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Autore: Lunete    18/02/2015    2 recensioni
Lui, un ragazzo con molte insicurezze ma con un futuro segnato dal suo sangue. Lei, una maga dal passato oscuro ed un destino terribile che l'attende. Due anime che si incontrano in un presente incerto, pronti a combattere per il loro mondo anche se il rischio di pagare un alto prezzo per le loro azioni è elevato.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Prova
 

«Buongiorno!» mi svegliò Mellis, scrollandomi una spalla. Io grugnii sonoramente, ammetto che non fosse proprio una risposta elegante, ma che ci volete fare? Non puoi sperare di svegliare un dormiglione semplicemente scuotendolo.
«Ehi principessina! E' ora di svegliarsi!».
«Dai Mellis!» mugugnai girandomi dall'altra parte, senza troppa convinzione.
A quel punto mi tolse le coperte di dosso con un unico gesto, lasciandomi solo con la mia leggera camicia da notte.
«Elionor! Sveglia! Ci aspettano per la lezione speciale!» mi urlò in un orecchio.
Sbarrai gli occhi. Me n'ero completamente dimenticata!!! Oggi il Primo Incantatore in persona ci avrebbe dato degli utili consigli su come affrontare i demoni dell'Oblio, possibilmente non facendoci possedere. Mi alzai di scatto, così facendo battei la testa sul letto sopra al mio. Buongiorno a me e alla mia goffaggine!
«Datti una mossa, ti aspetto vicino all'entrata della biblioteca!» annunciò la mia amica, saltellando verso l'uscita della camerata.
Andai nel bagno comune del dormitorio femminile per una veloce rinfrescata, mi sciacquai il viso, mi guardai allo specchio e...grandioso. I miei grandi occhi erano più rossi che azzurro-verdi (ovvero il loro colore abituale) e al posto dei capelli avevo un nido di vespe. Ringraziai mentalmente di essere una maga, quindi schioccai le dita e i miei lunghi boccoli castani si sistemarono in ordine dietro la schiena. So che era un modo alquanto futile di usare i miei poteri, ma era una delle poche cose che in quella torre potevano farmi sentire Donna con la D maiuscola. I capelli, non i poteri. Per gli occhi rossi non c'era molto da fare...poco importa, sarebbero tornati normali da soli. Mi misi una lunga veste rossa e mi allacciai il corpetto marrone, quindi mi avviai fuori dal dormitorio.

Prendemmo posto vicino ad una libreria che raccoglieva tomi sui Mutaforma, una specializzazione ormai difficile da ottenere, visto che pochi maghi del Circolo intraprendevano quella strada.
«Buongiorno a tutti!» salutò Irving, con il suo solito sorriso gentile.
«Oggi affronteremo un argomento molto delicato eppure estremamente importante, ovvero come fronteggiare un demone ed uscirne vittoriosi» fece una pausa e ci guardò uno per uno.
«Come ben sapete durante le prossime due settimane gran parte di voi verrà sottoposto alla prova più importante nella vita di un mago, il Tormento».
Un brusio sommesso si levò dall'aula: nessuno sapeva esattamente cosa comportava quella prova, sapevamo solo che in qualche modo c'entravano i demoni e la cosa spaventava non poco. Tutti noi partecipavamo ai corsi di Difesa Mentale fin dai primi anni nella Torre, che ci preparava ad affrontare qualsiasi pericolo per la nostra sanità mentale che fosse collegato alla magia. Per lo più però ci veniva insegnato come affrontare un mago del sangue, per impedire che ci corrompesse e riuscisse ad infilarci dentro un demone clandestino indesiderato. Per quanto riguardava affrontare un vero e proprio demone, purtroppo, non avevamo approfondito più di tanto l'argomento. Molti apprendisti erano talmente spaventati da questa prova che piuttosto di affrontare il Tormento preferivano sottoporsi al Rito della Calma, ovvero lasciavano che i collegamenti con l'Oblio, fonte del potere dei maghi, fossero recisi per sempre. Questo portava però alla perdita di qualsiasi emozione, sogno o desiderio, rendendo l'ormai ex-mago una sottospecie di burattino, in grado solamente di manipolare il lyrium per creare rune magiche. Per quanto mi riguardava preferivo affrontare i demoni piuttosto che ritrovarmi a parlare tutto il tempo con voce monotona e guardarmi attorno con faccia inespressiva. E poi ero sicura delle mie abilità da maga e ne andavo piuttosto fiera.

