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Autore: crazyfrog95    09/03/2015    8 recensioni
Naruto è partito con Jiraiya per il suo viaggio di apprendimento, e i due si dirigono alle rovine del Villaggio del Vortice, dove potranno scoprire il segreto dello sterminio del clan Uzumaki. Nel frattempo, Hinata e Sakura hanno continuato ad allenarsi per conto loro: mentre Tsunade addestra Sakura ad essere un ninja medico, Kakashi allena Hinata e la trasforma in una guerriera di prim'ordine. Cosa accadrà alle ragazze durante questo lungo addestramento? Quale straordinaria abilità svilupperà Hinata? E cosa sta succedendo, nel frattempo, a Sasuke, che ha seguito Orochimaru?
Scopritelo con me, nel sequel di "Rikudou Legacy - Fratelli Non di Sangue". Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Il Dinamitardo



Kakashi correva alla massima velocità, seguito a poca distanza dal resto del gruppo.
Il loro avversario era rapido, quel suo uccello d'argilla gli permetteva di volare a una velocità ben superiore a quella che loro potevano sostenere a piedi. Ma nonostante ne avesse la possibilità, Deidara non stava cercando di scappare. Rallentava a intervalli regolari, per permettere loro di raggiungerlo. Sembrava che li stesse guidando in un luogo specifico.
Dopo diversi minuti di inseguimento l'avversario si fermò a mezz'aria, a circa dieci metri di quota. Erano giunti in una grande radura circondata dai fitti rami della foresta, il cui terreno era estremamente irregolare: alti dislivelli e rocce appuntite lo costellavano, rendendo arduo il movimento. L'erba alta ostacolava i loro passi, rallentandoli e intralciandoli.
L'argenteo alzò lo sguardo verso l'avversario, che ora aveva un ghigno stampato sul volto, mentre metteva le mani nelle tasche.
Deidara li guardava con aria di sfida, erano finiti proprio dove lui voleva: in quel terreno di scontro avrebbero avuto notevoli difficoltà a muoversi, mentre lui poteva volare liberamente e bombardarli con tutto il suo arsenale.
Con il Kazekage era stato imprudente, aveva portato con sé solo una modesta quantità di argilla, ma ora si era preparato a dovere: nelle sue tasche aveva dei sigilli di evocazione, dai quali poteva richiamare argilla praticamente all'infinito, poiché attingeva direttamente alla sua enorme riserva nascosta nelle profondità di una caverna nel Paese della Terra, che lui periodicamente controllava e riforniva per essere certo di avere sempre materiale a disposizione.
«Bene, vediamo di cosa siete capaci!»
Al suo comando, l'uccello su cui stava in piedi ingoiò completamente il cadavere del Kazekage, così che loro non potessero attaccare direttamente il suo mezzo di volo per non distruggere ciò che stavano cercando di recuperare, e lui avrebbe potuto dare sfogo alla sua vena artistica.
Sarebbe stato un vero piacere trasformare quei dieci ninja in fuochi d'artificio, avrebbe accresciuto ancora di più la sua fama sconfiggendo avversari del genere, e tutti avrebbero riconosciuto la bellezza della sua arte...
Prese una manciata di argilla per ogni mano, le bocche sui suoi palmi la lavoravano in modo estremamente rapido, e iniziò a scaraventare piccoli dardi contro gli avversari.

Il gruppo iniziò a muoversi freneticamente, per evitare quei colpi con cui Deidara li bombardava. I suoi attacchi non erano semplici dardi esplosivi: il biondo faceva assumere ai suoi colpi le forme più disparate, dando loro anche particolari abilità.
Alcuni colpi prendevano la forma di piccoli uccelli, che si muovevano nell'aria seguendo le indicazioni dell'Akatsuki, e la loro traiettoria di volo così irregolare rendeva veramente arduo colpirli.
Altri assumevano la forma di serpenti, che in quel terreno così accidentato e ricoperto di erba alta trovavano facilmente riparo dagli occhi del gruppo, solo Kakashi riusciva ad accorgersi di loro grazie allo Sharingan, mentre gli altri dovevano fare affidamento solo sui loro riflessi.
Infine, c'era un terzo tipo di forma che i colpi di Deidara assumevano: quella di piccoli ragni. Essi avevano una potenza esplosiva ridotta, a causa delle loro piccole dimensioni, ma attaccavo in gruppi di decine alla volta, e potevano provocare danni ingenti soprattutto quando si arrampicavano sui corpi dei loro avversari, non notati, ed esplodevano addosso a loro.


