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Autore: JeanJacquesFrancois    16/03/2015    4 recensioni
La storia di Renly e Loras dal vero e proprio inizio alla drammatica fine.
Genere: Drammatico, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loras Tyrell, Renly Baratheon, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 22

 

Come Renly aveva previsto, impiegò tutta la sera per riordinare l'intera pila di fogli sulla sua scrivania, nonostante tutti i suoi sforzi.

Sembrava che la totalità delle Terre della Tempesta avesse problemi. Le città mercantili vicino a Bronzegate fino a House Buckler erano state colpite da uno sfuggente ladro di cavalli che nessuno era stato ancora capace di consegnare alla giustizia. Gli insediamenti vicino a Capo Furore erano a rischio di allagamento, il vento furioso aveva distrutto il tetto di Griffin's Roost, mentre una banda di ladri stava apparentemente usando le vecchie rovine di Sala dell'Estate come base per le loro razzie.

Renly valutò cosa fosse meglio fare. Il ladro di cavalli sarebbe stato facile da sistemare. Avrebbe messo una taglia sulla sua testa e mandato in giro vari cavalieri, l'indomani, per cercarlo. Anche il danno a Griffin's Roost era semplice da risolvere e avrebbe mandato a ser Ronnet Connington un paio di tagliapietre per aiutarlo nelle riparazioni.

Sospirò, Renly non era estraneo alle richieste d'aiuto da Griffin's Roost. Dopo aver perso la maggior parte delle loro rendite e terre durante la ribellione di suo fratello, le fortune dei Connington sembravano essere finite dalla padella alla brace e ser Ronnet sembrava essere sempre in ricerca di aiuto. Aveva sentito che il giovane cavaliere di Griffin's Roost sarebbe stato presto sposato con la figlia di Lord Tarth, una giovane ragazza che Renly non aveva mai incontrato, ma che era l'unica erede alle prosperose terre di Tarth. Magari avrebbe ribaltato la sorte dei Connington. Se tutto fosse andato bene, pensò Renly, perché quelle terre gli avevano causato solo mal di testa da quando ai Connington era stato tolto lo stato di lord.

I ladri di Sala dell'Estate, tuttavia, rappresentavano più un problema. Il castello in rovina dei Targaryen era sul confine tra le sue terre, quelle di Dorne e quelle dell'Altopiano, e né lui, né i Tyrell, né i Martell sembravano aver voglia di prendersene la responsabilità. Sospirò. Era tentato di non fare nulla e lasciare che Mace Tyrell o il principe Doran si occupassero del problema. Ma magari avrebbe almeno dovuto scrivere loro per discutere del problema, se non altro per far sembrare che si prendesse almeno un po' di responsabilità.

Un colpo alla porta fece sollevare Renly dai suoi pensieri, più che sicuramente era Loras di ritorno dalla sua gita all'aperto. Poggiando la penna per concludere la serata e decidendo di scrivere a Lord Mace e al Principe Doran l'indomani, disse a Loras di entrare.

La primavera tornò con i passi di Loras, mentre entrava, bagnato fradicio e all'apparenza esausto.

Renly sorrise. Era ancora un mistero per lui come Loras riuscisse a trovare così tanto divertimento nel colpire gli altri scudieri con dei bastoni e altri oggetti appuntiti, ma sapeva bene che non avrebbe dovuto sorprendersi, ormai.

Prese una sedia e si sedette accanto a Renly.

“Ti sei divertito?” chiese Renly.

Loras rise. “Sì. Ma l'altro ragazzo non era granché.”

Renly rise. Nessuno, a parere del suo scudiero, sembrava essere granché, ora come ora. “Dovresti cambiarti, Loras. Prenderai un raffreddore a sederti con i vestiti così bagnati.”

“Va bene, va bene.” Disse Loras, roteando gli occhi e alzandosi per togliersi le cose bagnate fino a rimanere in biancheria.

Renly represse un sospiro. Non era proprio quello che aveva voluto intendere, dicendo a Loras di cambiarsi. Si rivolse di nuovo ai suoi fogli piuttosto che restare palesemente a fissarlo. Era davvero un bel vedere, tuttavia, pensò Renly, i ricci bagnati che gli cadevano negli occhi e la maggior parte dei vestiti in un mucchio sul pavimento.

