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Autore: Altea_in_love    15/02/2015    2 recensioni
Lisa ed Harry.
Il destino ha voluto che fossero fratelli anche se si sentono anime gemelle.
Harry ha deciso di partire per non trascinare con sé all'inferno la sorella confessandole il suo amore proibito.
Lisa da fragile e timida è dovuta diventare un'altra persona, ha dovuto indossare una maschera per sopravvivere al dolore della lontananza del fratello e al disprezzo della madre.
Dalla sua parte ha solo il suo migliore amico Logan. Ma il vuoto incolmabile nel suo cuore continua a farla soffrire.
Cosa succederà quando Harry deciderà di tornare a casa?
Ma quali sono i motivi che lo hanno ricondotto a Londra oltre a Lisa?
Per far luce sui segreti più oscuri della sua famiglia?
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
Capitoli:
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Decisi di smetterla con questi ricordi dolorosi che mi tormentavano già ogni notte per non rovinare il mio umore che finalmente, dopo tanto tempo, era davvero ottimo. Mi finii di vestire, mi sistemai le lunghe onde bionde e mi truccai per scendere in cucina a fare colazione. Prima di entrare presi un lungo respiro per farmi coraggio e mi preparai mentalmente: ‘Forza Lisa, ce la puoi fare anche oggi.’ Ed entrai. Qui, seduta al tavolo di vetro, trovai mia madre: Alyssa Grayson Darcy, la donna più fredda del pianeta, almeno con me. Era una famosa pittrice, molto apprezzata per i suoi dipinti…buffo, i critici affermavano che le sue opere trasmettevano sensibilità e passione. Ero l’unica a cui lei trasmetteva ben altro?! -Buongiorno signorina Lisa- mi salutò la nostra domestica e ricambiai: -Buongiorno a te Chloe…mamma- dissi facendo un cenno nella sua direzione. Come suo solito, appena si girò dalla mia parte mi squadrò dalla testa ai piedi per decidere se il mio look era appropriato per andare a scuola e mi fece un cenno con la testa mentre tornava alla sua tazza di caffè nero e si sistemava una ciocca del suo perfetto caschetto color nocciola dietro l’orecchio. Mi posizionai sullo sgabello del bancone e Chloe mi servì il solito: succo di mirtillo e muffin appena sfornato. -Elisabeth, domani finalmente torna tuo fratello. Spero tu non abbia preso impegni e che rientrerai in tempo utile per accoglierlo come si deve. Anche se non lo capisco, ci tiene davvero molto- mi informò la donna di ghiaccio con quella voce aspra che accentuò ancor di più sulla parola ‘fratello’. Mi girai e la guardai dritto nei suoi occhi verdi, anche se mi faceva male ogni volta perché erano così uguali ai suoi ma non gentili e profondi quanto quelli di Harry e le annuii sorridendo. Notai un filo di stupore nel suo sguardo ma fu un attimo, il gelo ritornò sul suo volto. In effetti era da tanto che non mi vedeva sorridere a quel modo. Terminai tutto di fretta quasi affogandomi col succo per passare meno tempo possibile con quella donna che col tempo avevo imparato ad ignorare anch’io come aveva sempre fatto lei, grazie allo scudo che mi ero costruita pian piano. Non ero più quella ragazzina ingenua che faceva di tutto per ricevere un suo complimento. Così faceva meno male…anche se, appena uscii dalla stanza la sentii tirare un sospiro di sollievo. A quel suo gesto, il labbro inferiore cominciò a tremarmi per il nervoso e vi affondai i denti per impedire a quella lacrima, tuttora ancorata alla speranza di conquistare mia madre, di fuoriuscire pietosamente rovinandomi così il trucco. Quella donna aveva ancora il potere di ferirmi. Alla fine stavo ingannando solo me stessa pensando di essere diventata forte abbastanza da non farmi sopraffare dalla sua avversione nei miei confronti, soprattutto perché non ero mai riuscita a capire il perché si