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Autore: Evan Wolf    14/03/2015    0 recensioni
Andrea è una ragazza italo-inglese al primo anno di università. Rimasta senza un alloggio a poco tempo dall'inizio delle lezioni, chiede di poter prendere in affitto una stanza in casa di Robert, un vecchio amico di infanzia, più grande di lei. Si ritrova così inserita in un contesto nuovo, che comprende anche i migliori amici del padrone di casa; nonostante differenza di età e opposti stili di vita, la cosa sembra funzionare, con annessi e connessi di una vita nuova...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sa di preciso cosa l’abbia convinta ad andare fino infondo, forse poi non era davvero convinta, forse non poteva fare altrimenti, dopo tutto l’aveva proposto lei e al centro commerciale presa dal fare l’ironica non aveva riflettuto più di tanto all’effettiva proposta che aveva fatto.
Sta di fatto che si ritrova davanti una porta nella cui serratura sente girare una chiave.
L’uscio si apre rendendo visibile un salottino un po’ in disordine, con una felpa sul divano, riviste sparse sul tavolino di fronte a questo, insieme ad una ciotola di patatine e ovviamente Mick che la accoglie con un sorriso muto. Appena Andrea entra Mick chiude la porta alle sue spalle e le poggia le mani sulla nuca.
-    Ciao Andi, benvenuta  a casa mia! – le dice contento prima di baciarla – preoccupata? – Andrea lo guarda restando turbata, poi lui aggiunge - per domani?
-    Mhm . – mugugna lei alzando le spalle – mi sei mancato – lo abbraccia premendo il suo viso sul petto di lui, inizia a sospettare che la presenza del ragazzo la intenerisca abbastanza in fretta.
-    Eh, se ti sei ritirata in clausura… 
-    Lo so, ma era necessario o non avrei studiato…
-    Sono questa grande distrazione per te? – chiede ammiccante.
-    Domani c’è l’esame e questo è più che motivante! Quindi – alza il braccio con la busta nella quale ha infilato i libri – mi tocca ripassare!
-    Certo… - Mick le abbassa la cerniera del giubbotto che ancora la avvolge – vuoi toglierlo? Lo appendo.
-    Sì certo! – si fa sfilare la giacca dalle braccia e poi si guarda attorno. - Non dirmi che suoni anche il pianoforte! – esclama la ragazza vedendo il lucidissimo strumento nell’angolo in fondo alla stanza.
-    Mia madre lo suona, io e David avevamo iniziato, ma poi ci siamo dedicati ai nostri strumenti.
-    Wow,  hai un bel salotto sai? 
-    Anche quello è merito di mia madre. – le prende la mano e si incammina verso il divano.
-    Dove hai detto che è tua madre?
-     Non l’ho detto – Mick si ferma davanti al divano, lascia sedere Andrea e poi le si siede di fronte, sul tavolino davanti al divano stesso, afferrandole le mani. Andrea lo guarda come a spingerlo a parlare – io e David viviamo qui…
-    Pensavo viveste ancora in famiglia…
-    Quale famiglia? – chiede retoricamente con voce tristemente ironica. Andrea può leggere nei suoi occhi verdi quanto l’argomento ancora lo tocchi profondamente . Mick da un colpo di tosse e si sistema i capelli che gli erano scivolati davanti agli occhi – beh teoricamente è come se vivessimo ancora con nostra madre…  lei sta al piano di sopra… abbiamo diviso e ci siamo presi una parte della casa perché volevamo più indipendenza. Abbiamo creato un’entrata indipendente.
-    Ah… l’avete fatto voi?
-    Come pensi che me li sia procurati questi muscoli? Eh? – scherza lui allontanando dai suoi occhi quella patina di malinconia.
-    Sudando in palestra! – risponde lei – perché stai seduto sul tavolino?
-    Ti volevo guardare un po’ in faccia. Hai visto David a casa tua?
-    Sì, stavano per andare a fare conquiste! Lui e il mio caro Rob.
-    Ahh… bene buona fortuna a loro!
-    E tu con che scusa hai cacciato via David?
-    “Dave, non hai niente da fare oggi? Mi serve il soggiorno”
-    Davvero? – Andrea lo guarda sconvolta – potevi essere un po’ più discreto!
-    Andrea… tranquilla che i nostri amici hanno altro di cui parlare, non siamo noi il centro dei loro pensieri. E comunque non ho fatto il tuo nome!
