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Autore: lovemyidol    07/02/2015    1 recensioni
Questo è un inferno idi casa, non posso mangiare bene, non mi fanno andare a scuola, non si prendono nemmeno cura di me. mi mancano troppo i miei genitori, in quell’incidente dovevamo morire tutti, io dovevo morire con loro, la mia vita non ha senso mi mancano troppo…
-Daisy apri questa stramaledetta porta. –urla l’abbadante di mia nonna.
-No! –urlo piangendo mentre faccio lo zaino. –Vi odio tutti.
-Se non apri sfondo la porta, decidi hai dieci secondi. –dice cominciando a contare.
Finisco di fare lo zaino e apro la finestra scavalcando e cadendo con un grande salto sul terreno. Sento un grande botto dalla mia camera e mi affretto a scappare. –Dove credi di andare? –urla ancora quel grosso uomo che bada mia nonna.
Mentre corro mi giro a guardarlo, sta scavalcando per rincorrermi. Non deve riuscire a prendermi, se no passerò dei guai seri. Corro più forte che posso, anche se mi sento crollare le gambe non devo cadere, devo riuscire a scappare da quella casa di pazzi. Mi infilo nei più piccoli vicoli, ma quell’uomo mi sta alle costole, non riesco assolutamente a seminarlo. Vedo un’enorme strada al buio, in effetti sono le undici
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                              Daisy

Vengo svegliata dai raggi del sole che entrano dalla finestra, credo che ieri sera ho dimenticato le tende aperte. Mi infilo sotto la coperta cercando di stare al buio ma noto che il sonno è già passato quindi mi alzo infilandomi i sandali e mettendomi la vestaglia per il freddo. Questa mattina mi sembra abbastanza candida è tranquilla, non so perché ma da quando ho detto ad Harry la verità mi sono sentita più felice. Spero di aver fatto bene a fidarmi di lui.
Vado in cucina dove ci trovo Anne seduta al piano colazione bere il cappuccino. –Buongiorno. –dice con un sorriso stampato in faccia. Anche lei è di buon umore.
                -Buongiorno. –gli do un bacio sulla guancia.
Prendo un succo di frutta dal frigo e mi siedo anche io bevendolo. –Allora… come mai sveglia a quest’ora? –chiede sorpresa.
                -Ho lasciato le tende aperte e la luce del sole mi ha svegliata. –rispondo bevendo un sorso. –Sei felice per qualche cosa? –chiedo curiosa.
                -In particolare no… sono contenta perché anche tu lo sei e poi ieri sera mio figlio ha parlato un po’ con me prima di uscire. Mi fa piacere averlo in casa.
Spero che non gli ha svelato niente.
La guardo cercando di mascherare la paura con un sorriso. –Bene. –sorrido.
                -Ti piace mio figlio? –chiede sorprendendomi. Per poco non mi strozzavo con il succo.
Poso il bicchiere sopra il tavolo e faccio un grande respiro, sento già lo stomaco contorcermi. –An… cioè mamma. –dico mantenendo la calma. –È un bravo ragazzo ma non posso dire che mi piace a tutti gli effetti, cioè l’ho appena conosciuto e la tua domanda è troppo prematura. –cerco di essere più sincera possibile.
                -Daisy. –mi guarda con gli occhi lucidi tenendomi la mano. –Sei la ragazza più dolce che conosca. –la stringe. –Però puoi dirmi qualcosa del tuo passato? –guardo i suoi occhi preoccupati.
Harry ha parlato! Ne sono più che sicura. –Perché questa domanda? –chiedo.
                -Hai una grande paura dei maschi quindi ci sarà un motivo. –sento la sua voce tremare.
                -Mamma… si hai ragione ho paura. Però come tu sai non riesco a parlarne ma arriverà quel momento. –la rassicuro.  
Ecco apparire nel suo bel volto un altro sorriso.
Giro il mio sguardo verso la porta della cucina perché è entrato Harry. Sempre quella strana sensazione… non ce la faccio più. Anche lui da un bacio sulla guancia a sua madre e si avvicina anche per darlo a me però io scendo dalla sedia facendolo bloccare. –No! –dico spaventata.
I due fanno un’espressione strana quasi impauriti dalla mia reazione. –Scusa. –si allontana dispiaciuto.
Anne mi guarda con il suo sguardo di rimprovero. Ecco che ci voleva adesso, un rimprovero da lei. –Certo! –sbuffa Gemma entrando in cucina. –Rubatevi pure la mia mamma. –sorride andando ad abbracciare Anne.
Che carina la loro famiglia felice, anche io vorrei di nuovo la famiglia ma questo non è il momento per pensare a questo. –Buongiorno Gemma. –sorrido. Passa accanto a me e mi scombina i capelli.
Rubo un biscotto ad Anne sbranandolo in un solo morso. Vado in bagno per lavarmi i denti, finito di pulirmeli prendo la spazzola fingendo che sia un microfono e davanti lo specchio comincio a cantare la canzone che spesso sento cantare ad Anne, il titolo è “They Don’t Know About Us”.
Giunta a metà canzone esco dal bagno e vado in soggiorno continuando a cantare però la presenza di Harry mi fa subito smettere. –Perché hai smesso? Andavi bene. –sorride facendomi arrossire.
                -Non è vero. –dico imbambolata davanti a lui.
Lo sorpasso e torno in cucina da Anne e Gemma. –Adesso esigo una risposta a quella azione. –dice con tono severo Anne.
                -Perché? Che è successo. –chiede Gemma bevendo il suo tè.
                -Harry si è avvicinato per darmi un bacio ma io mi sono allontanata come una maleducata, lo so è chiedo scusa. –abbasso il volto dispiaciuta. –Però mi ha sorpresa e non sono abituata a certe cose. Come ti ho già detto prima sono impaurita dai ragazzi quindi reagisco così anche se non voglio. –sto quasi per piangere ma lei viene ad abbracciarmi.
                -Scusami Daisy ma lui non è l’uomo del passato, è tuo fratello. –mi guarda negli occhi.
                -Lo so, però è difficile per me potermi fidare ho bisogno del mio tempo. –dico adesso con tono deciso.

