Mettete
una serata estiva. Mettete il tramonto, la luna che spunta e
un’aria
frizzantina.
Mettete
un luogo romantico, una solitaria distesa erbosa che si affaccia su un
laghetto. Mettete un candido gazebo al centro di quest’ultima
e, all’interno,
una tavola scintillante di argenteria e candele.
Ora
mettete anche una combriccola di sei sfigati. Mettete che uno deve
tentare di
non ritrovarsi cornuto. Mettete che uno deve vendicarsi di un altro, e
ha
trovato il sistema perfetto.
Mettete
che fra poco inizia la cena del secolo.
“Allora,
Fred, come va lì?”.
Fred
Weasley era appena visibile, immerso in una densa nebbia proveniente
dalle
decine di pentole sui fornelli. Di lui si poteva vedere solo il vistoso
cappello da cuoco bianco, in precario equilibrio sulle ventitre, e il
lungo
grembiule con ricamato sopra a grandi lettere blu Kiss
the cook.
“Coff,
coff… Va bene!” gracchiò “Per
il risotto manca poco, per l’arrosto ci vuole
ancora un pochetto…”.
“Addirittura
risotto e arrosto? Davvero ottimo. Io ho appena messo lo champagne al
fresco”
proclamò un soddisfatto James Potter.
“Come
procede qui?” chiese Sirius Black, con aria da cospiratore.
“Facendo
i debiti scongiuri… beh, va alla grande!”
gongolò Potter “A proposito, che ne è
della tua fantomatica parte del piano? Ti ricordo che ti sei incaricato
tu
stesso di trovare il personale…”.
Sirius
Black sogghignò forte.
“Non
ti preoccupare. Mi mancano gli ultimi ritocchi, ma direi di aver
assunto il
miglior personale sulla piazza… semplicemente perfetto!
Esci fuori, idiota”.
Colui-che-era-momentaneamente-definito-perfetto uscì con aria
depressissima da
un arbusto usato come temporaneo nascondiglio; e ci sarebbe tornato
più che
volentieri, considerate le risate da convulsioni che scossero i suoi
compari
alla sua vista. Era indeciso se a scatenare tutta
quell’ilarità fosse stato lo
smoking da maggiordomo corredato da papillon, il parrucchino biondo che
nascondeva la pelata lucida o i baffi a manubrio che Sirius gli aveva
disegnato
con un pennarello. Maledetto Black. Si era vendicato per bene, il
bastardo.
“Oh
beh, sei stato di parola” ululò Potter
asciugandosi le lacrime da sotto gli
occhiali, mentre Fred per le risate si stava rovesciando una qualche
pietanza
addosso “Non potevi trovare di meglio, non
c’è che dire”.
“Ah-ha”
scimmiottò il neo Lord cameriere, funereo.
“Te
la sei voluta, caro mio, ora paghi pegno” gongolò
tronfio Sirius “Il resto del
piano, come procede?”.
“Remus
sta controllando chilometri e chilometri di liste da circa due
ore” sbuffò James
“e Albus si sta preparando per andare a prendere Piton e
quella povera martire.
A proposito, noi staremo lì”.
Lì era un piccolo tavolo
nascosto dietro a un fitto roseto,
non
troppo lontano dal gazebo ma sufficiente per garantire la dovuta
segretezza. In
caso di sguardi indiscreti, ad ogni modo, era state sistemate sul
tavolo una
fitta pila di Maglia Amica.
“Ottimo,
ottimo” approvò il canide “Ora non ci
resta che aspettare. Chi fa una partita
con me a Mortal Kombat?”.
“Più in alto
quelle braccia!
Stirate bene i muscoli! Voglio vedervi scattanti!”.
Inguainato
in un’aderente tutina nera, corredato da scaldamuscoli rosa e
fascia per
capelli coordinata, Severus Piton sudava e sbuffava saltellando a ritmo
di
musica sullo step.
Erano
due settimane, da quando aveva comprato quel video di aerobica, che si
allenava
senza sosta ogni giorno. Il primo giorno si era praticamente fratturato
ogni
singolo osso facciale, inciampando nei suoi stessi piedi nella fretta
di
seguire i passi e finendo a spiaccicarsi la faccia proprio sullo step.
Dopo due
settimane, tuttavia, i miglioramenti c’erano stati; se non
altro, non si era
fracassato nient’altro.
“E ora, il momento che
stavate tutte aspettando! Su quelle ginocchia, signorine, parte
Flashdance!”.
“Finalmente!”
pensò Piton estasiato.
Quando
entrò silenziosamente in casa e vide il suo ex collega di
Pozioni agitarsi sul
posto alzando e abbassando freneticamente le ginocchia sulle note di She’s a maniac, Albus Silente
fu
seriamente convinto di aver sbagliato interno.
“Albus!”
esclamò indignato l’altro, dopo essersi accorto
della sua presenza “Ma non si
bussa??”.
