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Autore: jbern    11/02/2015    2 recensioni
Prende luogo dopo Harry Potter e l'Ordine della Fenice ma non tiene conto di Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Harry Potter e Susan Bones. Gretto realismo, un Harry indipendente e un Voldemort credibile tutti in una disperata battaglia per controllare il fato del mondo magico. Rating Maturo.
Harry Potter - Rating: Maturo - Lingua originale: inglese - Avventura/Romantico - Capitoli: 41 - Parole (nel testo originale): 340,961 - Commenti: 2619 - Tra le fanfiction favorite di: 2,716 - Seguaci: 1,270 - Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2007 - Pubblicata: 3 dicembre 2005 - Harry Potter, Susan Bones - Completa.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Susan Bones
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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To Fight The Coming Darkness

Combattere l'Incipiente Oscurità


Autore jbern

Traduzione a cura di hp_in_my_heart

Betaggio a cura di Luc_y










Disclaimer – Ancora non possiedo Harry Potter. I personaggi non sono miei. È solo una fanfiction. 


Riconoscimenti – Sebbene non abbia prestato particolare attenzione al settimo libro, devo ringraziare prima di tutto JKR per averci fornito il piano di gioco. Il successivo è Kokopelli per il suo lavoro di betaggio e per i promemoria constanti sul fatto che la mia grammatica e la mia tecnica richiedano ancora un sacco di lavoro. Infine, l'Alpha Fight Club per il modo in cui mi ha aiutato a buttare giù le idee. Voi siete i migliori. 



Capitolo 36 – Caos totale 


22 Settembre 1996, Domenica 


Neville Paciock guardò in fondo alla tromba delle scale, pieno d'orrore. Non doveva essere così! Le cose stavano andando così bene; quello non sarebbe dovuto accadere! Diversi gradini più in basso rispetto a loro, Ginny Weasley giaceva in una pozza del suo stesso sangue. Il fatto che non stesse urlando in agonia diceva a Neville che era troppo tardi. In ogni caso corse giù per le scale e pregò silenziosamente per un miracolo, ma non c'era nessuno in ascolto. Quei meravigliosi occhi, precedentemente così pieni di emozioni, lo fissarono vitrei, spenti, pieni di accuse zeppe d'odio. 


Voltandosi verso Pansy Parkinson, ancora a petto nudo, il suo volto si contorse di rabbia, “Perché l'hai fatto?” 


“Stavo soltanto obbedendo agli ordini, Padrone. Mi hai detto di fermarla. Oh, cosa c’è che non va, Padrone? Sembra che questo sarà piuttosto difficile da nascondere, non è vero? Forse non sei così intelligente come pensavi di essere!” Pansy sogghignò; uno strano spettacolo, considerando che i suoi capelli avevano ancora la sfumatura brillante di quelli di Ginny. 


Neville sapeva di non avere molto tempo. Pansy aveva praticamente gridato i suoi incantesimi. Della gente sarebbe arrivata lì tra qualche secondo. Doveva pensare a un piano per uscirne! 


La voce dolce fino alla nausea della sua schiava interruppe i suoi pensieri disperati, “Affrontalo Padrone, sei finito. Puoi anche avermi scopato, ma io sono abbastanza certa di averti appena fottuto per bene!” 


“Puttana! Ti ucciderò! Getta a terra la bacchetta! Scendi lì!” disse, indicando il pavimento dove giaceva Ginny. Pansy obbedì meccanicamente, mentre iniziava a protestare disperatamente. 


“No Neville, non farmi questo – per favore!”

 

“Non mi hai lasciato altra scelta! Sali sulla balaustra! Mentre cadi giù, pensa a chi sta per essere veramente fottuto. Addio, Pansy. Ora salta giù!” 


Mentre la Serpeverde saltava verso la morte, gridando, Neville iniziò a lavorare sul proprio alibi. Le due ragazze stavano litigando per lui. Sì, era così! Pansy si era spinta troppo oltre e aveva ucciso Ginny. Stranamente, alla fine era la verità. Poi, quando lui aveva rifiutato Pansy, la ragazza disperata era saltata verso la morte. Che orribile tragedia... 


———— 


“Sono l’unica a non avere idea di cosa stesse parlando Ginny prima?” chiese Susan. 


Harry scosse la testa e disse, “No, anch'io sono abbastanza confuso, ma la Mappa dice che è andata dritta verso Neville e Pansy. Faremmo meglio ad assicurarci che non sia successo niente. Ho un brutto presentimento.” 


I due, accompagnati da Tonks, percorsero rapidamente il corridoio verso le scale. Erano quasi arrivati quando sentirono un urlo penetrante. Alzando lo sguardo, videro una ragazza con i capelli rossi cadere giù. Harry e Tonks estrassero immediatamente le bacchette. Lui lanciò un Incantesimo Attutente sul pavimento di pietra mentre l'Auror tentava l'incantesimo Aresto Momentum. Non stava rallentando abbastanza, era troppo veloce! Non poteva lasciare che Ginny morisse e lanciò l'unico incantesimo che gli venne in mente. 

 

“Levicorpus!” L'incantesimo che aveva imparato dal ritratto del suo padrino strattonò le gambe della strega che cadeva. L'orribile suono di uno strappo risuonò mentre entrambe le gambe si rompevano e poi la testa sbatteva sul pavimento imbottito. Grazie all'incantesimo fu meno spietato di quanto lo sarebbe stata la pietra, ma alla fine era pur sempre pietra.

 

Il trio si precipitò in avanti e sentì una voce urlare da sopra. “Aiuto! Aiuto! Qualcuno è gravemente ferito quassù! Cercate aiuto!” 


“Merlino!” esclamò Susan. “Questa non è Ginny. È Pansy!” 


“Susan, Harry, restate qui! Io vado su a dare una mano.” 


“Vengo anch'io, Tonks!” 


“No. Stai qui con tua moglie. Occupati della Parkinson.” Tonks corse su per i gradini e usò un incantesimo per raggiungere un livello dove le scale ruotanti non le avrebbero impedito di proseguire. 


