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Autore: Henkuccia    26/02/2015    0 recensioni
[STORIA INTERROTTA]
Weapon Art Online, WAO sembra essere il primo gioco virtuale creato sulla faccia della terra. Shin è uno dei beta-tester selezionati e ha subito amato questa vita virtuale rispetto a quella reale, se non fosse per la sorellina Shiro.
Shin si troverà a vivere un'avventura omologa a Kirito ed Asuna, solo che sarà tutto diverso.
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akihiko Kayaba, Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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7_Predatori e prede, Prede e predatori.

Erano passati due anni e mezzo, un periodo di tempo in cui si susseguirono vittorie, omicidi, scontri, amori. E soprattutto, saltarono fuori due qualità completamente opposte: serenità e ferocia. La prima si manifestò in quei signori anziani, quelle coppie di giovani e insomma, chiunque avesse deciso di ritirarsi dal fronte e vivere lì una vita. Non era male, non si invecchiava e non si moriva, almeno finchè il corpo reale reggeva. La risposta al bene sembrò arrivare direttamente da Satana: la gilda degli Assassini. Era una mattina fresca di Aprile, ma in quelle poche righe nella bacheca di qualsiasi città, sembrava esserci l'inferno. "Ammazziamo e prendiamo. Tutto."  E quel che fu peggio, erano i membri di quella gilda. Esisteva già dall'inizio del gioco, ma aveva così pochi membri che la scelta di ufficializzarsi sparì con la stessa velocità dell'arrivo della negazione: li avrebbero fatti sparire. E non con la diplomazia. Ora che avevano una gerarchia e le radici piantate, erano pronti. 

Oltre a uccidere gli sfortunati che capitavano a tiro nei dungeon, erano anche cacciatori di taglie. Una ricca ricompensa e avrebbero ucciso anche i loro famigliari. Fossero stati nel gioco. Una cosa positiva però c'era: avanzavano nel fronte, da soli, ma lo facevano. Un caso era proprio quello, il boss del trentesimo piano. Il luogo dove si svolgeva lo scontro era un'arena forgiata in mezzo al bosco. Da ogni lato infatti c'erano mura di foglie, che avevano tra loro dei pezzi d'acciaio sporgenti verso l'interno. Il boss era un essere umanoide enorme. Due gambe ma quattro mani, una per ogni lato, anche dal petto e dalla schiena. Poi la testa era immensamente in alto, grazie al lughissimo busto. Gli occhi erano due, uno sul petto e uno sulla schiena. Quello era il punto debole del boss, e il capo di quella spedizione l'aveva capito. A Giroh, così si chiamava il mostro, rimanevano due barre hp su cinque, ce l'avrebbero fatta con solo qualche perdita. Fumiyo arretrò, gridando ordini ai suoi sottoposti: -Sparpagliatevi!- Gridò con un gesto del braccio leggermente piegato, come un battito d'ali di un grande drago. -E voi, con le catene. Bloccatelo ai lati!- Quando i due membri che avevano come arma le catene avevano bloccato il boss sul lato destro e su quello sinistro, quel coso di color marrone cominciò ad aggitarsi, dimenarsi, strattonare. Non aveva la bocca e quindi non poteva urlare, ma se avrebbe potuto avrebbe gridato fino a squarciare le nuvole. Fumiyo si sdraiò lentamente per terra, con l'enorme cecchino davanti puntato verso di lui. Si tolse i capelli neri dagli occhi e mirò. Notò di avere la mano tremante, quando Luna ci si posò sopra miagolando, e graffiandola. La ragazzina sorrise e le sussurrò di scendere. Aggiustò la mira e gridò: -Maximum Destroyer!- Un aura di color rosso scuro misto a nero avvolse tutta la canna dell'arma, appena premette il grilletto. Davanti all'arma comparve una sfera condensata di quello stesso colore, che dopo due secondi, venne sparato contro il boss. Gli occhi chiari della ragazza videro gli hp del nemico calare, fino ad azzerarsi. Si alzò sorridendo mentre nell'aria suonava una musichetta felice, e davanti a lei compariva la finestra con il drop che aveva guadagnato duramente. 

Duramente perchè aveva dovuto unirsi a quella banda di idioti. Ma era strata costretta: in qualsiasi gilda andasse la cacciavano perchè sembrava troppo piccola per impugnare una canna come quella. Ma gliel'avrebbe fatta pagare. Le labbra rosse si piegarono in un sorriso malvagio, un ghigno, mentre accarezzava Luna. O si che lo avrebbe fatto.

