Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: eleanor89    18/12/2008    6 recensioni
«Forse era destino che andasse così...» rifletté il lupo.
«Ma è cambiato. Perché?» domandò Shino.
«Si, perché? Cos'hai fatto?» chiese Choji incuriosito.
«Cos'ha fatto?» chiese invece Gaara.
Kiba si guardò attorno, senza sapere cosa rispondere. Poi si grattò la testa, distrattamente. «Ha sorriso.»
«Ha sorriso?» gli fece eco Naruto.
«Ha sorriso.» confermò Kiba.
Naruto esitò un attimo, poi scoppiò a ridere[...]
Storia che ha partecipato al contest poi annullato "Aforismi di Oscar Wilde".
Genere: Romantico, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questi sarebbero i miei amici? Che razza di gentaglia… poi l’animale sarei io!

 

 

«Allora, com'era questa fanciulla? Aveva un buon sapore?» si informò il gatto, interessato. [2]

«Non l'ha mangiata.» si intromise la volpe.

«Come no?» inorridì il secondo gatto, sedendosi su una roccia, attento a non graffiare gli stivali.[3]

«Choji, dov'è il marchese di Carabas?» si informò con ironia Kiba, ignorando i primi due.[4]

«Shikamaru è al castello con Ino, ovviamente.» rispose sorpreso.«Devi parlargli?»

«Credo di si.»

Il tasso [5] e lo scoiattolo[6] si scambiarono un'occhiata, per poi ricordare di non potersi soffrire e darsi le spalle.

«C'entra la fanciulla?» si informò il gatto che aveva parlato per primo.

«Se non l'ha mangiata...» fece notare la volpe con evidenza. Kiba lanciò ad entrambi un'occhiataccia.

«Voi due, finitela. Senti tasso...»

«Sono un tanuki, vuoi morire?»

«Va bene, come vuoi.. Puoi dire a Temari che ho bisogno di un passaggio per andare da Shikamaru, quando va a trovarlo?»[7]

«Guarda che quella guida la scopa come una psicotica.» si intromise il grillo parlante[9], poco diplomatico come sempre.

«Shino...» la voce del tanuki vibrò bassa nel prato, e lo scoiattolo saltò su un albero per potersi stendere in santa pace.

«Tu chiediglielo.» ripeté Kiba perentorio, spostandosi poi a bere dal lago e rabbrividendo.

«Se vuoi posso chiedere a Sakura-chan, potrebbe trasformare una zucca in carrozza o qualcosa del genere...» offrì la volpe.[8]

«Anche, tanto lei vorrà vedere Ino.» approvò Kiba.

«Fatti fare anche una casacca dalle streghe.» suggerì Shino, «E pantaloni decenti.»

Kiba lo ignorò, e Choji saltò giù dalla pietra.

«Ma questa ragazza deve essere proprio strana...» commentò sornione.

«Cappuccetto? Si, molto.» concordò con lui il lupo.

«Cappuccetto?» la voce dello scoiattolo si udì per la prima volta quel giorno.

«Ha sempre una mantellina col cappuccio rosso.» spiegò, sentendosi misteriosamente colto in fallo.

«Cappuccetto Rosso...che soprannome carino!» sghignazzò Naruto.

«Vero... Come si chiama? Lo sai? Oppure giocate soltanto?» chiese malizioso il gatto.

«Kankuro... non va così. Parliamo.» spiegò Kiba, ed improvvisamente si sentì in imbarazzo per la prima volta in vita sua, e trovò la sensazione orribile.

«Come sarebbe parlate?» sbottò Naruto.

«Hai presente da dove mangi? Ecco, da lì si parla anche, come ora.» rispose Kiba sarcastico, senza azzardarsi a distogliere lo sguardo dall'acqua sotto di sé. Vedeva il riflesso del proprio viso arrossato, e si chiese se quello era la “vergogna” che Hinata sentiva così spesso. La trovò una tortura.

«Divertente.» si offese la volpe.

«Si chiama Hinata...» mormorò il lupo ignorandolo, toccando l'acqua con un dito per cancellare il riflesso del suo viso. I cerchi silenziosi lo trasformarono in una figura rossa e nera, e lui immaginò che fosse il volto di quella ragazza strana.

Gli altri stavolta si limitarono a fissarlo, iniziando a capire che qualcosa non andava.

«Senti un po' tu... Non dovresti cercare di mangiare la fanciulla?» fece appunto notare Kankuro.

