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Autore: CassidyBlack    07/03/2015    1 recensioni
"Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona."
1977. Ultimo anno per il malandrini. Ultimo anno per James e Lily, per Sirius, per Remus, per Minus, Per Alice e Frank. Ultimo anno per Leticia, per scoprire se stessa e cosa vuol dire stare accanto ad un uomo dai mille volti, fragile e forte allo stesso tempo, dal costante sorriso da buffone, ma un cuore d'oro nascosto sotto un cumulo di macerie, invisibile oltre quegli occhi argentei da sognatore.
Ultimo anno prima di affrontare il mondo reale, con le sue paure, i suoi tormenti e le sue tragedie, per strare insieme mano. Perche l'amore non si sceglie e non si comanda, ma perdona colui che non viene ricambiato e ne rende puro il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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3. E non è che forse un po mi piaci?

In quei pochi giorni che erano passati dalla scoperta del piano dei ragazzi e il sabato in cui il loro piano avrebbe preso forma sotto le mentite spoglie di una festicciola di liceali, per così dire, né io né Lily avemmo l’occasione di incrociare il fatidico quartetto. Remus aveva cambiato il suo habitat naturale e piuttosto che andare a studiare in biblioteca dove era facilmente rintracciabile, si era barricato nel dormitorio; James e Sirius avevano saltato tre volte di seguito gli allenamenti, rimandandoli persino alla settimana dopo e Minus… lui lo evitavamo a prescindere. Non avevamo avuto nemmeno un’occasione per parlare con quelli, tanto erano diventati abili nell’ arte di evitarci, per cui il nostro tentativo di annullare la festa ancor prima che prendesse forma era morto sul nascere. In compenso eravamo riuscite a convincente i primini del nostro anno a non andare alla festa. Bhe, Lily li aveva convinti, io, probabilmente in preda ad una crisi di nervi per la voglia sporadica di andare nel dormitorio dei ragazzi a prenderli a colpi e buttarli dalla torre di astronomia dovevo averli minacciati da fare la stessa fine che avrei riservato a quelli una volta che mi sarebbero finiti fra le mani. Certo, dovevo essere stata parecchio convincente, dato che nemmeno uno aveva provato a mettersi contro e anzi, da bravi bambini se n’erano tornati nelle loro stanze.
 
Ma sicchè erano stati gli unici che eravamo riusciti a convincere, l’unica opzione che ci rimaneva era andare alla festa ed assicurarci che non succedesse niente di male. Avevamo chiesto persino l’aiuto ai fantasmi del castello, che gentilmente si erano offerti di darci una mano a controllare la sala, nel mentre che io e Lily finivamo di prepararci. Secondo il consiglio di Alice, che ormai si era avviata alla festa da almeno mezz’ora accompagnata da quel galantuomo di Frank in un fantastico abitino azzurro dai disegni geometrici verdi, per passare inosservate, o quanto meno per non essere guardate male da tutti i presenti, ci saremmo dovute vestire come per andare effettivamente ad una festa. La divisa dunque fu scartata dal principio, per quanto invece sarebbe stata comoda e versatile. Concordammo dunque sul vestirci ciascuna secondo le proprie preferenze, anche perche Lily di certo non avrebbe approvato la scelta del mio vestitino nero lungo sino a metà coscia e leggermente scollato sul dietro e davanti, decorato intorno ai bordi con disegni geometrici e abbinato ad un paio di zeppe nere che non facevano che esaltare i miei tratti ispanici rendendomi simile ad una gitana. E di certo  io non mi sarei mai messa quel vestitino rosa antico con tanto di scollo sa scolara e scarpette basse. Niente di esagerato, sebbene d’urante l’anno ci era stato gia anticipato che ci sarebbe stato un ballo per non so quale anniversario della scuola, e per tanto avremmo dovuto indossare abiti molto, ma molto più eleganti. L’aiutai a ritirare i capelli in una coda alta e per quanto mi riguarda lasciai che i miei scendessero lungo il viso liberi e ondulati, esaltando la pelle e le labbra che avevo abbellito con un filo di rossetto.
