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Autore: A i l a    24/02/2015    7 recensioni
[Sasori-centric]
Emozioni, ecco, erano queste che man mano distruggeva quando, grazie a all'utilizzo della bautta, fingeva un broncio o un sorriso, a seconda delle situazioni.
Smettere di essere un marionettista significava perdere la poca spontaneità che gli restava, uccidendo ciò che era veramente.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akasuna no Sasori
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Dopo una giornata straziante, era finalmente a casa, nel suo appartamento.
Una volta entrato, buttò le chiavi nel solito cestino e tastò il muro, alla ricerca dell'interruttore.
C'era un silenzio di tomba, finché il ragazzo non accese la luce del salotto. Questa continuava a fare un rumore fastidioso che, all'inizio, dava sui nervi, ma dopo un po' ci si faceva l'abitudine. Lui viveva lì da quasi tre anni, ormai non faceva neanche più caso a quel brusio.

A
ttraversò il salotto e si diresse verso un corto corridoio. Girò a destra, verso il suo laboratorio, ovvero dove dava vita alle sue opere, le famose marionette.
A prima vista poteva apparire una stanza piuttosto caotica, ma, dopo un'osservazione più accurata, si poteva notare che seguiva un certo ordine.
Le finestre erano chiuse, serrate, mentre sul soffitto si trovava una lampadina che emanava una luce fioca.
Sulle pareti della camera, si ammiravano i capolavori ormai terminati del ragazzo, invece sul tavolo che si trovava nel centro, c'erano le membra ancora da assemblare.
In un angolo, non molto lontano dalla finestra, si trovava la scrivania del ragazzo, imbandita di scartoffie e progetti molto particolari, studiati nel dettaglio.
Su una mensola, inoltre, si trovava una piantina appassita. Alla sua vista, veniva spontaneo chiedersi se Sasori non strappasse la vita a coloro che avevano il privilegio di possederne una, per infonderla nelle sue opere.

Quella stanza aveva davvero qualcosa di inquietante.
Sarà l'atmosfera tetra, l'aria abbastanza pesante che si respirava, i manichini appesi ai muri... Era tutt'altro che rasserenante, però il ragazzo non poteva permettersi nulla di più che un arredamento spartano.
L'arte non era ancora il mezzo con cui riusciva guadagnarsi il pane e, con ottime probabilità, non lo sarebbe mai stato.
Nessuno è interessato a spendere i propri guadagni nelle sue bamboline e, d'altro canto lui non era disposto a cederle a degli sconosciuti, indipendentemente dalla somma che erano disposti ad offrire – anche se, coi tempi che correvano, trovarsi in tasca qualche spicciolo in più gli avrebbe solo fatto comodo -.

Una parte di sé, il suo spirito, è sempre stata legata a quelle bamboline inanimate.
Non riusciva a staccarsene, per questo la sua carriera d'artista non fruttava alle sue finanze. Infatti, spesso le entrate erano impiegate esclusivamente per pagarsi gli studi, l'affitto e comprare il materiale necessario per creare le sue marionette.
Impegnando anima e corpo alla loro creazione, allontanarsene significava essere privato del soffio vitale che gli aveva generosamente donato.

Sarebbe rimasto bloccato a lavorare in quella bottega che vendeva pezzi d'antiquariato ancora per un po', almeno finché non avesse trovato un'occupazione migliore.
Dopotutto, quella vita non gli dispiaceva poi tanto.
Non poteva chiedere nulla di meglio che continuare a costruire marionette e arricchire la sua collezione, lasciandosi vivere; tutto il resto faceva solo da contorno.
La sua arte dava sfogo a una parte di sé che non riuscirebbe ad esprimere attraverso altre forme.
Non c'era nulla di più spettacolare, per lui, che creare emozioni e bellezza dal nulla.
Fino al momento in cui l'ispirazione non l'avesse definitivamente abbandonato, poteva ancora dirsi vivo.


 

L'angolo dell'autrice

Salve a tutti! :)
Che bello, qualcuno è arrivato a leggere fino a questo punto, ahahah ;)

L'aggiornamento è stato un po' sofferto - senza contare il ritardo -, ma eccomi qui, finalmente, col secondo capitolo dei questa storia.
Non so per quale motivo, mi sono sentita ispirata a scrivere questo pezzo mentre stavo ascoltando "Bohemian Rhapsody" dei Queen xD
Coerenza zero, però spero vivamente che il seguito del mio "esperimento" vi sia piaciuto.
Volevo ringraziare coloro che hanno recensito il capitolo precedente, aggiunto la storia nelle seguite/ricordate/preferite e, naturalmente, anche i lettori fantasma!
Anche questa volta, se vi va, vi invito a lasciare una piccola recensione per leggere il vostro parere, e farne tesoro.

Spero di poter aggiornare presto! ^^
Un abbraccio,

Aila







 

   
 
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