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Autore: silvermoongirl10    16/02/2015    3 recensioni
Questa storia racconta l'evoluzione dell'amicizia tra Porthos e Aramis, dal loro primo incontro e attraverso la serie. Essere un Moschettiere vuol dire molte cose, una fratellanza leale, buoni amici, grandi avventure e di sicuro strane ferite.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Aramis, Porthos
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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From Strangers to Brothers

Questa storia è la traduzione di "From Strangers to Brothers" scritta da silvermoongirl10; questo è il link alla storia originale  https://www.fanfiction.net/s/10182430/1/From-Strangers-to-Brothers. L'autrice mi ha dato gentilmente il permesso di tradurla. Buona lettura a tutti!

Porthos vagava senza meta per le strade. Recentemente passava sempre più tempo lontano da Flea e Charon. Non era che non si preoccupava più dei suoi amici, al contrario, li amava con tutto il cuore. Era la famiglia che non aveva avuto fin da quando aveva cinque anni. Ma lui voleva qualcosa di più rispetto a quanto la Corte offriva. Voleva poter camminare per le strade di Parigi a testa alta e voleva che la gente lo rispettasse, e non essere giudicato per i suoi vestiti logori. Sospirò, sapeva di essere bloccato dov’era; non sarebbe giunto a nulla. Era destinato ad essere uno di quelli della Corte dei Miracoli.

Trovò un buon posto dove appoggiarsi contro un muro e si accontentò di guardare le strade movimentate. Di solito, lui, Charon e Flea facevano ciò per scegliere un bersaglio, ma oggi voleva solo osservare le persone a cui lui non avrebbe mai assomigliato. Fu scosso dai suoi pensieri da uno forte grido. Girò la testa per vedere un’anziana signora sdraiata a terra senza fiato con un Moschettiere accovacciato accanto a lei, vide quando un altro Moschettieri tentava di tenere il passo di un terzo che stava inseguendo un giovane uomo che ovviamente aveva spinto la signora tentando di derubarla. Porthos conosceva quel trucco, ma non lo avrebbe mai fatto su qualcuno che era vecchio e incapace di lavorare, avevano bisogno di soldi tanto quanto lui e i suoi compagni della Corte. Così Porthos decise di seguire i due Moschettieri e aiutarli a catturare il ladro. Ma prese delle strade secondarie, poco dopo quando il ladro iniziò a correre verso il fondo del viale principale, c’era anche lui.

Porthos restò nell’ombra e guardò mentre solo uno dei Moschettieri correva nel viale. Il Moschettiere dai capelli scuri disse al ladro di fermarsi e smise lui stesso di correre.

“Non lo farò! Se lo facessi mi porteresti a Chataelet!” gridò il ladro.

Porthos non poté che essere d’accordo con il ladro, aveva imparato da tempo ad evitare il distintivo mantello blu indossato dai Moschettieri del Re, nonostante il Reggimento era stato fondato solo l’anno prima.

Il Moschettiere con i capelli scuri scosse la testa mentre faceva qualche passo verso il ladro, “Se mi riconsegni la borsa della signora ora, ti lascerò andare.”

Porthos restò a bocca aperta per lo shock; non si sarebbe mai aspettato di udire quelle parole uscire dalla bocca di un Moschettiere. Guardando il ladro, Porthos poté vedere che stavano pensando la stessa cosa.

“Come faccio a sapere che non stai mentendo!” Sbraitò il ladro mentre fissava con ostilità il Moschettiere.

Il Moschettiere alzò le mani e si tolse il cappello mentre replicava con calma, “Solo lanciami la borsa e potrai andare per la tua strada.”

Porthos vide il ladro afferrare la sciarpa che aveva attorno al collo, tradendo la sua ansia. Si stava chiaramente chiedendo se poteva fidarsi del Moschettiere. Porthos guardò l’uomo dai capelli scuri e vide che nei suoi occhi non c’era menzogna. Il Moschettiere avrebbe davvero lasciato andare il ladro se gli avesse consegnato la borsa.

Porthos poté vedere il ladro agitarsi come se fosse sul punto di riconsegnare la borsetta al Moschettiere quando una voce distante gridò, “Aramis!”

Il Moschettiere volse leggermente la testa mostrando che era suo il nome che era stato urlato. Il ladro credette che era tutto un trucco, balzò in avanti strappandosi la sciarpa dal collo e avvolgendola attorno alla gola del Moschettiere e strinse forte.

Porthos rimase nell’ombra riflettendo su cosa avrebbe dovuto fare, una cosa essere sicuri che un ladro venisse catturato dai Moschettieri. Una cosa completamente diversa era salvarne uno.