Kiba sbuffò.

«Seriamente, non ci hai pensato?»

«Ma certo che si! E la voglio ancora mangiare!... Un po'.»

«Un po'?» ripeté Naruto.

«Beh, la prima cosa che ho pensato, quando mi ha detto che andava a casa dei parenti, è stata di precederla, mangiare i parenti, aspettarla a casa loro e mangiare lei.» dichiarò.

«Buon piano.» approvò la volpe brevemente, incitandolo a continuare.

«Secondo me invece sarebbe stata la volta che un cacciatore se lo sarebbe preso. Quella fanciulla è  importante.» lo contraddisse lo scoiattolo.

Tutti lo guardarono.

«L'ho vista anche io, la sua famiglia è la stessa che ti ha ferito mentre venivi qui. Suo padre, almeno. Avrebbero colto l'occasione al volo.» aggiunse. Poiché girava sempre tutto il bosco aveva avuto modo di vederla rientrare a casa la sera prima; una volta appurato che Kiba era ancora vivo e sentito l'odore di umana non aveva dovuto che seguire le tracce.

«Forse era destino che andasse così...» rifletté il lupo.

«Ma è cambiato. Perché?» domandò Shino.

«Si, perché? Cos'hai fatto?» chiese Choji incuriosito.

«Cos'ha fatto?» chiese invece Gaara.

Kiba si guardò attorno, senza sapere cosa rispondere. Poi si grattò la testa, distrattamente. «Ha sorriso.»

«Ha sorriso?» gli fece eco Naruto.

«Ha sorriso.» confermò Kiba.

Naruto esitò un attimo, poi scoppiò a ridere: «Sei più un cane che un lupo.»

«Altro che Zanna Bianca... Abbiamo un cucciolotto con noi!» lo derise Kankuro, e tutti tornarono alle loro occupazioni ridendo e lasciando il lupo a chiedersi se fosse così sbagliato attaccare gli amici.

 

Il cinguettio degli uccellini era come una sinfonia quella mattina, sinfonia interrotta bruscamente da uno strillo isterico.

«I miei vestiti! I miei preziosi vestiti sono stati appestati dall'odore di quel fumo indegno!»

«Quanto sei seccante...»

Kiba scese dalla carrozza, quasi sbattendo lo sportello addosso a Sakura, e inspirò profondamente.

«Zotico...» mugugnò lei, spalancando lo sportello. «E senti quella come urla, che razza di principesse al giorno d'oggi...» e detto questo ritrasformò la carrozza in zucca. «Mai più fare favori a te o Naruto, lupastro…»

«Ehi, fronte-spaziosa, hai qualcosa da ridire?» la aggredì la principessa, affacciandosi ad una finestra.

«Ha sempre un udito perfetto...» notò Kiba con disappunto.

«Ti trasformo nella scrofa che sei!» le urlò di rimando Sakura, agitando la bacchetta contro di lei.

Kiba fiutò l’aria e avvertendo l'odore di fumo si precipitò in cerca dell'amico, al momento nascosto nel cortile interno. Un po' a quattro zampe e un po' su due piedi trotterellò per il prato, ringhiando contro qualche uccellino.

«Non perdi mai i tuoi modi selvatici.» affermò Shikamaru, scivolando elegantemente da un ramo e rovinando poi l'effetto quando si lasciò cadere seduto.«Quella mi ucciderà, non farti trovare qui.» lo avvertì.

«Salve ex-marchese.» scherzò Kiba, accennando un inchino, «Che dolce principessa la sua, ho avuto il piacere di sentirla poco fa...»

«Conosci Ino... Come mai sei qui?»

Kiba si rabbuiò: «E' per una femmina.»

«Una lupa?» domandò, mostrando poco interesse. Kiba si sedette accanto a lui, strappandogli la sigaretta di mano e calpestandola con forza.

«Puzza.» disse, a mo' di spiegazione, «Comunque no, non è una lupa.»

«No?» si sorprese, decidendosi a guardarlo.«Non sarà una ragazza umana, come Ino?»

«Oh, Ino è umana?»

«Errore mio.»

«Si, è una fanciulla che vive non troppo lontano insieme alla sua famiglia... Anche se non so se sia giusto chiamarla così, non l'apprezzano, sai, e invece dovrebbero, perché lei è veramente come un angelo, è molto buona e dolce, ma loro se ne approfittano: anche se va sempre così con quegli stupidi umani, cioè, senza offesa, tu te la cavi anche come umano, ma certe ingiustizie sono solo vostre... che c'è?» interruppe il proprio sproloquio incoerente vedendo l’espressione dell’amico.