Harry guardò Pansy e vide che entrambe le gambe della strega erano malamente spezzate. Usò la bacchetta per lanciare gli incantesimi diagnostici di base mentre Susan mandava altri studenti a cercare l'Infermiera. 


Lavorò attraverso la miriade di colori che luccicavano sul corpo di Pansy. L'arancione significava ossa rotte. Il porpora erano le contusioni. Il nero indicava emorragia interna. Era messa piuttosto male, ma era ancora viva. Susan tornò al suo fianco ed evocò un lenzuolo per nascondere il corpo mezzo nudo della Serpeverde, ma si fermò poco prima di mettergliela addosso. Harry dette un'occhiata con la coda dell'occhio per vedere cosa ci fosse che non andava. 


“Harry, guarda la collana che indossa!” 


I suoi occhi vennero attratti dalla collana stretta al collo delle strega. Marito e moglie condivisero un'occhiata di stupore prima che Harry dicesse a Susan di convocare la loro elfa. 


————


Dopo aver detto a Tonks che Ginny e Pansy avevano litigato per lui, Neville disse che stava per sentirsi male e scappò via. Velocemente si diresse verso un'altra tromba delle scale e scese rapidamente. Aveva bisogno di parlare con suo zio. 


Usò il segnale su cui si erano accordati – due rapidi colpi alla porta, una pausa e altri tre colpi per annunciare la sua presenza. 


La porta si aprì, era uno dei pochi incantesimi che il vampiro poteva fare senza bacchetta. 


“Stavo riposando, Neville. Cosa c’è di così importante da dovermi disturbare?” 


“Ci sono state altre due morti.” 


“Davvero? Entra e chiudi la porta. Muoviti, stupido!”

 

Neville si ritrovò trascinato nella stanza e gettato a peso morto su una sedia. Il Vampiro gli urlò contro, “Raccontami tutto!” 


Quando Neville finì di parlare, poté vedere suo zio tremare di rabbia controllata a stento. “Stupido! Ti avevo avvertito sul procedere troppo velocemente! Resta qui! Andrò in Infermeria e cercherò di recuperare la collana dalla ragazza morta. Non lascerai questo ufficio finché non sarò tornato, a meno ché un insegnante o un Auror vengano a cercarti. Penso di poter ancora salvare la situazione, ma dobbiamo recuperare la collana prima che qualcuno la noti.”


————


Coedus corse lungo il corridoio – allarmando i pochi studenti che camminavano da quelle parti con la velocità con cui si muoveva. La sua mente si stava muovendo perfino più velocemente. Avrebbe potuto doversi prendere il biasimo e fuggire per preservare l'innocenza del ragazzo. O poteva 'rapire' suo nipote e fuggire con lui. Pensando ancora più approfonditamente, avrebbe dovuto ripulire il suo laboratorio personale, altrimenti quando avrebbero cercato lì dentro, avrebbero trovato le pozioni di soggiogamento che stava preparando per il ragazzo Malfoy. Dopo aver trasferito la sua essenza nel ragazzo, come Lord Voldemort aveva promesso, allora il ‘nuovo’ Neville Paciock avrebbe potuto riemergere, sostenendo di essere scappato e di essere stato controllato dalla ‘oscura e maligna’ creatura. 


Entrando nell'Infermeria, trovò il caos. Due Auror e l'Infermiera circolavano tra i letti, lavorando. Un altro piccolo gruppo stava accanto a un letto occupato da un corpo coperto da un lenzuolo. 


I suoi occhi acuti e il suo sguardo penetrante individuarono Harry Potter, che teneva una collana in mano. Un'elfa domestica stava accanto a lui con una scatola portagioielli vuota. Incatenò lo sguardo con quello di Potter e seppe all’istante che le azioni di suo nipote erano oltre qualunque rimedio. Era tempo di ritirarsi. 


“Fermatelo! Reducto!” 


L'incantesimo fu veloce e la mira del ragazzo impeccabile. Coedus fu solo leggermente più veloce e perse un pezzo di carne dall'avambraccio. Fortunatamente, l'impeto dell'incantesimo lo gettò indietro nel corridoio e verso la libertà. 


Schivò i successivi incantesimi che si infransero sulla parete dietro di lui mentre correva lungo il corridoio. Suonarono tre profondi gong, per la seconda volta, per informare la scuola di un'emergenza. Gli altri Auror dovevano già star sigillando le entrate del castello. Si trasformò nella sua forma di pipistrello e volò via. Sarebbe stato doloroso, ma non istantaneamente letale, volare alla luce del giorno. Poteva farlo soltanto per brevi distanze, quanto bastava per dirigersi nella foresta. Lì avrebbe dovuto trovare un posto buio per nascondersi fino al crepuscolo e un modo per salvare la situazione. Il pipistrello ferito barcollò, poco stabile, si precipitò, superando per un soffio le porte che si stavano chiudendo, e si gettò nel bruciante dolore del sole del primo mattino. 


———— 


Nello stesso momento il Ministro della Magia stava nella propria sala conferenze, circondato dai suoi consiglieri. Quello sarebbe stato un attacco massiccio al cuore del nemico. Le cinque squadre d'attacco di venti streghe e maghi erano state attentamente selezionate e formate. L'intelligence era affidabile. Il fatto che il quartier generale dei Mangiamorte sarebbe stato conquistato presto era di fatti una notizia molto buona. 


Al centro del tavolo c'era un attrezzo Babbano tipicamente usato per comunicare con il Primo Ministro della Gran Bretagna. Quel giorno Rufus Scrimgeour aspettava i rapporti dal campo di battaglia di Ada Dawson, il suo comandante sul campo. 


“Signore, se vuole aspettare nel suo ufficio posso venirla a chiamare non appena si connette sulla linea.” offrì lo spettro che una volta era Percy Weasley. 


“No, preferisco aspettare qui. L'unica cosa che mi aspetta sulla mia scrivania è un mucchio di inutili scartoffie. Se l'attacco ha successo, possono certamente aspettare un altro giorno.” 


Rufus non voleva nemmeno prendere in considerazione l'idea che l'attacco potesse non avere successo. 


