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Autore: Zamy123    04/02/2015    1 recensioni
Ogni volta che entrava nel Reattore, esattamente come quella volta, la sua mente si riempiva di voci, voci dal passato, voci che minacciavano di ucciderlo, voci che lo chiamavano, tirandolo verso di loro.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cloud Strife, Sephiroth, Zack Fair
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I SAW AN ANGEL

By Zamy123

Capitolo 2 - UN MOSTRO O UN ANGELO?!


“È solo l'alba... Cosa ci facciamo in piedi a quest'ora?” mormorò uno dei Fanti rivolto a Cloud e al suo compagno, che erano già in piedi e si stavano vestendo.

“Sephiroth ci ha detto di svegliarci all'alba, ricordi?! È un ordine e dobbiamo rispettarlo.” esclamò Cloud, mentre il compagno spingeva il ragazzo ancora sotto le coperte al calduccio ad alzarsi.


I tre Fanti, capeggiati da Sephiroth, raggiunsero la dimora della Shinra per prepararsi e arrivare al Reattore. Il loro generale li precedeva silenzioso, lanciando più volte occhiate ai vari pendoli posti nei corridoi e sbuffando ogni volta.

Cloud sentiva che il suo superiore aveva qualcosa che non andava. Sephiroth non si era mai comportato in modo così distaccato, nemmeno con i suoi sottoposti, a parte quando le missioni non andavano a buon fine o i Soldier più giovani facevano qualcosa di davvero imperdonabile.

Ad un tratto il gruppetto sentì provenire dal corridoio che avevano appena percorso un frastuono terribile, come se fosse appena passata una mandria di Chocobo. I tre Fanti si fermarono tesi con la testa girata verso il punto da cui proveniva tutto quel casino, finché dalle scale marmoree della villa non apparì la figura ansimante di Zack Fair.

Si piegò per riprendere fiato, mentre Sephiroth lo squadrava vagamente contrariato:

“In ritardo, Zack... Ancora!” sospirò il generale incrociando le braccia al petto.

Il ragazzo moro sbadigliò, ma si mise sull'attenti esclamando:

“Quasi in ritardo! Non sei ancora partito!”.

Sephiroth sospirò facendo finta di non averlo sentito.

“Siamo solo noi?” domandò Zack guardando i tre ragazzi rigidi sull'attenti davanti a lui.

“Si, pochi ma buoni.” tagliò corto Sephiroth e continuò nervoso “Comunque è meglio muoversi: prima finiamo, prima ce ne torniamo a Midgar. Odio questo posto!”.

“Oh, andiamo! Quanto sei teso! Rilassati un po'!” esclamò Zack ridendo e mettendogli un braccio intorno alle spalle.

“Non sono teso...” replicò Sephiroth scrollandosi di dosso il poveretto che però si accollò voracemente addosso a lui, come un piccolo koala al suo eucalipto “E stammi su da dosso, Zack! C'è caldo!”.

Cloud sorrise segretamente: ammirava quel Zack Fair più di chiunque altro.

Aveva solo un paio d'anni in più di lui, ma era già un Soldier di Prima Classe: era fantastico, sorrideva sempre e soprattutto si rivolgeva ai suoi sottoposti e persino ai tipi delle pulizie come se fossero al suo pari.

“Molto bene!” esclamò il ragazzo dai capelli scuri “Il vostro nome?”.

Fortunatamente Cloud aveva il casco che lo riparava, perlomeno in parte, perché quando Zack gli si avvicinò sentì le guance avvampare.

La voce gli tremò quando pronunciò il suo nome, ma Zack sembrò non accorgersene.

Si rimisero alla ricerca dell'equipaggiamento necessario e una volta trovato, con grande nervosismo di Sephiroth, si misero in marcia verso il Reattore.

Attraversarono un passaggio tra due montagne, passando per un sentiero stretto e tortuoso, dove ci passava solo una persona per volta.

Sephiroth guidava in gruppo, seguito dai tre Fanti, Cloud per ultimo, e infine Zack chiudeva la fila.

Più di una volta, Sephiroth si sorprese a voltare lo sguardo verso Cloud, come per tenerlo d'occhio. Era fissato da quel ragazzino... ma quella sembrava gelosia...

Verso chi poi?! Zack?! Ma per favore. Solo perché quel biondino non riusciva nemmeno a stare in piedi e il suo amico lo aiutava?

Ridevano insieme, chiacchieravano ed era sempre Zack a iniziare il discorso.

Rise nervoso tra sé e sé: geloso di Zack. Ma in quale Universo?!

Raggiunsero il Reattore, cosa che fece molto piacere ai più giovani, ma non al generale.

