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Autore: leila91    24/02/2015    13 recensioni
" [...]Bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna [...]"
Ciao a tutti!
Questo lavoro ripercorre tutta la vita di Dama Eowyn, uno dei personaggi a mio parere più belli che Tolkien abbia mai creato.
Partendo dalla sua infanzia, passando per l'adolescenza trascorsa al palazzo di suo zio Theoden, fino alle vicende narrate nel Signore degli Anelli: l'incontro con Aragorn, lo scontro con il Re Stregone e la sospirata felicità trovata con Faramir.
Per gli avvenimenti pre!LOTR mi baserò quasi esclusivamente sulla mia fantasia, rispettando ovviamente ciò che il Professore narra nelle Appendici.
In alcuni punti si è reso necessario un mix tra movieverse e bookverse... Spero non infastidisca nessuno :)
Vi ho già scocciati anche troppo: spero di riuscire a trasmettere, a chiunque deciderà di seguirmi, il profondo amore che nutro per questo personaggio, e di renderle pienamente giustizia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Theoden, Theodred
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La breve notte di Dernhelm


                                                                                                                 


Che l’apparenza molto spesso inganni, è abbastanza risaputo.
Ma ciò non impedì ad Éowyn di meravigliarsi ancora una volta, e sempre in negativo, di quanto fosse faticoso cavalcare per diversi giorni di fila. O addirittura durante la notte.
Senza trascurare il fatto che la cavalcatura in questione non fosse interamente per lei, ma abbia dovuto condividerla con un’altra persona. E per quanto piccolo e leggero potesse essere Merry, una certa differenza comunque la faceva.
Perciò quando il re ordinò finalmente di fermarsi, a pomeriggio inoltrato, la fanciulla non si sorprese nel sentire ondate di puro sollievo invaderle l’animo.
Dopo aver aiutato Merry a smontare da Dahira, Éowyn si prese un paio di minuti per osservarlo, e per capire se stesse bene.
Il Mezz’uomo sembrava provato tanto quanto lei, ma Éowyn non lo aveva mai sentito lamentarsi. Non una singola volta.
Lei da parte sua decise di non domandargli nulla, temendo che avrebbe potuto ferirlo nell’orgoglio, se mai avesse fatto trasparire la sua preoccupazione.
Merry si era guadagnato il diritto di essere lì con loro, di essere trattato da pari. Nessuno poteva capire questa cosa meglio di lei, e che potesse essere dannata se ora avesse rovinato tutto con atteggiamenti da mamma apprensiva!
 
Éowyn venne distratta dai quei pensieri da una fitta lancinante al fianco, più o meno a livello della milza.
Si accorse di avere le membra completamente intorpidite: nulla di cui stupirsi dopo tutte quelle ore a cavallo!
Provò a stendere gambe e braccia, passando poi a massaggiarsele, nel tentativo di riattivare completamente la circolazione sanguigna.
La pesante cotta di maglia che aveva addosso le impedì di riprendere fiato come avrebbe voluto: chi avrebbe mai immaginato che le armature dei soldati avrebbero potuto rivelarsi così scomode!
“È tutto così diverso da come me l’ero sempre immaginato!” pensò tra sé, “Quante cose credevo di sapere, e invece…”
Già, invece.
 
Solo pochi giorni prima era la Dama Bianca di Rohan, splendida signora di Meduseld. Una creatura delicata da servire e proteggere.
Ora invece eccola lì, nel bel mezzo di quel vasto mondo che tanto aveva agognato di poter esplorare, circondata da migliaia di soldati, che tanto nella sua infanzia, quanto nell'adolescenza, aveva spesso invidiato.
 
Mentre stava cominciando a guardarsi intorno, in cerca di legna secca per accendere il fuoco, vide venirle incontro Efhelm, il comandante dell’Éored della quale era entrata a far parte.
L’uomo era l’unico, oltre a Merry ovviamente, ad essere a conoscenza della sua vera identità: a tutti gli altri soldati Éowyn aveva scelto di fornire il nome ‘Dernhelm’. Elmo segreto.
 