Loras si sedette di nuovo. “Che stai facendo?” chiese, sporgendosi a guardare i fogli sul tavolo di Renly.

“Problemi a Sala dell'Estate.” Disse stancamente, dando a Loras una giocosa spinta verso la sua sedia quando vide il pasticcio che Loras stava facendo lasciando che i capelli gli gocciolassero sulla lettera in questione. “Stavo per scrivere a tuo padre e discutere di cosa fare.”

“Sala dell'Estate non è nell'Altopiano.” disse Loras automaticamente.

“Be', dove diresti che è?” chiese Renly, ridendo. “I Tyrell insistono che non è nell'Altopiano, i Martell che non è di Dorne e io non insisterò di certo che sia nelle Terre della Tempesta. Sai, Loras, prima del grande incendio là, tutte e tre le regioni la reclamavano come parte del proprio territorio.”

Loras si strinse nelle spalle. “Lascia che se ne occupino i bastardi dorniani. Non è come se avessero qualcosa di meglio da fare. Tutto quello che hanno da fare laggiù è scopare troie saltellanti e portarle a corte e chiamarle lady.”

Renly non poté evitare di sorridere. “Ti ho mai detto, Loras, che talento hai per la democrazia?”

Loras sorrise. “Castellana, puttana, stessa cosa, davvero. Fanno anche rima.”*

Renly rise. Magari era davvero una cosa bene che Loras non avrebbe mai ereditato Alto Giardino. “Se insisti, Loras.” Si alzò, sbadigliando. “Potrei andare a letto ora, sul serio, Loras. Ho avuto una giornata faticosa.”

Loras roteò gli occhi. Sembrava che la sua definizione di giornata faticosa fosse molto diversa da quella di Renly. “Posso restare?” chiese, alzandosi e appoggiandosi sui cuscini di Renly senza aspettare una risposta.

Renly si morse il labbro. Si era detto che questa cosa doveva finire, eppure non riusciva a discutere, stasera. “Per un pochino.” disse alla fine, cercando di trovare un compromesso.

“Perché?” Chiese Loras, un sopracciglio sollevato. “C'è un motivo per cui non mi vuoi qui?”

“Magari voglio allungarmi nel letto, magari mi ci vogliono secoli ad addormentarmi quando sei qui.” Si sforzò di sorridere. “Ti dà davvero noia?”

Loras rise. “Dormi nella parte sinistra del letto anche quando non ci sono io e ti addormenti prima di me quasi sempre.”

Renly roteò gli occhi, disperato. “Va bene, allora.” disse, ammettendo la sconfitta. “Devi sempre avere una risposta per tutto, Loras?”

Loras si strinse nelle spalle, sorridendo. “Ti avevo avvertito sul mentirmi. Non funziona mai.”

“E' quello che pensi.” Mormorò Renly, mettendosi a letto accanto a lui.

“E' quello che so.” Corresse Loras, sempre sorridendo.

Renly non poté evitare di ridere. Non riusciva mai a restare arrabbiato con Loras a lungo. Di recente aveva scoperto che non era nemmeno capace di fingere di essere arrabbiato. Scuotendo la testa dall'esasperazione, soffiò sulla candela, mettendo la stanza completamente al buio.

Si mantennero in un confortevole silenzio per un po', ascoltando il ruggito del vento fuori e il tuono che rullava sopra di loro.

“Perché ti piace questo tempo così tanto, Renly?” chiese Loras dopo un po', girandosi a guardarlo.

Renly sorrise. “Le tempeste sono eccitanti. Immagina, anche ora, un mercante di seta potrebbe navigare con difficoltà tra le pericolose rocce di Baia dei Naufràgi, aggrappandosi al timone mentre la pioggia gli lava la faccia e le onde si infrangono contro lo scafo, minacciando di gettarlo fuori bordo ad ogni momento. O magari c'è un commerciante che si rifugia nel proprio vagone, fuori nei Boschi della Tempesta, il vento che gli strappa i vestiti e i cavallli che nitriscono ad ogni tuono.”

Loras roteò gli occhi. “Ti stai inventando cose.”