Nei giorni seguenti tutti noi diventammo sempre più nervosi. Non sapevamo quando ci avrebbero chiamato, avrebbe potuto essere in piena mattina, durante l'ora del tè o durante la notte. Speravo proprio che non mi capitasse durante la notte.
Io e Mellis andammo ogni giorno in biblioteca a ripassare qualsiasi cosa potesse tornarci anche lontanamente utile per il superamento della prova; alle volte si univano a noi Tara - una ragazza piuttosto magra e bionda - e Jowan, un ragazzo che mi fece la corte per anni salvo poi desistere ai miei continui rifiuti. Ora siamo diventati buoni amici, soprattutto da quando ha trovato la ragazza, almeno secondo quanto dichiara lui, dato che questa ragazza non l'ho mai conosciuta.
Tara è simpatica ma piuttosto taciturna; non ha molti amici ed io e Mellis l'abbiamo sempre accolta volentieri. Sebbene la consideriamo come un'amica, lei non si è mai aperta più di tanto: sapevamo solamente che era stata abbandonata dai suoi genitori in mezzo alla foresta, dopo che scoprirono la sua natura di maga. Nonostante ognuno di noi avesse una storia simile alle spalle, ciò che più mi sconcertò fu scoprire che all'epoca Tara avesse solo due anni.
Mellis invece è la mia più cara amica, sebbene sia praticamente il mio opposto. Molto mascolina, si cura del suo aspetto fisico solo quel tanto che basta da renderla presentabile, capelli corti (tagliati da sé, ovviamente) e scurissimi, al contrario dei suoi bei occhioni verde chiaro, come la maggior parte delle persone della sua razza: infatti Mellis è un'elfa. Da che ricordo siamo sempre state amiche: tutte e due siamo giunte alla Torre nello stesso anno e tutte e due eravamo molto piccole, io avevo cinque anni mentre lei ne aveva sei. Ricordo ancora quella piccola elfa timidissima, presa di mira da alcuni bambini umani, i quali avevano avuto la fortuna di essere cresciuti abbastanza con le loro famiglie da poter imparare tutti i pregiudizi del caso. Io, che questa fortuna non l'avevo avuta, mi schierai subito dalla sua parte: ancora oggi quei maghi portano i segni della mia affinità con l'elemento fuoco.

Passò così una settimana e nessuno di noi quattro venne chiamato. Ormai cominciavamo a tirare le somme, contando il numero dei sopravvissuti, di coloro che non ce l'avevano fatta e di quelli che avevano preferito il Rito della Calma. Purtroppo erano ben pochi quelli che erano diventati maghi a tutti gli effetti.
Il nervosismo però saliva giorno dopo giorno. Infatti potevamo anche non essere chiamati quell'anno e avremmo dovuto aspettare almeno un altro anno prima di sapere se saremmo diventati parte del Circolo. Jowan in particolare era molto agitato: era già il terzo anno che aspettava di essere chiamato per il suo Tormento e questo lo aveva demoralizzato molto.

L'andirivieni dei templari aumentava durante il Tormento: la prova era perfetta per testare le capacità dei cadetti del tempio, prima che pronunciassero il giuramento che li avrebbe legati definitivamente alla Chiesa.
Con i templari della Torre non eravamo mai veramente in pace: ci controllavano in continuazione ed alcuni di loro erano talmente irrispettosi da entrare persino nel dormitorio delle ragazze senza bussare. Non si rendevano conto che l'unico motivo per cui non si erano beccati qualche sortilegio era semplicemente perché avevamo paura di essere sottoposte a forza al Rito della Calma?! Infatti questa poteva essere la punizione riservata a chi utilizzava il proprio potere in modo sbagliato, poco importava che tu avessi ceduto alla magia del sangue o semplicemente che ti stessi difendendo da un guardone.
Inoltre molti di loro ci osservavano con desiderio. Infatti i templari, una volta diventati tali, dovevano osservare la castità e non potevano avere famiglia, per cui le maghe erano le loro uniche distrazioni, a volte non solo platoniche.
Per mia fortuna non ho mai avuto troppi problemi con i templari, forse perché me ne sto sempre sulle mie e non do facilmente confidenza agli estranei. Nonostante ciò Mellis è convinta che il mio fascino maghesco abbia attirato le attenzioni di un giovane templare di nome Cullen, che in effetti ha la strana abitudine di dileguarsi in un batter d'occhio ogni volta che entro nella stessa stanza e mi risponde a suon di balbetii, quelle poche volte che riesco a rivolgergli la parola.