“Cosa dobbiamo fare?” domandò uno dei ragazzi.

“Solo controllare il Reattore. I valori dovrebbero essere a posto e anche la materia, ma è meglio dare una controllata.” spiegò Zack.

“Se è solo un controllo, perché allora ci hai detto di passare dalla Tenuta per prendere l'equipaggiamento per combattere?” chiese il generale dai capelli lunghi e argentati.

Zack diventò improvvisamente serio, come se le parole di Sephiroth l'avessero profondamente offeso:

“Hanno avvistato qualcosa nei dintorni del Reattore; non so cosa, ma sembra pericoloso...”.

“Pericoloso, quanto?” domandò il generale senza scomporsi.

“L'assassinio di quattordici Soldier ti basta, Sephiroth?”.

I tre Fanti sussultarono. Quattordici Soldier... Quale mostro poteva fare una cosa del genere?

Loro erano solo in cinque; se quell'essere li avesse trovati, non sarebbero sopravvissuti.

“Non erano abbastanza pronti. Quell'essere non ha ancora visto chi è il vero mostro!” sospirò Sephiroth e ignorando i suoi sottoposti prese a salire le scale del Reattore.

Cloud e Zack rimasero fuori di guardia, mentre gli altri due Fanti seguirono Sephiroth all'interno.

Cloud tremava. Aveva freddo, aveva paura. Strinse forte la spada per farsi coraggio. Una ventata gelida lo fece rabbrividire.

“Freddo, Cloud?!” gli chiese Zack accanto a lui.

Cloud annuì e lo guardò sgranando gli occhi: quel ragazzo indossava davvero solo il maglioncino nero senza maniche e quegli insignificanti pantaloni pantaloni larghi della divisa dei Soldier? Mentre lui gelava imbacuccato nella divisa da Fante, con anche addosso il pesantissimo mantello nero che gli aveva dato la madre, quel ragazzo era attivo e vigoroso e per lui sembravano esserci 40 gradi all'ombra.

“Tu sembri avere caldo...” mormorò Cloud stringendosi nel mantello per scaldarsi.

“Il mio corpo sopporta bene il freddo. In più mi hanno insegnato a non mostrare le mie debolezze.” e detto ciò si accomodò sulla scala di metallo accanto a Cloud.

“Totale apatia...” commentò il ragazzo biondo scostandosi un po' per lasciargli più spazio.

“No, forse non del tutto. Alcuni sentimenti riesco ancora a provarli!” esclamò Zack lanciando uno sguardo alla sua spada massiccia e pesante.

Cloud se ne accorse e gli chiese timidamente:

“È il regalo di una persona importante?”

Zack sussultò a questa domanda; nessuno gli aveva mai chiesto una cosa simile, ma lui ci aveva pensato spesso: quanto gli mancava Angeal.

Sorrise e rispose:

“Si, sei il primo a cui ne parlo. Me l'ha regalata il mio maestro, quando morì. Quell'idiota di Angeal... Mi ha detto che ero importante, più del suo stesso onore, più di questa stessa spada... e poi se n'è andato...”

“Cos'è successo?!” chiese piano il ragazzino biondo, notando che Zack stava meglio a parlarne.

Il moro lo guardò capendo a che punto voleva arrivare Cloud.

“È diventato un angelo!” sorrise al cielo, come se fosse certo che Angeal lo potesse vedere. “O almeno, io lo vedevo così. Lui si sentiva... un mostro.”.

In quel momento, Sephiroth uscì sull'uscio d'entrata del Reattore, ma i due non se ne accorsero. Il generale udì perfettamente la voce di Cloud pronunciare le parole:

“Credo che nessuno debba essere considerato un mostro. Nessuno lo è e di certo nessuno vuole essere ritenuto tale.”

Zack rise sommessamente e sospirò:

“Un giorno anch'io diventerò come Angeal... Anche Sephiroth. E forse anche tu.”

“Il generale? E anche tu?! Ma perché?!”esclamò Cloud. Anche Zack e Sephiroth l'avrebbero lasciato solo.

“Basta così, Zack! Hai già parlato abbastanza!” sbraitò la voce di Sephiroth alle loro spalle.

“È tutto a posto lì dentro? Dove sono gli altri?!” chiese Zack alzandosi, non appena Cloud scattò in piedi, in segno di rispetto.

Sephiroth trasalì alla domanda del moro, ma non lo diede a vedere e rispose:

“Sono all'interno del reattore a controllare i valori di Energia Mako ai piani bassi. Mi hanno detto di non aspettarli, ci raggiungeranno a Nibelheim.”

