Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: Nidham    23/02/2015    4 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il silenzio era opprimente e infrangibile come una robusta armatura di acciaio temperato. Erano trascorse ore da quando gli occhi dell'elfo si erano chiusi sul pugnale di Morrigan e i suoi bassi gemiti involontari si erano spenti in un nulla ancora più preoccupante della prova tangibile della sua sofferenza. Quando il lyrium era penetrato nel suo corpo, l'elfo si era limitato a stringere i denti in una smorfia sommessa, mentre tutti i muscoli del suo corpo si tendevano e strappavano in preda a spasmi che nessuno dei suoi compagni avrebbe saputo immaginare. Non aveva ceduto alla relativa consolazione di esternare la propria sofferenza in qualche catartico grido liberatorio, ma quando il sangue aveva iniziato a dipingere di una sfumatura vermiglia l'intruglio di acqua e pozioni in cui Morrigan l'aveva fatto immergere, quando la volontà aveva iniziato a cedere il passo all'incoscienza, quei leggeri ansiti tormentati erano stati insieme fonte di angoscia e speranza per i suoi compagni, che vi trovavano la consapevolezza concreta, per quanto orribile, della sua permanenza in quel mondo che con ogni probabilità non avrebbe più visitato.

Adesso, in quell'assoluta, granitica immobilità, Oghren non riusciva a scorgere neanche il sottile affannarsi di quei respiri strozzati che, fino a poco prima, era riuscito con estrema fatica a immaginargli nel petto.

Morrigan era assolutamente irraggiungibile, persa in una concentrazione perfetta che la rendeva più simile ad una statua che a un essere umano. Solo il leggero velo di sudore sulla fronte e intorno al labbro superiore, arricciato in una smorfia spiacevole, dimostravano lo sforzo a cui si stava sottoponendo, la battaglia cui si era consegnata anima e corpo, per dare al compagno il tempo necessario a salvare qualcuno che non voleva più essere salvato.

Il nano avrebbe voluto fermarli, più e più volte, in quell'infinito pomeriggio che avevano trascorso a pianificare, preparare e fingere ottimismo. Avrebbe voluto convincerli a rispettare il rinnovato coraggio di un'anima sfortunata che, in un attimo di disperazione, aveva rinnegato la sua forza, ma aveva saputo riafferrarla con ferocia prima che fosse troppo tardi. Nel silenzio improvviso di Eilin, Oghren non leggeva il segno di una irrimediabile fine, bensì la prova di una nuova, impensabile vittoria dell'uomo contro il potere corrotto di quelle tenebre che già una volta avevano sconfitto. Avrebbero dovuto lasciarla andare, dimenticare la sua debolezza e ricordare l'abnegazione con cui li aveva salutati, in vita, prima che in morte. Il prezzo che Morrigan aveva loro imposto, senza possibilità di scelta, era troppo alto perché chiunque fosse disposto a pagarlo, e di certo non avrebbe permesso all'anima del loro capo di raggiungere la pace, perché nessuno meno di lei sarebbe stata capace di correre in paradiso su di una strada lastricata dal sacrificio di coloro che amava, o peggio di centinaia di innocenti che il demone, con cui avevano farcito il corpo dell'assassino, avrebbe potuto uccidere, se non avessero saputo trattenerlo.

Alistair era quasi altrettanto immobile della strega. Teneva le mani contratte sulla spada, le spalle erette e gli occhi fissi sul corpo immerso in quella improvvisata vasca di legno e metallo, su cui le rune dipinte col sangue e il lyrium spiccavano come occhi arrossati su di un mostro addormentato.

Non aveva proferito parola, mentre guardava la vita scivolare via dal compagno insieme al sangue. Non aveva tremato, né distolto lo sguardo mentre i simbolici magici si attivavano lungo la spirale di cui sorvegliava l'origine, dimostrando l'efficacia del rito e la puzzolente riuscita del loro abietto scambio.

Oghren avrebbe dovuto impedirlo, lo sapeva come sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di pronunciare quelle poche, semplici parole così giuste e così sbagliate ad un tempo.