-    Si ma sanno che stiamo insieme! – Andrea lo guarda aguzzando gli occhi – e se tu fossi qui con un’altra e David lo sapesse, me lo direbbe!
-    Ne sono convinto, mi ha guardato male infatti! – vede un angolo della bocca di Andrea arricciarsi compiaciuta – quindi gli ho detto di andare a distrarre Robert!
-    Ohhh! Mick ma allora lo sa!! 
-    Ma perché scusa, tu con che scusa sei uscita?
-    Io ho detto che stavo andando a casa di una collega per ripassare insieme. Robert mi ha pure chiesto se era Josh e se cercassi di farti incavolare di nuovo ahahah.
-    Simpatico. Comunque non ti preoccupare per David. E comunque sempre meglio di ritrovarselo qui!
-    Ma tanto devo studiare! – dice estraendo il manuale ed aprendo la pagina segnata da una linguetta verde acido.
-    Sì, Sì! Studia su, allora lo scelgo io il film tanto non lo seguirai…
-    Guarda quello che più ti aggrada caro! Tranne i film sugli alieni… quelli non mi piacciono!
-    Ma hai appena detto che non lo guarderai!
-    È uguale… niente alieni!
-    Uff ok… - Mick guarda l’orologio – ahm… non ci siamo messi d’accordo… ti va bene se mangiamo una pizza?
-    Ma si, va benissimo! – Andrea lo guarda sorridendo mentre prende posto sul divano.
-    Quindi? Ti sei divertita con Evie?
-    Insomma… sto passando fin troppo tempo in quel centro commerciale per i miei gusti… e poi lei tra 40 giorni se ne va!!! Resterò sola!!
-    Grazie per la considerazione!
-    Va beh, non siete la stessa cosa! Tu sei tu, ok, ma Evie è la mia amica, la mia confidente, la mia consigliera! Immagina di non avere David!
-    C’è sempre whatsapp… 
-    Questi cellulari moderni! Il contatto… il contatto è importante! Calore umano! Presenza fisica! – afferma con aria da nonna.
-    Contatto fisico e calore umano! È proprio quello che dico sempre anche io! – le dice posandole le labbra sul collo, mentre lei si porta le mani si porta le mani ai fianchi e lo guarda di traverso - Come la vuoi la pizza? – le sorride in risposta.







-    Questo film è noioso! Come fa a piacerti? È solo sparatorie e inseguimenti in auto! – sbuffa Andrea con una matita in bocca.
-    Shh… - Mick guarda lo schermo e non intende distrarsi.
-    Poi sono 20 mila persone contro il protagonista e muoiono tutti tranne lui!
-    Non volevi studiare? – le risponde senza distogliere lo sguardo.
-    Sì, hai ragione – abbassa la testa e torna a leggere per l’ennesima volta, ma la sua concentrazione è ormai al limite. Si stropiccia gli occhi togliendosi gli occhiali per qualche secondo. – non ce la farò mai!!! Mi confondo… due esami lo stesso giorno… sono idioti? Come fanno a mettere due esami lo stesso giorno? E ancora uno lunedì e mercoledì e venerdì!
-    Mi sembri un po’ stressata – osserva lui, non allontanando lo sguardo dallo schermo.
-    Un po’? Sono al limi…
-    Shhh! – la interrompe lui – non ho capito niente! Aspetta o perdo il punto della situazione…
-    Perdi il punto della situazione? – ripete Andrea allibita con l’indice di Mick premuto ancora sulle labbra – ok lascia stare…
 Mick si volta a guardarla dopo un paio di secondi e le passa il dorso della stessa mano sulla guancia. Le vede assumere un’espressione presuntuosa mentre rivolge il suo sguardo al libro ancora una volta.
-    Su, non fare l’offesa - sbuffa sorridendo e le abbassa gli occhiali sul naso vedendola sbattere le palpebre. – posa quei libri che hai già fatto abbastanza, mangia qualcosa piuttosto! Che ti serve energia per fare questi ESAMI – enfatizza la parola con un tono spaventato, imitando Andrea.
-    Sto mangiando…
-    Si … tre pezzi in due ore!
-    Sono già passate due ore?! Basta mi arrendo! Ho sonno e non capisco più niente! – si accascia sul divano lasciando cadere il libro sul pavimento.