“Non sarà meglio aspettarli, con quella creatura che gira qui intorno?” insistette Zack.

“Se la caveranno. Ora muoviamoci, o ci troveremo in pericolo anche noi.” disse il generale scendendo gli scalini in fretta.

Cloud fece per seguire i suoi due superiori, ma 'qualcosa' si abbatté su di lui, trascinandolo per diversi metri e facendogli rotolare il casco lontano dalla sua portata.

Si trovò sotto le grinfie dell'essere più mostruoso e orribile che avesse mai visto: gli occhi rossi, iniettati di sangue; il corpo squamoso, duro come pietra e lame di cellule morte che partivano dai gomiti e dalle spalle. Il volto era deformato, allungato e la bocca spalancata da cui si intravedevano lunghi denti aguzzi. Le mani e i piedi erano muniti di dita lunghe e sottili, al termine delle quali unghie affilate come coltelli laceravano tutto ciò che gli capitava a tiro. La schiena era squamosa e butterata, piegata sotto il peso del corpo e delle braccia lasciate cadere a penzoloni, che toccavano quasi terra.

Cloud provò ad urlare, ma la voce gli si era impietrita. Le unghie di quella creatura gli affondarono nella spalla senza pietà, facendo uscire un rivolo di sangue.

“Cloud!” esclamò Zack vedendo il ragazzo in pericolo “Non muoverti!”.

Cloud trovò divertente quella frase, come se fosse potuto andare da qualche parte, ma lacrimava dal dolore: la spalla non gli rispondeva più e la paura si era impossessata interamente di lui. Respirava a stento.

Il mostro non si fermò e menò un fendente sul petto di Cloud, lacerandogli il maglioncino della divisa, provocandogli una profonda ferita.

Dopo il primo fendente ce ne fu un altro e un altro ancora. Il ragazzo teneva dentro il dolore, ma avrebbe volentieri urlato; non capiva nemmeno più se soffriva ancora o era già morto.

Ad un tratto il peso sulle sue gambe scomparve e i fendenti terminarono.

Aprì gli occhi con una fatica che gli parve enorme e vide Zack cercare di bloccare a terra quella creatura.

“Sephiroth, portalo al sicuro! Sta perdendo troppo sangue!” sentì urlare vagamente Cloud, poco prima di sentirsi raccogliere da terra dal suo generale. Sephiroth corse con quel fagotto freddo e tremante tra le braccia, talmente leggero che gli sembrava di portare in braccio un gattino, stringendolo a sé come per fargli da scudo con il suo corpo. Si fermò di scatto e depositò Cloud dietro una grande roccia, vicina al ponte per tornare a casa.

“Qui sarai al sicuro, almeno per adesso!” gli disse cercando di rassicurarlo.

Il giovane Fante girò piano il viso, con una smorfia di dolore, e i suoi occhi incontrarono quelli verdi e profondi di Sephiroth. Sorrise per quanto poté e annuì in segno di ringraziamento.

Pochi istanti dopo, comparse da dietro la roccia Zack, che si accasciò a terra sporco e stremato dalla battaglia, purtroppo rimasta inconclusa.

“Miseria... È forte quella 'cosa'!” constatò togliendosi con il dorso della mano un rivolo di sangue che gli scorreva lungo il viso.

“Stai bene?” chiese poi a Cloud, che, ormai esausto da quella missione, non riuscì a far altro che annuire debolmente.

“Voi due rimanete qui, ci penso io!” esordì Sephiroth alzandosi e brandendo la katana “Zack, se qualcosa va storto, lascio a te il compito di riportare a casa il gruppo sano e salvo!”

Zack guardò il generale, ma non tentò nemmeno di dissuaderlo da una tale pazzia: Sephiroth era sempre stato determinato, perciò disse:

“Sephiroth, sta attento! Credo che Angeal e Genesis ti direbbero la stessa cosa, se ora fossero qui.”

“Lo so, Zack! Me l'hanno detto spesso, a volte fin troppo spesso!” e con quelle parole e un passo eccezionalmente leggero, l'argenteo sparì alla loro vista.

“Ce la farà?” domandò Cloud dolorante.

“Lo spero. Tu non affaticarti adesso, lasciami guardare le tue ferite, vedrò se posso medicarti ora!” disse il moro alzandosi sulle ginocchia e avvicinandosi alla spalla malconcia di Cloud.

“Zack, non ce n'è bisogno.” mormorò ansimando “Perdo solo un po' di sangue.” il volto di Cloud si contrasse quando Zack gli premette leggermente il muscolo vicino alla spalla.