 
-Bene…- le feci convinta infilandomi la bacchetta nella manica sinistra del vestito, dentro una custodia che mi ero messa come bracciale intorno all’ avambraccio, identica a quella che Lil portava dentro il suo vestito. Ci ispezionammo un poco davanti allo specchio, cercando di non scoppiare a ridere per i nostri stili contrastanti, concentrandoci invece sulla missione di sta sera. –Credo che cosi vada bene… sei pronta?- le domandai, cercando il suo sguardo con il mio riflesso nello specchio. Era una cosa alla quale ormai ci stavamo abituando, o almeno io ero abituata a tirare quei quattro fuori dagli impicci. Invece per lei doveva essere molto difficile dato che, per quasi sei anni aveva provato a farli espellere. Quindi stasera, provare ad aiutarli ed evitare qualche catastrofe, doveva risultarle davvero complicato. –Si… possiamo andare. Ormai sono le undici, la festa sarà gia iniziata da un pezzo…- mi disse, prima di precedermi e scendere verso la sala comune che chiaramente trovammo deserta. Oltre la sala, superate le scale che con il loro cambiare ci portarono al primo piano, passeggiando per il castello ci trovammo lungo un corridoio totalmente deserto. Increspai le labbra, bagnandomele appena, e volgendo lo sguardo verso Lily. –Ok, adesso la missione inizia… dobbiamo solo desiderare di… - le facevo, parlando sottovoce.
-Leticia…-
-No, Lily fammi finire o non riusciremo ad arrivare…-
-No Leti…-
-Lily lascia almeno che ti spieghi…-
-LETI. Guarda.- le sue dita afferrate al mio mento sottile mi costrinsero a volgere lo sguardo verso un gruppo di ragazzi che velocemente e probabilmente ignari di essere osservati si infilavano esattamente dentro lo scomparto delle scope. O almeno questo poteva sembrare. Peccato che fossero tutti agghindati per bene per andare a pulire alle undici di notte. Ci bastò uno sguardo d’intesa che rapidamente ci fiondammo verso la porta giusto in tempo per afferrare la maniglia prima che questa scomparisse e sentire un leggero vociare oltre di essa.
-Parola d’ordine?-squittii Peter, mentre sul mio viso andava a disegnarsi un’espressione di totale disgusto mentre con forza aprivo la porta, prendendo in pieno il naso del ragazzotto biondiccio e piuttosto bruttino che se ne stava tutto dolorante in un angolo, riverso a terra. Che peccato non averglielo rotto, ma almeno mi presi qualche grugnito ed imprecazione da parte sua mentre osservavo la stanza e la porta scompariva alle nostre spalle.
Luci, luci ovunque. Candele fluttuanti ad ogni angolo della sala dai colori caldi e ammalianti illuminavano l’eccessivamente grande ambiente organizzato come una vera e propria sala da discoteca babbana, con un bancone in stile irlandese abbastanza lungo dove, per la miseriaccia, stavano servendo dodicenni e tredicenni decisamente troppo presi dalla festa. Poi v’era al centro una grande pista da ballo, esattamente sotto quello che sembrava un palcoscenico dove rocchettari fantasma si davano alla pazza gioia. E poco più in la, divanetti e tavolini venivano totalmente imbanditi ogni qual volta che qualcuno si sedeva. V’era anche una salata riservata al gioco delle carte, degli scacchi e al biliardo e poco dopo dietro il bancone e vicino ad un piccolo corridoio che dava verso i bagni divisi da una pesante tenda stavano dei divanetti piuttosto riservati e dall’aria losca. Sommersa da cosi tanta magnificenza e cretinaggine mischiare insieme, mi ero dimenticata di Peter che ancora a terra si lamentava per la botta. Il mio sguardo si abbassò accigliato, mentre prendendolo per quella che sembrava una camicia decisamente troppo piccola per lui, forse prestata da Ramoso, lo aiutavo a rimettersi dritto con tutta la grazia che Merlino mi aveva dato.
-DOVE DIAVOLO SONO I TUOI AMICI?!- gli tuonai contro, spalleggiata da Lily che osservava il tutto più intimorita che altro.