                                                                                              Anne


Daisy mi aveva proprio fatto preoccupare qualche ora fa, da quando Harry mi ha detto quelle cose di sua madre in me è suscitata una grande paura e tristezza. Mi si spezza il cuore vederla allontanarsi da mio figlio perché so che è un bravo ragazzo e che non gli farebbe niente. Devo riuscire a prenderla con calma però. Harry è più sfacciato rispetto a me, io invece credo sempre che debba essere quella persona a dirmelo con il tempo e con la sua volontà.
In questo momento sono seduta sul divano e lui tiene la testa sulle mie gambe mentre che è disteso. –Si è scusata con me. –dico con calma.
                -Il motivo della reazione? –chiede abbastanza tranquillo.
                -La solita paura per gli uomini. –sospiro. –Hai un altro obbiettivo adesso. –sorrido toccandogli i capelli.
                -Ho tanti e forse troppi obbiettivi con lei. –dice pensieroso. –È un mistero da scoprire.
                -Lo so… però è stato già un enorme passo il fatto che ti ha detto che vede sua madre, con noi non l’ha fatto e invece con te si.
Si alza da divano e si mette davanti a me. –Dove vai? –chiedo sorridendo. Mio figlio è un po’ pazzo.
                -Da Daisy… deve ancora aiutarmi a sistemare la camera. –risponde. –Speriamo che non gli viene qualche mini infarto quando mi vede.