Aspettarono in silenzio che il vecchio telefono squillasse. Venti lunghi minuti passarono prima che lo facesse. Alzò il ricevitore dal gancio, “Parla Scrimgeour. Rapporto.” 


“Signore, i nostri sistemi di rilevamento stanno registrando un accrescimento di attività nell’area nell'ultima ora. I nostri Aritmanzi stimano che l'intera struttura delle barriere crollerà entro quindici minuti.” 


“Molto bene Direttore, nel momento in cui le barriere cadranno, ha la mia autorizzazione a lanciare l'attacco.” 


Rufus sentì la sua vecchia amica assentire ai suoi ordini. Parte di lui sentiva che sarebbe dovuto essere là fuori – a guidare l'attacco, ma non era come l'ultima volta. Non si trattava di qualche piccola casa sicura, isolata e nascosta. Era il loro quartier generale e molto probabilmente era altamente difeso. Molte persone sarebbero morte quel giorno a causa dei suoi ordini. Poteva soltanto sperare che ne sarebbe valsa la pena. 


Il Ministro non dovette aspettare molto a lungo perché le barriere crollassero. Poté sentire il proprio cuore battere leggermente più veloce mentre l'anticipazione cresceva. Passandosi le mani tra i capelli, che erano ben più grigi di quanto lo fossero solo due mesi prima, Rufus aspettò nervosamente qualunque notizia.

 

Deglutì forte quando il telefono morì all'improvviso. Ci fu una momentanea sensazione di panico prima che realizzasse che la linea era stata interrotta presso il suo capo del telefono e che si potessero sentire le tonanti esplosioni attraversare l'edificio. 


Una delle sue guardie del corpo guardò fuori dalla finestra, “Ministro! Siamo sotto attacco! Sembrano decine e hanno portato i Giganti!” 


C'era solo una manciata di personale al Ministero di domenica mattina. Scrimgeour seppe immediatamente di essere stato messo in scacco con una sola mossa. 


————


I minuti passavano mentre Neville si agitava di continuo negli spartani quartieri di suo zio. Odiava non sapere. Il castello era sigillato. Dubitava di poter scappare, se avesse voluto. 


Alla fine, non poté sopportare oltre. “Bessie!” 


L'elfa domestica rispose alla sua chiamata. “Vai in Infermeria e ascolta le conversazioni. Scopri quello che dicono e torna a riferirmelo entro cinque minuti!” 


La piccola creatura scomparve e Neville tornò alla sua attesa. 


Mentre aspettava, provò a capire dov’è che era andato tutto storto. Pansy! Ecco dove aveva sbagliato. Avrebbe dovuto semplicemente uccidere quella cagna e finirla lì. Tutti i Serpeverde non valevano un cazzo di niente! Povera Ginny, ne valeva dieci di loro, se solo non fosse stata così gelosa e testa calda! Davvero, se si guardava la cosa con obiettività, era stata colpa sua. Non avrebbe dovuto agire così avventatamente. 


L'elfa riapparve. “Sei nei guai! Il vampiro se n'è andato e lo stanno cercando proprio ora. Maghi vengono a prendere anche te ora.” 


“No!” esclamò, colpendo libri dal valore inestimabile sugli scaffali. Non aveva ancora finito! Non aveva vendicato la sua famiglia, Luna e ora Ginny. Non l’aveva ancora fatta pagare a quei maledetti Serpeverde! Ora stavano venendo a fermarlo. Non avrebbe potuto uccidere nessun altro Serpeverde che aveva così disperatamente bisogno di morire! Cosa poteva fare? Avrebbero sigillato le uscite. Lo avrebbero preso e gli avrebbero spezzato la bacchetta, perché non capivano. Non avevano il coraggio di fare quello che doveva essere fatto. 


Improvvisamente, il suo cammino fu chiaro. Si chiese perché non l'avesse visto prima. Era proprio vicino al dormitorio dei Serpeverde ed loro erano tutti dentro al momento, proprio ad aspettare che lui li giudicasse. 


“Bessie, portarmi una Mandragora in vaso e un set di paraorecchie!” 


“No, Bessie non può! Hanno portato via tutte le Mandragore dalle serre e agli elfi domestici di Hogwarts è proibito lasciare il castello.” Neville si maledì per essere stato uno sciocco. Perché non aveva semplicemente ordinato a Pansy di portarne una nei dormitori quella mattina e estirpato via l'intera Casa! Avrebbe dovuto farlo alla vecchia maniera. Pansy gli aveva già detto la parola d'ordine. Sarebbe entrato nella tana del serpente e li avrebbe uccisi tutti. Allora tutti avrebbero capito che era lui l'eroe. 


Gli avrebbero perfino dato un Ordine di Merlino... 


————


Lord Voldemort lanciava incantesimi con noncurante abbandono. La fontana ricostruita nell'atrio fu distrutta per la seconda volta. Come previsto, la resistenza era poca e patetica. Salì velocemente i gradini diretto all'ufficio del Ministro mentre i suoi seguaci sfondavano porte e lanciavano incantesimi incendiari su qualunque cosa fosse infiammabile.

 

Un piano poteva essere meraviglioso nella sua semplicità – saccheggiare il Ministero, uccidere il Ministro e gettare il governo nel caos. 


Con un colpo di taglio della bacchetta mandò una Maledizione Lacerante verso una porta vicina e sentì un urlo da dietro il legno. Questo gli procurò un piccolo sorriso. 


Si sporse dalla balaustra e chiamò Peter, che stava guidando le sue forze nell'atrio. “Peter, non dimenticare di fermarti nell'ufficio di Arthur Weasley.” 


Due dei Mangiamorte stavano già cercando di far breccia nella porta piena di barriere del Ministro. Era un peccato che Lucius fosse morto. Sosteneva di avere familiarità con il piano di fuga del Ministro precedente, sebbene Scrimgeour certamente doveva aver modificato i piani secondo le proprie necessità. 


La porta esplose, mandando schegge e detriti ovunque. Uno dei suoi Mangiamorte fu preso alla sprovvista e ferito malamente dall'esplosione. Voldemort alzò uno scudo che disintegrava il legno mentre questo gli si avvicinava. Camminò attraverso i detriti fumanti nell’atrio dell'ufficio e sparò una Spezzaossa e una Maledizione Tagliente.

