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Autore: Pichan    14/02/2015    1 recensioni
#1 - "Cos'hai da ridere, coglione?" gli chiese irritata.
"Ehi principessa, anche tu ti sei svegliata col piede sbagliato?" le chiese gustandosela con lo sguardo.
#2 - Scosse la testa togliendosi dalla mente l'immagine di lui e la Hyuuga insieme.
Shikamaru e Ino erano un conto, lui e la marmocchia erano tutt'altro.
#3 - L'Inuzuka rimase là, fermo in mezzo al cortile e quando tornò a posare gli occhi sulla causa della sua distrazione, incrociò di nuovo i suoi meravigliosi occhi perlacei.
Strega.
#4 - "Ma sì, infatti Hanabi ha ragione. Sei solo un animale, un cane che segue l'istinto e che sa solo abbaiare" Konohamaru gli sorrise soddisfatto mentre la mano di Hanabi cercava di reggere il pugno partito da Kiba.
#5 - "Muori schifoso! Aaah!"
Dio, fa che la smetta presto.
#6 - Erano nati per odiarsi e poi amarsi.
кιвαнαηα❤
Seconda classificata al Mon Amour contest, indetto da Maiko_chan sul forum di Efp e vincitrice del premio "Miglior Personaggio Maschile" e "Miglior Personaggio Femminile Secondario".❤
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Han, Hanabi Hyuuga, Kiba Inuzuka | Coppie: Kiba/Hanabi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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[#4]  

L'infermeria era un via vai di professori e alunni che venivano bruscamente cacciati. Tutti in classe, tutti tranne quei tre. 

Uno aveva un occhio nero, uno il labbro sanguinante, l'altra se ne stava sopra uno sgabello, tremando come una foglia scossa dal vento. 

"Sarutobi, Inuzuka: sospesi per tre giorni con obbligo di frequenza" disse la preside affacciandosi dalla porta dell'infermeria. 

"Stiamo scherzando spero? Volete tenermi dentro questa scuola fino a che non avrò compiuto cinquant'anni?" si alzò di scatto, l'Inuzuka, rischiando di far cadere la donna che gli stava disinfettando il profondo taglio sul labbro. 

"Per quanto mi riguarda puoi restarci anche fino al cinquantunesimo anno, Inuzuka, la cosa non mi riguarda, anche perché già sarò andata in pensione" se ne andò. 

"Lei sta scherzando, spero!" urlò. 

"Tappati quella fogna, Inuzuka! Se non fosse stato per te, a quest'ora, non saremmo qua in infermeria!" lo rimproverò Konohamaru mentre si teneva un pacchetto di ghiaccio istantaneo sull'occhio livido. 

"Modera i termini, Sarutobi". 

"Sennò cosa fai? Mi metti le mani addosso come hai fatto prima?" si alzò dal lettino e si avvicinò pericolosamente al nemico. 

"Sei solo un bastardo" sibilò l'Inuzuka. 

"Smettetela! Adesso basta!" a fatica, Hanabi riuscì a separare i due con il proprio corpo e con le mani. 

"Tu tieniti fuori, Hanabi! Deve imparare a tenere le mani al loro posto, questo ragazzo" disse con astio, Kiba. 

"Ma sì, Hanabi ha ragione. Sei solo un animale, un cane che segue l'istinto e che sa solo abbaiare" Konohamaru gli sorrise soddisfatto mentre la mano di Hanabi cercava di reggere il pugno partito da Kiba. 

"A te una sospensione non basta, ti ci vuole un vero e proprio addestramento" lo provocò ancora, ma, inaspettatamente, fu Hanabi a colpirlo in faccia. 

"Vattene". 

"Fanculo" le disse uscendo dall'infermeria e lasciando da soli i due. 

 
 

Un'ora dopo la situazione sembrava essersi calmata.  

Il traffico di gente si era affievolito, di Konohamaru nessuna traccia e la preside era tornata nel suo ufficio. 

"Spiegami che ti è preso, Inuzuka!" lo invitò la Hyuga. 

"E me lo chiedi pure? Ti sei accorta di quello che ha fatto o no?" le chiese nervoso. 

No, non poteva sopportarlo. Hanabi aveva ragione, sarebbe dovuto restare calmo e reagire in modo meno impulsivo, ma il bastardo aveva decisamente esagerato. 

"Lo so che-" 

"No non sai niente! Era già da un po' che ti fissava il culo da lontano e rideva con i suoi compari, ma mentre tu non te ne accorgevi, io lo stavo guardando. Dopo ha anche avuto la fantastica idea di toccare, il maiale" le disse con tono duro. 

"Non ha calcolato che c'era il cane a fare la guardia, però" aggiunse avvicinandosi a lei che se ne stava seduta sul lettino. 

La ragazza teneva la testa bassa. Era palese che le dispiacesse per la rissa scoppiata a causa sua e che aveva poi coinvolto anche i rispettivi amici dei due. 

Il mascara leggermente colato di lei e i suoi capelli arruffati dal casino che si era venuto a creare fecero sorridere l'Inuzuka che, con la mano sporca di sangue, le accarezzò il viso. 

Alzando lo sguardo incontrò gli occhi del ragazzo e sentì un nodo alla gola. 

La mano calda di lui andò ad avvolgere quella gelida della ragazza che scese dalla brandina e appoggiò la faccia sul petto del ragazzo. 

Non le importava della maglietta sporca di sangue, di apparire disarmata e senza difese.  

Dopo lo spavento che si era presa sentiva solo il bisogno di stringerlo e solo quando sentì le braccia del ragazzo avvolgerle le spalle riuscì davvero a calmarsi del tutto. 

Stupido Inuzuka, impulsivo, violento e mio.

   
 
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