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Autore: International_Love    13/02/2015    3 recensioni
Selena, una ragazza di 25 anni, che dopo la fine della sua relazione con l'uomo sbagliato, vede la sua vita sconvolgersi da una notizia inaspettata: è incinta. Nonostante ancora non si sia ripresa, amerà quel bambino con tutta se stessa, trovando una ragione per cui rialzarsi e tornare a vivere.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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CAPITOLO 1

 

Un anno dopo...

 

La sveglia suonò puntuale, come ogni mattina, e Selena, per non svegliare sua figlia, la spense immediatamente, evitando che le dolci noti sinfoniche di Mozart arrivassero all'orecchio della bambina. Aveva passato l'ennesima notte in bianco, da quando Margherita era nata. Attirata come una calamita dalla doccia, decise di farsi un bagno caldo, cogliendo il momento di sonno della figlia per potersi togliere dal corpo la stanchezza della notte. Entrò in bagno e lasciò la porta aperta, così da poter sentire il richiamo della neonata se questa si fosse svegliata. Appoggiò i vestiti puliti sul porta asciugamani ed aprì l'acqua per portarla a temperatura. Un leggero vapore uscì dalla cabina trasparente, e una volta spogliata vi entrò. L'acqua le scivolò addosso, avvolgendola in un caldo abbraccio e scaldando il suo corpo freddo; si passò il bagnoschiuma sul corpo, facendo ben attenzione mentre passava la mano sulla cicatrice che risaltava proprio sotto la pancia.

Impiegò diversi minuti più del solito per lavarsi, approfittando di quel raro attimo di pace, e quando uscì si avvolse in uno spugnoso asciugamano blu, andandosi a sedere sulla tazza del water chiuso, inspirando il profumo di vaniglia del bagnoschiuma che ancora aleggiava nell'aria. Allungò un orecchio verso la camera, convinta di aver sentito un rumore, pregando che Margherita ancora dormisse, ma il rumore non lo risentì. Da quando sua figlia era nata, ogni rumore che sentiva la faceva correre nella camera, dove era posizionata la culla, ritrovandosi il più delle volte ad ammirare la neonata che dormiva beatamente, dopo averlo solo immaginato.

La cicatrice del cesareo ancora non si era rimarginata, nonostante avesse partorito quasi quattro mesi prima ed ogni volta che aveva la figlia in braccio si perdeva nei ricordi di quel giorno, sempre più vividi nella sua mente, per non dimenticarli.

-Ahhh- urlò Selena, presa da un'altra fitta alla pancia, la settima nel giro di quindici minuti. Quella mattina si era alzata con un dolore atroce alla schiena, pensando che fosse dovuto al fatto che la bambina aveva tirato molti calci durante la notte, passandola interamente a rigirarsi nel letto per trovare una posizione più comoda.

-Forse è meglio andare al Pronto Soccorso.- disse repentinamente sua madre, dopo che cronometrò il tempo dell'ultima contrazione con quella nuova.

-Ma manca quasi un mese alla fine!- disse Selena a fatica, colpita da un'altra contrazione.

-Vado a prendere la macchina.- Suo padre corse giù dalle scale del loro appartamento e girò la macchina per portarla davanti al portone del palazzo. Dopo di che, andò ad aprire quest'ultimo per bloccarlo al muro, e non perdere altro tempo dato che le due donne stavano già scendendo piano le scale, sentendo anche le proteste di sua figlia che ogni passo le procurarono altro dolore. L'aiutò a sistemarsi sul sedile anteriore, e quando salì anche sua moglie nell'auto, diede gas e si precipitò in ospedale, suonando diverse volte il clacson per superare le macchine che lo precedevano. Quando arrivarono all'ospedale poté tirare un sospiro di sollievo, come sua moglie, per essere giunti sani e salvi, ma la preoccupazione risalì quando sentirono un altro grido della figlia, colpita da un'altra contrazione. Selena non ce la faceva più; si mordeva la lingua per il dolore e si aggrappò alla prima infermiera che vide all'accettazione, pregandola di far finire tutto.

Venne portata in sala parto, lasciando i suoi ad aspettare fuori per sette ore, fino a che Margherita non nacque.