-    Povera… sei esausta. Te l’ho detto che studiare troppo fa male. – le afferra una mano e la tira su, udendo in risposta un mormorio della ragazza – ho un’idea perché non ti appoggi a me? – propone stendendosi sul divano e facendo posizionare lei tra le sue gambe. Il viso della ragazza è ora appoggiato sul petto di lui.
-    Vuoi proprio vederlo tutto questo stupido film? – sospira lei mettendosi comoda.
-    Mi hai fatto perdere la fine! – esclama scioccato Mick vedendo i titoli di coda.
-    Ups… 
-    Andrea! – esclama scocciato.
-    Su è un dvd, puoi tornare indietro e vederlo… ma magari domani! O dopo che me sono andata!
-    A che ora hai quest’esame domani??- chiede, cercando di distrarsi. Le passa una mano sulla schiena.
-    È alle 4 del pomeriggio… - confida lei rilassandosi.
-    ALLE 4?!?!?!?!? E non potevi ripassare domani mattina?? – irrompe lui facendola sussultare, afferrandola per le spalle e sollevandola.
-    No… domani mattina ne ho un altro… sono due ricordi?! Quello per cui sto ripassando adesso è alle 4!
-    Ah – il tono di Mick torna sommesso – allora vuoi andare via presto oggi?
-    Non prima di aver passato un po’ di tempo davvero con te! – risponde lei prontamente, sorridendogli e tornando a poggiare la testa sul suo petto. – cosa hai fatto oggi?
-    Sono stato in palestra, sai ho fatto una lezione prova di Kick-boxing! – le racconta con entusiasmo.
-    Oddio Mick! Ma non è pericoloso? – solleva il viso per poterlo guardare negli occhi, nei quali vede una piccola scintilla di eccitazione.
-    Ma pericoloso per cosa? È stato bello! E dopo mi sono sentito così rilassato! È un buon metodo per sfogare! Non mi hai detto tu stessa che mi consideri uno abbastanza violento?
-    Sì, e pensavo che per calmarti dovresti fare qualcosa come yoga, non prendere qualcuno a calci e pugni! E poi fai già rugby!
-    Non ti vedo affatto entusiasta come lo sono io… 
-    E se dando pugni ti rompessi qualche dito?? Non potresti più suonare! – Andrea poggia la sua mano sulla guancia di lui. Gli posa un bacio sulle labbra che Mick si affretta a ricambiare fino a quando lei non allontana il suo viso prendendolo tra le mani.
-    Ah è così che fai, mi distrai per farmi fare quello che vuoi tu, nel caso specifico, lasciare perdere l’idea!
-    Io ci tengo alle tue mani! – si difende la ragazza, lo guarda sbattendo le ciglia - chi me le fa le coccole poi??
-    Ohhh vuole le coccole lei! Ora è tutto chiaro! Potevi dirlo prima! – dice avventurando improvvisamente le suddette mani e baciandole il collo. La sente protestare debolmente e gli scappa una risatina. – è bello vedere che non mi tiri più stivali in faccia…
-    Quello non era intenzionale e lo sai… - commenta a bassa voce.
-    Lo so – conferma lui, continuando indisturbato a stringere Andrea tra le sue braccia, poi lei guarda l’orologio.
-    Ma sono ancora le 10! Mi sento come se fosse mezzanotte! Anzi le tre!  Tanto so già che non dormirò!
-    Andrea , mi spieghi per quale motivo sei così ansiosa? – si sistema sul divano vedendola tornare seduta  - Tanto lo sai che torni a casa con il voto più alto di sempre! Scommetto che al liceo non hai marinato una lezione, che eri la prima ad alzare la mano durante le interrogazioni e quella da cui copiavano tutti!
-    Certo che ho marinato la scuola! – si difende lei abbassando lo sguardo.
-    Ah si? – le risponde canzonatorio lui – sollevandole il mento con due dita.
-    Una volta…
-    Non mi dire… cos’è? Non avevi studiato matematica?
-    No… c’era una manifestazione!
-    Ah ecco… piccoletta comunque vada ci sono io, festeggiamo o ti consolo. Domani sono al campus, al centro sportivo, ci alleniamo con la squadra.
-    Poi non ti hanno più buttato fuori allora…
-    No, la mia carriera è salva! Comunque… ti ho già detto che questa settimana mi sei mancata troppo? – sospira all’improvviso facendo scorrere le sue dita tra i ricci morbidi di Andrea – è bello averti qui, avrei passato ogni giorno chiuso con te nella tua stanza se me lo avessi permesso – sporge la sua testa cercando di baciarla.
