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Autore: Beatrix Bonnie    20/02/2015    1 recensioni
-Seguito de L'orologio d'oro-
I tempi spensierati sono finiti: con il ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato, Mairead, Edmund e Laughlin, insieme ai loro amici del FIE, dovranno affrontare il crescente clima di razzismo dell'Irlanda magica, tra ansie per gli esami finali, nuovi caos a scuola e un Presidente della Magia che conquista sempre più potere. Per Edmund non sarà un'impresa facile, soprattutto visto che il ragazzo sarà anche impegnato nella ricerca di un leggendario manufatto magico di grande potenza, che potrà salvarlo dalla maledizione impostagli da Sigmund McFarren. Ma dove lo porterà la sua ricerca? E questo oggetto esiste davvero o sono solo farneticazioni di un vecchio?
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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CAPITOLO 15
La sconfitta delle aquile






Moira si rigirò la forchetta tra le mani, a disagio. «Mi sento così in colpa» mormorò con un filo di voce. Quella mattina a colazione, quasi tutti i ragazzi del FIE si erano radunati al tavolo del Llapac, ma nessun insegnante aveva protestato, dal momento tutti avevano in testa ben altro. Il professor Captatio era stato messo sotto processo e numerose voci furibonde si erano sollevate affinché si dimettesse dalla carica di Preside. Lui aveva dichiarato pubblicamente la sua innocenza, ma non aveva potuto ignorare le continue pressioni che gli venivano mosse dall'intera comunità magica. Dopo che Captatio era stato costretto a dimettersi, la vicepreside O'Connel aveva ricoperto il ruolo di Preside ad interim, ma a quanto pareva il Governo si stava muovendo per nominare un sostituto più consono. O, almeno, più disponibile nei suoi confronti.
«È tutta colpa mia.» Moira scosse la testa, sconsolata.
«Non dire sciocchezze, tesoro» la confortò Henry. «Sarebbe potuto capitare a chiunque altro.»
Moira prese ad osservare fuori dalla finestra: era ormai febbraio inoltrato e la neve sui prati intorno al castello aveva cominciato a sciogliersi. Quello sarebbe dovuto essere un anno grandioso: sarebbero stati Dimissi, sarebbero entrati nel mondo degli adulti, avrebbero cominciato ad affrontare la vita fuori dalle mura del Trinity. Per non parlare del fatto che in quell'anno si festeggiava il centenario dell'indipendenza della Magica Repubblica d'Irlanda dal governo britannico. Insomma, sarebbe dovuto essere straordinario! Invece era cominciato nel peggiore dei modi: per una sua accusa, il preside era stato messo sotto processo e costretto a dimettersi.
«Captatio è stato incastrato» sentenziò Moira, per quanto fosse certa di averlo già ripetuto più di una volta ai suoi amici.
«Quello che non capisco» intervenne Dominique, sottovoce. «È che cosa sperano di ottenere con questa ridicola farsa. È ovvio che il professor Captatio è innocente: lo scagioneranno di certo.»
«Io non ne sarei così sicuro.» Edmund aveva il volto tetro. Non che di solito fosse una persona ottimista, ma in quel caso il suo sguardo negativo sulla faccenda pareva esagerato.
«Credi che la Corte sia corrotta?» sussurrò Bearach, incredulo.
«No.» Edmund scosse la testa. «Chiunque abbia elaborato questo piano è una persona molto scaltra, che ha fatto bene i suoi conti» rivelò, ripensando alla questione del biglietto che lui avrebbe mandato a Mairead. Faceva senz'altro parte del piano il fatto che lui non potesse rivelare di non averlo scritto, se non ammettendo di essere uscito dal Trinity; significava che qualcuno l'aveva beccato e aveva usato quella sua bravata a suo favore. Notando le facce perplesse dei suoi amici, Edmund fu costretto a raccontare: «Tempo fa Captatio mi raccontò che durante la guerra contro Grindelwald lui era il Presidente della Repubblica e venne accusato di alto tradimento per aver complottato con il mago oscuro.»
«Che inudibile sciocchezza!» esclamò Faonteroy, come se qualcuno avesse osato accusare lui di alto tradimento.