Efhelm chinò lievemente il capo, guardingo, cercando di non farsi notare dagli altri uomini.
Éowyn si fidava ciecamente di lui: era infatti uno dei superstiti della battaglia dei guadi dell’Isen, ed era stato grande amico di Thèodred.
Da esperto soldato, e grande osservatore qual’era, Efhelm l’aveva inquadrata subito. Dopo essere stata messa alle strette, il giorno stesso in cui avevano lasciato Dunclivo, la giovane aveva rischiato il tutto per tutto, rivelandogli la sua vera identità, e quella di Merry.
Il comandante l’aveva guardata con una sorta di incredulo stupore, e per diversi secondi non era riuscito a dirle nulla.
Poi una volta ripresosi si era mostrato incredibilmente accondiscendente, come mai Éowyn si sarebbe aspettata, e aveva benedetto la sua buona stella.
Niente rimproveri, provvedimenti o ramanzine… Chi lo sa, forse Efhelm aveva provato per davvero a mettersi nei suoi panni; forse la credeva animata dal bisogno di vendicare il cugino. Oppure più probabilmente si era semplicemente rassegnato, considerando il minore dei mali avere una donna -seppure la nipote del Re!- all’interno delle sue truppe, rispetto a tutto ciò che presto avrebbero dovuto affrontare. Éowyn non sapeva dire quale delle tre ipotesi potesse essere quella giusta -anzi, magari le motivazioni del comandante erano in realtà tutt’altre- ma non le importava. Tutto ciò che contava era avere la sua approvazione, oltre alla sua complicità. Cose per le quale sentiva di essergli incredibilmente grata.
 
“Mia signora” le stava mormorando ora l’uomo, “State bene? Vi ho vista affaticata! C’è forse qualcosa che posso fare per voi?”
“Avete fatto già molto mantenendo il segreto, amico mio” rispose Éowyn, “Vi prego dunque di continuare a trattarmi come uno dei vostri uomini. Destare sospetti per un trattamento preferenziale è l’ultima cosa che voglio”.
L’uomo assentì col capo: “Sta bene, ma di qualunque cosa possiate avere bisogno non esitate a riferirmelo, mia Signo-”
“Sono Dernhelm adesso, ricordate?” lo interruppe lei, accennando un sorriso, “Di una cosa avrei effettivamente bisogno: ho perso di vista il mio compagno” disse guardandosi intorno alla ricerca di Merry, “Sapete forse dove sia…”
“Eccolo, è laggiù” rispose Efhelm, facendo segno col dito a qualche metro da loro.
“Una creatura davvero singolare” ridacchiò, “Credo stia cercando di fare amicizia con gli altri soldati”
Merry era infatti circondato da alcuni uomini, coi quali stava discutendo in maniera alquanto concitata.

Éowyn sorrise, intenerita, ma allo stesso tempo preoccupata: E se lo Hobbit si fosse inavvertitamente fatto sfuggire qualcosa? Ma no, che sciocchezze, poteva fidarsi di lui…

Beh, meglio non correre rischi, comunque.
 
“Messer Meriadoc!” lo chiamò, rimettendosi l’elmo, “Vieni qui! Ho bisogno del tuo aiuto!”
Lo Hobbit sembrò dispiaciuto alla prospettiva di dover lasciare i suoi ‘nuovi amici’, tuttavia fece comunque come gli era stato detto, tornando trotterellando verso di lei.
“Comandate, mia sign- ehm volevo dire, Dernhelm!” le disse, correggendosi all’ultimo.
“Coraggio, Merry, accendiamo un fuoco” fu la risposta, “Dobbiamo cercare di sfruttare al meglio questi momenti di riposo”.
 
 

* * *
 
 
Un’ora più tardi i due compagni giacevano sdraiati accanto alle braci morenti, che emanavano ancora un piacevole, per quanto tenue, calore.
Il sole era tramontato, e centinaia di stelle si erano accese nel cielo, illuminando la notte con il loro chiarore.
Per un po’ l’unico pensiero di Éowyn fu quanto risultasse scomodo e fastidioso riposare all’addiaccio. Non aveva ancora trovato una posizione che li si confacesse, e stava perdendo le speranze di trovarla del tutto.
Durante il pasto serale Merry si era dimostrato incredibilmente loquace: aveva raccontato all’amica dei precedenti discorsi con i soldati, e nella sua voce Éowyn aveva avvertito, con suo grande sollievo, un inusuale entusiasmo.
 