                                                                                              Harry

Sono salito in camera sua, come al solito la sua porta è aperta ma a me non da nessun fastidio. La guardo di nascosto mentre suona la chitarra e scrive su un quaderno. Busso alla porta facendogli posare il suo sguardo spento su di me. –Ti ho disturbato? –chiedo entrando.
                -No. –sospira chiudendo il suo quaderno. Posa la chitarra per terra e si avvicina. –Hai bisogno di qualcosa? –chiede.
                -Veramente volevo il tuo aiuto per i vestiti… te le ricordi le valigie? –gli sorrido.
Fa anche lei un piccolo sorriso che mi rende inaspettatamente felice. Forse mi piace vederla sorridere perché non lo fa mai… si sarà così. –Certo… andiamo adesso? –chiede timida.
                -Se ti va. –rispondo.
Andiamo nella mia camera e metto l’altra valigia sopra il letto, spero sia pronta. –Forza! –dice aprendo la valigia. –Secondo me hai più vestiti di una donna.
                -Suppongo di si. –sorrido contento.
Prendiamo i vestiti dalla valigia e facciamo come l’altra volta, solo che adesso cercherò di attaccare un discorso con lei. –Ti piace la tua camera? –gli chiedo passandogli i vestiti puliti.
                -Si. –risponde fredda. Ancora una volta la freddezza di lei…
                -Sei sicura di non voler cambiare niente la dentro? Se vuoi ti compro un altro letto, o dipingiamo i muri anche un’altra scrivania. –cerco di essere più disponibile possibile.
                -Non sto in questa casa per fare beneficenza, ho vissuto in una casa orribile e questa è perfetta per me. –dice sicura di se.
Bum! Ecco dove la volevo.
                -Come era casa tua? –chiedo.
                -Non hai nessun vestito da mettere a lavare? –cerca di cambiare discorso.
                -CI pensiamo a dopo per quei vestiti, perora piega quelli puliti. –dico. –Allora?
                -Cosa? –chiede guardandomi negli occhi spaventata.
                -Casa tua, puoi dirmi come era? –faccio una voce non troppo prepotente.
                -Era brutta… -se ne esce fuori con sguardo tranquillo. Ma so che dentro di lei c’è un’enorme rabbia, non capisco cosa gli costa dirmelo.
Annuisco con la testa deluso passandogli i vestiti senza guardarla. Quando parlo con lei mi sento… un po’ piccolo. Sembra grande da come parla ma a guardarla fuori è piccola. –Va bene! –sbuffa. –Solo perché sei bravo a farmi sentire in colpa. –dice inaspettatamente. Wow mi ha sorpreso.
Non la guardo perché ho capito che il mio sguardo la infastidisce però faccio il bravo ascoltatore. –La mia casa era piccola e con poca luce, avevo la cameretta con mio fratello e mia sorella. In casa avevamo: un bagno, una cucina strettissima con un divano, la camera dei miei e quella mia. C’era freddo in casa… dopo un po’ di tempo che abitavamo la ci hanno buttato fuori di casa perché i miei non avevano abbastanza soldi da pagare l’affitto. –dice con la voce tremante. Adesso ho paura che possa scoppiare in lacrime.
Povera ragazza… spero che mia mamma sappia tutto questo. La guardo preoccupato mentre lei si sforza di non piangere, ma i suoi occhi lucidi di vedono e non me lo può nascondere. –Non voglio sapere più niente. –la tranquillizzo. –Grazie. –faccio un piccolo sorriso per rasserenarla.
                -Puoi essere sincero con me? –chiede guardandomi.
                -Certo! –rispondo mettendo una maglia di lato, quella è sporca.
                -Hai detto tutto a tua madre vero? –mi osserva ancora. Mi sento una vittima sotto il suo sguardo sofferente. Vorrei dirgli di non soffrire più ma peggiorerei le cose.
Mia madre ha fatto capire tutto, ne sono assolutamente più che sicuro. –Sei arrabbiata? –chiedo preoccupato.
                -Così farai solo preoccupare tua madre. –mi rimprovera. –Non voglio che sappia dei miei stupidi problemi. So che sono solo un peso per voi e presto vorrei andarmene. –dice facendomi sempre più paura.
                -Andandotene la farai soffrire ancora di più. –dico severo. –Se non gli spieghi che cosa ti rende triste la farai stare male. Non so se te ne rendi conto. I tuoi occhi non brillano Daisy, rifletti su quello che fai non pensare sempre agli aspetti negativi della tua vita.
Scappa con le mani sul viso.
E che ho fatto adesso?

                                                                                              Daisy

I tuoi occhi non brillano Daisy! Questa frase mi ribolle nella testa da qualche ora. È venuto a chiedermi come stavo, ma io l’ho ignorato. Non mi va di parlare con qualcuno che mi sta facendo soffrire di più. So che i miei occhi non brillano più è da quel maledetto incidente che non lo fanno. Credevo però che lo notassi solo io, invece non è così. Sto piangendo, ormai sono abituata a farlo. È da qualche ora che piango. Le parole di Harry mi hanno veramente ferita. –Daisy perché stai piangendo? –chiede Gemma preoccupata entrando nella mia stanza.
L’abbraccio talmente forte da fargli male. –Non voglio fare soffrire nessuno, lo giuro. –ormai sto singhiozzando.
                -Cosa è successo? –dice stringendomi anche lei.
Tengo il volto appoggiato al suo petto inspirando il suo bellissimo odore. –Ho paura di farvi soffrire perché non capite il mio passato, anzi perché non sapete il mio passato. –tremo.
                -Hai bisogno del tuo tempo lo sappiamo. –mi accarezza la schiena. –Tu devi anche smettere di soffrire. E poi perché in questo momento pensi questo? È successo altro?
                -Non importa. –cerco di tranquillizzarmi. Mi distacco da lei e gli accarezzo il viso. –Sei così bella.
                -Anche tu. –mi da un bacio sulla guancia. –Non piangere più perché sembrerai più brutta.
                -Lo sono già. –dico imbronciata. –Secondo te se me ne andrò tua mamma soffrirà tanto? –chiedo.
                -Certo! –risponde. –È come se scappasse sua figlia o suo figlio… non lo fare mai, non vorrei che mia madre soffrisse.
                -Però sono un peso. –faccio scendere un’altra lacrima.
                -Non lo sei! –mi rimprovera anche lei. Per oggi ho ricevuto troppi rimproveri.
Mi distendo sul letto cominciando a cantare “Love Me Header” di Ariana Grande con lei che mi segue con la sua bella voce. La mia rabbia e paura finisce con una bella canzone. 


 

Buon pomeriggio a tutti! non so da quanto tempo non pubblicavo una storia, ma adesso ce l'ho fatta. Mi scuso con quelli che la stanno seguendo spero che questo capitolo vi piaccia. UN BACIONE E RECENZITE PER FAVORE!

   
 
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