Renly sospirò. “La vita è più interessante quando racconti storie. Perché preferisci il sole, invece?”

Loras si strinse nelle spalle. “Perché sono cresciuto con quello, immagino. Perché è caldo.”

“Sei sul serio la persona più creativa che abbia mai conosciuto, Loras.”

Loras rise. “Smetti di lamentarmi, mi hai fatto una domanda e ti ho risposto. Onestamente. È ben più di quanto fai tu a volte.”

Renly gli dette una botta sotto le coperte. “Lascerai mai perdere questa storia e ti addormenterai?”

“Va bene, va bene.” Loras lo accontentò per una volta. “Qualunque cosa tu voglia.”

Renly sospirò e provò a mettersi comodo, chiudendo gli occhi e sperando di poter dormire.

…............................

Il tempo, comunque, sembrava avere altre idee. Sembrava che Renly fosse stato sveglio per ore, il vento che fischiava attraverso le tapparelle e le onde che si infrangevano contro le pareti, apparentemente decise a evitare che lui prendesse sonno.

Sospirò e si rigirò, rinunciando a dormire. “Loras,” sussurrò nel buio. “Dormi?”

“No. E mi sto ancora chiedendo perché ti piaccia così tanto questo tempo.” Loras sembrava a sua volta non aver mai preso sonno.

Renly rise. “Ti spaventa?” Chiese, incapace di resistere a irritare Loras un po'.

“No.” Loras fece una sbuffò. “E' solo chiassoso e irritante. E tutti insistono per farti stare all'interno. Non l'ho mai trovato spaventoso.

“Nemmeno quando sei arrivato a Capo Tempesta la prima volta?” disse Renly, alzandosi su un cuscino.

“Sai che non lo ammetterei nemmeno se fossi stato spaventato.”

Renly rise. “E' vero. Ma ero curioso. Cosa hai pensato la prima volta di Capo Tempesta, se non che le tempeste fossero terrificanti?”

“Non ero molto colpito in realtà. Non c'eri quando sono arrivato, apparentemente eri in giro su una spiaggia da qualche parte. E Penrose mi irritava. A pensarci bene, mi irrita ancora. Mi parlava come a un bambino viziato quando ero appena arrivato da Alto Giardino.”

“Be'...” Renly non poté fermarsi.

Loras lo colpì sulla testa con un cuscino. “Come se tu potessi parlare. Tuo fratello ti ha assegnato il titolo di Lord per il tuo settimo compleanno. Stravagante, non trovi?”

Renly rise. “Vero. Ma se ti fa sentire meglio, Penrose perdeva la pazienza anche con me, a volte. Quando giocavo invece di fare qualcosa di vagamente utile.”

“Sembra che nessuno di voi due sia cambiato, allora.”

Era il turno di Renly di colpire Loras col cuscino. “E' questo che pensavi di me quando sei arrivato?” chiese, ridendo. “Che non facessi nulla di vagamente utile?”

Loras rise. “Forse un po'. Ma tutti mi assicurarono il contrario. Non mi avevano ancora mostrato la mia stanza e la cameriera stava già tessendo le tue lodi.”

Renly sorrise. “Che diceva di me?”

“Oh, il solito. Qualcosa su come sei l'uomo più gentile che conoscesse e quanto sei bello, affascinante, sagace.”

Renly rise. “E sei d'accordo?”

“Certo che sì. Trascorro molto più tempo con te di quanto dovrei, no?”

Renly sorrise. Era abituato alle parole gentili e ai complimenti, ma in qualche modo contavano di più se provenienti da Loras. Le parole del suo scudiero lo scaldarono in qualche modo, e sentì un'improvvisa ondata d'affetto per lui. “E ti piace qui, Loras, vero?”

“E' una domanda ridicola, questa, Renly. Ti ho mai chiesto di andare a casa?”

“Ma deve essere stato difficile all'inizio.” Disse Renly.

Loras stette zitto per un momento. “Ho avuto nostalgia di casa per un po'.” Ammise alla fine, “Margaery mi mancava terribilmente.”

“Non ti manca adesso?”