Ringhiò e mandò uno spruzzo di acido sulla faccia di una guardia del corpo, mentre il Ministro gli scagliava contro un paio di Maledizioni Erranti in rapida successione, prima di tuffarsi nel suo ufficio e sbattere la porta. 


“Vorresti che bussassi prima di entrare? Temo di non avere un appuntamento. Non c'è scampo per te, Ministro! Come un capitano con la sua nave, è giusto che tu stia cercando di morire alla tua scrivania. Sappi che crocifiggerò il tuo cadavere e lo appenderò all'entrata principale perché tutti lo vedano.”

 

Percepì le barriere sulla porta interna e si aprì in un sorriso allegro –  era una perdita di potere, ma aveva stile. Invece di combattere il portale pesantemente coperto di rune, Voldemort fece svanire una sezione adiacente della parete ed entrò. 


La pesante scrivania di quercia del Ministro venne Esiliata verso di lui solo per essere vaporizzata. Aveva sperato in qualcosa di più dall'ex capo degli Auror – nessuna meraviglia che Amelia Bones lo avesse sempre superato. Il Signore Oscuro si preparò a finirlo quando un nebbioso biancore gli oscurò la vista. 


“Muori, bastardo!” urlò il fantasma di Percy Weasley, abbattendo il suo pugno attraverso Voldemort senza alcun effetto. La distrazione era ben concepita; una potente Maledizione Lacerante colpì la sua veste protettiva in pelle di unicorno. Il Signore Oscuro sibilò di dolore quando sentì il materiale saltar via e la maledizione far sanguinare la pelle. 


Un'Anatema che Uccide passò attraverso il fantasma e colpì Rufus Scrimgeour, spedendo il Ministro a gambe all'aria. Lord Voldemort avrebbe voluto deriderlo un altro po', ma la ferita era abbastanza grave da fargli avere il bisogno di finirlo semplicemente. 


Spingendo la bacchetta sotto il mantello e mormorando le parole per far chiudere la ferita, derise il fantasma di fronte a lui, “
Sei arrivato di nuovo troppo tardi, Percy. Non mi aspettavo di vederti ancora.” 


“Hai i giorni contati, Riddle.” 


Voldemort rise al debole tentativo di infastidirlo. “Non ne sarei certo nemmeno se i Babbani decidessero che infinito è un numero. La maggior parte degli Aritmanzi sembrano essere divisi sull'argomento. Dato che ovviamente tu di tempo ne hai, perché non ci pensi e torni da me?” 


Perfino con le conoscenze nascoste che possedeva, non c'era una soluzione permanente per eliminare un fantasma, quindi scelse quella temporanea, “Phasmatis Conturbo! Devo scusarmi Percy, ma il tempo è breve, devo andare. Quindi, passa le prossime ore a cercare di riacquistare una forma corporea. Possiamo continuare in un altro momento.”

 

Tra le urla dei ritratti di Ministri morti da tempo, Lord Voldemort evocò una colonna di fuoco vivente e gli ordinò di dilatarsi per distruggere la stanza. Richiamò il corpo del Ministro e iniziò ad avanzare verso l'uscita dell'edificio. Si chiese pigramente in quanti avrebbero apprezzato il Cristo modificato che aveva intenzione di creare, essendo la maggior parte del Mondo Magico sospettoso nei confronti della Cristianità.


Guardando giù nell'atrio e ascoltando le esplosioni, allargò le narici e gustò il dolce odore del caos. Per un momento, pensò quasi di requisire l'edificio e costringere il Ministero a reclamarlo con la forza, ma sarebbe stato uno spreco di risorse. Sotto i selvaggi applausi dei suoi seguaci, trasfigurò le rovine al centro dell'atrio in una croce, fece svanire i vestiti del Ministro, e montò il corpo lì sopra con occhio attento e artistico.

“Forza, andiamo! Il nostro compito qui è finito. Dobbiamo andare. Continuano a sottovalutare le nostre capacità di combattimento. Vediamo chi nomineranno come mio prossimo avversario!”


————


Daphne Greengrass guardò disgustata i suoi compagni di casa che riempivano la sala comune. “Rourke! Puoi andare a vedere se Ferret Prince è nella sua stanza? Missy è andata a vedere perché c'è tutto questo casino, Parkinputtana probabilmente è piegata a novanta da qualche parte, e Ashley e Carl sono ancora fuori dalla scuola per i funerali. Anche Malfoy è un Prefetto. È proprio il momento che se lo ricordi e cominci a fare la sua parte! Fanculo! Vado a chiamarlo!” 


'Quand’è esattamente che i Prefetti si sono trasformati in un simile spreco di carne umana? Oh, aspetta, conosco la risposta: poco dopo essere scesi dall'Espresso per Hogwarts.' Daphne lanciò un'occhiata esasperata a Millicent e a Tracey mentre le superava e loro le sorridevano innocentemente. Conoscevano la sua natura ossessiva; avrebbero anche potuto darle una mano! Invece, le sue due migliori amiche avevano scelto di sedersi a guardare tutta quella confusione. Lei detestava il caos e la disorganizzazione. 


Persino allora poteva ancora vedere le facce sorprese di Millie e TD quando lei si presentò senza il distintivo da Prefetto sui vestiti all'inizio del quinto anno. Sembrava che Piton avesse deciso che dare al suo prezioso Draco e alla sua promessa puttana il comando del castello fosse più importante di cose come i voti, le capacità, il talento, l'aspetto... la lista continuava, ma non voleva rendere la cosa più amara. Lei era una dei pochi Serpeverde a cui l’untuoso bastardo non mancava nemmeno un po'! 


Camminando per Il Labirinto con facilità ben oliata, si ritrovò nel dormitorio dei ragazzi del sesto anno – un vero porcile che sfidava perfino i poteri degli elfi domestici. C'era a dormire la testa di cazzo in persona, che si crogiolava nella propria sporcizia. Entrò nell'incantesimo silenziante che avvolgeva il suo letto. 