“Potrebbe infettarsi!” dichiarò poi dopo una veloce occhiata “Dobbiamo tornare a Nibelheim immediatamente; Sephiroth ci raggiungerà là!” e detto ciò, si caricò Cloud sulla schiena a peso morto e iniziò a camminare più in fretta che poté.

“Zack, se Sephiroth non...”

“Lui se la caverà! Abbi fiducia nel tuo generale!” lo rassicurò sistemandosi il giovane sulla schiena.

Cloud rassegnato passò le braccia attorno al collo di Zack per reggersi e, nel farlo, toccò le sue braccia. Sentì qualcosa di umido bagnargli le dita e, alzando leggermente il viso per capire cosa fosse, vide la sua mano sporca di sangue; del sangue di Zack.

“Zack! Ma tu sei ferito! Non posso lasciarti continuare!” esclamò irritato, ma il suo superiore lo ignorò.

“Zack!”.

Finalmente il moro parlò, ma la risposta di Zack non fu quella che il Soldier voleva:

“Aggrappati bene. Dobbiamo attraversare il ponte!”.

“Zack, insomma! Vuoi ascoltarmi?!” fece esasperato Cloud.

“Risparmia il fiato! Io ti porterò a Nibelheim e solo quando avrò la certezza che sarai al sicuro e fuori pericolo potrò stare tranquillo!” poi si girò piano in modo che i suoi occhi incontrarono quelli azzurrissimi di Cloud e aggiunse: “Non preoccuparti per me, sto bene!”.

“Ma perché?! Sei ferito, potresti collassare da un momento all'altro!” esclamò il giovane quasi con le lacrime agli occhi.

“Perché preferisco salvare la vita dei miei amici che la mia!” rispose e con un sorriso furbo continuò: “A maggior ragione se quell'amico sei tu, Cloud!”

Il ragazzo arrossì e tacque per il resto del viaggio. Perché il cuore gli stava battendo così forte?! Gli sembrava che Zack potesse sentirlo e prendersi gioco di lui.

Alle porte di Nibelheim, Cloud impose a Zack di farlo scendere.

“Andiamo a casa mia. Mia madre ci aiuterà.” propose, ma in quel momento Zack cadde in ginocchio a terra, reggendosi sulle mani per miracolo.

“Zack! Resisti, coraggio!” esclamò Cloud soccorrendolo. Gli passò un braccio in vita e portò il braccio di Zack intorno al suo collo, aiutandolo ad alzarsi.

“Cloud... mormorò Zack con voce flebile “Scusami...”

“Scusarti?! E di cosa? Del fatto che mi hai portato fino a casa mia, mettendo a repentaglio la tua vita?” domandò ironico il ragazzo contraendo il viso dal dolore alla spalla.

Zack sforzò un sorriso e mormorò qualcosa che Cloud non riuscì a recepire, ma sentì benissimo le lacrime che rigavano il volto del suo amico.




Tanti amori non corrisposti nell'Angolo degli Scleri:

Genesis: …

Zamy: Si, lo so, Gerry... Non avevo più spazio, perdonamiiii!! T-T

Genesis: Solo se ti inginocchi e mi reciti tutto LOVELESS con anche l'accento figo! Come faccio io! E mi chiamo GENESIS, NON GERRY! E NEMMENO GERONIMO!

Zamy: ...

Genesis: Bando alle ciance! Spoileriamo qualcosa?! Mi piace spoilerare!

Zamy: Cosa vorresti spoilerare?

Genesis: MMM... Tipo: nel prossimo capitolo..... SEPHIROTH MORIRA'!

Sephiroth: Maccome?!

Zamy: Non muori, tranquillo, prima devi appartarti intimamente con Cloud... poi puoi morire!

Cloud: Ma io voglio Zack!

Zamy: Zack è MIO, chiaro?!

Angeal: No, MIO!

Genesis: Angyyyyy!! Tu sei MIO!

Angeal: Anche no, Geronimo!

Zack: Sephiroth, SALVAMIIIIII!

Sephiroth: Mi hanno chiuso in una gabbia di matti...

Zamy: La situazione sta degenerando! Facciamo che qui comanda l'autrice e gli altri si attaccano?! Geronimo, Zafferano, Angelica! A rapporto! Andate a raccogliere tante piume di Chocobo che senza di quelle non sono ispirata!

Sephiroth: Sta sclerando pure lei... Bene da oggi io concludo i capitoli, senno non ne usciamo.

Questa autrice sclerata e lunatica vi ringrazia che continuate a supportarla e che leggete ancora queste ff! Anche se sta invecchiando e non c'è più tanto con la testa, continuerà a scrivere!

Alla prossima con: 'IL SEGRETO'!

  
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