Aveva seguito Zevran con determinazione, anzi, era stato il primo a costringerlo a guardare in se stesso e a riconoscere la verità in quelle allucinazioni; era stata colpa sua se l'elfo aveva abbandonato la bottiglia per gettarsi in quell'incubo, ma nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare cosa realmente si celasse dietro quella missione suicida a cui si erano votati.

Eilin meritava la pace, il nano non ne aveva mai dubitato, ma che pace avrebbe potuto trovare in quel delirio che stava trasformando il volto cesellato e irritante dell'elfo in una maschera di vene nerastre e ossa spezzate? Il demone lottava per fondersi alla sua pelle e la magia di Morrigan, unita alle preghiere del Custode, cercava di tenerlo a bada, con uno scontro di volontà che lasciava poco spazio per qualsiasi errore.

Non c'erano segni che Zevran stesse ottenendo qualche risultato, nell'Oblio, e forse non avrebbero mai saputo se tutti quei sacrifici sarebbero valsi a qualcosa. Alla luce della verità che lui soltanto poteva osservare, senza esserne coinvolto a tal punto da esserne risucchiato, quel piano che aveva dato loro speranza era soltanto l'inizio di una nuova tragedia. Solo Zevran, forse, avrebbe trovato una parvenza di pace, pur nell'orrore cui si era condannato, perché, se avesse avuto successo, si sarebbe addormentato nella consapevolezza che ogni tortura che avrebbe subito sarebbe servita a liberare colei che amava e questa certezza l'avrebbe accompagnato nel suo perpetuo dolore; ma loro a cosa avrebbero dovuto aggrapparsi, per trovare la forza di dimenticare? Al cupo pensiero di aver costretto una creatura coraggiosa a convivere per l'eternità coll'insostenibile peso di un unico attimo di codardia? Al ricordo di un amico perduto in un inferno infinito di corruzione? Magari persino al dubbio di aver favorito o accelerato un prossimo Flagello.

Il nano alzò gli occhi sul suo Re, chiedendosi come avesse potuto permettere quella follia, sapendo che non avrebbe comunque potuto impedirla. E poi l'amore rende folli, quasi quanto la gelosia, anche quando è nascosta dietro una patina di rassegnato senso di colpa.

Alistair non si era mai perdonato l'orgoglio e l'ostinazione con cui aveva perseguito l'onore al prezzo dell'amore. Aveva trascorso gli ultimi mesi immerso in un fragile stoicismo in cui aveva affogato il suo cuore in un vortice di responsabilità e impegni mondani, pur di non affrontare se stesso e i propri sentimenti. Adesso, di fronte ad una effimera speranza di rimediare ad un errore che non era stato errore, non si sarebbe tirato indietro, a meno che il piano non prevedesse l'assassinio brutale di un centinaio di vergini. Una volta aveva scelto il bene certo contro un possibile futuro oscuro, pagandone il prezzo più alto, ora, gonfio di disperazione e solitudine, spronato dall'incoscienza generosa e appassionata dell'amico e rivale, non avrebbe saputo trovare abbastanza volontà per voltare nuovamente le spalle alla speranza, in cambio di una più gretta e concreta sicurezza per se stesso e ciò che doveva proteggere.

L'unica concessione che aveva fatto al suo senso del dovere, era stato piegarsi alla frustrante necessità di rimanere nuovamente ad osservare un altro sacrificarsi al suo posto, quietando il morso violento della gelosia in un più malinconico rinnovo del senso di colpa, mentre accettava implicitamente il principio politico e vigliacco secondo il quale la vita di un re vale più di quella di un comune suddito.

Alistair era più Custode che sovrano, più fanciullo che uomo, anche se i giorni trascorsi in solitudine l'avevano forgiato e indurito, oscurando la luce gentile dei suoi occhi, soffocando l'ingenua timidezza della sua voce, costringendo il suo animo a macchiarsi di quelle innocenti nefandezze che il potere impone a chiunque sia costretto a detenerlo.

Adesso, in quella capanna soffocante e gelida, vegliava sulle ultime vestigia della sua purezza, portando sulle spalle il peso della sua responsabilità, pronto a infrangere l'ultimo sogno oscuro che avesse osato concedersi, in nome di un ruolo che non poteva abbandonare.