-Voi non dovreste essere qui. Sputacchiò piccato tali parole, guardandomi carico di disprezzo. E fu davvero fortunato che non mi misi a schiaffeggiarlo sul posto perche di li a poco una figura che riconobbi come James si avvicinò a noi.
-Ma tu guardaaaa… le nostre ospiti d’onore sono arrivate! -Disse reggendo con la mancina un boccale di qualcosa che non doveva essere semplice burrobirra. –Leti tu sei bellissima, e Lily… ti ho detto quanto ti trovo spettacolare? - fece, decisamente poco lucido, mettendo il braccio intorno alle spalle di Lily.
-Potter levami immediatamente le mani di dosso se non vuoi che ti schianti in questo momento. - Lo fulminò lei acidamente, mentre con indice e pollice spostava quella mano dalla sua spalla scoperta. Io dal canto mio scambiavo quelle effusioni piuttosto schifata, anche perche mi sembrava assurdo che, dopo tutti questi anni, James non avesse ancora imparato a comportarsi decentemente in presenza di Lily. Scossi la testa, decisamente orripilata, vedendo Lily allontanarsi a grandi falcate da me, e  osservando James rimanere lì come uno stoccafisso. Mi avvicinai a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.
-Sei seriamente senza speranze…- gli dissi assottigliando gli occhi e scuotendo il capo.
-Ma io…-
-Te l’ho detto mille volte che queste tecniche con Lily non funzionano. E sei riuscito a fare più cazzate in questa settimana che nell’ ultimo anno. Senti, smettila di dare ascolto a Sirius e non fate più cavolate come questa. Intesi? E non fare nemmeno il finto ubriaco che lo so benissimo che reggi più di questo… cos’è, idromele?- gli stappai dalle mani il boccale e lo annusai attentamente, storcendo le labbra.
-Adesso va da lei e scusati per averci costretto a venire qua e prova a parlare di qualcosa che non sia il Quidditch James. Ah… e prova a farla ridere, magari parlando dell’ ultimo libro che hai letto… perche tu leggi vero?- Gli feci, dandogli l’ennesima spintarella. Quello mi guardò leggermente smarrito.
-Allora che fai ancora qui… ti muovi?!- gli dissi, cercando di assumere lo stesso sguardo che faceva la McGranitt ogni qual volta li spediva in punizione. E la cosa sembrò funzionare anche perche quello si allontanò di corsa.
E’ vero, molti non potrebbero capire il mio comportamento, cosi contradditorio. Ma ho sempre saputo che quei due si sarebbero messi insieme, colmando le mancanze l’uno dell’altra. Se solo Potter si applicasse un po di più! Rifilai a Peter il boccale togliendolo cosi dai piedi, dirigendomi verso il bancone dove, per una frazione di secondo mi era sembrato di intravvedere la figura ingobbita di Rem.
 
E lo trovai a bere silenziosamente, da solo, osservato da un paio di ragazzette del quinto che lui dal canto suo, manco guardava. Sospirai pesantemente. Nonostante fossi davvero infuriata con loro per il danno che stavano combinando non potevo non preoccuparmi per quel ragazzo dall' anima solitaria. Occhi fissi che guardavano il boccale, coperto da un semplice maglioncino beige e un paio di pantaloni sbiaditi. Mi faceva davvero tenerezza. Ecco perche, per un momento decisi di mettere da parte la spilla da prefetto e sedermi accanto a lui.
-Un boccale di burrobirra per me…- feci ritirando oltre le spalle i capelli e poggiandomi al bancone con i gomiti, volgendo il capo verso di lui. –Come va?- domandai gentilmente.
Tutto quello che ottenni fu uno sguardo leggermente stupito ed anche un po preoccupato.
-Allora?- domandai ancora, guardandomi un po intorno e fulminando con lo sguardo uno del terzo anno che stava per rendere dell’ sidro. Cosa che non fece più rispedendolo indietro e sgattaiolando via fra la folla.
