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Autore: Beta Chan    21/02/2015    4 recensioni
[Fic tratta/ispirata al film & libro"Un Ponte Per Terabithia"][Diciamo la stessa storia cambiando alcuni fatti, ma con protagonisti i nostri Inazumiani][RanMasa][HiroMido, MasaHika, MinaKura con accenni]
"Salve a tutti, sono Kariya Masaki, un ragazzino strafottente che ha una passione nascosta per il disegno e gli scherzi.
Un giorno mi capitò di incontrare per la mia strada un ragazzo insolito, strano, con capelli bizzarri di un color rosa fotonico raccolti in due piccoli codini ai lati della testa.
Più lo guardavo... e più sentivo che il misterioso ragazzo era diverso dagli altri.
Si differenziava dalla massa e aveva in qualche modo qualcosa di più particolare e affascinante al tempo stesso.
Quel ragazzo era la mia rovina, mi avrebbe cambiato e totalmente stravolto la vita...
Me lo sentivo già dal primo giorno.
Ed infatti non mi sbagliavo per nulla.
Era tutto vero."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Hikaru Kageyama, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Un ponte per Terabithia


-Capitolo 1



Scarpe usate
 

Pesci strani e bizzarri dipinti di un manto vivace di colori sfumati e scarlatti, che vanno dal color porpora, fino ad arrivare al verde prato primaverile di una giornata estiva, si estendono limpidi dinanzi a me.
Oceano blu come la notte, sfumature d'ombra per creare la profondità e bolle d'aria turchesi tutt'intorno.
Infine un tocco di verde per le piante acquatiche e scogli che vi sono nell'azzurro delle onde del mare.
Aggiungo un beige mescolato ad un marroncino chiaro per creare i granelli di sabbia.
Passo lieve un'ultima pennellata al disegno, correggo gli errori con la punta del pennello, ed infine mi prendo un attimo di vanità allontanandomi di poco dal quadro per ammirare soddisfatto il mio lavoro finalmente finito.
E' bellissimo...
Disegnare è proprio come sognare ad occhi aperti, solo in un modo più concreto.
Un mio strano Hobby che nessuno conosce della mia personalità alquanto schiva e scontrosa è sicuramente questo:
La pittura, colorare la fantasia intorno a me.
Mari burrascosi, isole sconosciute avvolte dal mistero di un'onda, paesaggi insoliti e inesplorati che ogni tanto immagino la notte prima di andare a dormire.
Forse nessuno penserebbe che un ragazzo strafottente e menefreghista come me fa tutto ciò. E sinceramente neanche io.
Ma quando prendo in mano anche solo una semplice matita, qualcosa dentro di me scatta; le mie mani scorrono esperte e sicure sulla carta ingiallita, si muovono da sole e senza neanche accorgermene ho già finito di colorare qualche strano disegno fantasioso.
Appunto la matita nera con il temperino, e penso a quanto cavolo sia ridicolo e strano riflettere su queste cose.
Non credevo proprio di avere questo lato del carattere... a quanto pare quello fantasioso e astratto.
«Masaki! Muoviti fra poco devi andare a scuola!»
La voce squillante del mio tutore dai capelli fulvi mi giunge all'orecchio, e con il mio solito sbuffo e ghigno in faccia nascondo il mio quaderno con i disegni, e scendo a fare colazione con il resto della mia "particolare" famiglia.
Siamo in sei:
Io, mio fratello-rompiscatole Hikaru, le mie due sorelle snob Nikoru e Deaht, e i miei due tutori Midorikawa e Hiroto.
Sono l'ultimo arrivato in famiglia...
Precisamente all'età di otto anni, quando abbandonai per sempre l'orfanotrofio del Sun Garden e lì trovai tutte le persone care che ora chiamo comunemente famiglia.
A volte mi capita spesso di pensare ai miei "veri" genitori, e mi viene un groppo al cuore se ripenso in quale modo, con quale futile bugia mi hanno abbandonato e ingannato per sempre.
A quanto pare per loro ero di troppo, solo un peso di cui liberarsi al più presto. Un pensiero fisso e snervante che gli pervadeva la mente...
Il mio vero papà... la mia vera mamma...
Mi sento tradito dalle persone che amavo di più di ogni altra cosa al mondo. Mi sento sfiduciato dalla mia famiglia, da quelle persone che pensavo, non mi mentissero mai e tenessero veramente a me.
Che falsi... sono circondato da persone false e  basta...
Ogni volta che ci rifletto, è inutile non piangere perchè è impossibile.
Nonostante io sia una persona fredda e cinica, ho anche io un cuore, il quale è stato rotto per sempre da quelle persone che per me faranno sempre e comunque parte della mia vita.