-    Mick lo sai che domani ho gli esami! Anzi è meglio che vada – Andrea si allontana definitamente poggiando una mano sul petto di Mick,il quale la guarda con uno sguardo turbato, ma basso - Oh Mick non fare quella faccia, sembri arrabbiato.
-    Non mi va di gioire all’idea che te ne stia andando. Quando potremo vederci finalmente di nuovo e stare un po’ per conto nostro?
-    Oh non mi ascolti? ho un esame ogni 2 giorni!
-    Ti ascolto! E mi piace sempre di meno che da quando… “lo sai”… - sottolinea con un sopracciglio alzato ed espressione inequivocabile -  non ci siamo più visti e stai scappando un’altra settimana! 
-    Oh, ma non sto andando da nessuna parte! Su Mick non arrabbiarti… – afferma lei.
-    È qualcosa di più che un’incazzatura! – dice a denti stretti. – Andrea secondo te per quale motivo sono andato di nascosto a casa tua l’ultima volta? Perché volevo vederti e la situazione tra di noi non la reggevo più. Volevo vederti e stare con te, volevo che ci trovassimo, io e te, al di la di tutta la confusione e le situazioni che si erano create con gli altri. Volevo te e basta. Perché ho bisogno di questo. Ho bisogno che tu capisca che io mi sento bene quando sei con me, ed essere con me non vuol dire passare una serata in cui io guardo un film per i fatti miei e tu leggi un libro. Ma – la interrompe ancora prima che abbia il tempo  di iniziare a pronunciare qualsiasi cosa volesse dire – ma non vuol dire nemmeno che dobbiamo scopare! Tranquilla! – la vede lanciargli uno sguardo dubbioso e un’ombra di afflizione gli si stampa sul volto – Andrea, sinceramente, sei innamorata di me o no?
La ragazza rimane spiazzata e si trova costretta a boccheggiare un paio di volte, e nonostante questo non riesce a proferire suono.
-    Non pensavo fosse così difficile. Pensavo fossi una di quelle che si innamorano e perdono la testa e vedono tutta la vita rosa con gli occhi a forma di cuore. Invece sei… fredda e basta.
-    Fredda e basta? – ripete lei , non sapendo se essere più offesa per se stessa o dispiaciuta per lui.
-    Non dico che non hai sentimenti, dico che non li hai per me… o meglio non quelli che mi aspettavo io. Da quando sei arrivata non ti sei avvicinata di un millimetro spontaneamente, se non fosse stato per me, e alla prima occasione ti sei tolta dal mio abbraccio, senza contare che hai guardato l’orologio almeno trenta volte. Dopo una settimana che non ci vediamo e dopo l’ultima volta che ci siamo visti, sembra tu non veda l’ora di andartene… pensavo avessimo superato la fase “siamo amici”.
-    Mick non dire ca**te adesso! Io non vado a letto con i miei amici! Mi pare ovvio che non siamo amici!
-    Non è così OVVIO,  a vedere te che non mostri il minimo accenno di coinvolgimento! Beh allora dimmi come cazzo fai a stare con me una sera e poi sparire per una settimana, poi venire qui ed essere… l’Andrea di sempre! Di PRIMA di quella sera! Come se non fosse successo niente. Non un minimo di complicità in più. Non uno sguardo che mi faccia pensare che ti ricordi dopo tutto, quello che sia successo.  Ca**o Andrea, io ti vedo e lo stomaco mi si ritorce dentro, sento il tuo odore e ti rivedo mia, risento come se fossi ancora una cosa sola con me! E tu? Tu niente. Tu sei quella che se ne sta seduta a leggere dopo una settimana che non mi vede, ci mancavano solo Jake  e Robert a mangiare pop corn sul divano insieme a noi, l’atmosfera era quella. Come fai a non provare … niente!?
-    Oddio Mick!  I tuoi problemi mentali sono più seri di quello che pensassi! Ma se ti avevo appena detto di voler passare un po’ di tempo con te? Come puoi pensare una cosa del genere? Come puoi pensare che io non provi niente?? Lo sai che sono… particolarmente timida!
-    Timida?? Le timide fanno sorrisi arrossendo. Si toccano i capelli con nervosismo o si mordicchiano un labbro.
