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Autore: lisitella    01/03/2015    8 recensioni
Max 30 anni uomo attraente. Nonostante ricco e proprietario di una grossa azienda, era una persona infelice.
Miriam 25 anni, donna bella, attraente e istruita, segretaria dell'azienda. Innamorata do Max. Sogna di sposarlo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2

(Sto cambiando casa e ho poco tempo, scusate se il capitolo è piccolo)



Max desiderava festeggiare subito il loro accordo e la sera stessa la invitò a cena. Per l’occasione Miriam si fece bella: era elegantissima e lui rimase affascinato della sua presenza. Il vestito rosso che portava era stupendo e la collana di perle bianca le dava un tocco di classe e di bellezza estrema. Ma Max rimase ipnotizzato dal suo viso, quel viso roseo che sprizzava gioia, amore e lucentezza; ah come l’avrebbe preso tra le sue mani per baciarla e dirle forte: “quanto ti amo, quanto mi piaci, con te che voglio vivere per sempre”! Ma non doveva sbilanciarsi, non era ancora il momento…

Andarono a mangiare nel miglior locale della zona dove molti occhi curiosi li osservavano. Tutto era perfetto, ma chiaramente c’era dell’imbarazzo, soprattutto da parte di Miriam. Le sembrava tutto così assurdo, tutto così veloce; ma al tempo stesso tutto ciò la eccitava: in fondo aveva davanti a sé l’uomo dei suoi sogni!

Dopo cena Max portò Miriam nella sua villa: era giusto che conoscesse il luogo dove sarebbe andata ad abitare. La ragazza ne rimase affascinata, non credeva ai propri occhi: sembrava una reggia! Mobili di stile ottocentesco, tende di lino, tappeti antichi, quadri dei migliori pittori. Era tutto veramente bello, ma a lei non interessavano questi tesori esterni e ben visibili, desiderava solamente essere amata dal suo Max, avere un posto speciale nel suo cuore. Ce l’avrebbe messa tutta: lo sentiva, lo percepiva, lui era quello giusto, l’uomo dei suoi sogni. Sì, avrebbe fatto di tutto per conquistarlo, a costo di dare l’anima.

Quando arrivarono in camera da letto Miriam arrossì, distogliendo lo sguardo da Max. Non osava guardarlo. Si vedeva già nuda abbracciata a quell’uomo che lei amava. Ma anche Max non era da meno, in quel momento desiderava solo una cosa: fare l’amore con Miriam. Lo desiderava da morire. In quel momento l’avrebbe fatta sua trasmettendole tutto l’amore che provava per lei. Ma non poteva. Non doveva farlo notare: meglio soffrire, per ora, in silenzio. Non era ancora il momento giusto.

Per rompere quell’atmosfera di imbarazzo che si era creata, Max invitò Miriam a scendere nel suo studio. Aprì davanti a lei una cassaforte e con grande sorpresa della ragazza estrasse un collier in oro, cosparso di diamanti: una vera meraviglia. Miriam non aveva mai visto nella sua vita un gioiello di quella portata e non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe avuto il privilegio di averlo tutto per sè. Con un filo di voce riuscì solo a dire “E’ bellissimo” ed emozionata, con le lacrime agli occhi, gli si gettò al collo sfiorandogli le  labbra con le sue.

“Sono contento che ti piace, è tuo, è il mio regalo di fidanzamento” le disse e, stringendola a sé, continuò “ti voglio”. Fissò i suoi occhi per un secondo che a Miriam parve un’eternità e poi cominciò a baciarla con estrema passione. Miriam ricambiò, non desiderava altro!

Aveva il cuore che le batteva a mille ed era totalmente in balia del suo amato. Mai si sarebbe aspettata una cosa del genere, di sicuro non così presto e con quell’impeto.


“Siamo fatti l’uno per l’altro, non è vero?” mormorò Max. Ma udendo queste parole Miriam rispose stizzita:

“Non ti sembra di correre troppo? In fondo non ci conosciamo nemmeno”.


Miriam sapeva che Max non provava alcun sentimento per lei e pensò che quelle parole fossero legate solo al suo desiderio di possederla.

Max si staccò e voltò le spalle come se non fosse accaduto nulla. Ma era arrabbiato con se stesso: l’amava, la desiderava e allora perché non essere sinceri?

Perché non dirle quello che provava per lei? “No, meglio aspettare” pensava; ma aspettare cosa?

 
   
 
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