“Malfoy! Alzati!” fissò il movimento delle lenzuola di seta nera – seta nera? Proprio quando aveva pensato che la sua opinione di lui non potesse cadere più in basso! 


Draco batté le palpebre per togliersi il sonno dagli occhi, “Sparisci, Greengrass! Cosa cazzo ho fatto per meritarmi una come te questa mattina?” 


Daphne arricciò il naso per il disgusto. Malfoy era sempre così deliziosamente volgare, ma anche lei poteva giocare a quel gioco. “Continua a sognare, cazzomoscio, che è l'unico modo in cui tu possa avvicinarti a questa strega. Nel frattempo, alzati e fai il tuo fottuto lavoro. Il castello è stato sigillato e l'unico Prefetto in giro è Rourke e se c'è in questa Casa una persona perfino meno capace di te, è Rourke l'idiota.”

 

“Cosa?” 


Daphne scosse la testa così forte che si fece male. Scuotendo i suoi ricci biondi, placò l'urgenza di trasformargli i vestiti in un pigiama a pois e trasportare il suo indegno culo nella sala comune. Con un sospiro profondo mise in fuori entrambe le palme, “Nemmeno mi disturberò a ripetermi, va semplicemente là fuori e agisci come se avessi guadagnato qualcosa invece che come se ti fosse stata data, per una volta nella tua miserevole vita.” 


Si girò e uscì impetuosamente dalla stanza chiedendosi, non per la prima volta, cosa Salazar avrebbe pensato della sua Casa ora. Se ci fosse stata giustizia nel mondo, Draco si sarebbe strozzato con quel cucchiaio d'argento tanto tempo prima. Era deprimente. Mentre tornava indietro, sentì urla e grida. Semplicemente meraviglioso. Già erano giunti a estrarre le bacchette – un'ulteriore prova del fatto che Rourke non fosse capace di organizzare i propri movimenti intestinali molto meglio di una stanza piena di studenti. Sfoderando la bacchetta di noce e piuma d’ala di Abraxan, girò l'angolo, chiedendosi quale caos l’aspettasse. 


Un trio di studenti la travolse, gettandola a terra, in completo terrore! A quattro zampe, riuscì ad afferrare la sua bacchetta mentre un altro studente calpestava la sua maledetta mano, inciampava e cadeva contro la parete! 


“Maledetto, fottuto Rourke! Qual è il tuo problema?” Daphne guardò nella fioca luce del corridoio il Prefetto del settimo anno che aveva la testa piegata di lato e gli vide la mano arpionata sullo stomaco. A dispetto dell'assenza di una buona illuminazione, il liquido nero che macchiava la sua maglietta era inconfondibile. Il suono di un tuono scosse la parete contro la quale aveva sbattuto, facendo alzare una nuvola di polvere che la fece tossire mentre chiudeva la ferita di Rourke. Poteva già aver perso troppo sangue, ma a Daphne non interessava. Quel tuono era la firma di Tracey e non avrebbe osato farlo al coperto a meno che qualcosa non fosse andato maledettamente storto. Si gettò in avanti e cercò di stare bassa mentre sbirciava nella sala comune. 


————


Le condutture erano state l'idea di un precedente Ministro a cui non piaceva il disordine. Con tutti quei promemoria volanti che circolavano costantemente per l'edificio, a uno dei suoi predecessori non piaceva l'infinito fiume di carta che entrava nel suo studio e le aveva fatte istallare per dirigere tutto il traffico all’interno di essere. I promemoria diretti all'ufficio del Ministro seguivano questo percorso invece di infastidire le persone che cercavano di avvicinarsi ad esso. 


Era il senso del decoro del suo predecessore che Scrimgeour doveva ringraziare per la sua fuga da morte certa. Al momento era alto dieci centimetri e cavalcava una scopa da corsa lunga quindici, completamente funzionante, attraverso quello stesso condotto. Delle due sue guardie del corpo, uno si era rifiutato di affrontare il Signore Oscuro per uno stipendio – una Maledizione Imperius ben piazzata era stata necessaria prima che l'uomo bevesse la Pozione Polisucco e prendesse il suo posto. Stava diventando sempre più difficile trovare delle guardie del corpo che avessero la necessaria volontà di sacrificare le proprie vite per la sua – e ora avrebbe dovuto trovarne delle altre.


In casi di emergenza, Caramell contava su qualcuno che venisse a salvarlo e aveva una stanza di sicurezza raggiungibile attraverso una botola sotto la sua scrivania. Rufus aveva la ferma convinzione che se qualcuno fosse arrivato così lontano, nessuna stanza barricata avrebbe potuto proteggerlo.
Invece, lui aveva il piano che chiamava Alice nel Paese delle Meraviglie – completo di una bottiglia con l'etichetta ‘Bevimi’ e un minuscolo pacchetto di biscotti per invertire il processo, opportunamente etichettato ‘Mangiami’. 


Raggiungendo una sezione verticale recentemente installata, direzionò la scopa verso l’alto. Fumo stava iniziando a invadere il condotto quando raggiunse il tetto. La curva divenne orizzontale e una sottile lastra di metallo era tutto quello che lo separava dalla libertà. 


Per prima cosa si fermò e guardò attraverso i piccoli buchi che erano stati scavati nella parte terminale del condotto. C'erano ancora Mangiamorte sul tetto. Pescandola dal suo mantello, tirò fuori la sua minuscola bacchetta e lanciò un incantesimo. Soddisfatto, volò direttamente fuori dal condotto. 


“Ehi, cos'era quello?” Rufus sentì una voce chiedere. 


“Sembra un pipistrello – niente di cui preoccuparsi. Ehi, guarda! Ci stanno dando il segnale di lanciare il Marchio Nero. Abbiamo finito qui.” 


Avrebbe volato ben lontano dall'edificio prima di ritornare alla sua taglia normale e poi al Quartier Generale degli Auror. La sua frustrazione per l'essere stato preso in giro iniziò a farlo infuriare. “Non finisce qui, Voldemort! Nemmeno per sogno!”