Una mattina stavo aspettando Mellis e Tara fuori dal dormitorio, quando passarono un capitano dei templari con un nuovo cadetto. In quel momento si girò verso di me e mi guardò intensamente...cavoli ma cosa gli danno da mangiare al tempio per farli diventare così carini?!
Comunque. Se c'era un cadetto voleva dire che c'era anche un Tormento in corso. Proprio mentre mi stavo chiedendo chi poteva essere stato chiamato arrivò Mellis e mi disse «Tara non c'è! L'hanno portata via i templari!».
L'angoscia per la sorte della nostra amica si fece sempre più pressante ogni minuto di più. Solo quasi all'ora di pranzo riuscii ad intercettare Irving: «Primo Incantatore! Primo Incantatore!» chiamai a voce alta.
Lui si girò, ma quando mi vide il suo volto si rabbuiò e scosse leggermente la testa. Non c'era altro da aggiungere.
Il resto del pomeriggio lo passai con Mellis e Jowan, ma non mi fu molto di conforto. Ora eravamo rimasti solo in tre e non riuscivamo a tornare al nostro solito posto in biblioteca e continuare a studiare. Nessuno di noi riusciva a capacitarsi del fatto che Tara non ci fosse più: lei che era una delle maghe più brillanti del nostro anno, lei che mi aveva insegnato i primi rudimenti della magia curativa ma, soprattutto, lei che per le sue capacità era riuscita ad accedere già ai primi corsi di Difesa Mentale avanzata, solitamente riservata ai maghi che avevano già superato il Tormento. Se lei non era riuscita a superare la sua prova come avrei potuto riuscirci io?!
Infine arrivò la sera. Mi distesi sul letto ma non riuscivo a chiudere occhio. Continuavo a pensare a Tara, al suo sorriso timido e l'aria assorta. Mi dispiaceva di non essere mai riuscita ad approfondire il rapporto con lei. Alla fine, più per sfinimento che altro, mi addormentai.

E mi risvegliai piuttosto confusa. Ero assolutamente sicura di essermi appena coricata sul mio letto, nel dormitorio femminile degli apprendisti, mentre ora mi ritrovavo in piedi, circondata da templari che mi fissavano cupi.
«Che..cos..???» balbettai, mettendo a fuoco il viso di fronte al mio.
«Benvenuta cara Elionor. Sei stata chiamata per affrontare il tuo Tormento» mi disse la faccia, che, guarda caso, apparteneva ad Irving.
E ti pareva che mi chiamavano nel bel mezzo della notte.
«Ti senti pronta ad affrontare la prova o preferisci il Rito della Calma?» proseguì il Primo Incantatore, sorridendomi gentile come al suo solito.
Per Andraste! Come potevano pretendere che una persona che si è addormentata nel suo letto, risvegliandosi all'improvviso in mezzo ad un gruppo di templari arcigni, potesse prendere una decisione così importante?!
Per fortuna che il mio cervello era abbastanza presente da ricordarmi le mie convinzioni riguardo al Rito della Calma. Cercando di ignorare il terrore che si stava facendo strada nel mio animo, soprattutto al ricordo di cos'era successo a Tara, guardai negli occhi il Primo Incantatore e con tutta la convinzione che riuscii a trovare risposi «no, sono pronta per la prova».
Irving mi sorrise e mi spiegò, finalmente, in cosa consisteva «ora dovrai bere la pozione di lyrium contenuta in questa coppa, la dose è piuttosto elevata per cui ti ritroverai direttamente nell'Oblio. Abbiamo richiamato per te un demone, attirandolo con la promessa di un lauto...pasto, se così possiamo definirti. Ora starà a te non cedere alle sue lusinghe; sappi che il tempo a tua disposizione per tornare indietro è comunque limitato, poiché, come ben sai, più la permanenza nell'Oblio si prolunga più la tua mente si indebolisce, quindi saresti una facile preda per i demoni».
Irving mi guardò fiducioso; sapevo che mi riteneva una delle studentesse più brillanti, ma comunque nei suoi occhi c'era una piccola traccia di preoccupazione. Chiunque poteva cadere durante il Tormento, anche Tara...no, non ci dovevo pensare ora.
Irving aprì bocca per aggiungere altro, ma Greagoir lo interruppe «ora deve procedere da sola Irving!».
E arrivederci alla mia tranquillità psicologica, grazie tante Greagoir!
Mi girai verso la coppa e alzai lo sguardo: solo in quel momento mi accorsi della presenza di Cullen, che a sua volta mi guardava preoccupato, una mano lungo il fianco si contraeva nervosa, l'altra giocherellava con l'elsa della spada. Sarebbe stato capace di uccidermi se il demone mi avesse posseduta?
Presi la coppa, guardai il fluido azzurrino che girava all'interno di essa, feci un respiro profondo e bevvi.

Note dell'autrice:

Salve di nuovo a tutti e grazie per essere arrivati alla fine del secondo capitolo!

Spero vi sia piaciuto e soprattutto vi piaccia la mia maga! ;) Se avete consigli

o suggerimenti scrivetemeli pure in recensione! Per adesso passo e chiudo, ci

si vede al prossimo capitolo! :)

 

   
 
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