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Autore: Kveykva    18/03/2015    0 recensioni
Cara Wilson è l'incarnazione della brava ragazza: ottimi voti a scuola, amata dai professori, mai uno sgarro: riesce ad essere se' stessa solo con le sue migliori amiche, Amber e Autumn.
Per questo, il preside decide di farle organizzare il concerto dei 5Seconds of Summer nella loro scuola: peró Luke, dal momento che l'ha conosciuta all'ultimo prima di salire sul palco, la cercherà, andando contro a tutti i problemi che la sua popolarità potrebbe portare.
Lui è un cattivo ragazzo.
E lei una brava ragazza.
Ma ne siamo sicuri?
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-Non ci vengo.- dissi incrociando le mani al petto.
-Sono scappato dell'hotel rischiando di farmi ammazzare dalle fan lì sotto, sono aggrappato ad un albero davanti a casa tua e tu non vuoi uscire?- fece lui guardandomi fisso.
-Sicuro di farcela a stare aggrappato a quell'albero senza farti male?- chiesi. Figuriamoci se il mio lato super altruista e educato non veniva fuori proprio in quel momento.
-Se tu uscissi forse starei meglio.- disse sistemandosi meglio sopra il ramo.
-E se non volessi uscire con te?- lo provocai.
-Non c'è nessuna che non vorrebbe uscire con me.- disse con un sorriso che gli si allargó sul viso.
-Scometti?-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Vuoi scherzare vero? VERO?- 
L'urlo di Amber quasi mi perforó un timpano, anzi tutto il cervello direttamente.
Alzai gli occhi al cielo, sorridendo all'entusiasmo della mia migliore amica.
-Amber..- cercai di ammonirla o anche solo di calmarla ma come al solito avevo sottovalutato l'entusiasmo assolutamente incontenibile.
-Mi prendi in giro? Noi? E loro? ADESSO?-
Stavolta allontanai il cellulare dall'orecchio mentre lei continuava a sbraitare qualcosa che non avevo la minima intenzione, o meglio che le mie orecchie non avevano l'intenzione di sentire.
Tenni il telefono così, mentre Autumn se la rideva dall'altro capo del telefono, e proprio in quel momento entró mia padre.
Mi vide, così col telefono lontano un chilometro dal quale uscivano strani versi e mi guardó come si guarda un alieno.
-Amber.- mimai con le labbra e lui annuì, comparendomi probabilmente Perchè sapeva come era fatta Amber.
-Cosa c'è?- sussurrai per non far capire che non stavo ascoltando più il cellulare da mezz'ora.
-È pronta la cena: vieni di la'?- mi chiese mio papà, mentre si slacciava la cravatta.
-Va bene, un minuto.- lo pregai alzando un dito.
Lui annuì ed uscì dalla stanza, chiudendo piano la porta.
-Ragazze, vi devo lasciare.- comunicai.
-Cosa? No! Cara non provarci nemmeno ad attaccare..Dio Santo, dobbiamo vederli stasera!-
-Non vorrei dire, peró Amb ha ragione. Quando ci vediamo? Hai già contattato le guardie del corpo?- 
-E poi cosa li portiamo a fare? Cos'è, li dovremmo portare al parco giochi del centro?- 
-Sì, e magari anche spingerli sulle altalene.- 
-Be', Peró se spingessero loro noi non sarebbe esattamente un male..-
-Amb!- gridammo in coro io e Autumn.
-Eh va bene, basta che ci chiami appena hai finito. Lo sai che devo prepararmi.-
Alzai gli occhi al cielo.
-Va bene, a dopo.- e lanciai un bacio.
Loro mi salutarono e misi giù il telefono.
Scesi giù dal letto infilandomi delle pantofoline bianche: presi un respiro e uscii, andando in sala da pranzo.
-Eccomi.- mormorai.
-Siediti, cara.- disse lei con voce di ghiaccio, utilizzando 'cara' non come il mio nome, ma come vezzeggiativo.
Ovvio, c'era mio padre e quando lui era presente io diventavo la ragazza migliore del mondo per Victoria.
Mi venne da vomitare, ma mi sedetti ugualmente, rigida come una scopa sulla sedia.
Lei seguì ogni mio movimento, tenendo le posate in mano perfettamente mentre mio papà guardava semplicemente il suo piatto, senza curarsi degli occhi azzurri quasi bianchi di Victoria che sembravano mi volessero uccidere.
Lei era con noi solo qualche volta a settimana, perchè non avevano ancora deciso il suo trasferimento effettivo da noi, nonostante gli anni di matrimonio.