Il Moschettiere spalancò gli occhi per la sorpresa e cercò di liberarsi dalla stretta presa attorno al suo collo. Ma il ladro fu preso dalla disperazione e nella lotta del Moschettiere la stretta della sciarpa si fece solo più stretta. Porthos rabbrividì sentendo il disperato respiro affannoso dell’uomo che stava per essere strangolato. Il ladro fece cadere entrambi sul terreno fangoso e strinse ancora la sciarpa. Il Moschettiere con una mano tirava disperatamente la sciarpa per avere un po’ di respiro e l’altra mano giaceva accanto a lui stringendo il fango sporco come se ciò lo avrebbe aiutato contro il dolore. Il suo cappello cadde sulla strada sporca dimenticato durante lo scontro.

Porthos era ancora fermo immobile nell’ombra, questa non era la prima volta che sarebbe rimasto fermo mentre qualcuno veniva ucciso di fronte a lui. Si era nascosto molte volte per restare vivo. Guardò mentre la lotta del Moschettiere iniziava ad indebolirsi e la tensione ad abbandonarlo. Le sue mani non tiravano più la sciarpa forte come prima e non calciava più per quando cercava di scappare disperatamente. Porthos era pronto a restare nascosto. Ma ricordando lo sguardo onesto negli occhi del Moschettiere mentre prometteva al ladro che lo avrebbe lasciato andare, realizzò che Parigi necessitava di più Moschettieri come lui, così la mossa successiva di Porthos fu decisa.

Saltò fuori dall’ombra e sorprese il ladro a sufficienza da essere in grado di allontanarlo dal Moschettiere e mentre il malvivente tentava di reagire, Porthos lo colpì con un pugno così forte da farlo svenire. Aveva predisposto di fuggire ma i rauchi, ansimanti respiri del Moschettiere lo immobilizzarono. Si girò e vide che il Moschettiere cercava ancora di far entrare sufficiente aria nei polmoni attraverso la trachea maltrattata. Porthos avanzò lentamente verso l’uomo, che più da vicino sembrava avere più o meno la sua stessa età. Qualunque essa fosse.

Mise una mano sul petto dell’uomo e disse tranquillamente: “Con calma. Respira più piano; non stai facendo alcun favore a te stesso respirando in modo così violento.” Due occhi marroni scuri sbarrati si fisarono su di lui e Porthos fissò ininterrottamente lo sguardo di rimando, realizzando che il Moschettiere stava cercando di focalizzarsi su di lui per aiutarsi a regolarizzare il respiro.

“Così, molto lentamente.” Lo incoraggiò Porthos. Si mosse per togliere la sciarpa da collo del Moschettiere, ma una mano scattò e immobilizzò la sua. Guardò negli occhi marroni e vide il malcelato panico.

“Sto solo togliendo la sciarpa. Non la tirerò promesso.” Disse Porthos gentilmente. La mano attorno al suo polso si abbassò e il Moschettiere guardò attentamente mentre la sciarpa veniva rimossa con gentilezza dal collo. Porthos buttò la sciarpa al suo fianco e fece una smorfia vedendo il segno rosso intenso attorno alla gola dell’uomo. Vedendolo sul collo di un uomo onesto fece venire voglia a Porthos di colpire ancora il ladro (tuttora privo di sensi). Una mano lo fermò ancora e guardò in basso per vedere il Moschettiere scuotere la testa.

“Lavoro rischioso. Abituato a situazioni del genere.” Gracchiò il Moschettiere in modo appena udibile. Prima che Porthos potesse dire altro si voltò sentendo dei passi risalire il viale.

“Aramis!” Chiamò un uomo, che Porthos immaginò essere di mezz’età, e indovinò con uno sguardo ai suoi vestiti che era il comandante dei Moschettieri. Guardò spaventato il suo Moschettiere sdraiato nella strada fangosa. Si rilassò un poco quando il Moschettiere, Aramis, alzò un po’ la mano e lo salutò.

“Cos’è successo?!” domandò l’uomo mentre incombeva sopra Aramis e Porthos. Aramis aprì la bocca per rispondere ma tutto ciò che ne uscì fu un sibilo rauco. L’uomo alzò un sopracciglio confuso.

Allora Porthos parlò “Ha tentato di fermare il ladro, quello sdraiato laggiù” fece un gesto in direzione del malvivente, dove due Moschettieri, quelli che aveva visto prima, lo stavano alzando e lo stavano trascinando via. “Il ladro ha provato a strangolare il Mosche-Aramis… e allora l’ho fermato.”

L’uomo più vecchio rimase un momento in silenzio e poi sorrise “E io ti ringrazio per aver salvato la vita di un mio Moschettiere.”

Porthos annuì per accettare, e poi insieme lui e l’uomo più vecchio sollevarono Aramis in piedi. L’uomo più anziano mise un braccio di Aramis sulle sue spalle e guardò disperato il più giovane “So di aver detto di volere un po’ di pace e di tranquillità. Ma dovevi proprio arrivare a questo punto per darmi una tregua dalla tua voce che non finisce mai?”