Gli attacchi esplosivi di Deidara stavano mettendo a ferro e fuoco il gruppo. 
Solo Kakashi non era mai stato colpito, mentre gli altri avevano tutti riportato ferite di diverse entità. 
Shino al momento era quello più in difficoltà, poiché pur non essendo ferito in modo serio non aveva quasi più insetti a disposizione, visto che la maggior parte era perita nel cercare di arginare il flusso di ragni esplosivi. Era stata una manovra efficace, in quanto i suoi insetti avevano la capacità di percepire la piccola quantità di chakra immessa nell'argilla e quindi di trovare facilmente i loro bersagli, ma a lungo andare il loro numero si era drasticamente ridotto.
Una ferita abbastanza grave fu riportata invece da Shikamaru, che fu colpito contemporaneamente da due serpenti esplosivi che gli si erano attorcigliati attorno alle gambe, e aveva riportato bruciature piuttosto profonde sulle caviglie.
Sakura si era occupata di curarlo, nonostante anche lei avesse ricevuto una brutta ustione a una spalla causata da uno degli uccelli, ma per curarlo lo aveva dovuto portare via dal campo di battaglia, nel fitto della foresta, indebolendo così la forza d'attacco del gruppo.

Gli otto rimasti però non si erano limitati a schivare: dopo l'iniziale smarrimento avevano fatto fronte comune per contrattaccare, combinando tra loro le varie abilità di cui disponevano.
Yamato e Asuma misero su un'offensiva molto pericolosa: il Mokuton dell'ex-ANBU era servito per far crescere rapidamente una pianta che aveva afferrato l'ala del volatile avversario, tenendolo fermo per qualche istante, e Asuma aveva usato le Ceneri Brucianti per fare fuoco alla pianta.
L'attacco era andato quasi a segno: all'ultimo momento Deidara aveva distrutto con un'esplosione i rami che lo imprigionavano, scampando alle fiamme per un soffio, ma riportando comunque diverse ustioni.
Anche Kakashi aveva portato avanti un'offensiva diretta, stavolta ben più efficace. Aveva notato durante la lotta quale fosse l'abilità speciale di Sai: mentre diversi animali esplosivi lo stavano per attaccare, questo aveva tirato fuori una grossa pergamena bianca, e con un pennello aveva rapidamente disegnato su di essa tre grossi leoni.
«Arte Magica: Ultra-Illustrazione Animale»
Sorprendendo il ninja copia, con quella tecnica aveva animato gli animali appena disegnati, che erano saltati fuori dalla pergamena attaccando quelle creature esplosive.
Ammaliato da quella strana ma efficace tecnica, Kakashi si era avvicinato a lui.
«Sai, saresti in grado di creare un uccello d'inchiostro abbastanza grande da trasportarci in volo tutti e due?»
Sai lo aveva guardato apatico per un istante, prima di rispondere.
«Posso farlo, ma mi serve qualche secondo.»

Senza attendere la risposta dell'argenteo, Sai iniziò a disegnare un'enorme uccello, mentre Kakashi si occupava di tenere lontane le creature esplosive. Queste però non mollavano, e lo attaccavano da tutte le direzioni.
“Dannazione, non possiamo continuare così, ci deve pur essere un modo per fermarle...”
Kakashi si stava spremendo le meningi, in cerca di una possibile soluzione, ma ancora non ne era venuto a capo.
A un certo punto, nel suo campo visivo notò Ino alle prese con un gruppo di uccelli esplosivi, mentre stava per essere colpita alle spalle da un grosso serpente d'argilla.
Senza pensarci, fece la prima cosa che gli venne in mente per salvare la bionda.
«Arte del Fulmine: Carica della Bestia Fulminea!»
Quella tecnica era un derivato del Raikiri, e funzionava in modo molto simile al Clone di Fulmini: Un grosso fascio di elettricità prendeva la forma di un cane e correva a gran velocità contro il nemico, esplodendo al contatto con il bersaglio in una scarica elettrica.
Quella tecnica salvò la vita alla Yamanaka, riducendo in polvere la bestia esplosiva alle sue spalle, ma l'attacco ebbe anche un effetto imprevisto: dopo aver colpito e ridotto in polvere quel serpente, l'onda elettrica provocata dall'impatto colpì tutti gli animaletti d'argilla lì vicino, facendoli stramazzare al suolo inanimati.
Quell'inaspettata reazione suggerì a Kakashi la soluzione.
“Ma certo! Per rendere esplosiva l'argilla Deidara usa chakra di tipo Terra, e la mia Arte del Fulmine può neutralizzarla!”
Folgorato (letteralmente) da quell'idea, si preparò ad applicarla per tutto il campo di battaglia. Posò le mani a terra, e attuò la sua idea.
«Arte del Fulmine: Saetta Terrestre!»
Aveva inventato quella tecnica da parecchio tempo, ma non aveva mai avuto occasione di usarla, soprattutto perché non era molto potente, quindi non aveva mai sentito la necessità di perfezionarla. Ora invece si rivelò estremamente utile: grazie ad essa propagò una scarica elettrica a basso voltaggio per tutto il terreno di scontro, troppo debole per arrecare danno ai ninja, ma abbastanza forte da annientare all'istante quell'esercito di piccole bombe animate.
«Ho finito!»
Sai usò nuovamente la sua tecnica peculiare, e dalla sua pergamena uscì un enorme uccello fatto interamente di inchiostro nero, sul quale saltarono sia lui che Kakashi.
L'uccello prese il volo, al comando del suo creatore, dirigendosi contro il dinamitardo.

