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Autore: SagaFrirry    26/02/2015    2 recensioni
Kosmos è il dio dell'universo occidentale, in perenne conflitto con Kuruma, dea del cielo orientale. Al termine dell'ennesimo bisticcio, il dio si ritroverà tramutato nel suo incubo peggiore: un mortale. Caduto sulla Terra, spetterà alle sue dodici costellazioni principali tentare di riportarlo al giusto posto, fra nuovi incontri e difficoltà.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Siete mai caduti in basso? Vi siete mai ritrovati schiacciati da un peso così grande da dover sprofondare in ginocchio, incapaci di rialzarvi? Avete mai provato la sensazione orribile di essere spenti, vuoti, dimenticati, sperduti? Quell’oppressione che ti fa riflettere su ciò che sei stato, su ciò che sarai e sul perché trovarsi in quel luogo in quel momento, la conosco bene. Io mi chiamo Antares ed ero una stella. E non una stella del cinema o della musica, ma una stella vera, la stella più luminosa della costellazione dello Scorpione. Ed ora? Ora sono un semplice essere umano, depredato di ogni cosa e senza più luce. Dalle stelle alle stalle…ma qui non ci sono stalle, solo nuda terra. Guardando il cielo, mi accorgo dell’assenza mia e dei miei compagni. Come mai nessun Uomo si è accorto della mia, della nostra, scomparsa? Risposta semplice: dalla maggior parte dei luoghi della Terra è pressoché impossibile guardare le stelle. Perché? Inquinamento luminoso. Fra fari, lampadine, lampioni ed abbaglianti, il cielo è decisamente difficile da notare. Inoltre, la popolazione terrestre ha sempre meno voglia di alzare gli occhi al cielo, impegnata com’è a guardare se stessa e le scemenze artificiali che la circondano. Altrimenti come non potrebbe accorgersi dello scempio avvenuto nella volta celeste? E come non accorgersi del respiro affannato che percepisco fare alla Terra? I pochi che ancora ricercano lo spettacolo delle costellazioni, e possono permettersi il lusso di vivere in un luogo in cui la notte si mostra per quello che dovrebbe essere, verrebbero presi per pazzi se dicessero che alcune di noi, stelle fisse, non ci sono più. Oppure, essendo del tutto ignoranti in materia, non notano la differenza fra i “puntini bianchi” che han sopra la testa. Ed i ricercatori spaziali? Gli astronomi? Troppo concentrati sulla ricerca di nuovi pianeti da rovinare, immagino.

Chissà che cosa mi accadrà ora… So solo che mi devo alzare da qui, nonostante sia ancora dolorante e stordito dalla caduta e dalla battaglia precedente, e cercare i miei compagni. Devo staccare il mio corpo da questa terra, martoriata dai solchi provocati da un’eccessiva scarsità di pioggia, e far sì che noi, dodici stelle cadute, possiamo ritrovarci. Non sarà di certo un piccolo pianeta come questo a tenerci lontani! Siamo abituati all’immensità dell’universo! Spero di riuscire a mantenere una certa dose di ottimismo ed energia perché questa è una questione di massima importanza. Le stelle dovranno tornare in cielo prima dell’avvento dell’Era dell’Acquario. Attualmente, il giorno dell’equinozio di primavera, il sole sorge in un punto preciso, ad est fra i Pesci e l’Acquario. Ogni anno, per effetto di un movimento impercettibile chiamato “precessione”, questo punto si sposta leggermente in direzione dell’Acquario. Fra pochissimo, meno di due anni, vi sarà il “passaggio di consegne” fra questi due segni. Terminerà l’Era dei Pesci ed inizierà quella dell’Acquario. Meno di due anni…un’inezia, se si pensa che ogni Era dura 2160 anni! Il giorno in cui questo “passaggio di consegne” avverrà, non potranno mancare nelle loro case le stelle rappresentanti i due segni coinvolti. Perché? Per lo stesso motivo per cui si dà una corona, uno scettro, una fascia tricolore, o qualsiasi altro segno distintivo a qualcuno. Perché serve un ordine, una gerarchia, un capo. Serve qualcuno che faccia girare la ruota del cielo nel modo corretto e che abbia un potere leggermente superiore rispetto agli altri. Serve che l’Acquario dia una spinta a questa ruota, impedendole di fermarsi una volta esaurita la carica datele dai Pesci all’inizio della sua Era. Se ciò non dovesse avvenire, l’immobilità assoluta regnerebbe nei cieli. Facendo un esempio banale, il Mondo non ruoterebbe più. Niente stagioni, niente anni, niente giorno e notte… Non credo possa essere una bella situazione! Per questo, è una questione di massima importanza che ora mi alzi e vada alla ricerca dei miei compagni. Mi chiedo come potrò ritrovarli. L’unica cosa rimasta del mio ruolo e del mio potere è un tatuaggio, solamente un tatuaggio! Uno Scorpione sulla spalla destra, con ogni stella in evidenza, ed io, Antares, la più luminosa, sono una gemma di topazio incastonata nella pelle nuda. Solo questo mi è rimasto. Ora il peso della gravità mi schiaccia, le domande mi perseguitano e, soprattutto, presto sperimenterò tutti i problemi relativi all’essere mortale, come la fame o il freddo. Spero che i miei compagni non siano lontani. E spero che a nessuno di loro sia successo qualcosa di irreparabile. Non ho nemmeno idea su dove io sia esattamente caduto…come farò a trovare gli altri?! Ma, suvvia, non dovrebbe essere così difficile! Mi basterà concentrarmi e li troverò! Chiudendo gli occhi, ancora sento tutte le loro voci e riesco a vederli, splendenti nel buio dell’infinito… Mi chiedo se anche il nostro capo ha subito la stessa sorte. Se è caduto, si è spento, ha perso ogni potere e forza, oppure se è ancora in cielo, unico posto in cui dovrebbe risiedere.

Avere un corpo fisico è orribile. Mi fa male tutto…ma devo resistere ed alzarmi! Prima, però, credo sia meglio riordinarmi un po’ le idee riguardo gli accadimenti che han portato alla nostra caduta e sconfitta…

   
 
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