-Non dovresti essere qui Leti…- Mi disse lui, passandosi una mano lungo il viso che prometteva niente di buono, e manifestava cosi la sua frustrazione.
-Sisi, lo so. Non eravamo a favore della festa. La mia opinione non è cambiata. Ma dato che James è piuttosto impegnato con Lily e Sirius non si vede… tu che fai da solo?- ero decisamente più interessata a trovare Felpato per dirgliene quattro, ma ora come ora la mia attenzione era tutta su Remus che, forse spinto da un momento di scarsa lucidità beccai ad osservare il mio vestito decisamente leggero e scollato.
-…- mi guardò per qualche secondo, prima di sospirare pesantemente e serrare gli occhi.
-Pessima idea, davvero pessima idea. Appena ti vedrà vestita cosi e per di più alla festa proverà a fartene di tutti i colori… tu e Lil sareste dovute restare al dormitorio tanto qui ci sono i…- non gli diedi nemmeno il tempo di finire che subito gli puntai un indice contro.
-Remus Lupin se pensi che io non sia abbastanza capace da tenere testa a quel tuo amico di un Black, allora non mi conosci per niente. E poi questo è il mio lavoro, per cui non ti preoccupare. Piuttosto sai dov’è?- gli chiesi, sporgendomi appena verso il mio boccale e prendendo un sorso.
-E’ proprio perche vi conosco bene entrambi che dico quello che dico. Non sopporta che qualcuno gli tenga testa e poi si fissa su queste cose. Sai come diventa quando trova un carattere affine e… - un piccola pausa la sua, mentre gli occhi si assottigliavano verso la zona delle tende, cercando attendi qualcuno.
-Leticia forse non è il caso.- aggiunse poco dopo scuotendo il capo e prendendomi stranamente la mano.
-Perche non te ne vai a letto eh?- sapevo che lo diceva per il mio bene, che stava solo cercando di evitare che scoppiasse la terza guerra mondiale, ma il suo atteggiamento cosi protettivo nei miei confronti non poteva che farmi dubitare che stesse succedendo qualcosa alle mie spalle.
-Rem c’è qualcosa che non so?- gli feci, assumendo un’espressione seria, ritirando dietro l’orecchio una ciocca di capelli.
 
 
Ma lo sguardo di Remus non era puntato verso di me, ma su qualcuno che, senza che me ne rendessi conto era di nuovo arrivato alle mie spalle.
-Ma tu guarda chi abbiamo qui. Miss prefetto perfettina numero due…- il tono canzonatorio di Sirius non poteva che farmi accapponare la pelle, soprattutto quando aveva quella punta di ironia che dava sfogo ai suoi lati più bui. –Allora, ti piace la festa Leticia?- mi fece, mentre il mio busto si voltava verso di lui, lasciando che i miei occhi scuri cercassero i suoi argentei e liquidi. Aveva un ombra di barba incolta e sapeva di un profumo decisamente troppo forte per lui, che contrastava con il solito odore che gli sentivo addosso. Portava una maglietta babbana sul quale stava la faccia di una ragazza altrettanto babbana in atteggiamenti poco consoni ed un paio di jeans erano infilati dentro degli anfibi. I capelli, ribelli come al solito incorniciavano il viso marmoreo sfiorando appena l’incavo del collo. Le sentivo, quelle iridi che indagavano attente in mio vestiario che cercavano oltre la scollatura del mio vestito, forse spinte da un goccetto di troppo di quell’ idromele che anche lui reggeva nel palmo destro.
-Proprio te cercavo sai…- gli feci seriamente, mentre sotto la luce delle candele un sorriso beffardo faceva capolino sul viso di lui, facendomi per un momento tremare le ginocchia. Solo adesso notai il succhiotto che stava nuovo di zecca sul lato sinistro del collo, rosso fiammante.
-Dobbiamo parlare di questa… cosa- indicai con un movimento rotatorio del dito tutta la sala, storcendo appena le labbra.
-Ma certamente! - mi rispose lui, poggiando il boccale sul bancone ed invitandomi a seguirlo. -Prego vieni con me…- mi disse e forse, vedendomi titubante penso giustamente di prendermi per mano e portarmi verso i divanetti, oltre le tende.