Intanto Shin stava seduto su un'ampia panchina nell'ultima città che l'umanità aveva conquistato, Ramatk. Era una città dai tetti tutti scuri, ma a lui piaceva perchè c'erano tanti posti per non fare niente e sembrava una vera e propria città visto che molti si stavano ritirando dal mestiere di militare. -Per fortuna.- Si disse il ragazzo sorridendo. Li piaceva guardare la gente che passava, che viveva, ed era proprio quello che stava facendo, quando notò il bagliore ai suoi piedi venir ricoperto da un'ombra. Alzò lo sguardo verso la ragazza dai capelli rossi che guardava verso di lui con un sorriso: -Posso sedermi?- Shin annuì tornando a guardare davanti. Non riusciva a guardare gli occhi di Henka perchè avevano ciò che i suoi non avevano: l'omocromità. -Certo.- Con la coda nell'occhio vide che si sedeva tenendo la minigonna blu con le mani, poi girò di nuovo gli occhi, verso la strada. -Devo parlarti.- Tagliò subito corto la rossa, per fargli capire che si trattava di un'altro stupido lavoro. Shin sospirò e disse: -Non sono al servizio di quello stupido di Veron. Cosa vuole?- Henka pensò che il sospiro fosse per dover fare un altro lavoro "sporco", ma capì male: -Niente di difficile... Vuole solo che nel caso incrociassi un membro della gilda degli Assassini lo uccida. Ha detto di ucciderli tutti, penso gli tema.- Shin scosse la testa e borbottò: -Sinceramente non mi interessa.- -Beh allora...Andiamo da qualche parte?- Azzardò Henka. Scoprì gli occhi del ragazzo illuminarsi, presi da un certo entusiasmo: -Certo!Vieni, facciamo un giro.- Si era già alzato e stava già camminando. Henka lo seguì sorridendo.

Una ragazza aveva ascoltato tutto il loro discorso. Ghignava avvolta nell'ombra, i capelli bianchi erano molto lunghi e scendevano affianco all'occhio sinistro, coprendo quasi del tutto l'altro. -Ci penserò io, Shin-sama.-

Fumiyo si era appena separata dagli altri della gilda al biovio che avevano incontrato, dicendo che avrebbe dato un'occhiata in giro in quel trentunesimo piano. Camminava da pochi minuti, quando sentì delle grida. Non le avrebbe mai riconosciute se non fosse perchè gridavano così anche mentre uccidevano. Dopo un po' si accorse che erano grida di dolore. Si spaventò: qualcuno era già lì? Corse verso le grida, Luna era dietro di lei che volava. Perse alcuni hp solo ad entrare tra i rami che le graffiarono il viso e i vestiti. Quando uscì dal fitto bosco aveva poco meno di più di metà hp, e il fiatone. Prese grandi boccate d'aria e poi alzò la testa: c'era una grande radura, completamente vuota. Tranne una persona di spalle, che si girò. Una ragazza molto più alta di lei. La prima cosa che notò fu il viso: occhi azzurri, troppo grandi, ma terribili; assieme al ghigno che aveva e i capelli bianchi tutti sul lato destro facevano qualcosa di semplicemente terribile. Poi aveva una strana veste nera, tutta un pezzo. La manica sinistra lunga, quella destra al contrario, non arrivava fino al gomito, perchè da lì in poi il braccio e la mano erano circondati da un guanto di color blu scuro, con le unghie artigliate; sul petto si apriva una violenta scollatura, circondata da segnetti incomprensibili in rosso scuro, poi si apriva in una gonna che arrivava fino alle ginocchia. Poi gli occhi di Fumiyo notarono la cosa più grossa che c'era, una falce. Il manico nero più lungo della sua stessa altezza, e una lama rossa molto lunga. La lama era tenuta in basso, con la punta rivolta verso l'alto. -Sei una di loro?- Cominciò a camminare verso Fumiyo molto lentamente. La ragazza dai capelli neri rimase come pietrificata. L'altra alzò la mano verso di lei, e aprì il palmo. Fumiyo potè osservare un cerchio rosso tracciato nel mezzo del palmo. Da lì uscirono improvvisamente due catene, che in men che non si dica corsero verso il collo della mora, e li si avvolsero intorno. Fumiyo si sentì strozzare, e dopo un po' non toccava più terra con i piedi. Intanto l'avversaria si era avvicinata a lei. Non riuscendo ad alzare la testa, fu costretta a guardare i suoi stivali. Le ricordarono quelli di una generalessa della gilda più forte, i Frontier No Knight. Ma si ricordò che nessuno di loro usava la falce come arma. -Di che rango sei?- Sentì le catene mollare la presa del suo collo, e fu costretta a parlare. Ma perchè non la uccideva...? -Secondo anello..- -E' un rango alto.- Cominciò a ridere, poi successe qualcosa che la mora non si sarebbe mai aspettata: le guance di quella ragazza dai capelli bianchi si tinsero di rosso: -A te penserà... Shin-sama. Io mi prenderò cura dei pesci piccoli. Di' alla tua gilda che la falce di Spettra li attende.- Le catene si ritirarono nel guanto di quella ragazza, e Fumiyo cadde a terra rovinosamente. Tossì, mentre si alzava. Sentiva ancora male al collo. Poi guardò davanti: non c'era nessuno. Aveva sognato? -Luna, dove sei?- Sentì il movimento di alcuni cespugli e la gattina le venne in contro volando, con un'aria di volersi scusarsi. -Va tutto bene, non avresti potuto fare nulla...- Mentre accarezzava il muso della gattina, si chiese chi era quella e chi era questo Shin-sama che aveva nominato. Aveva abbattuto quindici uomini. 

   
 
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