«Sarà stato incastrato anche quella volta» completò Eileen, seduta vicino a Faonteroy. Da quando si era tagliato i capelli, facendo sparire quell'orribile taglio da paggetto, Eileen non aveva smesso un secondo di stargli addosso e tormentarlo. Forse era il suo modo per fargli capire che gli piaceva.
«Purtroppo no» confessò Edmund ai suoi amici. «Captatio aveva davvero incontrato Grindelwald, per convincerlo ad affrontare in duello Silente. Gli aveva offerto in cambio la sua alleanza, convinto che tanto Silente l'avrebbe battuto.»
«Ma era a fin di bene...» provò Henry, cercando di convincere prima di tutto se stesso che la cosa non era così grave.
«Sì, infatti Captatio venne prosciolto da ogni accusa» spiegò ancora Edmund. «Ma state certi che questa storia tornerà nuovamente a galla. E si creerà un precedente.»
«Be', che si crei!» sbottò Laughlin. «Se era stato giudicato innocente allora, verrà giudicato innocente anche questa volta.»
«Sarà difficile» mormorò Dominique, che aveva inteso alla perfezione cosa volesse dire Edmund con quella storia. «All'epoca Captatio venne messo sotto processo dopo che Grindelwad era stato sconfitto, immagino. Insomma, il peggio era passato.»
«Già» convenne Edmund. «Ora invece siamo in piena crisi. Si sta solo cercando un capro espiatorio.»
«Ma è assurdo prendersela con Captatio!» protestò Mairead. «Voglio dire, è stato il Preside praticamente di tutti! La gente non crederà che sia davvero colpevole, anche con questa storia di Grindelwald di mezzo.»
Edmund sbuffò. «La gente è pronta a credere qualsiasi cosa McPride dirà.»
Proprio in quel momento, quasi a suggello delle nefaste parole di Edmund, la porta della Sala Mor si spalancò e apparve, trionfante, una donna con una lunga veste nera. Non appena gli studenti si accorsero della nuova arrivata, il chiacchiericcio si spense all'istante.
«Chi è?» sussurrò Bearach a mezza voce, mentre la donna avanzava lungo la sala col passo di un conquistatore.
Mairead osservò i suoi voluminosi capelli neri, quel naso un po' importante, quell'espressione vincente che le illuminava il viso. Non l'aveva mai vista, ma sapeva benissimo chi fosse. «Daireen Cumhacht.»
«Quella Daireen Cumhacht?» sussurrò incredulo Laughlin, alzandosi dalla panca come se quel semplice gesto potesse impedirle di passare.
La donna, infatti, stava avanzando in mezzo alla sala, seguita dagli sguardi di tutti, in direzione del tavolo dei professori. Quando arrivò davanti al loro gruppetto, si fermò, si voltò e li scrutò con calma, soffermandosi soprattutto su Mairead. «Questo non è forse il tavolo dei Llapac?» domandò infine. I ragazzi si scambiarono occhiate perplesse.
«Non mi pare che siate tutti Llapac» commentò con evidenza. «Non tollero questo genere di disordini nella mia scuola.»
«La sua scuola?» le fece eco Laughlin, in piedi di fronte a lei.
La Cumhacht si voltò per guardarlo dritto negli occhi. «Dovrebbe imparare il rispetto, signor...?»
«Maleficium» completò Laughlin, a denti stretti.
«Dovrebbe imparare il rispetto, signor Maleficium» ripeté la donna, con un sorriso falsamente affabile. «Ora tornate tutti ai vostri posti o devo togliervi dei punti?»
I ragazzi si alzarono lentamente e di malavoglia: sembrava di essere piombati in un incubo in cui la persona più sgradevole sulla faccia della terra aveva perso il posto di Babbo Natale.
«Ah, signorina O'Callaghan» continuò la Cumhacht, facendo trasalire la povera Moira. «È merito suo se quel farabutto di Captatio è stato scoperto. Io direi cinquanta punti ai Llapac!»
Nessuno applaudì, nemmeno al tavolo blu dei Llapac, per quanto fosse raro che la loro casa ricevesse così tanti punti, perché il clima in sala era glaciale come se fosse piombato dentro l'inverno.
La Cumhacht sorrise, poi riprese ad avanzare verso il tavolo degli insegnanti, quando un'altra persona le bloccò la strada: il professor Saiminiu, avvolto nelle sue vesti nere, sembrava più torvo e corvino del solito.