Nel suo stato ridotto, la sua voce sembrava un irato squittio, il ché servì solo a farlo infuriare di più. 


————


Neville dovette ammettere che era stato un bel trucchetto da parte di Davis mentre l'assordante onda d'urto lo spediva all'indietro, ma essere stato maltrattato da un vampiro arrabbiato gli aveva dato una discreta abilità con gli Incantesimi Attutenti. Le cose stavano andando bene. C’era ben poca battaglia contro quegli squittenti serpentelli. Era quasi deludente. 


Con un mantello sulla testa che celava il suo volto e Incantesimi di Disillusione che nascondevano la sua presenza, era scivolato dentro la porta qualche minuto prima, lasciando nel corridoio l'Auror che aveva stordito. Quindi quella era la sala comune di Serpeverde. Non aveva perso tempo e aveva lanciato una Maledizione Esplosiva sul tavolo intorno al quale in diversi erano riuniti. L'esplosione ne aveva feriti molti e aveva dato inizio alle urla. Furono una sinfonia per le sue orecchie mentre cominciava a lanciare intorno a sé Incantesimi d'Esilio, Incantesimi Reducto e Maledizioni Laceranti, più veloce che poteva. Dov'era la loro vantata superiorità ora? Stavano urlando come un branco di bambini che cercavano la loro mammina Mangiamorte. Il caos e la confusione furono a suo vantaggio perché la maggior parte cedette al proprio istinto di scappare. L'Incantesimo di Disillusione sparì e tornò a essere visibile. 


Riuscì a sparare almeno cinque incantesimi prima che la prima persona tornasse in sé e iniziasse a rispondere al fuoco – con uno Schiantesimo? Merlino benedetto, quale orrenda scelta di incantesimi era quella? Lo schivò e ricambiò con una Maledizione Esplosiva che perforò lo scudo del ragazzo, mandando pezzi del suo corpo a volare per aria. Questo causò ancora più urla. 


Era proprio come se lo era aspettato. Erano tutti parole e niente fatti. La maggior parte stava correndo verso i passaggi che portavano alle loro camere. Pansy gli aveva detto che il dormitorio era disegnato per essere un labirinto. Non vedeva l’ora di stanarli dalle loro piccole tane di serpenti. Neville ora aveva la sua Prova da Torneo Tremaghi. Sarebbe stato un campione questa volta! 


Calpestando un corpo, spedì una Maledizione Tagliente che Tracey Davies evitò, piegandosi. A Neville non importava, poiché colpì il già ferito Nott che stava cercando protezione dietro la strega Serpeverde. Anche questo gli andò bene. Neville non riconobbe la sua maledizione di ritorno, ma la schivò così da poter usare un'altra Maledizione Detonante su una fila di sedie dietro la quale aveva visto qualcuno nascondersi. 


Fu in quel momento che Davis rispose con quell’incantesimo ad ampio raggio. C'era un potere grezzo impressionante dietro di esso. Quel fatto e la figura attraente della ragazza fecero desiderare a Neville di aver usato la collana su Tracey. 


Rimbalzando contro la parete, incespicò, evitando un Incantesimo di Disarmo, determinato a separarlo dalla sua bacchetta. C'era l'omicidio negli occhi di Davis. “Ti ucciderò, cazzo!” 


Neville frustò in avanti la propria bacchetta e spedì un veloce Reducto che colpì la ragazza e la mandò a volare attraverso la stanza. ‘Stupida cagna! Non parlarne, fallo e basta!’


Un urlo arrabbiato accompagnò una Maledizione Perforante che gli colpì la gamba. Barcollò sulla gamba sinistra e osservò la stanza, piena di quasi una dozzina di corpi dei suoi avversari – un lampo di capelli biondi da uno dei passaggi. ‘È Malfoy! No, non sono così fortunato, è solo la Greengrass. Perché non possono essere già tutti morti e basta?’


Lei continuò con una Maledizione Lacerante. Finalmente Neville sentì che lo stavano prendendo sul serio! Tutte quelle prese in giro che gli avevano fatto negli anni e le facce dei suoi parenti uccisi dai loro genitori alimentarono la sua rabbia e conferirono più forza magica ai suoi incantesimi. Il suo Reducto spazzò via il pezzo di pietra dove la testa di lei era appoggiata pochi secondi prima. Neville doveva ucciderla velocemente, così da poter andare a caccia di altri. 


Le Esiliò contro un divano in fiamme. Lei cercò di Esiliarlo di nuovo verso di lui, ma il suo incantesimo era troppo forte per lei e il divano le impattò addosso, inchiodandola contro la parete. La sua testa sbatté contro il muro e lei scivolò senza forze contro il divano fumante. 


Lui saltò, superandola e ridendo, “Non puoi fermarmi, piccola strega. Harry stesso ha detto che ne valgo dieci di voi e ora vi ucciderò tutti!” 


————


“Dannazione! Non è qui! Prendete la mappa e scoprite dov'è andato.” Harry guardò Tonks e l'altro Auror che era venuto con loro. Harry aveva sperato che Neville avrebbe reagito meglio alla sua presenza e avrebbero dunque scoperto più facilmente quale fosse il piano di Coedus. Lo avevano trovato sulla mappa, in attesa nell'alloggio del vampiro, e si erano affrettati ad andarlo a prendere. 


Tonks srotolò l'originale Mappa del Malandrino e cercarono attentamente il nome. Ci fu un rumore rombante che scosse gli oggetti sugli scaffali. Tutti e tre si scambiarono un'occhiata preoccupata. 


“Lì! I dormitori di Serpeverde!” urlò Tonks poco dopo. Harry osservò la mappa. Neville era nella sala comune di Serpeverde? Improvvisamente il puntino con l'etichetta Tracey Davis balzò da un lato della sala comune all'altro e poi iniziò a sparire alla vista. Harry batté le palpebre. Era morta. 


“Andiamo, li sta uccidendo. Dobbiamo fermarlo!” Harry corse verso la porta con gli altri due alle calcagna. Il vampiro doveva avergli fatto il lavaggio del cervello. Era l'unica scelta logica. Harry cominciò a chiedersi quanto fosse davvero forte Neville. La profezia avrebbe potuto altrettanto facilmente riferirsi a lui. C'era un Auror Schiantato a terra. Gli lanciarono un Innerva mentre l’altro dava la parola d'ordine per aprire la porta. 