Shikamaru era a bocca aperta. «Credo di aver perso il punto, ma ho capito. Cosa vuoi da me, quindi?»

«E' normale che lei non abbia mai avuto paura di me, dall'inizio?»

«No.»

«No? Solo: “no”? Così, brusco? Nient’altro da dire?»

«Senti, io sono amico di Choji e per questo trovo normale parlare con te... ma tu sei un lupo, e le fanciulle te le mangi. Gli esseri umani hanno pur qualche difesa inconscia... non guardarmi così, vuol dire che non è consapevole, e tra queste c'è l'avere paura degli animali selvatici, specie se feroci. Avrà qualche problema se è perfettamente tranquilla...»

«Non mi sei d'aiuto... e poi mi sembra semplicemente troppo buona.»

Shikamaru non trattenne un sorriso: «O forse ti piace così tanto che tu per primo sembri più l'agnellino che il lupo.»

«Che cosa?» scattò, punto sul vivo.

«Appunto.»

«Le ho ringhiato contro! Me la volevo mangiare all'inizio, e sono sicuro che lei lo sapeva!» protestò accorato.

L’altro ci pensò qualche secondo. «Forse non le importava poi tanto. Davvero la sua famiglia non la ama, anche se è così buona da ammansire te?»

Fece per protestare ancora, indignato, ma tacque pensando alla triste risposta.

«E tu hai lasciato una fanciulla che non teme quelli come te da sola a girare per il bosco?»

«La tengono d'occhio la volpe e il gattaccio..»

«Per gatto intendi Kankuro?» precisò Shikamaru.

«Si.»

«E' molto bella?»

«Si.»

«E' molto bella e la sta controllando Kankuro?»

«Ho detto di... Oh, merda! Sono un idiota!» sbottò il lupo, voltandosi e correndo via.

Il principe sghignazzò, da tempo non vedeva quel lupo così energico, da quando aveva lasciato il branco almeno. Ino si avvicinò a lui, tirando qualche centimetro della lunga gonna in alto per non sporcarla con l'erba.

«Cosa voleva il caro Kiba?»

«Problemi con una fanciulla umana, pare. Caro Kiba? Ma per favore...» si scocciò subito, alzandosi in piedi svogliatamente. La principessa ridacchiò e salutò con una mano l'amica, che usciva di corsa per evitare che il lupo irrispettoso partisse senza di lei. Soprattutto su di una zucca non ancora trasformata.

 

Teniamo d’occhio Cappuccetto… Ehi, è un fucile quello?

Come perdere di vista una fanciulla per colpa della puzza di bastardaggine.

 

Hinata bussò alla porta degli zii tristemente. Negli ultimi tre giorni non aveva visto il suo lupo.

Il suo lupo.

Arrossì a quel pensiero.

“Come mi viene in mente, Kiba-kun non è di nessuno...”

La porta si aprì, ed una giovane donna, sua zia, la accolse con un sorriso stentato.

«Entra, Neji non c'è.»

«E' a caccia forse?»

«Già, dovrebbe tornare a momenti. Cos'hai portato?»
«Oggi del pane appena fatto.» rispose, poggiando il solito cestino di vimini su un tavolo.

«Io ho da darti un agnello e qualche dolce per te, per ringraziarvi della torta dell'altra domenica.»

“In realtà erano due...” pensò automaticamente la ragazza, arrossendo ancora.

«Vi ringrazio, zia.»

«Per cosa?» chiese la fredda voce del cugino, appena rientrato. Portava in spalla un fucile, che poggiò accanto alla porta senza mai lasciarlo andare del tutto, tenendo gli occhi fissi su Hinata, che rabbrividì.

«Per dei dolci, Neji.» rispose la madre, ignorando la tensione tra i due.

Fuori dalla casa, il gatto e la volpe tenevano d'occhio la situazione.

«Ha un fucile.» osservò Naruto.

«Eccome se lo ha.» confermò Kankuro.

«Kiba è bello che sepolto se si avvicina alla ragazza. Bella tra l'altro.» approvò la volpe, soddisfatta.

«Molto bella. Gliela prendiamo?» propose immediatamente il gatto.

«Vai tu, io mi devo concentrare su Sakura-chan. Se il lupastro ti scopre, io non ne sapevo niente. Praticamente non ti conosco.»