«Septimius, quanto tempo» commentò gioviale la donna.
«Troppo poco» rispose gelido Saiminiu.
Il sorriso finto scomparì dalle labbra della Cumahcht. «Levati» sibilò.
Saiminiu rimase immobile per una frazione di secondo, poi si scostò lentamente per permetterle di passare. Ormai erano impotenti di fronte a quello sfacelo. La Cumhacht raggiunse finalmente lo scanno del Preside e vi si posizionò davanti. «Grazie della vostra calorosa accoglienza» esclamò alla sala, avvolta dal gelo. «Mi chiamo Daireen Cumahcht e, in qualità di vice-capo del Dipartimento dell'Istruzione, sono stata incaricata di svolgere le funzioni di Preside del Trinity College» annunciò. Un brusio angosciato si produsse a poco a poco in sala, finché la Cumhacht non lo spense con un colpo di pugno sul tavolo. «Questa scuola ha bisogno di disciplina, di rigore, di regole. Non tollero i disordini e qualsiasi defezione sarà punita di conseguenza.»
I ragazzi del FIE si scambiarono occhiate cariche di angoscia, proprio mentre lo sguardo della Cumhacht saettava nella loro direzione.
«Bene!» esclamò la donna, con aria soddisfatta, continuando a ignorare il clima che regnava in Sala Mor. «Vedrete che sotto la mia direzione questa scuola tornerà al suo antico splendore, dopo gli oscuri fatti in cui è restata coinvolta.»
«Oscuri fatti?» sibilò Laughlin con astio. Sembrava sul punto di ringhiarle contro.
Edmund contemplò per un attimo la figura di Daireen Cumhacht, ritta in piedi al posto che aveva sempre occupato il preside Captatio. Ebbe come l'impressione che qualcosa si fosse rotto, che il Trinity non fosse più quel luogo accogliente e protetto che era sempre stato. Si sentì incredibilmente scoraggiato. «I tempi spensierati sono finiti, amici miei.»

Mairead cercò di scacciare la sensazione opprimente di essere finita nella fossa dei leoni, con la Cumhacht che occupava il posto del Preside, concentrandosi su ciò che la aspettava quel sabato mattina: la sua prima partita di Quidditch come Capitana della squadra.
Ritrovarsi davanti, in spogliatoio, le facce preoccupate dei suoi giocatori che la guardavano speranzosi fu una sensazione strana. Fletcher, a giudicare dal suo colorito verdastro, sembrava sul punto di vomitare. Mairead realizzò che doveva cercare di incitarli e tirar su loro il morale. «Ok, ragazzi, è la prima partita per noi» ricordò loro. «Ci siamo allenati duramente, siamo carichi, abbiamo studiato gli schemi e siamo pronti ad affrontare i nostri avversari.»
In realtà, Mairead non era affatto sicura che fossero pronti ad affrontare gli avversari: certo, stavano per scender in campo contro i Llapac, che notoriamente non erano dei campioni, ma la Capitana Sophia Allen aveva messo in piedi una buona squadra. Era la sorella della tanto osannata Portiera dei Llapac Cecelia Allen e sapeva il fatto suo, oltre ad essere un'ottima Cercatrice: già l'anno scorso aveva messo in crisi Beatrix, che era riuscita a strapparle il Boccino sotto il naso per un soffio, e alla partita contro i Nagard di quell'anno per pochissimo non era riuscita a vincere contro Bearach. Tenendo conto che la sua Cercatrice, Lasair Secula, aveva ottenuto il posto per un puro colpo di fortuna, Mairead non era affatto sicura che avrebbero vinto. Sperava solo di non perdere in modo troppo disastroso. Ma questo evitò di farlo notare ai compagni.
«Dai, mettiamoci in fila per uscire» ordinò alla squadra, prendendo sulle spalle la sua Nimbus e preparandosi ad affrontare lo stadio.
«Non abbiamo molte speranze di vincere, vero?» le sussurrò Lily all'orecchio, mentre si stava raccogliendo i vaporosi capelli biondi in una nodo sulla testa.