“Non facevano altro che prendermi in giro all’inizio, ma ci sono abituato” aveva detto lo Hobbit, “Ѐ da quando ho lasciato la Contea che, dovunque io vada, le persone mi guardano meravigliate, dandosi di gomito e bisbigliando fra loro. Non avrei mai immaginato che noi Mezz’uomini potessimo destare così tanta confusione!
Voglio dire! Io sono a conoscenza dell’esistenza di Elfi, Nani e della Gente Alta da tutta la vita. Non mi è mai capitato di restare a fissarli con la bocca spalancata dallo stupore. Di noi invece sembra non sapere niente nessuno!”
 
Mentre parlava agitava le mani ed era decisamente più buffo del solito.
Éowyn si trovò a ringraziare silenziosamente più volte la Sorte, per averle donato un tale compagno di viaggio: quello spirito fresco, puro ed ingenuo, ancora così capace di stupirsi davanti a tutto, era un vero balsamo in una situazione così tenebrosa come la loro.
“Ti hanno chiesto qualcosa di me?” domandò la giovane, cercando di non far trapelare la sua ansia da quelle parole.
“Sì, a un certo punto hanno effettivamente iniziato a farmi delle domande”, rispose Merry grattandosi il mento, e sforzandosi di ricordare, “Ma il comandante Efhelm che passava di lì li ha zittiti, asserendo che garantiva lui per voi”.
 
Éowyn sospirò sollevata, chiedendosi poi quando quel testone avrebbe iniziato finalmente a darle del tu.
“Allora hanno ricominciato a dileggiarmi, chiedendomi cosa ci facesse una creaturina come me in mezzo ad un esercito di cavalieri”.
“Che cosa gli hai risposto?” domandò ancora Éowyn, curiosa.
“Che non lo sapevo nemmeno io… Che volevo solo rendermi utile, perché ero stanco di venire sempre lasciato indietro. Che tutti quelli che amo sono partiti per luoghi oscuri e missioni pericolose, e che anche io volevo fare la mia parte, per quanto piccolo e insignificante possa essere il contributo di uno come me. Poi non sapevo più cosa aggiungere, e allora gli ho raccontato di Pipino”.
“Merry…” cominciò Éowyn con tono addolcito: sapeva bene quanto non fosse facile, per lo Hobbit, parlare del suo amico e parente, così lontano.
“I loro sguardi sono cambiati completamente” continuò imperterrito il Mezz’uomo, come se l’interruzione non ci fosse mai stata, “Non erano più canzonatori, ma pieni di rispetto. Mi hanno dato tante di quelle manate sulla schiena da lasciarvi probabilmente il segno” ridacchiò, “Per fortuna poi, è arrivato mastro Dernhelm a salvarmi” concluse, azzardandosi a farle una strizzatina d’occhio.
Éowyn in risposta gli arruffò i capelli, irrigidendosi però pochi secondi dopo: non era proprio da lei un gesto del genere!
 
Infine tra loro era sceso un silenzio così profondo da indurre
Éowyn a credere che il compagno si fosse ormai addormentato.
Uno starnuto arrivò immediatamente a smentirla.
“Ci siamo quasi” sentì la sua voce dire.
“Già” fu la risposta.
“Non mi sembra ancora vero di essere qui” esalò, “Ad appena poche ore da Minas Tirith”
“Dernhelm…”
Éowyn sorrise: lo Hobbit aveva imparato bene la lezione.
“Dimmi, Merry”
“Potremmo morire domani …”
“Lo so bene”. Lo aveva accettato ormai da diversi giorni.
Tuttavia questo non le impedì di sentire comunque una morsa, acuta come una stilettata e fredda come il ghiaccio, opprimerle il petto.
“Hai forse qualche ripensamento, piccolo amico?”
“No… e se anche fosse oramai è troppo tardi. Vorrei solo che tutto questo non fosse necessario. Vorrei essere un grande guerriero, forte come vostro fratello e fiero come il Re. Vorrei poter sbaragliare tutti i nostri nemici con la sola forza del pensiero e arrivare galoppando in Città, per salvare Pipino. Vorrei poter tenere al sicuro anche voi, vorrei potervi offrire di più di quello che sono. E ciò che sono è solo… solo uno Hobbit!”
“Quante parolone, messer Meriadoc…” borbottò Éowyn, per nulla impressionata da quello sfogo, almeno apparentemente.
 