«Coraggioso...» rise l'altro.

«La volpe è astuta, non coraggiosa. Va a cercarti un leone se vuoi qualcuno che... Ehi, ma lo senti questo odore? E' puzza di bastardaggine, e non parlo di bastardo di sangue...» sussurrò Naruto, avendo captato con l’udito animale il tono gelido con cui Neji chiedeva alla cugina di tornare a casa propria.

«Antipatico... non mi piace affatto.» si agitò il gatto, inquieto.

Hinata uscì poco dopo, tenendo il cestino stretto al petto come per proteggersi. Fece la discesa a rotta di collo, lasciando che il cappuccio scivolasse indietro e le sue trecce frustassero l’aria.

Il lupo non si era ancora fatto vedere e il cugino Neji aveva detto di aver colpito qualcosa quel giorno, qualcosa che era riuscito a sfuggirgli per poco.

«Corre veloce...» commentò Kankuro, troppo pigro per seguirla nella sua corsa.

«Facciamo un giro per la casa, vediamo com'è messo il tiratore... O meglio, tu fallo. E' periodo anche di caccia alla volpe forse.» propose Naruto, che aveva la sensazione che avrebbero rivisto quel cacciatore.

Hinata intanto, rischiando continuamente di inciampare, entrò nella radura dove più di una volta aveva visto Kiba. Si graffiò contro i rami bassi degli alberi e strappò la mantellina, ma nonostante gli sforzi non riuscì a trovarlo. Alla fine, dimentica di ogni timidezza, cominciò a chiamarlo a gran voce.

«Kiba-kun! Kiba-kun!» gridava, attirando su di sé gli sguardi del bosco, sorpresi ma anche pericolosi.«Kiba-kun!» invocò ancora, inciampando infine su uno spuntone di roccia e cadendo rovinosamente su dei ciottoli levigati, letto di rivolo d’acqua. Rimase distesa qualche secondo, a chiedersi l'utilità della sua ricerca. Se Kiba non era ferito, era lontano, se invece Neji lo aveva colpito... represse un singhiozzo a questo pensiero, e si tirò su con le braccia tremanti.

«Kiba...» sussurrò, scossa ancora da tremiti stavolta di freddo, poiché la mantellina era zuppa e il fresco autunnale aveva finalmente cominciato a farsi sentire.

E poi, all'improvviso, l'odore familiare del lupo e una presenza calorosa al suo fianco, mentre le cingeva la vita con un braccio per aiutarla a mettersi in ginocchio.

«Hinata!» per la prima volta sentì la voce di Kiba chiamarla col suo nome, e si voltò, incerta se credere alle proprie orecchie e ai propri occhi.

Sembrava confuso e spaventato, e si chiese perché lo fosse, mentre abbassava lo sguardo scrutandolo da capo a piedi, per verificare che fosse tutto intero. Sembrava di sì. «Non sei ferito, Kiba-kun?»

«Io?» domandò incredulo, annusando l'aria e cogliendo un leggero sentore di sangue. Si era graffiata le ginocchia e le mani, ma non sembrava fosse nulla di particolarmente grave. Piuttosto, il cappuccio era sulle sue spalle e lasciava scoperti i lunghi e bellissimi capelli corvini della ragazza, incantandolo e stordendolo. Quando ne incontrò gli occhi, troppo lucidi, ne fu imprigionato.

«Mio cugino era... era a ca-caccia, ed io ho pensavo... io temevo... non ti vedo da g-giorni...» balbettò, mentre gli occhi correvano ad ogni centimetro del suo viso, per assicurarsi che fosse sempre lì.

E Kiba capì.

Il senso di quelle grida, e la sua corsa tanto veloce, troppo veloce per una fragile normale umana, che aveva finito col cadere e farsi male.

«Avevi paura per me.» comprese, sconvolto.

Hinata annuì velocemente, stringendo gli occhi che le bruciavano e facendo scivolare qualche lacrima.

Kiba guaì senza rendersene conto, ed una mano scattò a raccogliere le lacrime dalle sue guance. «Ti fanno male le ginocchia?» chiese preoccupato, ma Hinata scosse la testa. Sospirò. «Guarda che io sto bene.» dichiarò impacciato. Sollevò lo sguardo giusto in tempo per vedere la testa di Naruto fare capolino da dietro un cespuglio. Era chiaramente un'occhiata di rimprovero la sua.