Selena si vestì rapidamente, e mentre accostava la porta della camera sentì il campanello suonare.

Corse alla finestra del salotto e scostò leggermente la tenda, urlando dalla paura vedendo il viso di sua madre attaccato al vetro.

-Ma cosa stai facendo?- chiese Selena, aprendo la porta per far entrare la donna in casa.

-Volevo vedere se c'era qualcuno in casa.- rispose questa, togliendosi cappotto e guanti.

-E lo fai attaccata alla finestra? Rimanere in attesa alla porta non si usa più?Comunque buongiorno.-

Maria asserì con la testa distrattamente, interessata più al caos che regnava in casa che alle domande e al buongiorno di sua figlia. Il salotto, occupato da un divano e due poltrone, una libreria strapiena di libri ed un tavolino di legno, era pieno di vestiti e giocattoli buttati a terra o appoggiati sui mobili. Maria quasi inciampò quando salì con il piede su una pallina di gomma, tratta in salva da sua figlia, per nulla imbarazzata del casino.

-Mi auguro che la cucina sia pulita!- esclamò sua madre, recuperato il battito per la mancata caduta.

-Mamma, non cominciare.- Selena abbandonò sua madre in salotto e si diresse in cucina, per preparare il primo caffè della giornata. Questa, piccola ma accogliente, era tappezzata di un beige chiaro alle pareti, con due finestre, poste sopra il lavandino, che davano nel minuscolo giardino anteriore. La cucina di marmo bianco, era moderna ma poco accessoriata. Gli unici elettrodomestici che possedeva erano un microonde, il forno e il frigorifero, tutti di seconda mano.

-Vuoi del caffè?- chiese Selena a sua madre, quando anch'essa entrò in cucina, mirando subito alla sedia del tavolo quadrangolare.

-Si, grazie. Tuo padre non me lo ha fatto stamattina.-

-E da quando papà ti prepara la colazione?-

-Da mai. Ma sognare non fa mai male.- rispose Maria, sistemando qualche petalo delle rose poste in un vaso sul tavolo.

-Che belle queste! Dove le hai prese?-

Selena si voltò, con ancora la moka in mano, non sapendo bene a cosa si riferisse la donna.

-Ah, in giardino. Sono sbocciate una settimana fa, e ne ho presa qualcuna. Prendile, se vuoi, ma non mi lasciare l'aiuola vuota!- intimò Selena, per evitare che sua madre combinasse un danno dei suoi. Maria aveva preso l'abitudine di prendere il giardino della figlia come un garden personale. Selena amava il suo giardino, lo aveva curato personalmente durante la sua gravidanza, trovandosi un'oasi di pace in cui poter rifugiarsi. Sua madre, quando passava casualmente da casa sua, si dirigeva in quell'angolo della casa e si preparava un bouquet che poi mostrava orgogliosamente ai suoi ospiti, privando quasi tutte le piante dei suoi fiori più belli, ed esasperando sua figlia per quella violazione.

-Ci vuoi del latte nel caffè?- chiese Selena alla madre mentre apriva una credenza per prendere le tazze.

-Margherita?-

-Sta dormendo. Allora ci vuoi del latte o no?- richiese ancora la ragazza, aprendo il frigorifero per prendere il cartoccio del latte.

-Si, grazie.- Maria attese che la figlia portasse le tazze al tavolo, prima di riprendere a parlare e spiegare il motivo della sua venuta.

-Mi ha chiamata tua zia.-

-Quale?-

-Carlotta. Mi ha detto che Antonio si sposa e che ci ha invitati tutti quanti. Le partecipazioni dovrebbero arrivare entro la fine della prossima settimana.- Maria stava girando e rigirando il cucchiaino dentro la tazza, aspettando una reazione da parte di sua figlia.

-Ok, quando ci sarà?- chiese Selena, incapace di reggere lo sguardo dolce della madre.

-Il quattro giugno.- Selena si alzò dal tavolo, sotto lo sguardo vigile della donna, e andò a recuperare i suoi occhiali da vista e il calendario attaccato al muro, tornando mentre girava le pagine frettolosamente per contare quanto tempo mancava all'evento.