“Dettagli”
rispose, agitando indifferente una manina “Piuttosto, si
può sapere che stai
facendo? Begonia sarà qua fra un’ora, tu devi
ancora prepararti e io devo spiegarti
la dinamica della serata!”.
“Non
è il caso di scaldarsi tanto” disse Piton,
togliendosi una ormai grondante
fascetta per capelli e schizzando i lucidissimi stivali color verde
mela del
Preside “Il tempo di infilami la veste e son
pronto”.
Il
naso di Silente si arricciò lievemente.
“E
la doccia?”.
“Non
c’è bisogno”.
Albus
Silente aggrottò il visino, meditabondo.
“Severus,
vuoi che questa serata riesca?”.
“Ma
naturalmente!”.
“Allora
vai a fare quella doccia. Fidati. E strofina”.
Circa
un’ora e mezza dopo, un baldanzoso ex Preside di Hogwarts
scortava la giovane
coppia verso il luogo per loro predisposto.
“Eh,
non è una vera meraviglia?” si sperticò
in lodi Silente, rimirando il posto.
“Davvero”
annuì sorpresa Begonia “L’azienda a cui
vi siete rivolto deve essere senza
dubbio di prim’ordine, professore”.
“Ehm…”
mugolò il vecchio, allargandosi il nodo della cravatta, a
disagio “Sono, ehm,
dei bravi ragazzi. Begonia, cara, hai visto il laghetto,
laggiù? Ci sono anche
i cigni!”.
“Ma
io non li vedo” disse lei, corrucciata.
“Tu
vai avanti, vedrai che li trovi” rispose Albus, sbrigativo.
Begonia
Perez Usera si allontanò, decisamente poco convinta.
“Allora,
ti ricordi tutto?” soffiò a una lato della bocca
Silente.
“Certo”
sussurrò Piton “Ceneremo tranquilli, e di quando
in quando mi darai
suggerimenti attraverso l’auricolare su come intrattenere
meglio Begonia”.
“Molto
bene. Ora raggiungila e scortala ai tavoli, farò servire
subito la cena”.
Severus
Piton trotterellò indeciso verso la sua bella con un sorriso
beota stampato in
faccia. Silente, da parte sua, sgambettò veloce verso un
roseto situato nella
parte opposta del campo.
“Allora
ragazzi, si comincia!” sussurrò estatico agli
altri compagni.
“Bene”
fece Fred, pratico, sistemando due piatti fumenti su un carrellino
“Qui c’è il
risotto”.
“Dice
a te, idiota” disse Sirius Black, tirando un ceffone sul
parrucchino di un
compare.
“Ahi! Lo so, Black!”
ululò Lord Voldemort, risistemandosi
la chioma finta e apprestandosi a raggiungere la coppia.
“Molto
bene” sentenziò Remus Lupin, solenne
“ora dobbiamo solo accendere la
ricetrasmittente, aspettare e ascoltare”.
L’apparecchio
si accese con un sonoro zzz.
“Che Merlino ce la mandi buona” sospirò James Potter, ogni singolo dito incrociato.
Spazio dell'autrice:
JDS: Che ne dici, l'Oscuro ha fatto la fine che pensavi?? ;-))) Per i nostri beneamati le sventure sono solo iniziate!
LADY_SUE 1789: Oooh, la Missione più Impossible del mondo avrà risvolti inquietanti, tranquilla! Sono felice di averti restituito il sorriso, spero di farlo ancora!
HOTARU_TOMOE: Severus di per sè fa sempre un po' pena, ma è senza dubbio la vittima ideale XD James mi dice di dirti che ha fregato qualche numero della rivista apposta per te...
HERMIONECH: Ti ringrazio per i complimenti! Spero che continuerai a seguirmi, a presto!
ALOYSIA PITON: Hai ragione, a volte James è un incredibile rompiballe! Per la tua devozione ti invierò una foto di Silente con la sua espressione più ebete, contenta?? Hihi...
FERAO: Qualcuno li ha definiti "Defunti organizzati", in effetti... Gradita l'organizzazione??
19SUNFLOWER88: Fidati, la Malandrinata sarà semplicemente terrificante ;-) Sì pare che Silente abbia trovato l'anima gemella... chissà che non si riveda Bart fra un po'...
DOGMA: Ricorda che per Piton questa è una cena per ingelosire Lily quindi, seppur goffamente, accetterà di buon grado di parlare con questa scorbutica sconosciuta! Tuttavia, l'impresa sarà comunque ardua... insomma, parliamo di Piton!!
ALABASTER: Ebbene sì, l'Erasmus mi ha portato nella meseta! No, temo non ci possa essere nessun futuro tra l'Oscuro più oscuro di tutti e Silente, ma ti assicuro che nessuno rimarrà da solo... ;-)
Molto bene gente, -2... Una sola cosa: preparatevi psicologicamente al prossimo capitolo. Fidatevi.
Erin87