Scendo lento le scale, e penso invece alla mia nuova famiglia... che alla fin fine è tutto tranne che normale!
Ho due sorelle maggiori che non fanno altro che spettegolare su ragazzi carini, trucchi, gossip, ombretti e smalti. Poi c'è il rompiscatole di turno Hikaru, nonchè mio fratello più piccolo di me di due miseri anni di differenza. Anche se  non sembrerebbe, e infatti mi stupisco anche di pensarlo, gli voglio molto bene... nonostante litighiamo quasi ogni giorno.
Hiroto ci ha persino paragonati ad un gatto ed un cane, i quali in qualche modo si sopportano e convivono pacificamente insieme all'interno della nostra piccola casetta in campagna.
Se devo essere sincero, tengo molto a Kageyama ed alla sua particolare amicizia.
Ma il problema però è che a volte, anzi mi correggo: spesso...                                           
è così appiccicoso e rompiscatole che mi fa perdere tutta la poca pazienza che ho in corpo e finisco sempre per rispondergli in malo modo, con in sottofondo la voce alterata di Midorikawa che mi sgrida per non so quale guaio ho combinato questa volta.
Mi passo una mano tra i capelli turchesi, deciso a scacciare questi pensieri snervanti dalla mia giornata appena iniziata, trovando il mio solito carattere sprezzante e duro.
Scendo ancora una rampa di scale, e finalmente arrivo in cucina, dove trovo la mia famiglia intenta a fare colazione senza considerarmi minimamente.
Deglutisco a fatica. Anche se ci sono abituato, fa fin troppo male non essere apprezzato o semplicemente notato dagli altri.
Ma decido di non darci tanto peso e mi limito a sospirare tra me e me, per il semplice motivo che se i miei genitori sentissero che ho di prima mattina la luna storta, mi brontolerebbero per non so quale causa snervante.
Sto un attimo in piedi sulla soglia della porta della cucina, sentendo il ticchettio dei cucchiaini di metallo che raggiungono il fondo della tazza di porcellana bianca per poi tornare in superficie pieni zeppi di ogni tipo di delizia e golosità che è servita in tavola.
Sbadiglio stanco, e mi dirigo a passo lento nel tavolo, dove prendo posto vicino ad Hikaru, nonchè mio fratello acquisito.
Faccio un sorriso a trentadue denti alla vista di tutto quel ben di Dio da mangiare, ed inizio ad abbuffarmi.
«Ehi! Quella è l'ultima fetta di torta, me l'hai rubata!» mi dice sgarbatamentente mia sorella maggiore Nikoru, dandomi uno spintone e togliendomi tra le mani l'amato pezzo di dolce preso precedentemente, per poi mangiarselo in un solo boccone.
Sbuffo contrariato e prendo dall'altro vassoio una scatola di biscotti al cioccolato che intingo goloso nel latte caldo e bollente.
«Hiroto! Oggi il nostro Hikaru farà il primo giorno alle medie! Non sei contento?» dice ad un tratto Midorikawa, giocando con il suo codino del medesimo colore del pistacchio e rivolgendosi a suo marito con tono sognante.
«Eh gia... mi raccomando Kageyama, comportati bene!» gli risponde di rimando il mio tutore rosso, accarezzando affettuosamente la testolina violetta di mio fratello, il quale non li sta minimamente ascoltando, troppo preso dalla sua colazione.
«Kariya... ora che ci penso hai bisogno di un nuovo paio di scarpe...» mi fa notare Midorikawa, buttando nel cestino della spazzatura i miei amati scarponcini grigi ormai pieni di toppe e cerotti per le troppe volte che ho provato a ricucirli da solo.
«E allora cosa dovrei mettermi?!» sbotto scocciato guardando in malo modo i miei genitori.
«Ci sono le scarpe di tua sorella maggiore Death, dovrebbero andarti!» mi risponde di rimando Midorikawa, prendendo da uno scatolone di cartone delle scarpe bianche e rosa, decisamente troppo femminili.
«M-Ma sono da donna!» borbotto contrariato, prendendo in mano le fatidiche scarpe stile barbie della città, e osservandole meglio.
Sono basse e in ottimo stato, nessun graffio o taglio è presente sulla loro gomma bianca e lucida, segno che sono state appena lavate dal mio tutore dai capelli verdi.
Hanno delle stringhe fucsia acceso e delle piccole righette bianche e rosa confetto sui lati ed il tallone.
Se li guardo meglio, inoltre posso vedere un paio di brillantini e strass ornare la punta della scarpa, e dietro di essa noto anche una piccola etichetta con scritto sopra a caratteri cubitali: Lelly Kelly.
Divento rosso come un peperone dalla vergogna, e abbasso velocemente lo sguardo sul pavimento, il quale è diventato tutto ad un tratto molto interessante.
Incomincio a sudare agitato, in cerca di una via d'uscita per scappare fuori e crearmi un varco da questo imbarazzante problema.