Come se fosse colpa mia! Dovevate controllarla voi!” pensò, lasciandosi scappare un ringhio e facendo sobbalzare Hinata; Si rese conto in ritardo che pensava si rivolgesse a lei.

«Scu-scusami.» sussurrò lei infatti, portandosi i dorsi delle mani al viso per cancellare le lacrime. Kiba ormai la guardava disperato, chiedendosi come spiegare l'equivoco.“Naruto, sei morto!”

Alla fine, seguì l'istinto. Appoggiò il viso al suo, guancia contro guancia, e strofinò leggermente con un guaito di intento consolatorio. Hinata si irrigidì del tutto, e lui si ritrasse e la guardò con aria da cucciolo, irresistibile.«Fastidio?»

Hinata, totalmente rossa di vergogna e vicina allo svenimento tra sollievo ed imbarazzo, scosse la testa. Così il lupo, furbescamente, torno ad appoggiarsi a lei e ad inspirare segretamente il profumo dei suoi capelli, appoggiando il mento sulla sua spalla. «Sto bene. Grazie.» aggiunse, ringraziando qualcuno per la prima volta in vita sua.

Era preparato all'idea che Hinata, in qualità di giovane umana, restasse immobile o magari si ritraesse, perciò spalancò gli occhi quando lei lo abbracciò tenendolo stretto a sé.

Dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà per separarsi da lei, ancora lontana dal riprendere un colorito normale, e la guardò serio. «Hinata, io sono un lupo.»

«Lo vedo.»

Represse un sorriso, automatico quando lei parlava. «Voglio dire, non dovresti essere così a tuo agio con me. Io posso anche avere un po' di autocontrollo, ma se tu ti comportassi così con qualche altro animale del bosco...» lasciò cadere la frase, dandosi mentalmente dell'ipocrita, perché pur mettendola in guardia non avrebbe voluto separarsi da lei e non si era mai prodigato per spaventarla abbastanza da farle capire, né mai lo avrebbe fatto.

«Io non lo faccio con tutti gli animali.» mormorò quasi inudibile e a testa bassa, ma le orecchie del lupo la udirono.

«Ne volevo essere sicuro.» l'ammonì, abbassandosi verso di lei per vederla in faccia. «Con me sei stata così subito.»

«All'inizio avevo paura.» ammise di getto, per poi tapparsi la bocca.

Kiba ghignò soddisfatto. «Così ragioniamo.»

«Ma adesso non ne ho più.» aggiunse, e per un attimo sembrò quasi offesa da una simile accusa da parte sua. «Mi è passata quasi subito, mentre tu mangiavi.»

Kiba rise, una risata da lupo, animale e simile ad un latrato. «Mi hai visto mangiare e ti è passata la paura, sei veramente fatta al contrario tu.»

Hinata sorrise vedendolo di nuovo così sollevato, e distrattamente passò una mano contro la gonna, ritraendola di scatto. Il lupo smise subito di ridere.

«Ah, ti sei graffiata, vero?»

Hinata voltò le mani mostrandogli il palmo. «Non è niente, vedi?» ma lui non l'ascoltò, e prendendone una tra le sue la osservò, poi leccò la ferita. Hinata smise di respirare.

«Scusa, abitudine. Comunque fa bene.» si giustificò, alzando appena gli occhi. Notò che la ragazza non respirava ancora e nella sua mente suonò un allarme, mentre si accucciava pronto a scattare. «Cosa c'è?»

Non giunse risposta, se non un tonfo un attimo dopo, quando la ragazza svenne.

«Hinata! Ehi, Hinata!»

 

 

 

[2]Kankuro, qui il gatto di: il gatto e la volpe. Del resto la sua uniforme da ninja sembra quasi avere le orecchie da gatto.

[3] e ][4] Choji è il gatto con gli stivali, e il marchese di Carabas (Shikamaru) è il nome inventato nella fiaba per il figlio del mugnaio che poi sposerà la principessa.

[5] il tasso è Gaara. Il tasso e il Tanuki sono più o meno la stessa cosa, anche se ovviamente l'ultimo ha poteri magici, il tasso no. E' dovuto al demone Shukaku che vive in lui.

[6] Sasuke significa scoiattolo.

[7] e [8] Temari e Sakura sono streghe e/o fate. Casuale, perché sono donne, ed Ino è la principessa che ha sposato il falso marchese di Carabas.

[9]Shino è vestito di verde ed è serio. Quindi è il grillo parlante.

 

 

Un enorme grazie a chi ha recensito!!!

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: eleanor89