Mairead si sistemò gli occhialini da Quidditch sugli occhi. «Noi siamo i Cacciatori: faremo del nostro meglio per arginare il disastro.»
Le urla dei tifosi accolsero le due squadre che fecero il loro ingresso nello stadio. Sette frecce blu e sette verdi si incrociarono nel cielo, mentre il professor Ballerinus, addetto alla telecronaca, presentava i vari giocatori: «Ecco a voi i Raloi! I Cacciatori Sharpaty e Moon, con la Punta e Capitana Boenisolius, il Portiere Thein, la Cercatrice Secula e i due Battitori Wook e McKonnit!»
Mairead e i suoi giocatori fecero un giro a volo del campo, tanto per adattarsi un po' al clima. Per fortuna non pioveva, quel giorno, sebbene il cielo fosse grigio e cupo.
«Per i Llapac abbiamo i Cacciatori Stern, O'Daniel e la Punta Yates, i fratelli MacBonn come Battitori, la Portiera Staller e la magnifica Capitana e Cercatrice Sophia Allen!»
I Llapac osannarono la loro Capitana, che fece un giro veloce sulla sua scopa nuova di zecca.
Mairead mugugnò quando riconobbe l'elegante modello dell'avversaria. «Ha una Firebolt» non poté fare a meno di sussurrare a Lily.
La ragazzina le rivolse un'occhiata più che eloquente: Lasair era già mediocre di suo, e oltretutto cavalcava una Nimbus 1700, come quella di Mairead. Non era una scopa malvagia, di per sé, ma la Allen aveva una Firebolt, maledizione! «Siamo spacciati.»
Il fischio del professor Trimble segnò l'inizio della partita. La superiorità dei Cacciatori Raloi si fece subito sentire: Mairead recuperò la Pluffa senza difficoltà e dopo pochi precisi passaggi, Fletcher segnò il primo punto della partita.
«Grande, Fletch!» si complimentò Lily, alzando il braccio per farsi dare il cinque. Ma il ragazzino saettò via a cavallo della sua scopa, rosso come un pomodoro maturo.
«Lily, smettila di metterlo in imbarazzo!» le urlò dietro Mairead, ben sapendo che l'esuberante biondina lo faceva apposta. Per fortuna, tanto Fletcher era imbranato nelle relazioni interpersonali, tanto era una furia sul campo: dopo meno di mezz'ora, il punteggio era cento a venti per i Raloi. I fratelli MacBonn, Battitori dei Llapac, sapevano il fatto loro e riuscirono a far perdere la Pluffa ai Cacciatori avversari per ben due volte, ma Era era una vera fuoriclasse: spediva i Bolidi con precisione e potenza contro chiunque si frapponesse tra i Cacciatori e gli anelli e riuscì perfino a distrarre la Allen dal prendere il Boccino.
Passata circa mezz'ora, il professor Trimble fischiò un passaggio in avanti da parte dei Llapac. Mairead e i suoi due compagni si prepararono in posizione: al segnale di partenza, scattarono in avanti in perfetta sincronia, acquistando sempre maggiore velocità, tanto che Mairead non ebbe alcuna difficoltà ad afferrare la Pluffa per prima. Nel momento in cui le sue dita sfiorarono la palla rossa di cuoio, le sue Ali si aprirono a ventaglio per permettere alla formazione avversaria di passare tra loro, mentre lei puntava la scopa verso il basso per superarli da sotto. Passò la Pluffa a Lily e...
«Sharpaty segna!» esclamò il professor Ballerinus. «Siamo centoventi a venti per i Raloi.»
Mairead fece un cenno ai suoi Cacciatori. «Bel gioco, ragazzi. Continuiamo così.»
Proprio in quel momento, dai tifosi blu si levò un'ovazione. Mairead individuò immediatamente il motivo di tale giubilo: la Allen si era lanciata verso i pali dei Llapac, perché doveva aver avvistato il Boccino. «Laisar!» gridò Mairead, ma la ragazza era dalla parte opposta del campo e non aveva alcuna speranza di competere con la Firebolt della Allen. Anche Era si trovava troppo distante per poter compiere il miracolo con uno dei suoi tiri, così Mairead prese una decisione avventata: puntò la scopa verso il basso e si lanciò in picchiata contro la giocatrice avversaria. Non aveva certo intenzione di arrivarle addosso ma, forse, se fosse riuscita a tagliarle la strada, il Boccino sarebbe scomparso. Sentì il vento fischiarle nelle orecchie, man mano che acquistava velocità, le urla dei tifosi che parevano lontane come in un sogno. E il piano funzionò. La Allen, vedendosi piombare addosso un turbine verde, deviò di scatto la sua corsa e in quei concitati secondi, il Boccino si dileguò.