“Stammi bene a sentire” sbottò poi, ufficialmente stanca di sentire l’amico sminuirsi e ad auto commiserarsi in quel modo, “Tu possiedi più forza e coraggio di molti altri uomini, alti almeno il doppio di te, che ho conosciuto in vita mia. Il tuo cuore è sincero, e ti ha portato fin qui, e io non potrei desiderare compagno d’arme migliore al mio fianco! Perciò ora basta con questi discorsi, e piuttosto cerca di riposare finché puoi!”
 
“Ѐ solo che siete così giovane e bella” mugugnò ancora l’altro, abbassando ulteriormente la voce, come se si vergognasse di quelle confidenze o temesse la reazione della giovane, “Non posso sopportare l’idea di vedervi spezzata. Voi non dovreste nemmeno esser-”
 
Per sua fortuna il suo tono di voce era decisamente troppo basso, e le parole troppo indistinte, perché Éowyn riuscisse pienamente a coglierne il significato, altrimenti, Merry ne era sicuro, avrebbe potuto seriamente arrabbiarsi con lui.
E, sempre per sua fortuna, lo squillo di un corno si mangiò la parte finale della sua frase.
 
Éowyn si tirò su di scatto, scordandosi all’istante della loro discussione, i nervi a fior di pelle.
“Ma come… Com’è possibile? Non ci siamo coricati che da un paio d’ore!”
 
Tutto intorno a loro si era fatto un gran vociare, e numerosi soldati, ancora frastornati come lei, stavano lasciando malvolentieri i loro giacigli, e dopo aver raccolto la propria roba, stavano correndo di gran carriera verso i cavalli.
 
Efhelm era già in sella al suo destriero, e gridava ordini a destra e a manca, in mezzo al parapiglia generale.
“Prepararsi a partire immediatamente! Avanti uomini, non c’è tempo da perdere. Minas Tirith ci attende!”
 
Merry non aveva impiegato che pochi minuti per rassettarsi, ed era anche riuscito a raccogliere qua e là frammenti di informazione.
“Sembra che la situazione a Gondor sia ancora più critica rispetto al previsto” riferì con un rantolo ad Éowyn: aveva il fiatone per aver corso come un forsennato in giro per il campo; “Poco fa sono giunti di gran carriera dei messaggeri da Minas Tirith, assieme a dei nostri esploratori, recando infauste notizie. Ѐ per questo che Efhelm ha deciso-”
 
“Sì, sì lo avevo immaginato”, lo interruppe forse troppo bruscamente Éowyn.
 
E così il momento era finalmente arrivato, non si poteva più tornare indietro.
 
Éowyn serrò le palpebre e cercò di rimuovere dalla mente qualunque tipo di emozione, finchè non rimase altro che una feroce e fiera determinazione.
Quando riaprì gli occhi essi bruciavano di passione, come mai prima di allora.
 
Montò velocemente su Dahira, tendendo poi una mano allo Hobbit: “Ci siamo, Merry. Sei pronto?”
 
“Come si fa ad essere pronti per una cosa del genere?” avrebbe voluto risponderle lui. All’improvviso non desiderava altro che potersene tornare a casa all’istante, nella sua bella e pacifica Contea, lontano dai pericoli e dai ricordi.
“Ma non esisterà più la Contea se non faccio qualcosa. Non solo fisicamente. Non sarà proprio più lo stesso posto per me. Non mi potrei più guardare in faccia se abbandonassi ora i miei amici, dopo tutto quello che ho passato per giungere qui”.
Tutti questi pensieri gli attraversarono la mente in appena una frazione di secondo.
 
Merry annuì deciso, e afferrò la mano che gli veniva offerta.

 
 

   
 
 




 

Benni’s Hole:
Lo so sono in ritardo.
Lo so, è corto (lo dice pure il titolo ^^”)
Lo so è di transizione.
Giuro che è l’ultimo prima di arrivare finalmente al Re Stregone, lo giuro, lo giuro xD
Il punto è che mi sembrava troppo forzato passare direttamente alla battaglia, e volevo dedicare un paio di righe alle vicissitudini di Dernhelm ( per la gioia di alcune di voi xD) ossia la nostra Eowyn in panni maschili, alle prese con la quotidianità da soldato…
Spero come sempre che vi sia piaciuto e grazie infinito di aver letto :-*
Un abbraccio a tutti i lettori, recensiste, ricorda tori, preferitori (Laylath che mi ha aggiunta da poco) e seguitori (Crisbo e PuccaChan_Traduce che mi hanno aggiunta da poco ♥)
 
Siete meravigliosi, alla prossima!
 
Benni
   
 
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