-    Beh, ma io lo sono comunque. Probabilmente sono solo scappata un’altra volta! Non lo so. Mick hai descritto un quadro tremendo! Io… io ho pensato a quello che è successo tra noi. Io sono stata al settimo cielo. Mi sono sentita amata, e non pensavo mi amassi davvero. 
-    Ah davvero? Perché fidati, non si vede!
-    Non sono abituata, non è una situazione che conosco.  Sai come sono, sai che mi vergogno della mia ombra… e non sono proprio portata per fare la seduttrice. Tutto posso fare tranne che entrare in una stanza e dirti: andiamo a letto! Io non ci sono proprio portata! Al solo pensiero mi imbarazzo!
-    Non dico questo, ma almeno vederti negli occhi il desiderio di stare con me in questa stanza. Sarebbe stato bello. Ma non è stato così. E dovrebbe essere naturale , sei la mia ragazza! Perfetto… te lo dico io che hai avuto i ripensamenti!
-    No, non intendevo questo! Sono io che non mi sento all’altezza.
-    Ma all’altezza di cosa? Di avere una relazione con ME?
-    Mick… non è colpa tua. Non pensavo di averti fatto così male comunque, non pensavo nemmeno fosse stato così importante per te… pensavo lo fosse solo per me, era la mia prima volta dopo tutto, mentre per te è una cosa… all’ordine del giorno. Ho pure pensato di non voler esagerare perché non lo so, avresti potuto trovarlo infantile o esagerato o che so io… e non mi sono accorta alla fine di aver trattenuto tutto senza aver lasciato fuori niente… – Andrea prova a incrociare lo sguardo con lui, si avvicina al suo viso – non ti stancherai presto di una complessata come me vero? Forse Lily aveva ragione.
-    Lily? Che c’entra lei adesso? Perché dai ascolto a tutti tranne che a me?  Complessata lo sei davvero! Perché non dovrebbe essere stato importante per me? Andrea con chi sei stata prima di me? Intendo in generale. Non ne abbiamo mai parlato perché non pensavo mi avrebbe fatto piacere sapere chi aveva avuto il privilegio che io non potevo avere. E non mi fa piacere. Soprattutto adesso che ho capito che qualcosa ti ha rovinato la testa!
-    Non fare lo psicologo Tyler – dice sommessamente, con un sorrisino accompagnato da uno sguardo vacuo e stanco.
-    È la cosa più assurda che abbia mai sentito! - espira calmando la sua istintiva furia interiore. – Mi piaci davvero tanto. Per me è speciale ogni cosa che condividiamo! Non importa quante volte sono stato a letto con qualcuna, non è una questione di numeri, ma che pensieri idioti hai?? Tu sei tu! E io voglio te e so che ti penso ogni secondo, e mi sono arrovellato il cervello per cercare di capire perché tu non dicessi niente! E mi devo sentir dire che non volevi essere pesante? Perché  per me è stata una cosa così, come un’altra? Qual è il tuo problema? Io ho conosciuto una ragazza forte,  - Le mani di Mick si stringono sulla nuca di lei, i suoi occhi la fissano profondi - che difendeva le sue idee ed era sicura del suo modo di essere per quanto all’opposto del mio, che mi ha saputo rimettere in piedi in un momento in cui facevo schifo pure a me stesso, che è sempre stata lì quando ne avevo bisogno e che ha saputo capirmi così profondamente come nessuno... ora ti sei fatta prendere dai complessi di inferiorità? Cos’è? Credi di avere… non so, il naso troppo grande? Le gambe storte? I capelli crespi?
-    Sei uno scemo  - commenta la ragazza con lo sguardo lucido prima di buttargli le braccia al collo e affondare il viso nell’incavo del suo collo - è bella l’immagine che hai di me. .
-    Beh non l’ho inventata io, questa persona sei tu! Ma pare tu lo abbia dimenticato. Spero che la ritrovi presto… era molto più assennata di te adesso… lei mi teneva testa e non pensava che ogni cosa che facessi io fosse giusta e più importante, cercando di adattarsi di conseguenza… cioè dici sul serio? Non volevi assillarmi? Quanto vorrei l’avessi fatto! – Mick inspira a fondo tra i capelli di lei, passandole le mani sulla schiena – quanto vorrei aver potuto vedere il tuo lato infantile, vedere il tuo lato vulnerabile buono. Vedere quanto a fondo sono arrivato a colpirti. 