La sala comune che aveva visitato una volta al secondo anno assomigliava a un campo di battaglia. C'erano fin troppi corpi rispetto ai pochi nomi ancora registrati sulla mappa che stringeva in mano. “Da questa parte!” gridò, soltanto per essere fermato da una mano di Tonks sulla spalla. 


Lei si rivolse ai due Auror. “Voi due entrate. Usate la vostra copia della mappa e fermatelo – vivo, se possibile. Se cerca di lasciare il sotterraneo, Harry e io copriremo la sala comune e cercheremo di salvare quelli che sono ancora vivi. Niente discussioni, Potter! Lo fermeremo qui se cerca di uscire.” Guardò uno dei ritratti, che li guardava dalla sua cornice danneggiata. “Ehi tu, sta arrivando aiuto?” 


L'eco del ritratto, con le lacrime che le scorrevano lungo le guance, annuì rivolta a Tonks, che si stava già muovendo verso il primo nome sulla mappa. Puntò il dito verso il divano e disse ad Harry di controllare la persona che era lì.


Harry controllò la sua risposta. Tonks stava solo facendo quello che avrebbe fatto qualunque guardia del corpo e la sua attitudine a fiondarsi a testa bassa nel pericolo non era sempre una bella cosa. Bagnò abbondantemente le braci e sentì un flebile gemito, poiché l'acqua doveva aver svegliato la strega. Daphne Greengrass alzò gli occhi su di lui con fatica. 


Con una piccola linea di sangue che scorreva dall'angolo della bocca, gli sibilò contro, “Le mie gambe! Forza, finisci il lavoro, bastardo!” 


“No. Siamo qui per aiutarvi.” 


“Aiuta prima Tracey allora, è gravemente ferita.” Le sue parole sorpresero Harry. Non era la preghiera di un'ambiziosa, impietosa Purosangue. Era una ragazzina che voleva disperatamente aiutare la sua migliore amica. I commenti di Bill sui ragazzini che combattevano guerre tornarono a dargli la caccia. Usando gli stessi incantesimi diagnostici che aveva recentemente usato su Pansy, vide che aveva un trauma cranico con una probabile commozione cerebrale, emorragia interna e un'anca rotta. 


“Mi dispiace, Daphne. È troppo tardi per lei, ma posso aiutare te. Hai un'emorragia interna. Ti legherò alla parete così posso muovere il divano senza che tu cada. Ecco una Pozione Rimpolpasangue.” 


Sperò che il suo pianto fosse per via delle ferite. A differenza della perdita della sua migliore amica, le ferite potevano essere curate. 


————


Un Malfoy a petto nudo si muoveva con attenzione attraverso il labirinto. Goyle e Zabini erano corsi nei dormitori dicendo che un gruppo di maghi stava massacrando la gente là fuori. Draco non si sarebbe nascosto nella sua stanza, non quando conosceva la miriade di svolte e curve del ‘Labirinto’ come le sue tasche. C'erano luoghi nascosti, false pareti, e punti angolati sparsi ovunque. Il suo battito cardiaco incrementò mentre sentiva suoni di incantesimi lanciati nelle vicinanze. 


Cambiò direzione spingendosi attraverso una finta parete e sentì due voci di persone più grandi. “Veloce il mocciosetto, vero? Arrenditi, non puoi proteggerti da noi per sempre. Ti porteremo allo stremo abbastanza presto.” 


Draco non riconobbe le voci, quindi lanciò immediatamente un paio di Maledizioni d’Urto verso di loro, cogliendoli alle spalle, sorridendo mentre entrambi si schiantavano contro la parete in un mucchio e li finì con due Schiantesimi. ‘Ho catturato dei prigionieri! Sarò un eroe! Guarda bene mondo, perché Draco Malfoy è tornato in cima a tutti, proprio dove deve essere!’


Poteva spostarli nel dormitorio vuoto del quarto anno, lì vicino, e sistemarli lì, ma non avrebbe fatto male avere un po' d'aiuto. Chiamò il ragazzo che si era fermato a un punto morto. Con sufficienza, disse, “Mi sono preso io cura di loro. Dobbiamo spostarli prima che ne vengano degli altri!” 


“Chi c'è lì?” chiamò il ragazzo di rimando. Draco non riconobbe la voce. 


“Malfoy. Ora muovi il culo!” 


“Oh, proprio la persona che stavo cercando! Tonare!” 


Draco saltò all'indietro e la Maledizione Esplosiva colpì la parete vicino a lui, ricoprendolo di frammenti di pietra. Fece una smorfia di dolore e alzò uno scudo contro il secondo incantesimo, indietreggiando. Incantesimi volavano contro di lui a una velocità quasi impossibile. Richiamando un sostegno per torce dalla parete lo usò per bloccare le due maledizioni successive. In nome di Grindelwald, chi era il suo avversario? Bloccò una Maledizione d’Urto e rispose con una dello stesso genere, quando il calore bruciante di un incantesimo scavò nella sua spalla, facendolo cadere per terra. 


Uno dei corpi Schiantati fu Esiliato attraverso lo scudo che Malfoy aveva eretto. Cercò di liberarsi del peso morto su di lui e deglutì rumorosamente quando la sua bacchetta venne richiamata dal suolo vicino a lui. La forma gli si avvicinò barcollando e lui sentì una rauca risata. 


“Draco Malfoy, ho sognato questo giorno sin dal primo anno.” 


Draco cercò disperatamente una bacchetta sul corpo sopra di lui. La sua mano si chiuse su un coltellino tascabile in una delle tasche. Avrebbe dovuto bastargli. Lo estrasse mentre il corpo veniva fatto levitare magicamente. Una Maledizione Pungente gli provocò lividi sul petto e lo fece urlare di dolore. 


“Vaffanculo, Potter!” Draco pensò che il grande eroe alla fine aveva perso la testa.


