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Autore: blackings    08/03/2015    2 recensioni
Dal capitolo 8:
«Scorpius, sconvolto dal racconto, non sapeva che fare: non aveva mai visto il padre così apparentemente fragile e impotente, e penava per lui come per le ragazze.
“Cosa possiamo fare?” chiese quando l’uomo si fu ripreso e, rindossata la sua maschera di padre autorevole e imperturbabile Malfoy, si andò a versare il terzo cicchetto di whisky.
“Non possiamo fare nulla, Scorpius”
“Ma ci dev’essere qualcosa che risolva tutto! Padre, dovete aiutarle! Dobbiamo aiutarle!” gridò scattando in piedi e afferrando il braccio del padre. Draco, sconvolto, gli tirò uno schiaffò in pieno viso, facendolo retrocedere. Il ragazzo stava quasi per barcollare e cadere a terra, quando il padre lo afferrò e lo strinse a sé. Che cosa stava facendo? Allontanava persino suo figlio, che gli chiedeva aiuto non per sé, ma per le sue sorelle? L’immagine di una Hermione Granger torturata gli attraversò la mente, e non riuscì a reprimere le lacrime. Reprimeva persino suo figlio, pur sapendo che presto gli sarebbe rimasto solo lui.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 17: “Ha deciso di togliersi la vita”
 
 
Malfoy Manor
 
“Madre, vi serve qualcosa?” chiese Agnes entrando nella stanza della madre, immersa nella penombra.
“No, Agnes, grazie” rispose bruscamente la donna senza voltarsi. Aveva lo sguardo perso nella vista della brughiera bianca e grigia che appariva desolata come il suo cuore. 
“Scorpius non si è mosso” continuò la ragazza tentando di scalfire la corazza di ghiaccio della madre.
“Non mi interessa” la zittì Astoria raddrizzandosi la cintura del vestito.
“Madre, se non si riprendesse…” disse Agnes cominciando a piangere.
“Non mi interessa, Agnes: non mi interessa niente di nessuno di voi. Sei grande ormai, mi sono seccata di farti da balia: se tuo fratello morirà perché non si è saputo tenere il cazzo nei pantaloni, saranno fatti suoi e di suo padre. Io non c’entro niente con questa famiglia: non ci sono mai entrata nulla”.
 
Hogwarts, Stanza delle Necessità
 
“Quanto manca al tramonto?” chiese Draco impaziente bevendo del succo di zucca che gli era stato portato da Gazza all’ingresso della Stanza.
“Ancora due ore, Malfoy, e smettila di chiederlo” lo rimbeccò Harry sbuffando.
“Uff, che palle…” disse il biondo alzandosi e prendendo per mano Hermione “Noi andiamo a fare un giro” annunciò e, senza chiedere l’opinione della riccia, la trascinò fuori.
I corridoi deserti di una Hogwarts a lezione li accolse, e le mani di Draco la guidarono dall’altro lato del chiostro, in uno stanzino delle scope pieno zeppo di roba. Hermione sapeva bene cosa rappresentasse la scelta di quel posto.
Draco la introdusse e, chiusa la porta, la baciò dolcemente.
“Ti ricordi di questo posto?” le chiese in un soffio.
“Certo, è qui che l’abbiamo fatto per mesi… è qui che ci hanno scoperti…” rispose Hermione ricambiando i baci.
“Shh, per ora voglio ricordare solo la prima parte” disse Draco dolcemente, premendo le labbra sulle sue e allacciando le sue gambe ai fianchi.  Lentamente cominciò a spogliarla, sbottonando la giacca del tailleur e facendo scivolare la zip della gonna attillata. Quando si ritrovò solo in intimo, anche Hermione cominciò ad armeggiare con la cintura di pregiato cuoio, e, facendolo fremere di desiderio come ben sapeva fare, sbottonò a uno a uno i bottoni della camicia bianca. Entrambi in biancheria, si sdraiarono sul pavimento polveroso dello sgabuzzino, Draco scivolò su di lei e in un attimo la fece sua.
Hermione.
Draco.
Da due corpi erano diventati uno.
Da due menti, erano diventate una sola.
Si amarono dolcemente come solo i vecchi amanti sanno fare, ma con la passione di giovani intrepidi.
Si amarono parlando, sussurrando parole e versi di poesie.
Si amarono riprendendo tutto quello che in quei ventiquattro anni si erano negati.
Hermione ritrovò la femminilità che pensava di aver perso insieme a Draco.
Draco ritrovò la speranza che pensava di aver lasciato a Hogwarts insieme a Hermione.
E alla fine, entrambi erano giunti alla fine della loro ricerca.
La mente di Rose
 
“Scorpius! Scorpius!” gridò la piccola Rose chinandosi sul corpo privo di sensi del ragazzo.
“Non può sentirti, sgorbietta. Non può sentirti così come tu prima non potevi sentire lui”
“Cosa? Scorpius mi ha chiamata? Ma io sono qui, sono sempre stata qui!”
“Sì, tu sei sempre stata qui, e lui è sempre stato lì, ma non potete incontrarvi… sai, era così disperato che ha deciso di togliersi la vita. Ha deciso di togliersi la vita perché tu non potevi sentirlo, tu che gli hai giurato amore eterno e ora non ti sei nemmeno curata di quello che faceva lui!”
“NON È POSSIBILE! NO! SCORPIUS! SCORPIUS!” Rose si accasciò accanto al corpo del ragazzo. Le lacrime cominciarono a scendere amare.
Bellatrix si allontanò ostentando un ghigno: indebolita Rose, avrebbe avuto la strada spianata.
 
Hogwarts, stanzino delle scope
 
“Malfoy! Granger! Che diamine ci fate qui?” la voce della McGrannit si fece amaramente strada nella loro intimità, così come diciannove anni prima “Io vi do il permesso di indagare su una cosa di vitale importanza e voi mi ripagate approfittando dei miei locali per il vostro sporco tornaconto? Uscite subito di qui, luridi bastardi!” gridò Minerva prendendo a calci Draco che, appellando i suoi vestiti, si era ricomposto in pochi secondi.
“Professoressa, la prego, non facevamo niente di male” gridò Hermione: davanti a lei si stava figurando la stessa scena di ventiquattro anni prima. Un Draco ben più acerbo ma comunque ben piazzato che veniva strappato da lei dalla McGrannit e da Piton, che lo schiaffeggiava violentemente prima di portarlo altrove. Il ragazzo era sparito per una settimana, quando era tornato non le parlava più, aveva perso una taglia e il viso era scavato dalla fame e dal dolore… e dalla Cruciatus.
“Granger, ormai siete entrambi adulti responsabili, non mi interessa cosa fate quando siete insieme, ma questa è una scuola, e io sono la preside: dovete lasciare Hogwarts. Non mi interessa quanto sia importante per voi salvare i vostri figli, io devo innanzitutto provvedere agli studenti ancora sotto la mia supervisione”
“Ha ragione, professoressa, ce ne andiamo subito” si lasciò sfuggire Malfoy, appena prima che Harry, accorso, capisse l’accaduto e potesse intercedere: San Potter aveva sempre avuto un certo accondiscendente sulla McGrannit.
“Cos’è successo?” chiese l’auror rivolto ai tre.
“Lo chieda ai suoi amici, Potter: vi voglio fuori di qui”.
 
 
   
 
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