-    Cos’è un doppio senso? – ridacchia non spostandosi dalla stretta di lui, mentre il ragazzo le ridacchia all’orecchio a sua volta - Lo farò ok? Sarò sempre me stessa. Hai ragione. Io lo so che hai ragione. Avrei dovuto farti capire di più e dovrei iniziare a fidarmi di te. Se voglio che con me ci resti! 
-    E non devi costantemente vivere con la paura che me ne va… - Mick non riesce a concludere la frase a causa del bacio che Andrea improvvisamente decide di dargli e che li impegna anche più di qualche secondo.
Quando i due si separano hanno entrambi il fiato corto e restano in silenzio a fissarsi per qualche altro istante, poi la fronte di Mick si aggrotta e di riflesso anche quella di Andrea.
-    Che c’è? – chiede lei in tono allarmato.
-    Sono quasi le 11. – commenta mesto.
-    Oh… cavolo… domani! – Andrea guarda il suo orologio confusa poi si porta le mani ai capelli sbuffando. Sente le dita di lui attorno al proprio mento e rialza lo sguardo. Gli occhi verdi di Mick la guardano malinconici.
-    Ascolta, non mi va che sei al volante da sola a quest’ora.
-    Mick non sono nemmeno le 11. Il sabato sera torno a casa molto più tardi!
-    Non mi va comunque. Posso accompagnarti io.
-    Dove vuoi accompagnarmi?
-    A casa! Fa niente se ci vedono arrivare insieme, almeno a questo devi iniziare ad abituarti.
-    Oh, ma io… 
-    Non ti lascio andare da sola! Piuttosto resti qui! Se proprio ancora non vuoi che ci vedano insieme.– la guarda severo.
-    Ma io non voglio andare via – sussurra portandosi le ginocchia al petto.
-    Cosa? – Mick la fissa perplesso non avendo capito per davvero cosa la ragazza avesse spifferato. Ma in risposta si ritrova due occhioni marroni intimiditi che lo fissano.
-    Andrea che hai detto? Non ho sentito niente se non un “mashshsh-ia!”
-    Ho detto che… - inspira profondamente – non voglio andare via. 
Mick la vede mordicchiarsi nervosamente un labbro e passarsi una mano tra i capelli, questo gli genera una risata incuriosita.
-    Ah no?
-    No… è uno di quei momenti.
-    Quali momenti? – lui la guarda interrogativo.
-    Quelli in cui non me ne voglio andare a casa! – ripete ovvia – cioè… in cui voglio restare con te.
-    Oh, dici sul serio? Ahm… beh allora resti! – afferma risoluto stringendo una delle sue mani e mettendosi in piedi.  - Su su andiamo a letto allora. – allegro inizia a guidarla attraverso il soggiorno verso la sua camera, mentre Andrea inciampa sui suoi piedi e ancora non capisce come si sia arrivati a questa conclusione così in fretta.
Entrato in camera accende la luce e avanzando verso il suo letto si toglie la maglietta e lascia cadere i pantaloni sul pavimento , sfilandoseli insieme alle scarpe. Andrea resta sulla soglia e Mick se ne accorge dopo essersi seduto sul proprio letto.

-    Dormo sempre così… il piumone è caldo… - commenta dopo qualche secondo di imbarazzato silenzio. Vede Andrea accogliere la notizia, ma restare immobile. - Vuoi usare una mia maglietta come pigiama? – le propone, vedendola annuire in risposta. – apri l’armadio e prendi quella che ti piace di più… il primo cassetto è mio.
Dopo una rapida occhiata Andrea opta per quella che sembra essere la più sformata e grande. 
-    Dov’è il bagno? – dice tenendo stretta la maglietta e toccandosi ancora i capelli.
-    La porta che vedi fare angolo con questa. – risponde Mick ricadendo sul materasso con le braccia piegate dietro la testa. – qualcosa non va? – chiede dopo qualche altro momento di silenzio in cui Andrea è rimasta impalata alla porta. La ragazza, come a svegliarsi di soprassalto distoglie lo sguardo dal corpo del ragazzo e scompare poco dopo.
Mick è ancora nella stessa posizione quando Andrea torna con quello che sembra essere un vestito premaman. Mick solleva il capo e la guarda.
-    Hai proprio delle belle gambe.
-    Grazie. Anche tu e anche… tutto il resto.