Insomma, non posso uscire conciato in questo modo!
A scuola mi prenderanno sicuramente tutti in giro, e se lo faranno devo ammettere che in fondo non hanno tutti i torti...
Quando mai gli ricapiterà nella vita di ammirare un perfetto esemplare di maschio fottuto indossare delle seducenti scarpette sexy sbrillucicose?!
«Tesoro... nostro figlio ha bisogno di scarpe nuove» soccorre in mio aiuto Hiroto, il quale sta cercando in tutti i modi di convincere suo marito a non farmi mettere ai piedi quelle scarpe così... attraenti, ecco...
Incrocio furtivamente le dita sotto il tavolino, speranzoso che Kiyama riesca ad avere la meglio su quella testa dura di Midorikawa, e per incitarlo maggiormente, comincio a fare silenziosamente il tifo per lui.
"Ti prego, convicilo a non farmi mettere quelle scarpe! Ti prego! Ti pregoo! Non voglio diventare la barbie sbrilluccicosa della scuola... fallo per me papà! In cambio ti farò tutte le faccende domestiche che vuoi farmi eseguire! Te lo prometto!"
Penso intensamente tra me e me, stringendo gli occhi per la speranza del mio tifo silenzioso. Speranza, che purtroppo viene subito arrestata quando sento Riuuji parlottare a bassa voce con il rosso e dire queste parole.
«Ascoltami amore, è appena arrivata la bolletta della luce e del gas... non abbiamo molti soldi da poter spendere in questo momento...»
Ciò che dice Midorikawa è un più in sussurro che una frase vera e propria, e infatti ne Hikaru e neanche le mie due sorelle maggiori hanno sentito ciò che ha appena proferito il verde.
Ma io sì... e mi limito rassegnato ad accontentarmi e fingere un sorriso falso, facendomi andare a genio l'idea di indossare quelle orrende scarpe sbrilluccicose.
Finisco in fretta la tazza di cereali e mi dirigo insieme ad Hikaru nell'ingresso, dove mi preparo mettendomi il giacchetto e le mie fantastiche scarpette rosa.
«Mi raccomando eh! Fai il bravo!» dice per la centesima volta Midorikawa a mio fratello, per poi stampargli un leggero bacio sulla guancia.
«...Ricordati di aprire l'acqua della serra... ciao, ci vediamo a pranzo!» mi dice  in tono neutro il mio tutore dai capelli fulvi, dandomi una piccola pacca sulla spalla e spingendomi fuori dall'abitazione.
Socchiudo leggermente gli occhi, a causa dei raggi abbaglianti del sole, i quali mi hanno inesorabilmente accecato.
"La prossima volta che esco di casa, meglio portarmi dietro un paio di occhiali da sole..." mi appunto mentalmente nella mia testa, mettendo una mano davanti al viso, con l'intento di non lasciarmi accecare ancora da tutta quella luce abbagliante.
«Andiamo insieme?» mi domanda tutto contento  ed emozionato Hikaru, raggiungendomi e venendo al mio fianco. 
«No... io devo fare un piccolo salto alla serra, ci vediamo sull'autobus» gli rispondo in tono neutro, avviandomi velocemente al vivaio. Apro cauto la porta trasparente e passando in un folto labirinto di piante, fiori e cespugli giungo finalmente al centro di essa, dov'è esposto in bella mostra l'irrigatore che apro con un agile scatto.
Immediatamente, getti d'acqua gelata mi bagnano il volto e come un pazzoide drogato incomincio a correre alla ricerca di quella via d'uscita tanto bramata, chiamata comunemente porta.
Appena giungo fuori, metto le mani fra le ginocchia per riprendere un attimo fiato, chiudo gli occhi, faccio un bel respiro ed infine gli riapro pimpante.
Se prima stavo cadendo dal sonno, grazie a questa energica "doccia fredda" sono ritornato lucido e ancora più sveglio e scattante di prima.
Mi strizzo la maglietta azzurra, la quale è completamente fradicia, e mi avvio in direzione dell'abitazione per cambiarmi e rendermi almeno un pò decente e presentabile per il primo giorno di scuola.
«Ehi ragazzino! Non ho mica tutta la giornata!» la voce alterata dell'autista del pullman mi fa tornare alla realtà e mi ricorda anche che sono in estremo ritardo e se non mi muovo perderò definitivamente l'autobus.
Così con una corsa veloce raggiungo esausto il mezzo di trasporto, per poi entrare e mormorare uno "scusi, farò prima la prossima volta..." all'autista, il quale mi risponde dicendomi che se ricapiterà un episodio del genere, non sarà così clemente e mi lascerà per strada.
Deglutisco a fatica, ed osservo con occhi persi l'autobus, notando che quasi tutti i posti sono stati occupati.