“Oh, tu mi lusinghi, Malfoy. Voglio divertirmi a ucciderti. Alzati!” 


Non era Potter. 


Draco cercò di alzarsi in piedi ma venne colpito da una Pastoia e da un'altra Maledizione Pungente. Reggeva a fatica il piccolo coltello nell'oscurità del corridoio. 


“Oh, qual è il problema, furetto? Non riesci a fare il contro-incanto di una semplice Pastoia? Sei un Magonò o cosa?” Le parole sembravano familiari, certo lui stesso lo faceva sempre ai ragazzini del primo anno per vederli piangere – quindi chi poteva essere? Il coltello non era equilibrato per essere lanciato, quindi avrebbe dovuto attrarlo vicino a sé. Draco era un bullo e sapeva cosa piaceva ai bulli. 


“No! No! Allontanati.” 


“Non sembri voler obbedire, quindi lascia che provi qualcosa di diverso. Forse questo ti aiuterà a obbedire! Crucio! Wow, sicuramente quest’incantesimo prende energie. Come ci si sente? Urli davvero come una ragazzina. Non basta che tu soffra, devo vedere il tuo sangue.” 


“Aspetta! Io so delle cose. Posso dirtele.” 


La figura si avvicinò. “Cosa potresti mai dirmi?” 


“I nomi! Conosco i nomi. Di veri Mangiamorte! Posso dirteli.” 


La figura misteriosa si avvicinò zoppicando, facendo levitare Draco in piedi. Draco si sentì indifeso, ma tenne la lama del piccolo coltello nascosta contro il fianco mentre lottava per mantenere l'equilibrio. 


“Interessante, ma non mi importa dei Mangiamorte. Io voglio soltanto uccidere i loro figli. Devono sapere come ci si sente. Devono soffrire come me...” 


La frase del suo torturatore venne interrotta da voci lontane. Draco, distratto, vide il mago guardarsi attorno. “Immagino che dovrei smetterla di perdere tempo e finire...” 


Draco si assicurò che il mago di fronte a lui non avrebbe mai finito la frase. Si gettò in avanti e spinse il coltello più forte che poté. La lama si conficcò fino all'elsa nel petto del suo assalitore, facendolo barcollare all'indietro. Draco stava già strisciando via, verso l'angolo, quando una Maledizione d’Urto lo spinse in avanti e contro la parete. Cercando di non pensare al dolore, continuò a strisciare dietro l'angolo più veloce che poté – lasciando una striscia di sangue sulle pietre sotto di lui. Lanciò un'occhiata dietro di sé, il mago stava ora barcollando visibilmente, ma guadagnava terreno verso di lui. 


Delle fiamme lambirono la sua schiena mentre una Maledizione Incendiaria mandava a fuoco i suoi pantaloni. Dibatté le gambe immobilizzate e spense le fiamme. Una freccia guidata da una bacchetta si seppellì nelle sue natiche. Il dolore fu troppo grande. Ricadde contro la parete mentre il suo avversario ferito si avvicinava. Il mago fece altri tre passi verso di lui e cadde a terra. 


Le voci si stavano avvicinando mentre Draco tirava fuori la freccia magica dalle sue parti basse e strisciava in avanti, per assicurarsi che il mago fosse morto. No, ma lui fu finalmente abbastanza vicino da riconoscere la faccia e i due occhi vitrei che lo fissavano di rimando. 


“Non ci credo! Neville fottuto Palla di Lardo!” fu tutto quello che riuscì a dire prima di collassare, esausto. 





 




Note dell’autore:

(Queste note, così come i disclaimer iniziali, sono state scritte da jbern in persona e tradotte da hp_in_my_heart)


Come potete vedere, ho preso un'altra via per Neville rispetto al settimo libro, e così si conclude la sua parte in questa storia. Discussioni su Fanfictauthor e Darklordpotter.


Note dell’autore sul forum:

(Queste note sono statescritte da jbern e postate sulforum apposito per TFTCD; tradotte da Luc_y)


Scena 1 – sì, Ginny è morta, ma la buona notizia è che ha più carattere in questo capitolo di quanto ne abbia in tutto il libro 7! Scusate, non potevo resistere.

Il castello di carte di Neville inizia a crollare. Mi è piaciuto scrivere di Pansy e Daphne in questo capitolo.


Scena 2 – Harry viene un po’ imbrigliato da Tonks in questo capitolo, mentre lei cerca di frenare la sua urgenza di fiondarsi a testa bassa nel pericolo. Le cose vanno di male in peggio per i piani di Neville quando una certa collana viene identificata.


Scene 3 e 4 – Coedus sta cercando di salvare la situazione. Ha bisogno del emh corpo di Neville, ma pare proprio che sarà lui l’uomo emh vampiro morto.


Scena 5 – Nemmeno il Ministro sta passando una bella giornata.


Scena 6 – C’è una linea sottile tra la convinzione e l’insania. Neville è ben al di sopra quella linea al momento.


Scena 7 – Be’, almeno Lord Voldemort la sta avendo una bella giornata. Anche se si becca una piccola brutta maledizione e Percy si prende un po’ di rivincita.


Scena 8 – Daphne e Tracey stanno diventando piuttosto popolari di recente. Spero che vi piaccia la mia raffigurazione di loro.


Scena 9 – Il Ministro è ancora vivo e si è appena fatto un viaggio attraverso lo specchio di Alice.


Scene 10 e 11 – Mi sono chiesto come può apparire la morte sulla Mappa del Malandrino. Vi potreste chiedere come sia riuscito Neville ad avere la meglio su una stanza piena di Serpeverde come quella, ma alla fine si tratta solo di bambini e altrettanto predisposti al panico come chiunque altro.


Draco contro Neville – Ho scherzato sul fatto che fossero dei personaggi chiave nelle varie storie con un Harry indipendente. Sembra che il tipo finanziariamente indipendente, libero da ogni legame distrugga quello distrutto per aver perso tutto e tutti quindi intenzionato a uccidere tutti – questa volta. Aspettatevi altro Harry nel prossimo capitolo mentre mi sbarazzo della storyline di Neville, così per dire.


Jim



  
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