-Tra quattro mesi!- esclamò quando arrivò alla pagina di giugno.

-Esatto. Dobbiamo preoccuparci del regalo e del vestito. Sara e Mirco lo faranno con me e tuo padre, volevo sapere se anche tu ci stavi a farlo insieme oppure volevi farlo da sola.-

-Ehi, aspetta. Vestito?-

-Si tesoro, il vestito. Ho visto i tuoi abiti e non ne hai nemmeno uno adatto.-

-Ma io non vengo!- disse Selena con convinzione, incredula che sua madre glielo avesse davvero chiesto.

Maria, dopo che aveva ricevuto la telefonata di sua sorella, si pentì di aver accettato prima di sentire se la figlia era d'accordo, ma quando ne parlò con suo marito, si accorse che voleva che sua figlia partecipasse, anche s'egli non ne era convinto.

-Tesoro...- la madre non sapeva come iniziare il discorso, e vagò con lo sguardo nella stanza, cercandovi l'ispirazione e le parole migliori per convincerla -Non ti puoi nascondere per sempre. E' la tua famiglia.- disse infine, sconfitta dalla semplicità con cui aveva affrontato l'argomento, sperando in qualcosa di meglio.

-No, mamma. Non mi puoi fare questo.- Selena era spaventata. Si alzò di scatto dalla sedia e si allontanò velocemente da sua madre, stringendosi le braccia al petto, proteggendosi da una freddo immaginario che la fece tremare come una foglia al vento.

-Selena, amore... ti prego...- Anche Maria si alzò, allungando le braccia verso sua figlia, consapevole della reazione che avrebbe avuto alla sua richiesta. Stava per dire qualcos'altro per avvicinarla, quando li vagito di Margherita attirò le orecchie di entrambe, facendo scappare sua figlia nella stanza dove si trovava la bambina, mentre lei si sedette, accantonando per il momento la conversazione.

Selena entrò in camera sua e si avvicinò alla culla, dove una bambina dai riccioli del suo stesso colore e le guance rosa, stava richiamando le braccia della madre. Ella se la portò al petto, cullandola dolcemente per calmarla, canticchiando piano una canzoncina. Si sedette a bordo del letto, consapevole che la madre non l'avrebbe raggiunta e che avrebbe aspettato in cucina, lasciandole quel momento per riflettere. Mentre si dondolava con il corpo, pensò alla richiesta di partecipazione, facendo mente locale a tutto ciò a cui sarebbe andata incontro, senza trovarne nessun lato positivo. Margherita aprì gli occhi, mostrando due splendidi occhi marroni, proprio come i suoi. Quando guardava sua figlia, ringraziava sempre il cielo che era la sua copia in miniatura, ritrovandosi ad amarla ogni giorno che passava.

Selena si asciugò una lacrima che stava già scendendo, e Margherita percepì l'agitazione della madre, agitandosi anch'essa. Ritornò in cucina, evitando di guardare il casino in salotto, e sospirò quando vide sua madre che la guardava sorridere verso di lei e la bambina.

-Ah ecco la mia principessa!- disse sua madre allargando le braccia verso Selena per prendere la nipote. Ella gliela passò, nonostante la bambina si lamentò appena non sentì più il calore della madre.

-Questa bambina è bellissima.- disse Maria guardando la nipote, mentre la cullava, aspettando il biberon che Selena si affrettò a preparare.

-Se magari dormisse un po' di più la notte.- disse sua figlia, mentre metteva a scaldare il latte nel microonde, grata alla madre per non aver ripreso l'argomento.

-Sara vorrebbe portarla da sua madre, un pomeriggio.- Maria espresse il desiderio della fidanzata di suo fratello, Sara, una ragazza dai capelli rossi e lentiggini sul viso, di far vedere la nipote ai genitori. All'inizio della loro storia ci furono diverse incomprensioni tra Selena e la ragazza di suo Mirco, ma dopo una lunga chiacchierata la situazione era nettamente migliorata: Selena trovò in Sara la sorella che non aveva mai avuto, e l'amica perfetta con cui dividere serate di sole donne e sogni da realizzare.