«Masaki, vieni qua» la voce infantile di mio fratello Hikaru mi giunge acuta all'orecchio, e senza farmelo ripetere due volte, incomincio a cercarlo con lo sguardo, individuando finalmente una chioma violetta identica alla sua vicino all'ultima fila, e avvicinandomi  velocemente a quest'ultima.
Faccio per sedermi, quando sento qualcosa di denso e altamente appiccicoso arrivarmi alla schiena, mi giro schifato e levo dalla mia spalla un... panino al burro di arachidi?!
Lo butto per terra disgustato,  girandomi dietro per vedere il colpevole di quel reato, con l'intento di farci una bella litigatina mattiniera.
Ma quando i miei occhi si posano su quelli aranciati del mio "aggressore", mi sento mancare l'aria, e sento le gambe farsi pesanti.
Perchè proprio lui?! Che cosa ho fatto di male per meritarmi questo?!
«Beh contadino! Cos'hai da guardare?! Dovresti ringraziarmi... almeno hai rimediato la merenda!»
Quella voce... la sua voce... inconfondibile, bassa e roca... terrificante, da mettere i brividi.
Osservo un'ultima volta in faccia il mio peggior incubo : Tsurugi Kyosuke, il peggior bullo che abbia mai incontrato prima d'ora, in tutta la mia vita.
Solo a vederlo, ti fa venire la pelle d'oca...
Ha una pelle bianca cadaverica come quella dei vampiri rappresentati nei film horror, occhi taglienti di un arancio fotonico che sembrano scrutarti l'anima affondo, e per finire dei capelli del medesimo colore della notte acconciati in una bizzarra capigliatura, fatta ciuffi sparati in alto che terminano in un codino ribelle dietro la testa.
«Beh... il gatto ti ha forse mangiato la lingua?!» il "vampiro" si prende nuovamente gioco di me, provocando una sonora risata di gruppo tutt'intorno.
Sbuffo scocciato, e mi limito a lanciargli un'occhiataccia allo stile Kariya Masaki, socchiudendo gli occhi fino a farli diventare un'unica e piccola fessura giallastra.
Dopo averlo guardato male, mi metto seduto vicino a mio fratello, il quale mi osserva con aria preoccupata.
«Tutto bene?» mi domanda infine, mettendomi una mano sulla spalla, e picchiettandomi essa insistentemente.
Cosa che mi altera moltissimo, ed infatti con uno strattone gliela tolgo, osservandolo infastidito e scocciato.
«La smetti di essere così appiccicoso?! Lasciami in pace!» sbotto infine, sbuffando e girandomi dal lato opposto del seggiolino, con l'intento di non vedere per un pò quell'odiosa chioma violetta.
Sento Hikaru aprire la bocca per replicare, ma poi interrompersi e sospirare fra se e se.
Sospiro a mia volta, cercando di far raffreddare tutta la rabbia che mi pervade la testa per questa giornata già iniziata con il piede sbagliato.
So che non dovrei prendermela con lui, perchè in fondo non c'entra niente Kageyama... se sono frustrato la colpa non è sua.
Ma tutti sanno che la pazienza e l'educazione non vanno affatto daccordo con Kariya Masaki.
A volte però... mi dispiace molto per il modo arrogante con cui gli rispondo, ma il problema però è che non ci posso proprio far niente, la mia bocca parla solo a sproposito e non riesco mai a farla stare zitta.
Dovrei essere più coraggioso e affrontare a viso aperto quegli odiosi bulli, invece di scaricare il mio rancore contro Hikaru, ma a dire la verità... ho abbastanza paura di vedermela faccia a faccia con quei brutti tipi, specialmente con lui... Tsurugi Kyousuke, il mio incubo da ormai più di un anno.
Si esatto... avete capito bene, anche quando ero in prima media, lui non faceva altro che darmi fastidio, stuzzicandomi con qualche frasettina di troppo o addirittura con qualche insulto pesante.
Io come uno stupido me la prendevo,  così da farlo riuscire nel suo intento e dargli soddisfazione nel vedermi frustrato a causa sua.
Ad essere sincero, ne ho provate veramente di tutti i colori  per farlo smettere... persino a fare l'indifferente, ma niente... nessuna mia strategia sembra funzionare.
Mi ha preso di mira, è vero, ma non capisco il perchè...
Mi passo una mano tra i capelli turchesi, e scuoto la testa scrollando la mente da tutti questi pensieri paranoici che ci sono dentro di essa.
Infine prendo dallo zaino un pennarello nero, e mi abbasso dal seggiolino fino a raggiungere i miei piedi, ornati di gomma bianca e brillantini, che con poche mosse trasformo in delle decenti scarpe unisex, coprendo le righe fucsia con il nero del mio amato pennarello indelebile.
Rimetto dentro lo zaino il pennarello scuro, e ghigno soddisfatto osservando il risultato appena raggiunto:
Ora non sarò più la barbie sbrillucicosa della scuola, ma Kariya Masaki.