Deidara aveva continuato per tutta la durata della battaglia ad aggiungere sempre più creature d'argilla all'esercito che assaliva quei ninja. Che due di loro fossero riusciti a scappare non lo preoccupava, li avrebbe cercati una volta fatti fuori tutti gli altri.
Aveva consumato un bel po' di chakra, ma ne era valsa la pena: le sue creature li tenevano alle corde, ancora pochi minuti e avrebbero ceduto. Poi, c'era stata una svolta inaspettata.
Un'ondata elettrica si era diffusa per il terreno, neutralizzando all'istante tutte le sue creature. Questa non ci voleva, avevano capito il punto debole delle sue bombe!
Stava per lanciarne un'altra ondata, ma un nuovo attacco lo costrinse a fermarsi.
Dietro di lui, un grande uccello d'inchiostro lo stava raggiungendo, e sul suo dorso c'erano il ninja copia e un ragazzino con i capelli neri e la pelle bianca, probabilmente quello che ne controllava il volo.
L'uccello nero si alzò repentinamente di quota, passando sopra il suo, e nel momento in cui la sua ombra lo oscurò l'Hatake saltò giù, atterrando davanti a lui.
Adesso la situazione era svantaggiosa per lui, le sue abilità nel combattimento ravvicinato non erano eccezionali, e Kakashi sembrava averlo capito, poiché iniziò ad attaccarlo con una serie degna di un esperto di Taijutsu, aiutandosi con l'enorme spada.
Deidara schivava e si abbassava, ma non avrebbe resistito a lungo...



“Devo sbrigarmi, ci sono quasi!”
Jiraiya ormai era vicino, con la sua arte eremitica percepiva chiaramente i movimenti di chakra nei dintorni, che indicavano una battaglia in corso. Giunto nelle vicinanze, entrò finalmente in contatto visivo con la battaglia.
A circa un chilometro di distanza, in una radura che vedeva bene dall'altezza a cui si trovava, il gruppo di Konoha che aveva inseguito si batteva contro un grosso gruppo di esserini bianchi che esplodevano di continuo, mentre nel cielo era in corso una battaglia aerea tra un grosso uccello d'argilla, sul quale stava in piedi Deidara, e uno altrettanto grosso ma nero, fatto di quello che gli sembrava inchiostro, sul quale si trovavano Kakashi e un altro ragazzo che non riconosceva.
Nelle vicinanze percepiva anche il chakra di Sakura e di Shikamaru, dovevano essere scampati alla battaglia in qualche modo, forse lui era ferito e lei lo stava curando.
Disattivò la modalità eremitica, sia perché non era più necessario tenerla attiva, sia perché doveva rimanere un segreto, e si diresse laggiù a tutta velocità.


