Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: highfunctioningtimelady    16/02/2015    6 recensioni
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Sherlock rivela a John un 'piccolo' segreto.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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***
Sherlock aiutò William a mettersi il pigiama, prima di metterlo a letto e rimboccargli le coperte. ''Aspettami qui, torno tra un momento''. 
Uscì dalla camera e andò a cambiarsi in bagno. Decise di andare a dare la buonanotte a John prima di tornare da suo figlio. 
Lo trovò in cucina a prepararsi una tazza di tè. ''John,'' disse piano, cercando di non spaventarlo, dal momento che sembrava immerso nei suoi pensieri. 
John si voltò e guardò il suo amico. ''Oh, Sherlock. Vuoi del tè?'' 
Sherlock osservò attentamente l'uomo, ''A cosa stai pensando?'' gli chiese, ignorando la domanda. 
John sospirò. ''Niente di importante''. 
Il detective inarcò un sopracciglio, trovando le parole di John poco convincenti. Decise, comunque, di non indagare, data l'espressione sul volto del dottore. Sembrava che qualcosa lo infastidisse, ma Sherlock non fu in grado di dedurre di più in quanto John tornò subito alla preparazione del suo tè, dandogli le spalle. ''William e io stiamo andando a dormire, volevo darti la buonanotte''. 
Il dottore si voltò di nuovo verso Sherlock, stavolta tenendo una tazza in mano. ''Come sta?'' chiese. 
''Non lo so,'' Sherlock rispose onestamente, ''Gli ho fatto un bagno e sembrava stesse bene, ma posso vedere che non è sereno. Credo sia un po' disorientato''. 
''Spero solo che si abitui a me al più presto. Non voglio turbarlo ulteriormente''. 
Sherlock scosse il capo. ''Non lo stai turbando. Ha solo bisogno di tempo. E' meglio che torni da lui, adesso. Buonanotte, John''. 


Quello che Sherlock trovò, quando entrò in camera, fu ben diverso da quello che aveva sperato di trovare. William stava piangendo, rannicchiato sotto le coperte. 
''William,'' mormorò dolcemente. Tirò giù le coperte prima di sedersi sul letto e prendere suo figlio, facendolo sedere sulle sue gambe e stringendolo al petto. ''Perché stai piangendo?''
Il bambino si lasciò spostare ma non disse nulla fino a che Sherlock non gli ripeté la domanda. ''Non mi piace dormire''. 
''Sì che ti piace. Non ti piace addormentarti''. 
William scrollò le spalle. 
''Stai pensando alla tua mamma. E' normale. Ma non devi piangere,'' Sherlock disse, accarezzandogli i capelli. Questo genere di cose non era il suo forte, riuscire a trovare un modo per calmare un bambino di quattro anni era probabilmente una delle cose più difficili che il detective avesse mai fatto. Non gli avrebbe mai raccontato storie su paradiso, angeli e simili idiozie, mentire era inutile e stupido. Sherlock sapeva che presto suo figlio sarebbe stato bene, ma avrebbe dovuto un modo per aiutarlo nel frattempo. ''Ci sono io adesso, non piangere. Va bene?'' Sapeva che quello non era il modo giusto, sapeva che le sue parole non lo stavano aiutando e si sentì un pessimo padre. Avrebbe dovuto sapere come consolare suo figlio, in che modo parlargli e calmarlo. E invece quello che otteneva erano soltanto singhiozzi più forti da parte del bambino. ''Shh, non piangere più,'' bisbigliò, stringendolo forte a sé, ''Perché non mi fai sentire come leggi? Scommetto che sei già migliorato dall'ultima volta''. 
William iniziò a calmarsi e, dopo pochi secondi, guardò in su verso Sherlock. Aveva gli occhi lucidi e arrossati e gli colava il naso ''Cosa vuoi che legga?'' 
''Proprio niente se prima non ti soffi il naso,'' il detective rispose, fingendosi schifato.
William rise e aspettò che suo padre gli desse un fazzoletto. 
Sherlock scoprì che suo figlio aveva ancora qualche problema con l'uso dei fazzoletti, così lo aiutò, cercando di fargli capire che non doveva tirare su col naso prima di soffiare. ''Hai portato quel libro sui pirati?''
''Sì,'' rispose il bambino, sorridendo. 
''Bene,'' Sherlock disse, tirando su dal pavimento lo zaino di William e prendendo il libro. 

William lesse molto a Sherlock. Era decisamente migliorato dall'ultima volta, adesso riusciva a leggere più velocemente e senza troppi intoppi, a parte su alcune parole lunghe e complicate. Un'ora dopo il bambino non sembrava ancora intenzionato a smettere di leggere e provare a dormire. Il suo livello di attenzione era incredibilmente alto per un bambino della sua età, altro tratto preso da suo padre. Sherlock lo lasciò continuare per altri venti minuti, poi lo fermò. Provò a sdraiarsi con lui e tenerlo tra le braccia, sperando che si addormentasse, ma non fu così. William era stanco, quasi sfinito, continuava a sbadigliare e gli si chiudevano gli occhi, ma ogni volta che stava per addormentarsi si risvegliava di colpo. Era agitato, a dir poco, non aveva pace. Sherlock non sapeva più cosa tentare per calmarlo, così decise di andare a prendere il suo violino e suonare per lui. 
Suonò brani di compositori classici, alcune ninne nanne e alcuni brani scritti da lui, tra cui uno che compose per William quando nacque. La musica sembrò aiutarlo a rilassarsi e alla fine, dopo più di un'ora, si addormentò. Sherlock aspettò un po' prima di mettersi a letto. Non voleva rischiare di svegliare suo figlio, dopo la fatica fatta per aiutarlo ad addormentarsi. Decise di andare a posare il suo violino e di farsi una tazza di tè. Si addormentò non appena si mise a letto, stringendo il suo bambino a sé. 


''Papà? Papà!'' La voce squillante di William svegliò Sherlock. ''Voglio alzarmi, lasciami,'' disse il bambino, intrappolato tra le braccia di suo padre. 
''Hmm, non lo so,'' Sherlock rispose assonnato. Non aveva ancora aperto gli occhi ma aveva un sorrisetto sulle labbra. ''Posso avere un bacio, prima?'' 
William sospirò, gli diede un bacio sulla guancia e ricominciò subito a cercare di liberarsi dalla presa. 
Sherlock aprì gli occhi e stampò un bacio sulla fronte di William, prima di lasciarlo andare. Accompagnò suo figlio in bagno e poi andarono in cucina, dove trovarono una sorpresa.

John era andato alla clinica, ma aveva lasciato la tavola imbandita con brioche, muffin, biscotti e latte al cioccolato. Doveva essersi alzato presto per andare a comprare tutto quel cibo, il detective pensò mentre si avvicinava al tavolo, notando un bigliettino.   'Per William (PS: Non farti rubare i dolci da tuo papà!)'.  
Sherlock non poté fare a meno di sorridere e decise di mandare un messaggio a John. 

Grazie per la colazione. SH
William ha visto il biglietto? JW
Lo sta leggendo adesso. SH 
Cosa ha detto? JW 
Ha sorriso. SH 
***


[[Salve a tutti e scusate per il ritardo! Ho avuto qualche problema con il computer ma ora dovrebbe essere tutto a posto. Spero di riuscire ad aggiornare più spesso, d'ora in poi. Grazie a chi ha letto fin qui e se volete recensire mi fate felice :) A presto!]]
  
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