Lei aveva ancora qualche casino col suo ex marito e della casa che divideva prima con lui, Casini di cui io cercavo di sapere il meno possibile ma una cosa mi era spaventosamente ben chiara: prima o poi quella strega sarebbe venuta ad abitare da noi, e addio amici e felicità.
-Non hai fame?- chiese mio padre, guardandomi con curiosità.
Mi accorsi di essere rimata per due minuti ferma, le braccia penzoloni lungo i fianchi, fissando un punto immaginario sul tavolo.
Mi riscossi, scuotendo la testa e accennando ad un breve e fintissimo sorriso.
-Scusami.- 
Guardai la fetta di carne che mi aspettava contornata da patate e verdura e sentii per la seconda volta l'urgenza di scappare in bagno e far uscire tutto quello che avevo in corpo, e solo Perchè avevo pensato a lei.
Alla strega. 
Mandai giù tre o quattro bocconi a stento, e solo per non farli indispettire 
-Non hai fame tesoro?- 
Questa volta era mio padre a parlare: gli rivolsi un sorriso e scossi la testa.
-Non molta.- risposi educatamente.
Andammo avanti così, col silenzio che regnava ogni volta che era presente Victoria, senza fiatare.
Dopo cinque minuti stavo davvero per cominciare ad urlare o a prendere a calci il tavolo.
Mi alzai.
-Non è buona educazione non finire il cibo nel proprio piatto.- 
La guardai, la sua voce gelida mi percorse tutto io corpo fino a formare un peso nello stomaco. 
-Non ho fame.- risposi a denti stretti, cercando di dominare la rabbia che piano si stava impadronendo di me.
Quella donna non poteva farlo: non poteva pensare di comandarmi a bacchetta e farmi la ramanzina ogni volta che pareva a lei, perfino quando non finivo un piatto.
Lei sembró quasi scioccata dalla mia risposta: le leggere rughe intorno agli occhi si accentuarono.
-Cara...- mi avvertì mio padre. 
Ah, bella questa! Adesso anche mio padre ce l'aveva con me! 
Strinsi la mascella: un conto era comandare me, un altro era comandare mio padre. Lei non poteva. Non aveva questo potere e non ce l'avrebbe mai avuto. 
Volevo mia madre. Cavolo, sembravo una bambina che invocava con le lacrime agli occhi la propria madre.
Solo che io non ero più una bambina, ma le lacrime agli occhi restavano lo stesso.
-Vado in camera mia.- annunciai con voce rotta.
Lei probabilmente si stava trattenendo visto che era presente mio padre e non la sentii fiatare.
Quando giunsi in camera mia e chiusi la porta accuratamente presi un respiro. 
Bene, già che avevo litigato coi "miei" potevo direttamente andarmene da quella casa. 
No, non potevo io ero una brava ragazza. 
Ma chissene frega.
Cosa? Doveva restare a casa!
OMMIODDIO ero anche paranoica!
Decisi in fretta: non mi importava nulla di Victoria, sarei uscita, le avrei dato fastidio, e ne sarei stata felice.
Vecchia schif...
-Dieci minuti e sono da te.- sussurrai ad Amber al telefono quando la chiamai e le buttai subito giù il telefono.
Che simpatica che ero quel giorno. 
Attaccai un bigliettino alla porta, sperando che sarebbe bastato a Victoria e a mio padre per non indagare oltre.
"Scusate, sono stanca. Davvero non preoccupatevi sono solo nervosa e ho bisogno di dormire un po'.
Ci vediamo domani mattina'.
In qualunque caso la porta era chiusa a chiave, e anche se avessero bussato avrebbero potuto pensare che mi fossi addormentata.
Ora veniva la parte più difficile: mi assicurai che la porta fosse chiusa a chiave, e presi quelle di casa. 
'Ti prego fa che non mi scoprano'. 
Aprii la vetrata di camera mia che dava sul giardino. 
Piano, piano. 
Sbirciai fuori: okay, non c'era nessuno.
Sgattaiolai in giardino, ricordandomi di chiudere tutto e di tirare le tende in modo che anche se mio padre fosse andato a vedere fuori dal giardino non si sarebbe visto ne' svelato nulla.
Corsi piegandomi fino al cancello e lì feci il più velocemente possibile, e uscii di casa.
Oddio, ce l'avevo fatta, quasi non ci credevo.
Tirai fuori le chiavi dell'auto sperando che mio padre e l'altra strega non sentissero un sospetto rumore d'auto. 
Le possibilità che mi scoprissero erano probabilmente molto più della metà, ma quella sera non mi importava.
Diamine, non mi importava di niente.
Mentre guidavo stringevo forte il volante, sapendo di stare facendo una cosa completamente stupida è insensata ma nello stesso momento sentivo nelle vene una sorta di..eccitazione? Forse derivava dal fatto di trasgredire, il che era una cosa assolutamente nuova per me.