-Si, lo so. Mi ha chiamato due sere fa. Domani quando sono in città farò un salto.-

Il microonde scattò, e Selena aprì la finestrella e prese il biberon tiepido, porgendolo a sua madre per darlo alla bambina. Durante la gravidanza ella ebbe seri problemi di salute, e ciò fece in modo che il suo corpo non gli procurò il latte materno necessario per allattarla, costretta poi a recuperarsi il latte in polvere. Il seno di Selena era vuoto, e quando la bambina si metteva in grembo, cercando una mammella per nutrirsi, lei si metteva a piangere silenziosamente, prendendosi la colpa per non avere ciò che sua figlia voleva.

-Che brava bambina. Hai già parlato con il parroco?- chiese Maria, dopo aver dato un leggero bacio alla testolina della bambina, prima di dargli il beccuccio del biberon.

-Ancora no. Vorrei che a battezzarla sia un prete giovane, che le possa fare anche comunione e cresima, questo che abbiamo è vecchio!-

-Tesoro! Don Carlo è un bravissimo parroco, è un po' avanti con l'età, ma è divertente.- Maria si mise a ridere ricordando il parroco del paese, un vecchietto basso e ricurvo, tanto dolce quanto divertente. Le sue messe erano sempre dirette ai giovani: dopo la lettura delle parabole o dei passi del Vangelo, scendeva dal pulpito e si metteva tra i bambini del catechismo, facendo domande e raccontando aneddoti per rendere la funzione più piacevole. Tutti in paese adoravano Don Carlo.

-Non lo so. Devo ancora pensarci.- disse Selena, guardando sua figlia che pappava la sua colazione, gustandosi il latte con gli occhi fissi sulla nonna.

-Potresti farlo giù il battesimo.- propose Maria, preparandosi alla sfuriata di sua figlia che non tardò ad arrivare.

-No! Scordatelo!- disse secca Selena, bloccando con una mano sua madre che stava per ribattere. -Non voglio che mia figlia sia centro di pettegolezzi. Mi dispiace mamma, ma la mia risposta è no, ed è no anche per il matrimonio.-

-Io non ho detto nulla per il matrimonio.- si giustificò Maria, sorridendo furbamente.

-Era giusto per ricordartelo.-

Maria asserì con la testa, poggiando il biberon vuoto sul tavolo e alzando la bambina per permetterle di farle fare il consueto ruttino, che venne subito dopo, facendo ridere sia lei che Selena. Quest'ultima prese la figlia in braccio, ricevendo il sorriso più bello che avesse mai visto, innamorandosi della bambina un'altra volta. Tenendo la bambina in collo, prese il biberon e lo posò nel lavabo, assieme ad altri piatti sporchi ancora da lavare, e si diresse in salotto, mettendo Margherita nel boxe, seguita dalla madre. Selena guardò velocemente l'orologio appeso alla parete, e prese le prime scarpe che trovò vicino al divano, infilandosele.

-Allora, io adesso vado.- disse voltandosi verso la madre mentre si infilava il cappotto -Tra circa tre ore dovrebbe mangiare di nuovo, il latte sai dov'è e il biberon anche.- spiegò la ragazza ignorando un grugnito di disgusto della madre quando disse la parola biberon. -Se vuoi pulire, accomodati.- finì di dire, baciando prima sua figlia e dopo la madre sulla guancia.

-A che ora torni?- chiese Maria, poco prima che Selena uscisse di casa.

-Entro mezzogiorno. Ti chiamo appena entro in paese. Ciao amore!- mandò un ultimo bacio alla figlia e uscì, lasciando la madre a guardarsi intorno, decidendo da che parte iniziare a rimettere a posto quel caos. Maria sentì la portiera di una macchina aprirsi, accendere il motore e partire. Guardò sua nipote, un fagottino vestita con una tutina blu chiaro che agitava le manine in alto e i piedi, dando segno che voleva farsi prendere in braccio, ancora.

-Piccolina, sarà meglio che questo vizio te lo togli.- disse Maria prendendo di nuovo sua nipote, sorridendole e ridendo alla faccetta buffa che stava facendo, iniziando così una lunga mattinata.

   
 
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