 

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-Angolino dell'arcobalenO

Salve  a tutti i cari lettori che hanno letto  questo primo chap di questa fanfiction! C:
Dopo secoli d'astinenza (?) ecco qua che la vostra cara Beta-Chan ricompare qua sul fandom a rompere le scatole con una RanMasa tratta/ispirata appunto al film & libro "Un Ponte Per Terabithia".
Devo ammettere che ho da poco letto il libro, e la storia mi è piaciuta moltissimo, perciò ho deciso di scriverci  qualcosa a proposito in omaggio C:
C'è solo un piccolo dubbio che mi assale: non vorrei aver fatto un plagio, visto che la fic tratterà in modo generale le stesse situazioni del film e del libro, cambiando però qualche parte e con protagonisti non più Leslie & Jess ma i nostri cari Inazumiani!
Quindi beh, vi chiedo di dirmi inanzitutto cosa ne pensate del primo capitolo se vi è piaciuto o meno, se ci sono stati errori o orrori tramite una piccola recensione, e poi beh, se ho fatto un plagio, non siate timidi a dirmelo, mica mordo! x'3
Insomma, per farla breve, non vorrei finire nei guai, ecco... :'D
E nientO, credo di aver detto tutto,
Alla prossima! ^^


-Beta-Chan

 

   
 
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