"Sono qui." mandai un messaggio ad Amber.
Dopo cinque minuti mi raggiunse in auto, salendo sul sedile.
-Cos'hai detto ai tuoi?- chiesi appena si fu sistemata.
-Buonasera anche te, Cara.- 
Alzai gli occhi al cielo e feci marcia indietro nervosamente.
Vedendo che non rispondevo, lei continuó:
-Ho detto che sono da te a dormire.- disse candidamente.
-Cosa?!- inchiodai quasi in mezzo alla strada deserta.
La fissai sgomenta.
-Ma che c'è?- chiese lei stupita.
-Che c'è? Ma sei scema Amber? C'è che chiameranno mio padre e per lui io sto già dormendo in camera mia!- quasi strillai.
-Stai tranquilla!- fece lei alzando le mani.
-Ho detto ai miei di non telefonarti Perchè tuo padre sarebbe stato via e ci sarebbe stata solo Victoria e lo sai che non sono esattamente affezionati a lei quindi non chiameranno. Dio, sei proprio matta stasera.- mi fece.
Presi un respiro, analizzando la sua frase, rendendomi conto che effettivamente, aveva pensato davvero a tutto Amber.
-Magari se ti muovessi dal mezzo ella strada sarebbe meglio..Autumn ci stà già aspettando.- 
Mi riscossi, scuotendo la testa, e ingranando la marcia.
-Ha detto la stessa cosa ai tuoi?- domandai.
Lei sbuffó, come faceva ogni volta che era infastidita.
-Sì.- 
-Scusami, Amb. Sono davvero nervosa.- cercai di scusarmi.
Le si addolcì lo sguardo.
-Va bene: solo..non rovinare la serata.- 
-Non lo faró! Ehi, stiamo per conoscere i..-
-Oddio sì lo so, è incredibile no? Giuro sono così emozionata!-
Eccola che partiva: era bastato anche solo ricordarle i 5 Seconds e lei stava dando di matto ma almeno era tornata la Amber di sempre.
Passamo a prendere anche Autumn e ci dirigemmo verso il loro hotel.
L'eccitazione era così palpabile che sembrava che avremmo davvero potuta toccarla.
-Hai chiamato le guardie del corpo?- 
-Cosa?- risposi distrattamente, svoltando per entrare nel parcheggio davanti.
-I body guard.- 
-Ehm no..- 
-Cara!! E adesso come facciamo?- strilló Autumn.
-Me ne sono dimenticata, okay? Non penso faranno storie insomma, loro sono maggiorenni e in teoria possono fare quel che vogliono..- 
-Già, in teoria.- bofonchió Autumn.
Mi fermai dopo aver parcheggiato.
-Vedrete che non ci saranno problemi: tutto liscio come l'olio.- 
Le altre presero un respiro ed uscimmo, con l'aria fredda che sferzava la pelle nuda di gambe e braccia.
-Oddio.- 
-Cazzo.- fece Amber.
Davanti all'hotel erano radunate almeno cinquanta ragazzine con non so quali cartelli, che gridavano non so che cosa.
-Okay, a questo non ci avevo proprio pensato.- ammisi.
-Neanche noi.- fece Amber, con espressione colpevole. 
-E ora?-
-Chiamali.- fece Autumn.
Fui indecisa un attimo, imbarazzandosi per qualche strano motivo alla richiesta di chiamarli ma poi annuii, poichè sapevo che sarebbe stata la cosa migliore da fare. 
Accostai il cellulare all'orecchio, quasi sperando che non rispondessero, e stavo per mettere giù quando sentii una voce rispondere.
-Sì?- 
Oddio era Luke. Oddio oddio Oddio.
-Ehm..sono Cara.- feci timidamente dandomi dell'idiota: "ehm sono Cara?" Era davvero una cosa molto sexy da dire.
-Cara!- esclamó, e mi sembrò quasi contento.
-Dove siete?- 
-Sotto l'albergo, ma la massa di ragazzine urlanti complica le cose.- risposi.
-Merda..ci credo. Ash, ci sono le fan che bloccano la strada.- sentii che diceva e poi altre voci in sottofondo. 
Mentre aspettavo osservai la faccia delle ragazze che era un misto tra lo stupore e il divertimento.
Che sceme!
-Va bene, salite voi.- disse infine, con una voce che mi fece venire i brividi.
-Cosa?- squittii.
Cos'aveva appena detto? Noi, salire? 
Mi sa che non collegavo già più.
-Sai fare le scale, Wilson?- 
Oddio si ricordava anche il mio cognome. 
-Certo.- risposi acida.
Lui rise leggermente.
