me!» agguanta di nuovo il collo della sua giacca in pelle mentre lui sta per sollevarsi con il busto dal pavimento e sbatterlo ripetutamente con le spalle sul pavimento.

A quella rivelazione Zayn resta sorpreso iniziando boccheggiare non sapendo cosa dire, si gira nella mia direzione e resta immobile ed osservarmi deluso e ferito se non schifato.

Aveva la stessa espressione che avrebbe uomo guardando negli occhi la propria moglie mentre quest'ultima lo sta accoltellando.

Il mio cervello ricomincia a funzionare e collego subito ciò che sta accadendo così scatto sulla difensiva correndo a separargli.

Prendo un braccio di Arthur staccandolo e alzandolo da sopra il busto di Damon mentre lo trascinando il più lontano possibile da lui.

«Mi dispiace.» mimo mentre le parole mi si bloccano in gola e con le lacrime che mi punzecchiano gli occhi

«Si può sapere cosa ti è preso? Sei per caso impazzito?» sbraito contro il biondo

Non mi importa di star facendo una scenata di fronte tutti gli alunni del quarto anno, professori compresi che soltanto ora ci corrono incontro.

«Volete che vi spedisca dal preside?» li minaccia calmo il professore di autocontrollo senza smentirsi

«Ma che succede qui?» urla Stephen facendosi spazio tra la folla radunatasi attorno

«Intende dirmelo lei signor Damon? -addita subito il demone come se la colpa fosse esclusivamente sua- O vuole che lo chieda al suo amichetto laggiù?» domanda retoricamente il professore di volo indicando Arthù con una mossa del capo

«Io non ne so nulla chieda pure a quello lì.» risponde in tono e con la sua solita strafottenza che ritorna a padroneggiare alzandosi da terra e pulendosi i pantaloni.

«Allora?» domanda palesemente più calmo il professore

«E' lui quello che ha aggredito Angel, che ha tentato di ucciderla!» lo accusa sicuro di se Artù

Un tumulto generali si alza nella palestra un farfugliare continuo fa da sottofondo.

«Cosa?!» per la prima volta il professore di autocontrollo si tradisce lasciandosi sfuggire un'emozione

«E' impossibile, mi rifiuto di crederci.» scuote la testa Stephen

«Io invece ci credo eccome e mi permetta di dire anche che lo sospettavo.» constata il professore di volo il quale non prova affatto simpatia nei confronti del demone

Altri professori e allenatori che avevano precedentemente assistito alla scena dal podio si sono riuniti attorno a noi.

«Dobbiamo portarlo davanti ad una corte e farlo giudicare dal tribunale supremo.» suggerisce qualcuno dalla folla

«Non ce n'è bisogno. -finalmente apro bocca- Non è stato lui ad aggredirmi.» confesso lasciando tutti di stucco

Artù si volta verso di me sorpreso

«E' tu come fai a saperlo? Non avevi detto che non ricordavi nulla dell'accaduto.» dice ad alta voce convinto di smontare quella che lui crede sia un falsa

«Questa notte...mi è tornato tutto in mente. Non è stato lui ad aggredirmi ma bensì tre demoni che si trovavano nel regno degli angeli per rapire degli angeli e farci non ho capito bene cosa, credo però, ricordo di averli sentiti mentre parlavano, dicevano che con me avrebbero fatto molti soldi non appena mi avessero venduto. Anche se ricordo vagamente ciò che mi è accaduto so per certo che non è stato Zayn ad aggredirmi e posso dirvi con certezza che vi sbagliate poiché lui mi ha salvata.» confesso ciò che ricordo

«Commercio illegale di schiavi e chissà quant'altro, sei sicura di aver capito bene?» domanda il mio allenatore mettendomi una mano sul braccio

Annuisco.

«E' ben più grave di ciò che pensavamo.» costata Maggie spuntando dalla folla

Silenzio generale.

«Ti rendi conto di ciò che stai dicendo?» chiede agitato il professore di autocontrollo

«Voi due seguitemi nell'ufficio del preside.» annuncia il professore di gestione dei poteri riferendosi a me e Damon

Lui ci insegna solo come usare sviluppare e controllare i nostri poteri, al contrario dei nostri allenatori che ci insegnano come usarli, specie nei combattimenti.

L'ufficio del preside era una stanza come quelle dove si svolgono gli interrogatori nelle centrali di polizia.

Una stanza con la parete centrale in vetro e piena zeppa di telecamere e microfoni poiché nessuno, compresi professori e assistenti aveva mai visto e poteva vedere il preside della scuola, nonché sindaco del regno degli angeli e quello dei demoni, giudice parziale e indiscutibile del mondo. Colui che tutto vede e tutto sa, non capisco la ragione per cui anche se lui sa già cosa è successo e cosa stiamo per dirgli dobbiamo farlo lo stesso.

O almeno così dicono, io non sono mai stata ne l suo ufficio, questa è la prima volta, al contrario di Zayn che ormai lo conosce come casa sua.

Non appena entro mi da subito all'occhio un'enorme schermo attaccato al muro, sul lato destro della stanza.

«Preside -lo chiama il professore- questi due ragazzi avrebbero qualcosa da dirti, riguardo la sospetta scomparsa di alcuni angeli, si pensa siano dei probabili rapimenti a scopo di lucro.» detto questo il professore se ne va lasciandoci soli in quella stanza inquietante.

Silenzio, nessuno dei due apre bocca.

Lo schermo che avevo notato prima si illumini improvvisamente.

«Eccolo qui l'uomo invisibile.» scherza Zayn

Sullo schermo inizia ad apparire delle lettere in successione come se qualcuno stesse scrivendo.