Aramis si strinse nelle spalle con aria mortificata. Poi strattonò la manica di Porthos, tuttavia Aramis non poteva essere in grado di dire nulla. Porthos sapeva che lo stava ringraziando.

Porthos annuì e fece una pausa prima di dire “Forse sarebbe meglio che trovassi amici più veloci, così da non doverti mai trovare in situazione di questo genere ancora.”

Le spalle di Aramis si mossero in una risata silenziosa, ma annuì d’accordo con lui.

L’uomo più vecchio mormorò e commentò “Devo fare due chiacchere con Gilbert e Tristan circa questo. So che Tristan stava aiutando la donna, ma Gilbert avrebbe dovuto restare con te. Avrebbe dovuto sapere che sarebbe stato meglio che lasciarti catturare un uomo da solo. Questo vuol dire andare a caccia di guai.”

Porthos annuì, silenziosamente felice che avrebbe fatto qualcosa a riguardo, non gli piaceva il pensiero che questo Aramis dal cuore buono venisse ucciso a causa dell’incompetenza dei suoi compagni Moschettieri. L’uomo più vecchio e Aramis sventolarono una mano per salutare e tornare alla guarnigione. Mentre Porthos era sul punto di andarsene notò il cappello di Aramis ancora abbandonato sulla strada. Si piegò, lo raccolse e tolse il fango prima di andare via.

 
 
Due giorni dopo Porthos si ritrovò a camminare nervosamente avanti e indietro di fronte alla guarnigione dei Moschettieri. Stringeva con ansia tra le mani il cappello di Aramis. Ci erano voluti due giorni a Porthos per trovare il coraggio di andare al presidio. Le persone come lui non andavano lì di buon grado. Mentre stava per andarsene e provare il giorno dopo riconobbe Aramis che camminava verso di lui e gli sorrideva.

“Hai trovato il mio cappello!” Esclamò allegramente.

“Er…sì…ecco.” Replicò Porthos mentre gli porgeva il cappello, non avrebbe mai confessato che ce l’aveva da due giorni.

Non appena Aramis si fu messo fermamente il cappello in testa, rivolse un sorriso luminoso a Porthos. “Ora che mi è tornata la voce posso ringraziarti adeguatamente. E non per avermi riportato il cappello sano e salvo.”

“Non era niente.” Disse Porthos alzando le spalle.

“Oh no! Non puoi liquidarlo così!” Protestò Aramis “È stata una cosa gentile ciò che hai fatto. La maggior parte delle persone avrebbe continuato a camminare. Dunque ti ringrazio molto per avermi aiutato…er…?”

Porthos si strofinò nervosamente la base del collo “Porhos…um… è tutto a posto.”

Prima che Aramis potesse dire altro, o prima che Porthos potesse inventare una scusa e andarsene, una voce lo chiamò e si ritrovò faccia a faccia con l’uomo più vecchio.

“Speravo di rivederti ancora, il mio nome è Capitano Treville.” Treville fece una pausa e guardò di traverso un sorridente Aramis e sollevò le sopracciglia “Non hai qualche compito da portare a termine?”

Aramis fece un ampio sorriso “Ma Capitano è una giornata così splendida e pensavo che potrei-“ Si fermò all’improvviso vedendo lo sguardo che gli stava lanciando Treville. “Er… sì le mie mansioni. Grazie ancora Porthos. Arrivederci.”

Porthos sorrise mentre guardava Aramis andare via, tornò ancora con gli occhi su Treville giusto in tempo per vederlo alzare gli occhi al cielo.

“Come stavo dicendo.” Continuò Treville “Ti spiacerebbe fare un giro con me? Mi piacerebbe chiederti una cosa.”

Porthos non seppe cosa lo aveva spinto ad acconsentire a passeggiare con Treville. Però fu solo grato di averlo fatto, la chiacchierata lo spinse a lasciare la Corte e i suoi amici. Fu anche in grado di camminare per le strade di Parigi a testa alta, gli mostravano rispetto e poteva assicurassi che Aramis non venisse ucciso a causa dell’incompetenza di qualcuno. Per questo miglior capitolo della sua vita doveva solo ringraziare il suo essere stato coraggioso abbastanza da intervenire e aiutare qualcuno e non continuare a nascondersi più nell’ombra.

TBC

Note dell'autrice: 
Questa è la prima fanfiction sui Moschettieri che scrivo, mi scuso se i personaggi sembrino un po' OOC.

Note della Traduttrice:
Scusate se ci sono degli errori sia di traduzione che di grammatica: non sono molto ferrata con l'inglese e l'ho riletto in fretta. Spero che la storia vi piaccia come è piaciuta a me. Al prossimo capitolo, ciao!
Loki 94.
   
 
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