Deidara era in seria difficoltà, quel jonin era un vero maestro nel combattimento ravvicinato, e lui era già stato ferito alla spalla da quella grossa spada.
Consapevole che non avrebbe resistito a lungo, cambiò tattica: saltò giù dall'uccello e disattivò la tecnica che lo teneva attivo. Questo scomparve, e Kakashi precipitò insieme a lui. Il corpo del Kazekage, libero dalla prigionia del suo uccello, iniziò a precipitare con loro.
A mezz'aria, l'uccello da cui era saltato riprese al volo il ninja-copia, mentre Deidara continuava a precipitare. Ma lui sapeva bene come combattere in una battaglia aerea: ancora in caduta libera, prese una manciata d'argilla per ogni mano. Ne lanciò una a forma di ragno su quell'uccello, al quale andò ad aggrapparsi sotto l'attaccatura dell'ala destra, e l'altra prese la forma di un altro uccello, che si ingrandì di colpo riprendendolo al volo. 
Salì di quota rapidamente, riprendendo nel becco il corpo del Kazekage e facendolo nuovamente ingoiare al suo mezzo di trasporto, e mentre l'uccello d'inchiostro virava per raggiungerlo, Deidara con un sigillo attivò l'esplosivo piazzato su di esso.
L'esplosione lo colpì sotto un'ala, dissolvendo la tecnica e facendoli precipitare. Quando stavano per giungere a terra, uno dei loro compagni intervenne per salvarli.
Yamato aveva osservato insieme ai compagni tutta la sequenza, vedere quella battaglia  aerea era stato spettacolare, ma ora Sai e Kakashi stavano precipitando.
Erano a una quota di più di venti metri, la caduta sarebbe stata fatale! Solo lui poteva salvarli, perciò si mise a lavoro.
«Arte del Legno: Albero Elicoidale!»
Con quella tecnica, Yamato aveva fatto crescere rapidamente un albero a forma di molla, che aveva circondato l'area in cui sarebbero precipitati Kakashi e Sai, e aveva fatto crescere una serie di rami pieni di foglie al suo interno, in modo da attutirne la caduta con decine di strati di fogliame.
La strategia funzionò, e dopo una caduta rocambolesca i due giunsero a terra senza subire grosse conseguenze dell'urto.
«Grazie, Tenzo.»
Kakashi lo ringraziò e tutti si misero nuovamente in guardia, l'avversario stava per colpire di nuovo.

Deidara era furibondo, quei piccoli insetti lo stavano mettendo molto più in difficoltà di quanto pensasse. Adesso aveva esaurito la pazienza, li avrebbe finiti con la sua tecnica più potente...
«Adesso ne ho davvero abbastanza di voi! Ora scomparirete nella mia massima arte!»
Con quella frase, prese una grossa quantità di argilla e la impasto fino a creare una grossa bomba, che caricò con un'enorme quantità di chakra.
La lasciò cadere, e la bomba si ingrandì a mezz'aria. La stessa tecnica che aveva usato contro il Kazekage, per cercare di distruggere il Villaggio della Sabbia, ora avrebbe spedito all'inferno quel gruppo di fastidiosi ninja, lasciando il suo autografo sulla crosta terreste.
Da quel giorno, chiunque fosse passato da quelle parti avrebbe riconosciuto chi era stato a creare quell'enorme cratere che stava per formarsi, e tutti avrebbero ricordato l'arte di Deidara della Roccia.
Quell'idea lo aveva così incantato che non si accorse della risposta alla sua offensiva.


Il gruppo osservò impotente quell'enorme bomba cadere contro di loro.
Nessuno di loro sapeva cosa fare per fermarla. L'unico in grado di farlo era Kakashi.
Non voleva arrivare a tanto, ma il suo Mangekyo Sharingan sembrava l'unica soluzione.
L'iride nel suo occhio cambiò, assumendo la sua forma di shuriken a tre punte ricurve, ma prima che potesse attivare il Kamui, un personaggio apparve nel suo campo visivo, anticipandolo.
«Rasengan Titanico!!!»
Il ninja colpì la bomba con quello che tutti riconobbero come un'enorme Rasengan, aveva un diametro di oltre dieci metri, riducendola in polvere con quella sfera di chakra vorticante, e impedendone l'esplosione.
Atterrando davanti a loro, il loro salvatore si mostrò. Yukata rosso, lunghi e ispidi capelli bianchi raccolti in una coda e una grossa pergamena a tracolla sulla schiena, era inconfondibile.
«Ehilà ragazzi, tutto bene?»
Tutti sembravano sbalorditi di vederlo, ma Kakashi non si perse in chiacchiere, ci sarebbe stato tempo più tardi per le spiegazioni.
«È un piacere vederti, Jiraiya.»




   
 
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