comportasse così solo con me. Ma oggi non l’avrei lasciata vincere, ero troppo contenta. La vita mi stava restituendo qualcosa di infinitamente più prezioso dell’approvazione di una madre che non mi amava. Ritornai nella mia stanza, l’unico angolo sicuro di questa casa dopo che mia madre aveva ordinato a Chloe di chiudere a chiave la stanza di Harry impedendomi così di rifugiarmi nel suo letto quando la notte mi svegliavo di soprassalto perché avevo avuto degli incubi. Lessi sull’IPhone, che avevo lasciato sul letto, un messaggio -Tesoro, sono arrivato-, che mi avvertiva che lui era già di sotto ad aspettarmi. Mi sistemai il vestito color panna di Chanel davanti l’enorme specchio della cabina armadio, misi le Louboutin di vernice nera abbinate alla borsa, indossai il cappottino rosso ed uscii da quella casa infernale. Beh si, potevo permettermi tutto quello che volevo. Fino a due anni fa non mi importava nulla del mio look e non capivo assolutamente niente di alta moda, ma adesso le cose erano cambiate ed era tempo di spendere i soldi della mia famiglia, l’unica cosa che erano disposti a darmi in gran quantità. Mia madre, che vendeva le sue opere a peso d’oro, e mio padre, il grande e famoso giornalista televisivo, Edward Darcy, non si facevano problemi a cedermi la carta di credito per vestiti, gioielli, sessioni dall’estetista… purché io gli facessi fare bella figura negli eventi mondani con il mio aspetto. Ero solo la figlia da esibire per il perfetto quadretto familiare dopo che Harry era partito e non poteva più essere lui a partecipare. Fuori, nell’aria umida di Londra che mi pizzicava la pelle del viso, come tutte le mattine, mi stava aspettando il sorriso più dolce e rassicurante di tutti, quello del mio amico Logan Blackwood. Si era trasferito da circa un anno da Manchester col fratello che aveva aperto un club che in poco tempo era diventato uno dei più esclusivi di tutta Londra. Il nostro legame nacque da subito, forse perché lui era nuovo, forse perché non aveva pregiudizi non conoscendo il mio passato, o semplicemente perché era gentile e riempiva almeno in parte i vuoti della mia anima. Con lui, qualche volta, abbassavo la maschera e gli lasciavo intravedere degli aspetti di me che avevo chiuso a chiave e lasciavo fuoriuscire solo nel buio della mia camera quando la solitudine e la tristezza mi travolgevano come una tempesta. Corsi col sorriso sulle labbra ad abbracciare Logan più forte che potevo. -Ehi, vedo che qualcuno è particolarmente di buon umore oggi- mi sorrise a sua volta. Mi staccai di poco dalle sue braccia per sistemargli la frangia castana di lato e scoprire il suo magnifico sguardo cristallino. Rimanemmo lì in quella posizione per qualche istante a guardarci negli occhi, azzurro contro grigio, ancora col sorriso ad illuminarci i volti. -Da oggi penso mi vedrai più spesso di buon umore- -E a cosa devo questo onore? Sai, sei bellissima quando ridi ma sono momenti così rari- -Grazie Logan- risposi abbassando lo sguardo per non fargli notare le mie guance lievemente arrossite per il complimento. Lui era sempre sincero e questo mi disarmava ogni volta…con lui mi risultava difficile mentire, farmi vedere indifferente verso tutto ciò che mi accadeva e capiva quando un mio sorriso era sincero o di circostanza. Nonostante ciò io non riuscivo ad essere totalmente onesta con lui sui miei problemi, ma mi conosceva abbastanza da non farmi domande, nemmeno quando avevo i miei momenti di black out. Senza di lui a sostenermi silenziosamente sarebbe stato tutto più difficile. Ci staccammo del tutto dalle braccia l’una dell’altro ed entrammo nella sua macchina sportiva grigio metallizzata per andare a scuola. La mia battaglia quotidiana, dopo il primo round con mia madre, stava per