'Parlate.' è la parola che leggo sullo schermo

Non ho il coraggio di aprire bocca e Damon lo intuisce così inizia lui.

«Da quanto tempo amico, neanche un "come stai?" -scherza come se fosse un suo amico di infanzia, questo è uno dei suoi pregio o meglio difetti, quello di trattare tutti, senza nessuna differenza di taglia, età, sesso o forza come se fossero suoi pari o addirittura nella maggior parte dei casi inferiori a lui.- Stavamo tornando a casa da scuola...» inizia riluttante e poi si asseria incerto se continuare o meno, poi capisco.

Come ho fatto a non pensarci prima?

Lui non doveva essere lì, era nel regno degli angeli e ai demoni e proibito superare il confine.

Così continuo io, senza mentire ma omettendo alcune parti.

«Mentre tornavo a casa tre uomini hanno cercato di rapirmi dicendo che con me avrebbero guadagnato parecchi soldi.» continuo io al posto suo per poi lanciargli un'occhiata d'intesa che stava a significare che bastava

Questo era tutto ciò che avremmo dovuto dire.



Ho capito, lui vuole che gli si dia retta, anche se sa già ciò che stiamo per dirgli e sa già che ho omesso alcune parti voleva lo stesso che glielo dicessimo. Strano questo preside. Lui sa cosa sta accadendo, sa chi sono i colpevoli, sa sempre molto più di noi, eppure vuole lo stesso che gli si racconti tutto nonostante lui lo sappia già e dopo averlo fatto non fa nulla di più se non dirti qualcosa che tu avresti dovuto fare lo stesso.

'Andate pure in commissariato.' un'altra scritta sullo schermo

E' proprio come pensavo, il professore ci avrebbe portati in commissariato comunque, voleva solo la sua approvazione e lui non ha fatto nulla in più se non dargliela.

Gestisce la scuola come se lui non ci fosse, vuole sapere ma non si intromette nelle decisioni di noi terreni, non fa nulla che possa cambiare il corso del destino se non ascoltare.

'Mi sei mancata Ananke.' e con quest'ultima scritta lo schermo si spegne

Cosa vorrà mai dire quest'ultima frase? Ananke... come mai mi sembra di aver già sentito questo nome?

Lasciamo lo studio e ci dirigiamo verso il professore che ci aspetta seduto su una sedia della sala d'attesa.

Ma prima che potessimo arrivare difronte a lui un ricordo di ritorna alla mente.

"«Tu mia cara, sei la parte buona di Ananke, la Dea del destino. Anche se molti credono che Temi sia la madre delle 3 Moire, non tutti sanno è che Temi e Ananke sono la stessa persona. La stessa Dea che sulle sue spalle porta il peso del mondo. La Dea più importante di tutte, persino di Zeus stesso. Colei che può decidere il destino del mondo, perché è una bilancia, il lei sono racchiuse le due parti opposte dell’universo, colui che può distruggerlo ovvero il distruttore e colei che può salvarlo ovvero la suprema essenza, che devono essere equilibrati tra loro. Colpendola con il fulmine Zeus ha liberato le due parti contenuti in essa, ha liberato il male e il bene. Ha liberato te, l’angelo della vita e lui, l’angelo della morte, voi due siete destinati a combattere fino a che solo uno dei due sopravvivrà e ne uscirà vittorioso. Quindi piccola mia, salvaci, salva il mondo, tutto il mondo è nelle tue mani, noi Dei contiamo su di te.»"

Ciò che sognai mi disse la Dea quando ero in coma.

Quindi non era un sogno?

Non capisco cosa il preside però c'entri con questa storia.

«Possiamo andare al commissariato.» afferma Zayn non appena raggiungiamo il professore

Non appena raggiungiamo il commissariato raccontiamo loro ciò che è accaduto omettendo sempre quel piccolo particolare che potrebbe costare la vita a Zayn.

Dico che quella sera tre uomini mi avevano presa per vendermi ma Zayn gli ha lanciato delle onde di fuoco senza mai superare il confine facendoli così scappare ma non prima che uno di quegli uomini mi avesse aggredita e siccome lui non poteva varcare il confine ha iniziato ad urlare per chiedere aiuto finché non è arrivato un uomo che non ha visto bene in viso poiché era lontano che mi ha portato in ospedale e lui se ne andato a casa.

Il poliziotto alza una sopracciglia incerto se credermi o meno, alla fine acconsente a fidarsi di me, dopo tutto sono un angelo e per natura gli angeli non dovrebbero mentire.

Non dovrebbero, ecco, ciò non vuol dire che non lo fanno o almeno a parte me non lo fanno.

Mi sento un vero schifo ad aver mentito, ma d'altronde non potevo fare altro se non proteggere chi mi ha salvato la vita.

Damon si volta verso di me incredulo, non riesce a spiegarsi il modo in cui io sia venuta a conoscenza di queste cose e a dire il vero neanche io me lo spiego, figuriamoci se potessi farlo capire agli altri.

Come spiegargli che me l'ha detto un pozzo? Suona ridicolo persino a me pensarlo.

---------------------- Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, dal prossimo cambieranno molte cose, spero di non avere deluso le vostre aspettative.

Vi ringrazio di seguire la mia storia spero che il numero di seguaci aumenterà, se volete suggeritela a qualcuno io ve ne sarei grata.
***
Per il momento ho deciso di interrompere questa storia e riscriverla da capo con qualche modifica e con più calma cambiando però i nomi e non più come FF sui One Direction.

  
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