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Autore: sakura_87    30/11/2008    2 recensioni
Creo qui una raccolta di miei testi (prosa e poesia) scritti nel corso del tempo. Non ci sarà un filo conduttoretra i racconti. La storia è segnata come completa in quanto ogni racconto/scritto è a sè, ma subirà di volta in volta aggiunte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Allora, ecco qui il primo racconto. Premetto che ne ho già molti scritti quindi i primi aggiornamenti di questa raccolta, per chi vorrà e avrà la pazienza di seguirmi, arriveranno una volta a settimana. In seguito vi avverto già da ora che potrei far passare molto tempo. Ma tanto, non essendoci un filo logico che collegherà i capitoli (essendo storie completamente scollegate), la lunghezza dei tempi di aggiornamento non influirà sul problema di ricordare cos'era accaduto in precedenza.
E adesso bando alle ciance e buona lettura!!!!!!

Saku

BUON COMPLEANNO!

“Ma è possibile che per andare in bagno bisogna passare dal cortile?”
Sì, perché la porta del bagno era appena fuori dalla cucina che si affacciava sul buio cortile. Una sola, debole luce illuminava i pochi passi che bisognava fare; intorno, la notte più buia che si fosse mai vista, senza neanche una stella.
Un’ombra si mosse, ma forse era solo la fervida immaginazione di Giulia a produrre situazioni inquietanti. Eppure lei sentiva una strana presenza muoversi nella densa oscurità che circondava tutto.
Arrivò quasi correndo alla porta del bagno, entrò e chiuse a chiave. C’erano alcuni ragni sulla parete, ma d’altronde in un posto così sperduto nella campagna, lontano dalla civiltà, usato solo di rado, era normale. Ma la sua aracnofobia contribuì ad aumentare l’ansia. Però si fece forza. Decise di non dare peso alla sua immaginazione e, dopo aver fatto pipì, aprì di nuovo la porta per rientrare, quando sentì una mano premerle sulla bocca e un braccio stringerla con una forza straordinaria per non farla dimenare. Si sentì sollevare da terra e, senza riuscire a comprendere cosa stesse accadendo, si ritrovò con occhi bendati, polsi e caviglie legati, sdraiata sul sedile posteriore di una macchina.
Sfrecciavano per le strade deserte, ma Giulia non riusciva a comprendere dove la stessero portando. Aveva capito che nella vettura erano in tre: lei, il tizio che l’aveva rapita e l’autista, ma non riusciva a capire più di ciò.
Il tempo scorreva ma la ragazza non avrebbe saputo dire quanto ne fosse passato da quando era uscita dal bagno. Prima di alzarsi dal letto aveva visto l’orologio: le 4.45. Ma poi?
Avrebbe voluto parlare, fare domande, capire, ma la paura la paralizzava.
Finalmente la macchina si fermò. Sentì che le liberavano polsi e caviglie. Tentò di levarsi la benda dal volto, ma non glielo permisero.
“Cammina lentamente.” Le ordinò una voce possente che non dava possibilità di replica. Eppure Giulia sentì in quella voce qualcosa di familiare.
Obbedì, portata dal braccio che l’aveva afferrata appena messi i piedi per terra. Sentì il rumore di una porta che si chiudeva dietro di loro.
“ Fermati!” disse la stessa voce familiare.
- Cosa sta succedendo? – pensava Giulia mentre le toglievano la benda dagli occhi. Era in una stanza completamente buia, non riusciva a distinguere nulla.
Improvvisamente un urlo, la luce si accese e un coro di voci stonate intornò:
“ Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri a Giulia! Tanti auguri a te!!”
Era nella sala da pranzo della casa dove con tutti i suoi amici stava passando quel fine settimana primaverile. Dietro di lei Luca e Matteo erano quelli che avevano messo in pratica il finto rapimento. Era stata un’idea di Martina, la sua migliore amica, per festeggiare il suo compleanno. Sapeva che lei di notte si alzava sempre e aveva passato le due ore da quando erano andati a letto finché Giulia non si era alzata, a chiacchierare con Alice. Avevano poi svegliato i due che, andati a letto vestiti, avevano preso la povera ignara. E mentre la macchina faceva il giro della casa più volte, tutti erano stati svegliati, si erano vestiti e riuniti nella sala con una fantastica torta al cioccolato. Poi era bastato un semplice squillo sul cellulare silenzioso di Luca per fargli capire che potevano tornare.
“ Ragazzi voi siete matti! Mi avete fatta spaventare!” disse Giulia ridendo alla fine della spiegazione.
“No, siamo dei geni!” fu la risposta. E insieme iniziarono a festeggiare.
  
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