Occupammo cosi una postazione, nascosta alla vista degli altri e mentre io predo posto lui andava a sistemarsi sullo sgabello davanti a me. Non posso negare che questa situazione mi mettesse in difficoltà, ma ero piuttosto risoluta.
-Dannazione Sir che diavolo ti è saltato in mente? Fare una festa cosi… lasciando che anche i ragazzini bevano alcolici e con questi divanetti in cui non voglio sapere cosa si fa…- dissi scuorendo la testa, e mettendo conserte le braccia esattamente sotto il seno.
-Se ti interessa cosa fanno potrei…- fece provocatore lui, sfiorandosi le labbra.
-Sirius, per favore - risposi io assotigliando serveramente lo sguardo. E per quanto per una volta mi sarebbe piaciuto lasciarmi andare come facevano le altre, mi trattendi pensando a come fosse complessa la situazione fra noi due.
-Ah dannazione! Rodriguez sei sempre cosi seria e noiosa, ti informo che se continuerai cosi non piacerai mai a nessun ragazzo. Finirai per diventare una zitellona di quelle frigide, che non guardano. E’ questo che vuoi?- certamente i suoi desideri di morte erano aumentati dall’ ultima volta che ci eravamo visti.
- Ma si ti prego, continua. Dammi una buona ragione per schiantarti seduta stante. Non ti bastava avermi insultato davanti a tutta la scuola, ci tieni persino a rimarcare l’idea. Guarda che l’ho capito che non mi sopporti eh. Non serve.- strano il modo in cui mi guardò quando finii di parlare, perche per un momento mi parve totalmente disorientato.
-No, Rodriguez, guarda… hai totalmente frainteso… io…- iniziò portando le mani avanti e togliendosi quella sigaretta che si era messo in bocca.
-Tu che, tu che? Hai deciso di organizzare una stupida festicciola perche? Perche volevi la tua dose di attenzioni? Ecco adesso ce l’hai.- sbuffai, e sebbene mi rendessi conto di stare esagerando e che con il mio parlato stavo andando a colpire nervi ancora scoperti non potevo fare a meno di dire quello che pensavo.
-Adesso stai esagerando… non hai il diritto di parlare di me cosi, non sai niente di me.- mi freddò lui, fissandomi cosi intensamente che per un momento mi sentii davvero in colpa. Sapevo della sua situazione familiare alquanto incasinata e di quella madre che ancora provava ad imporsi sul figlio. Sapevo anche dei legami con suo fratello perche più di una volta mi era capitato di parlare con Remus di queste cose.
Abbassai lo sguardo, imbarazzata, un po come fece lui.
-Scusa.- semplici furono le parole che uscirono dalla mia bocca, mentre decisi di alzarmi ed uscire da quella tenda, riprendermi Lily e tornare al nostro dormitorio. E ci sarei anche riuscita se una mano non avesse afferrato il mio polso e mi fossi ritrovata di colpo fra le braccia di Sirius. Un sorriso da vero vincente gli illuminava il viso e non potei fare a meno di trovarlo affasciante, sebbene, certo non potevo dimenticare di essere seduta sulle sue ginocchia, stretta fra le sue braccia e a due centimetri dalla sua bocca.
-Per questa volta ti perdono.- mi disse canzonatorio, sollevando appena l’angolo destro e passando una mano fra i miei capelli al quale subito dopo avvicinò il suo naso. Ispirò profondamente, memorizzando il mio odore, un po come io feci con il suo, sfiorandogli involontariamente la guancia con il naso. E la situazione sarebbe di certo peggiorata dato come le sue labbra stavano scendendo verso le mie, mentre la sua barba appena incolta sfiorava le mie guance, se non fosse che un urlo ruppe il silenzio. Di colpo la musica si fermo, anche sotto i comandi di Lupin e noi due, colti di sprovvista sgattaiolammo fuori dalla tenda come tutti presenti che stavano andando ad affollarsi in semicerchio intorno ad una figura riversa a terra in una posizione certamente non delle migliori.
