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Autore: kuma_g    15/02/2015    0 recensioni
Bianco sta andando a combattere contro dei mostri, accompagnato dai suoi compagni e un mostro affidatogli dal padre. Scoprirà piano che spesso l'odio può annebbiare la ragione.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bianco non allentava la presa, stringendo a sé Blue quasi a volerla soffocare con quel bacio. Lei fece leva sulle braccia e riuscì a scostarsi un po'. Aprì la bocca per parlare, ma Bianco fu veloce a riempirgliela con un bacio ancor più appassionato. Blue sentì un forte dolore e le gambe le cedettero; ma neanche in quel momento Bianco la lasciò andare, accompagnandola fino a terra. Smise di baciarla e la strinse a sé, tanto da poterle sussurrare in un orecchio "Ti amo, Blue.". A quelle parole Blue emise un ringhio soffocato, portandosi una mano al petto e una sull'occhio. Bianco si staccò e la guardò serio. La prese in braccio e lei affondò la testa in corrispondenza del suo cuore, mentre si stringeva il petto con il respiro ansante. Bianco uscì a passo svelto dalla foresta. Calmo che era seduto su una roccia si alzò guardandolo perplesso. Bianco richiamò Night e vi caricò sopra Blue per poi salire anche lui. Gli si avvicinò un altro capitano che gli chiese ansioso: "Signor Bianco! Che fa? Perché il mostro è ancora vivo?" "Volete che uccida il mostro, no? Ed è esattamente quello che farò." e spronò il suo frisone nero mentre tutti lo guardavano sbalorditi. Con Night raggiunse in poco tempo una città lì vicina. La notizia della vittoria era già arrivata e tutti riconobbero i capelli argento di uno degli eroi di quella guerra; ma Bianco non era interessato alla fama. Scelse una locanda e vi entrò con Blue tra le braccia dopo aver affidato Night alle cure di un ragazzo che lo avrebbe portato nella stalla lì accanto. Il locandiere gli offrì gratis una stanza, in onore ai servigi resi a tutti gli uomini. Bianco vi si fiondò e chiuse la porta dietro di sé con un colpo di gamba. Appoggiò delicatamente Blue sul letto della stanza. Appena sentì il contatto con le lenzuola fresche la ragazza si raggomitolò sul fianco destro ansante e dolorante. Bianco si tolse la spessa casacca rimanendo con una semplice maglietta. Salì sul letto carponi tenendo Blue sotto di sé. Le accarezzò delicatamente la tempia scendendo sulla guancia. Blue si voltò verso di lui riuscendo a mugolare un "Fa male!" "Lo so, ma devi fidarti di me.... Perché combatti, Blue?". La ragazza lo guardò come per chiedergli che senso avesse in quel momento quella domanda, poi intervenne un'altra fitta di dolore. Bianco richiese la stessa cosa. Blue arrossì leggermente ma poi disse: "Quando persi contro il re, pensai di aver perso ogni senso. Non mi importava di cosa ne sarebbe stato di me. Finii in un mercato di schiavi e venni comprata. Il mio padrone fu gentilissimo con me. Mi raccontò la sua storia, di come avesse perso la moglie. E mi raccontò di suo figlio. Quando lo vidi rividi me stessa. L'odio per aver perso qualcosa di importante mi fece sentire stranamente vicina. Volli proteggerlo. Era debole e infantile, ma decisi che sarei stata abbastanza forte per tutti e due, non gli avrei permesso di diventare un mostro.- poi lo guardò con uno sguardo deciso e dolce, con un leggero sorriso- È per questo che combatto. Perché voglio proteggerti.". Bianco pensò un attimo, poi si chinò su di lei e le sussurrò "Dimmi, Blue. Ti darebbe fastidio se ti baciassi ancora?". Lei lo fissò perplessa, poi scosse lievemente la testa. Bianco avvicinò ancora di più il viso finché le labbra non si sfiorarono. A quel contatto Blue ebbe un'altra fitta, ma Bianco le bloccò le braccia in modo che non potesse stringersi il petto. "Perdonami. Ti chiedo di sopportarlo ancora un po'.... Stavolta sarò io a proteggere te..." E la baciò ancora. Le lingue si incrociarono. Blue si contraeva molto spesso, vittima delle fitte. Iniziò ad accarezzarla, sussurrandole che sarebbe andato tutto bene, che lui l'avrebbe protetta e accudita; perché l'amava. Bianco osservava il corpo minuto sotto al suo; era come quello di qualsiasi altra ragazza. Ripensò a quanto avesse effettivamente visto giusto. Si era chiesto quale fosse stata la differenza tra lui e lei. Entrambi avevano perso qualcuno di importante, ma solo lei aveva subito quella mutazione. Non aveva capito finché non l'aveva portata nella radura per ucciderla. Non ce l'aveva fatta a trafiggerla perché l'unica cosa che era riuscito a vedere in quel momento non era stato un mostro da uccidere, ma