Oghren avrebbe voluto andargli vicino, stringergli la mano, scuoterlo da quel tortuoso incubo mentale, per mostrargli l'assurdità che stavano commettendo e a cui, ormai, non c'era rimedio possibile. Avrebbe voluto gridare, implorare, bestemmiare, ma aveva perso da un pezzo l'occasione in cui le sue recriminazioni avrebbero potuto essere utili. Avevano compiuto una scelta, potevano solo portarla fino in fondo.

Le ragioni di Morrigan gli rimaneva più oscure. Aveva visto la sua titubanza nell'accettare il suo ruolo in quella pazzia, aveva letto nella sua voce la consapevolezza che stessero solo scambiando un male per un altro, un dolore per un altro, forse anche più terribile, eppure li aveva seguiti, anzi guidati, su quel sentiero senza uscita e adesso rischiava se stessa per una guerra di cui non sarebbe mai stata vincitrice.

Eilin li avrebbe maledetti tutti, nell'aldilà, se mai avesse potuto davvero raggiungerlo, un po' come l'aveva maledetta lui stesso, in un attimo di sconforto, mentre osservava il torace di quell'amico, che non aveva mai voluto ammettere essere tale, coprirsi di sottili cicatrici sotto il pugnale cerimoniale della strega, concentrata nel tracciare simboli protettivi e trappole magiche per trasformarlo in una specie di barbara gabbia vivente. L'aveva maledetta, è vero, anche se si era vergognato subito per quella ingratitudine. Eilin era poco più di una bambina, aveva visto in vita più morte e desolazione di tanti vecchi soldati e mercenari, aveva trovato la forza di sorridere in mezzo alle lacrime, di sperare in un vortice di disperazione, di morire quando avrebbe potuto costringere colui che amava a lasciarla vivere. Adesso era persa chissà dove e chissà in che stato, ignara delle loro intenzioni e della strada che li avrebbe portati a percorrere la sua involontaria e comprensibile richiesta d'aiuto. Come poteva condannarla per aver avuto paura? Come poteva maledirla per aver sperato di salvare almeno una parte di sé? Non meritava la sua rabbia, né, tanto meno, il suo disprezzo, ma loro avrebbero meritato quello di lei, per aver permesso che il suo sacrificio venisse vanificato da un atto di eroica angoscia e vigliacco desiderio.

Un grido selvaggio lo distolse da quelle inutile elucubrazioni, facendogli alzare l'ascia in posizione d'attacco, prima di rendersi conto che il corpo di Zevran era rimasto immobile e solo le sue labbra si erano dischiuse in quel lamento inumano, in cui la voce scanzonata dell'elfo era stata contorta e macchiata dal verso roco e bestiale di una creatura selvaggia, furente di rabbia e bramosia di libertà.

“La strega si sta indebolendo” il nano non sapeva se l'amico l'avesse sentito o ascoltato, ma vide il suo sguardo farsi più vigile, la sua tensione più dolorosa. “Non riuscirà a trattenerlo ancora a lungo.”

Alistair non si mosse, né annuì, ma entrambi sapevano cosa significassero quelle parole.

“Che il creatore ci aiuti” mormorò soltanto, quasi senza dischiudere le labbra, come se si vergognasse di invocare l'aiuto di un dio in quel peccato. “Che il Creatore vegli su di loro.”

Ritorno dopo un discreto periodo d'assenza e non mantengo la mia promessa di metter su il capitolo conclusivo... ma una preziosa recensitrice (AHHHH... recensore femmina, diciamo!) mi ha ricordato che avrebbe avuto senso anche sapere cosa stesse succedendo all'esterno dell'Oblio, prima di mettere la prola fine a questa storia. Così, eccomi qua ^_^ tra l'altro avevo bisogno di un capitolo che mi facesse "rientrare in tema". Spero di avere il tempo materiale (e l'ispirazione) di terminare questa ff senza far trascorrere un altro mese!!!! Grazie a chiunque continui a seguire questa storia!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: Nidham