“Immagino di sì. Ma in qualche modo non fa così male come all'inizio.” Si mosse come per toccare il braccio di Renly, la sincerità nella voce, per una volta.

Renly si sottrasse imbarazzato al tocco, e il braccio di Loras si appoggiò sulle coperte. Sentì come una coltellata di senso di colpa, Loras era così aperto con lui, e lui gli stava nascondendo delle cose. Lo avrebbe scoperto, alla fine, Renly lo sospettava, avrebbe sentito dei sussurri nel cortile, una ridente serva che lo aggiornava sugli strani mormorii che circondavano il loro bel lord. Si chiese se Loras si sarebbe sentito tradito nel sentire tali cose da altri, piuttosto che da lui.

Pobabilmente, pensò, Loras si offendeva facilmente.

Loras si alzò leggermente, come percependo il disagio di Renly. “Sei sicuro di stare bene, Renly?” chiese.

“Che intendi?” rispose rigidamente Renly.

“Non lo so. Non sembri te stesso di recente. E ti comporti ancora come se ci fosse qualcosa che non mi dici.”

Renly sospirò. “Non capiresti.” Disse alla fine.

“Potresti farmi provare.” Disse Loras tranquillamente.

Renly represse un altro sospiro. Non sapeva cosa fosse meglio dire. Non dire nulla, e Loras si sarebbe offeso, deluso per la mancanza di fiducia in lui. Dire troppo e Loras si sarebbe distanziato da lui, disgustato e desideroso di non stargli più accanto.

“Va bene,” disse tranquillamente, più al soffitto che a Loras stesso. “Immagino che potrei farti provare a capire.” Fece una pausa, scegliendo le sue parole con cautela. “Io... ecco, potrei essermi messo in una situazione compromettente dopo il banchetto dell'altra settimana.” Prese un respiro profondo. “Con uno degli scudieri dorniani.”

Lo aveva detto e non poteva più riprenderselo. Rabbrividì, aspettando che Loras reagisse alle sue parole, sicuro che ogni secondo potesse alzarsi, orripilato, e voltargli le spalle, disgustato che Renly facesse tali cose con un uomo. E questa era solo la metà, pensò Renly tristemente, chissà quanto sarebbe stato schifato se avesse conosciuto la portata dei suoi sentimenti verso di lui, in particolare.

Fu sorpreso quando Loras rimase in silezio per un po'. Guardò verso il suo viso, ma era troppo buio per decifrare la sua espressione.

“Con un ragazzo?” disse alla dine Loras. “Di Dorne?”

Renly si sforzò di annuire, sentendo la vergogna sulle proprie guance. “Lo scudiero di Oberyn Martell, non so come si chiama.”

“Non sai nemmeno il suo nome?” la voce di Loras era tranquilla. “Eppure tu... ma perché?”

Renly continuò a fissare il soffitto. “Perché era lì, immagino.” E perché dovevo smettere di pensare a te, aggiunse silenziosamente a sé stesso. L'ammissione, anche se solo a se stesso, lo fece rabbrividire dalla vergogna.

“Perché era lì.” Loras ripeté le parole di Renly piano, prima che una punta amara prendesse posto nella sua voce. “Hai ragione, Renly. Non capisco.”

E con questo, si girò, dando la schiena a Renly e lasciandolo a sentirsi improvvisamente molto solo.

Note

Alors, prima una pura nota di traduzione:
* - "castellana, puttana, è la stessa cosa. Fa anche rima". Okay, qui ci sono letteralmente impazzita. Non è la traduzione più esatta, qualcosa va pur sempre "lost in translation", ma ho veramente fatto del mio meglio. In inglese, era "paramour, whore, same thing", dove paramour si tradurrebbe letteralmente come amante illegittima, ma in tal caso il gioco di assonanza/rima si sarebbe perso. Di conseguenza, è andata un po' così e ho reso quanto meglio mi riuscisse. Mi sembrava giusto dirvelo :)

Per il resto, questo capitolo non ha avuto la grazia di passare per la beta, per cui mi affido a voi, o popolo di lettori: ogni anglicismo che sia rimasto o errore sarà corretto non appena me lo segnalerete. Grazie mille! :)
E grazie a tutti quelli che commentano, siete belli! 

 

   
 
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