-    Grazie  – le porge una mano che Andrea, dopo essersi avvicinata , afferra. Si ritrova seduta in braccio a lui con la sua mano su una delle gambe che ora sono accavallate nel tentativo di coprirsi con quella maglietta che sembra essere improvvisamente accorciata.
-    Ok arrivo subito!
-    Dove vai??
-    A lavarmi i denti!
-    Ah , giusto! – lo guarda allontanarsi e sparire dietro la porta. Sospira e si sistema in fretta sotto le coperte.



-    signorina avrai il privilegio di dormire nel mio letto. Nessuno mai oltre me ha toccato quel letto! Te lo dico visto che hai quella strana teoria sui letti – annuncia Mick ricomparendo sulla soglia. Fa qualche passo e salta con le ginocchia sul materasso.
-    Sì certo, e io dovrei crederci.
-    Ricominci ? devi avere fiducia!
-    Si ok, ma tu sei stato già con millemila!
-    Saranno una dozzina…
-    Sì, ok , non è questo il punto e non voglio sapere! – dice asciutta lei portando le mani a coprire le orecchie.
-    Si, ma non è mai venuta nessuna qui, ti ricordo che divido la stanza con David e fino all’anno scorso qui ci vivevano entrambi i miei genitori. Il tuo letto in casa di Rob ne ha viste un po’.
-    Mick! Che schifo non voglio sapere. Oddio!! – Andrea nasconde la testa sotto il piumone, per poi uscire di nuovo allo scoperto rivelando un’espressione allarmata – hai detto che dividi la stanza con David???
-    Ahm… si… quello è il suo letto! – dice indicandolo con un cenno del capo.
-    Ma allora come faccio a restare qui?? Mick!!
-    Oh… gli mando un messaggio… anche se penso che rimanga da te a prescindere. Lo facciamo quasi ogni volta!
-    Perfetto, pure il messaggio! Come se la cosa non fosse già abbastanza losca.
-    Non è losco che io passi la serata con la mia ragazza! Rilassati! – spegne la luce e si distende anche lui – possiamo almeno dormire nello stesso letto o vuoi che vada in quello di mio fratello?
-    No no, puoi restare.
-    “posso restare” grazie a Dio. – commenta passandole un braccio attorno alla vita e aderendo alla schiena della ragazza. Si sporge poi tanto da arrivare a baciare il suo zigomo – buonanotte! 
-    Buonanotte anche a te!  - risponde lei accarezzandogli l’avambraccio che ha come una cinta sull’addome. Trova la situazione abbastanza comica, Mick non aveva forse sentito l’inclinazione nella sua voce nel dire “voglio restare con te”, come aveva detto quella mattina in camera sua. Aggiunge casualmente  – comunque l’esame è alle 11.
-    Oh bene quindi non dobbiamo fare una mattinata domani. – commenta sollevato il ragazzo stringendosi ancora di più alla ragazza. Dopo qualche secondo solleva il capo per poter osservare il suo profilo – perché me lo hai detto?
-    Mick… - si volta indietro a guardare i suoi occhi verdi immersi nel buio della stanza – sono innamorata di te. Lo devi sapere.
-    Si lo so! – si abbassa sulle sue labbra sfiorandole. – non vedo l’ora che tu finisca questi maledetti esami!
-    Anche io… - ripoggia il viso sul cuscino incredula. Sente di nuovo i pettorali di lui poggiarsi alla sua schiena e sente un brivido che la fa inarcare – Mick!  - sussurra mentre si volta nell’abbraccio di lui ritrovandoselo addosso, naso contro naso, gli sorride e lo vede esultare.
-    Allora non mi sono sognato il tuo tono ammiccante – riferisce appena terminato un lungo bacio.
-    È raro, ma esiste! – ribatte lei, ammirando i lineamenti squadrati e regolari del suo volto, e passando le sue dita tra i lunghi capelli del biondo, mentre lui scende con i baci sulla sua spalla e inizia a muovere le sue mani su di lei. È incredulo di sentire la sensazione di quella stoffa sotto le dita.
-    Possiamo accendere la luce?
-    No! – risoluta Andrea ferma la sua mano.
-    Ti prego ti prego!
-    No , Mick! O così o niente!
-    Oh non usare queste minacce con me! – scoppia a ridere lui. - Allora ridammi la mia maglietta! – minaccia divertito a sua volta, sentendola sbuffare divertita, alzando le braccia in segno di resa.
  
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