«Boenisolius?» esclamò stupita la Cercatrice, non appena riconobbe l'avversaria, che aveva arrestato bruscamente la sua picchiata.
«Scusami, non ti avevo vista.» Mairead le rivolse un sorriso innocente.
Dalla curva blu si alzarono fischi e urla, ma il professor Trimble non fischiò: dopotutto, non era stato commesso nessun fallo.
La partita riprese, più frenetica di prima. I Llapac riuscirono a segnare un altro punto, ma i Raloi li distanziarono ulteriormente: il punteggio, dopo poco meno di un'ora di gioco, era di centosessanta a trenta.
Ma la Allen non poteva essere tenuta lontana dal Boccino ancora a lungo: poco dopo l'ennesimo goal di Fletcher, la Cercatrice dei Llapac individuò lo scintillio d'oro a qualche metro da terra. Quella volta Laisar, per chissà quale miracolo, si trovava in posizione di vantaggio. Tutto lo stadio trattenne il fiato come un sol uomo, mentre la Allen prima raggiungeva, poi si affiancava e infine superava la sua avversaria.
«Maledizione, Laisar!» le urlò dietro Mairead, ma orma il danno era fatto. Era spedì un Bolide contro le due Cercatrici, inutilmente. Un attimo prima che la palla di ferro la colpisse, Sophia Allen aveva afferrato il Boccino e sterzato violentemente verso l'alto.
«La Allen conquista il Boccino d'oro!» esclamò il professor Ballerinus, mentre Trimble fischiava la fine della partita. «I Llapac vincono per centottanta a centosettanta.»
«Abbiamo perso!» proruppe incredula Lily. «Abbiamo perso!» ripeté.
Laisar era a disagio, Fletcher mortificato come se fosse colpa sua, Era su tutte le furie. Mark, per quanto dispiaciuto di aver perso, era contento di essere migliorato nelle parate.
«Ci rifaremo contro i Nagard.» Mairead tentò di tirar su il morale alla squadra, mentre i Llapac festeggiavano increduli la loro vittoria invadendo lo stadio. «Abbiamo giocato bene, comunque.»
Lily le riservò un'occhiata di sbieco. «Abbiamo perso.»









Eccomi, finalmente!
Perdonate, perdonate il ritardo, ma ho avuto delle settimane impegnatissime e questo capitolo non ne voleva proprio sapere di scriversi!
Insomma, ecco che l'adorabile Daireen Cumhacht, sorella dell'altrettanto adorabile professor Cumhacht, si ritrova a ricoprire il ruolo di Preside sostitutiva. Cominciano i guai, ragazzi! E anche per Captatio le cose si mettono male: chi meglio di un capro espiatorio può ridare sollievo alla nazione? (Ricordo che gli Inglesi, più o meno nello stesso periodo, arrestano STAN PICCHETTO con l'accusa di essere un mangiamorte...!).
Quanto alla partita di Quidditch, erano secoli che non ne descrivevo una. Spero di non aver perso la mano! E finalmente i Llapac vincono una partita! Povera Mairead!

Per farmi perdonare del ritardo, vi lascio alcune immagini:
QUI una bella immagine di Grindelwald, quando Captatio si recò da lui per proporgli il patto; e sì, basta anche solo nominarlo, per farmi venir voglia di disegnarlo!
QUI l'immagine del capitolo, ovvero Daireen Cumhacht che appare in Sala Mor.
QUI una cosa che non c'entra nulla: ovvero, Mairead nel giorno delle sue nozze. Non chiedetemi perché mi sia venuto in mente di disegnarla.

Nel prossimo capitolo, ci daremo alla Difesa contro le Arti Oscure. Ci vediamo lunedì 16 marzo (la vigilia di san Patrizio!).
A presto,
Beatrix

   
 
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