continuare. Harry’s pov Sapevo che era tutto terribilmente sbagliato, ma non potevo farne a meno…il mio cuore non avrebbe retto. Stavo ritornando da lei. Tutto quel tempo perso sperando di riuscire a pensare a lei solo per quello che era…mia sorella. Quando avevo deciso di partire, i miei sentimenti sembravano così profondamente sbagliati, mi sentivo un mostro. Come potevo provare quelle cose per lei? Il sangue del mio sangue? Se avessi provato a far fuoriuscire quei sentimenti non avrei fatto altro che trascinarla all’inferno con me. E così avevo deciso di fuggire, di andare via da lei, il più lontano possibile. Dovevo farlo, per salvare la mia anima e la sua, così dolce e innocente. Non potevo sconvolgere la sua vita in quel modo. Eppure le avevo spezzato il cuore lasciandola in quella grande casa da sola ed indifesa contro nostra madre, ma speravo che i loro rapporti sarebbero potuti migliorare senza di me. Si, perché avvertivo che nostra madre non vedeva di buon occhio il profondo legame che c’era fra noi e ciò non faceva altro che peggiorare il suo rapporto con Lisa…anche se non capivo come i nostri genitori non potessero amare una figlia che cercava continuamente la loro approvazione ed un gesto d’affetto come un assetato nel deserto anelava ad un sorso d’acqua. Qualcosa non mi aveva mai convinto del suo comportamento così ambivalente: con me era sempre stata una madre amorevole ed attenta e proprio per quello non capivo come potesse dimostrarsi così tremendamente indifferente nei confronti di sua figlia. Ed in passato molte volte avevo discusso con lei per sapere perché agisse in quella maniera ma non avevo ottenuto altro che spiegazioni superficiali. Ma adesso stavo tornando e lo stavo facendo per Lisa ma soprattutto per me stesso, perché ero un fottuto egoista. I luoghi più straordinari dell’America non valevano nulla rispetto a lei, nulla mi lasciava estasiato e a bocca aperta come il suo sorriso. Lisa illuminava il mio mondo come nessun’altro. Era bellissima dentro e fuori e la cosa assurda era che lei non se ne rendeva conto perché sempre svalutata da nostra madre e maltrattata dalle ragazze. Tutto questo, per quanto io cercassi di aiutarla, non aveva fatto altro che distruggerla. Lei che era così fragile, gentile e buona con tutti. Tuttavia sentivo che qualcosa in lei era cambiato e volevo capire cosa le fosse successo in mia assenza. A causa dei luoghi più remoti e lontani dalla civiltà in cui mi trovavo per il mio lavoro di fotografo, riuscivo a sentirla troppo poco e ogni volta era un colpo al cuore ascoltare come, dall’altra parte, lei si sforzasse di non piangere e fingesse che tutto andasse alla grande. Cercava sempre di sviare il discorso da lei e mi riempiva di domande sui posti che stavo fotografando, sul come fosse l’America e sul come me la stessi cavando…ma non potevo dirle che mi sentivo morire dentro ed ero terribilmente incazzato con la vita e col mondo intero perché lei era mia sorella. Dovevo tornare da lei e sfortunatamente non per confessarle il mio amore, perché purtroppo io non avevo smesso di essere suo fratello. Avevo fatto una promessa a me stesso: sarei rimasto al suo fianco per tutta la vita, proteggendola e sostenendola senza chiedere nulla in cambio, perché era inutile starle lontano. Avevamo bisogno l’una dell’altro. Ma più di ogni altra cosa dovevo tornare a Londra e cercare delle dannate prove su qualcosa del passato che mi tormentava, su quel piccolo ricordo che mi aveva messo un maledetto dubbio in testa. Se fosse stato vero quello che ricordavo allora avrebbe stravolto la mia vita per sempre perché dannatamente crudele….ma non volevo e non potevo vivere di false speranze senza prima esserne certo.
   
 
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