-Ma che diavolo sta succedendo?!- squittii seguendo Sir che si faceva spazio fra la folla. Quello che mi ritrovai davanti fu uno spettacolo decisamente raccapricciante. Minus stava disteso a terra con le gambe in una posizione innaturale ed un osso fuori dal setto della pelle. –Per Merlino…- fu l’espressione che accompagnò quella visione, mentre mezza Hogwarts stava immobile a guardare la scena.
-Il barista dice che ha bevuto troppo e si è lasciato dal candelabro.- spiegò Remus che giunse alle mie spalle e si avvicinò insieme a James  verso Peter dove Sirus aveva gia preso posto, pallido e disorientato.
-Che facciamo adesso?- Chiedeva agli altri, mentre fra la folla si spandeva un sommesso brusio.
-Lily dammi una mano…-feci alla mia amica, bianca come un cerino per la vista del sangue.
Estrassi la bacchetta e l’appoggiai alle corde vocali della mia gola, lasciando che questa amplificasse la voce.
-Ste tutti calmi. Non è successo niente di grave…- Richiamai in men che non si dica l’attezione di tutti, mentre un dolorante Peter riprendeva conoscenza per la gioia dei Malandrini.
-Adesso ordinatamente uscite dalla sala e tornate ai vostri dormitori. La festa è finita…- nel giro di una decina di minuti la sala si sgombrò e rimanemmo solo noi sei.
 Io e Lily ci avvicinammo al gruppetto.
-Ahiahiahiahi… non… mi sento più una gamba… è normale?- chiedeva quel cicciottone di Minus, prima di scoppiare a piangere.
-No, non lo è, ma adesso te lo rimetto in asse…ok? - gli feci atona e infastidita da essere stata fermata da tanta stupidaggine, ma anche grata del fatto che il topo qui presente fosse un completo idiota; e senza nemmeno il tempo che lui realizzasse il significato delle mie parole, con un semplice incantesimo l’osso rientrò dentro e andò a riformarsi, senza evitare qualche piagnucolio da parte del topastro. E mentre gli altri mi guardavano esterrefatti mi preoccupai persino di aiutarlo a sedersi.
- Come hai…?- James mi guardava davvero colpito, un po come tutti i presenti.
-Diciamo che, nel mentre che voi preparavate la festa, io e Lily ci organizzavamo per pensare a come rimediare ai vostri casini… come al solito.- risposi scuotendo la testa, appoggiata dalla rossa che nel mentre si era occupata con un leggiadro movimento di bacchetta di far sparire tavoli e tavoletti, banconi e divani, lasciando praticamente vuota la stanza.
-Ecco, credo che adesso la festa sia davvero conclusa. Ecco perche per fare cose del genere avete bisogno anche di noi…- gli rimproverò lei, dando gentilmente una pacca sulla spalla a James, sicuro che non si sarebbe lavato quel pezzo di pelle per almeno un mese.  
-Adesso torniamo ai dormitori…- feci, mostrando la mia evidente stanchezza e cercando di evitare lo sguardo di Sirius che sentivo seguirmi da lontano, dolce e forse un poco grato per il mio intervento repentino e anche perche, per la prima volta dopo tanti anni ci eravamo davvero sentiti vicini.
Ci separammo dunque dentro la sala comune, prendendo ciascuno le proprie scale e ritornando alle nostre stanze. Ricordo che l’ultimo pensiero di quella notte fu il ricordo sbiadito di Sirius che mi sfiorava il mignolo con le dita, prima di prendere sotto spalla Peter e portarlo a letto. Per qualche ragione quella notte non riuscii a prendere sonno. Come le successive.

Angolo dell’ autrice.
Bene bene bene… par che ci sia un po di attrazione fra Leticia e Sirius… a voi no? E tra Lily e James nel mente cosa è successo? E chi era l’artefice di quel succhiotto che c’era sul collo di Sirius? Tante domande… una sola risposta. Al prossimo capitolo. Baciozzi. E se volete, recensite… che mi fate taaanto felice.
Ogni suggerimento è ben accetto dal profondo del cuore.
  
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