-Allora entrare dalla porta di dietro, passando per il parco.- 
Feci mente locale ed effettivamente sì, c'era un parchetto dietro all'hotel anche se non sapevo dove potesse essere l'entrata di servizio.
-Ci sarà una guardia ma la avvisiamo noi che state per arrivare.- mi disse.
-Non so perché lo stiamo facendo.- dissi, più a me stessa che a lui.
-Perchè siamo irresistibili è incredibilmente belli.-
-Oh, questo è sicuro.- fece Amber a voce così alta che lui la sentii di sicuro.
La fissai con gli occhi sgranati, mentre Autumn se la rideva.
-Forza, vi aspettiamo.- e mi mise giù.
-Ti odio, sai?- guardai Amber.
Lei liquidó la faccenda con un gesto della mano, e io spiegai alle ragazze il piano. 
-Capito?- chiesi prima di incamminarci.
-Certo, mi succede tutti i giorni di salire nella stanza di una delle Band più famose del mondo, sono abituata alle porte nascoste.- rispose Amber.
Io risi e alzai gli occhi al cielo.
Dopo qualche minuto di camminata dove continuavamo a parlare ma puntualmente scoppiavamo a ridere perchè eravamo troppo agitate.
-Eccola!- esclamò Autumn indicando una porta blu e verde davanti alla quale era posizionato un body guard con una stazza che mi fece voglia di andare a nascondermi.
-Oh oh.- feci io.
-Oh oh, puoi dirlo fuori. Ma tanto ci aspettano.- rispose Autumn, ma era incerta.
-Vorrei anche vedere!- replicó Amber e si incamminò spedita.
-Salve.- esordì la mia amica bionda quando si trovó davanti all'immenso body guard.
Lui la guardó un momento alzando un sopracciglio. 
-No ragazze, non potete entrare per vedere la band, se volete gli autografi dovrete aspettare domani per le altre date del concerto. Grazie.- disse in tono monocorde, quasi fosse abituato a dover ripetere quella stessa frase milioni di volte ad altrettanti milioni di ragazzine, e sinceramente provavo una gran pena per lui.
-Ehm noi..- tentai la via diplomatica ma Amber partì a razzo.
-Senta io capisco che lei debba fare il suo lavoro, e non mi fraintenda lo fa bene, ma noi DOBBIAMO entrare. Ci hanno invitato loro.- 
La guardia rimase impassibile per un minuto e poi scoppió a ridere.
Noi eravamo ferme mute.
-Cavolo ragazzina, ne hai di fantasia. Questa è la migliore fra tutte davvero..-
Amber era così stupita che nemmeno la sua lingua tagliente la avrebbe aiutata. Era davvero sconvolta.
Probabilmente, pensai, c'era stato un disguido e i ragazzi non erano riusciti a dire alla guardia che dovevamo entrare: bel problema.
-Ma che ca..-
-Amber.- la ammonì Autumn in tono severo.
Aveva capito che insistere era inutile, sopratutto con centocinquanta chili di muscoli davanti.
-Grazie lo stesso, buona serata.- rimediai io col tono da brava ragazza che mi veniva tanto bene. Che novità.
Presi quasi di peso Amber per trascinarcela via mentre continuava ad inveire sulla guardia del corpo, quando proprio lui ci chiamó.
Ci voltammo velocemente.
-C'è una Cara Wilson per caso?- chiese.
Oddio. 
-Sì!- esclamai, mente ci avvicinavamo.
-Potete entrare: terzo piano a destra.- continuó lui, spostandosi.
Giuro che non capivo cosa fosse successo ma quando vidi che stava riponendo un walkie talkie mela tasca ci arrivai.
Amber aveva la bocca spalancata.
-Che gentilezza, cavolo, un record.- commentó passandogli davanti, irriverente come al solito quando qualcuno non le andava a genio.
Autumn la seguì, e io per ultima mimai un 'mi dispiace' alla guardia prima di passare oltre. 
Prendemmo l'ascensore e poi salimmo, seguendo le indicazioni. He ci aveva dato il body guard.
-Oh santo Signore.- esclamó Amber quando vide che l'unica porta del terzo piano era aperta.
Presi un respiro.
Quando fummo praticamente lì davanti bussai. Buona educazione, sempre e prima di tutto.
Amber sbuffó, e Autumn sorrise.
Tre secondi dopo sentii delle voci e poi ci fu davanti Luke: Dio Mio, quanto era bello. Quanto.
Ci guardó una ad una e poi il suo sguardo cadde su di me, e lì si fermò.
Sorrise, di quel sorriso smagliante che pensai facesse cadere ai suoi piedi tutte le ragazze del mondo.
-Ce l'avete fatta.- 
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