una ragazza fragile e sola. Allora aveva capito. A lui era rimasto suo padre, ma lei non aveva avuto nessuno. E l'essere sola e piena di odio l'aveva portata a trasformarsi. Forse sarebbe stato sufficiente fare in modo che non si sentisse più sola, ma amata e al sicuro, per farla tornare umana. E quel bacio l'aveva confermato. Gli spasmi che aveva erano un chiaro segnale del suo corpo che cambiava. L'aveva odiata e disprezzata, ma poi aveva imparato a vedere oltre il nero mantello, oltre alla forza; era stato capace di vedere il cuore che si celava nel mostro, quel cuore ferito e insicuro; e dentro di lui aveva iniziato a prendere piede un sentimento forte che aveva cercato di ignorare. Blue l'aveva salvato tante volte sia dai mostri che da sé stesso, e ora quel forte sentimento gli imponeva di fare lo stesso con lei. Le diede un casto bacio sulla fronte. Si coricò accanto a lei tenendola accanto a sé. Blue ebbe dolori forti tutta la notte e febbre alta. Bianco passò la nottata a bagnarle la fronte, coccolarla e baciarla cercando di trasmetterle tutto l'amore che provava per lei, sperando che fosse sufficiente a colmare un vuoto di tanti anni. Se ce l'avesse fatta avrebbe potuto passare la sua vita assieme a lei come una donna normale, ma se non ci fosse riuscito avrebbero dovuto fuggire per tutta la vita. Alle prime luci dell'alba si addormentarono l'una accanto all'altro.********************** Erano circa le otto del mattino quando fecero irruzione nella stanza. Tutti i capitani circondarono il letto; Bianco si svegliò di soprassalto e con lui Blue, si premurò di coprirla bene con le coperte; dallo sguardo che gli rivolse capì che si sentiva molto debole; per scappare avrebbe dovuto portarla di peso, anche se vide la cosa un po'complicata da realizzare. Si era addormentato troppo profondamente anche a causa della battaglia passata e ciò l'aveva reso vulnerabile. "Signor Bianco- iniziò uno dei capitani- consegnateci il mostro e chiuderemo un occhio sul fatto che non l'avete fatto voi appena finito la guerra". Bianco posò una mano accanto all'altro fianco di Blue, in un gesto di protezione. "Blue non è un mostro. Sto facendo in modo che non ci siano più mostri, ma ho bisogno di altro tempo." "Non c'è tempo da concedere, signor Bianco. Consegnatecelo.". Fece per avvicinarsi a Blue ma Bianco cercò di tirargli un pugno. Quel gesto fu preso come offensiva e ebbe tutti gli altri capitani addosso. Per quanto forte potesse essere, erano troppi. Uno si avvicinò a Blue togliendole di dosso le coperte. Non fece in tempo a pronunciare "E' una femmina" che un pugnale gli sfiorò il naso. Grano era appoggiato al muro e con la sua solita aria sognante disse "Non vi hanno insegnato che si bussa prima di entrare?". In poco tempo anche gli altri furono nella stanza tirando pugni a destra e a manca in quella piccola stanza. Calmo fermò quella baraonda con un "FERMI!" che fece quasi tremare la terra. Tutti si paralizzarono. Disse che non c'era bisogno di scatenare tutto quel fracasso, poiché si poteva risolvere la situazione in modo più pacifico. Tiro' fuori un pezzo di legno di ciliegio e lo avvicinò a Blue. La ragazza tentò di indietreggiare temendo il dolore della bruciatura. Calmo la afferrò tenendola ferma e accostò il legno alla carne. La mancanza di reazioni lasciò tutti ammutoliti. Calmo scostò il pezzo di legno. "Non c'è più nessun mostro in questo mondo, quindi non vedo cosa ci facciamo nella camera da letto di due giovani." I capitani non sapevano come comportarsi; ma senza la prova del legno di ciliegio Blue era semplicemente una ragazza umana e non avevano motivo di ucciderla ne' prove che fosse effettivamente lei il mostro della squadra di Bianco. Ad uno ad uno uscirono dalla stanza con la consapevolezza di essere stati raggirati, seguiti dalla squadra di Bianco. Prima di uscire, Calmo ai rivolse al suo capitano: "Vedi di non farla piangere. Se osi lasciare che torni com'era, verrò personalmente ad ucciderti.". Bianco arrossì vistosamente. Quando furono rimasti soli si accertò che Blue stesse bene e la ricoprì, stendendosi ancora accanto a lei e cercando di farla tranquillizzare affinché riposasse, continuando a ripeterle che ora c'era lui a cui fare affidamento. Di certo non avrebbe dato modo a Calmo di ucciderlo. "Ti amo, Bianco." furono le ultime parole che Blue gli disse prima di scivolare di nuovo in un lungo sonno. La guerra era finita ed ora Bianco avrebbe dovuto affrontare le sfide ben più difficili della vita quotidiana.
   
 
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