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Autore: FollediScrittura    28/03/2015    2 recensioni
MODIFICATO PRIMO CAPITOLO PER MANCANZA DIALOGHI.
Era un giorno d'estate in cui Leda lesse per la prima volta il contratto in cui il suo futuro marito la richiedeva.
Era il suo compleanno.
Erano passati 14 anni esatti dal momento in cui la morte aveva cambiato la sua vita.
Erano esattamente 14 anni in cui la promessa che si era fatta cominciò a vacillare.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Richard Armitage
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4.capitolo

'L’amore è una forza selvaggia.
Quando tentiamo di controllarlo ci distrugge,
quando tentiamo di imprigionarlo ci rende schiavi,
quando tentiamo di capirlo ci lascia smarriti e confusi.'
Paulo Coelho, Lo Zahir

'Primo giorno nella tana del lupo.'

Leda scrisse le prime parole di quello che sarebbe stato il suo diario da quel giorno in poi. Aveva deciso di annotare tutto quello che sarebbe successo nella sua nuova casa e nella sua nuova vita. Non sapeva bene il perchè avesse preso quella deciosione ma sentiva dentro di se il bisogno di confidare a qualcuno quello che sentiva.
Aveva optato per il quaderno che sua madre le aveva regalato nel giorno del suo ultimo compleanno con loro. Diceva che lì avrebbe potuto parlare liberamente immaginando che quelle pagine fossero una persona sulla quale potesse sempre contare. Finalmente quel regalo poteva essere utilizzato  e Leda decise che quel quaderno avrebbe preso il nome della sua adorata mamma.
Angelica.
'Mia cara Angelica, oggi è il giorno in cui tutto cambia. Sono la fidanzata di un ricco industriale. Un ricco industriale che vuole una semplice e povera ragazza come me.
Mia dolce Angelica,anche tu senti una sorta di inquietitudine? Come se quell'uomo nascondesse qualcosa di terribile e quel qualcosa potesse davvero costarmi....'
Ma Leda preferì non finire la frase e chiudere di scatto il diario ignorando il brivido che le aveva provocato quel pensiero. Fissava la sua figura nello specchio della sua elegante toeletta bianca.
Tutta la sua stanza era bianca.
Bianca come la sua anima.
Bianca come la sua pelle.
Bianca come la sua verginità.
Quella stanza sembrava quasi fatta apposta per lei. Come se quel colore indicasse che lei era la vergine sacrificale.
Si paragonava ad un piccolo e indifeso agnellino.
E il suo fidanzato era il lupo che aveva deciso la sua preda.
Ecco cosa erano quei due.
La loro storia ruotava intorno ad una corsa.
C'era chi fuggiva e c'era chi inseguiva.
Ma la sua domanda era...
Quanto tempo avrebbe impiegato a scappare da lui?
O forse la domanda era un'altra.
Quanto tempo avrebbe impiegato il lupo a divorarla?
Si alzò di scatto dalla sedia sbattendo le mani sul tavolino. Sbarrò gli occhi pensando che doveva restare lì un mese. Un mese che avrebbe potuto cambiare la sua vita. Dove poteva scegliere se essere divorata dal lupo o saltare il recinto della sua tana per essere finalmente liberata.
Ma era davvero la libertà quella che l'aspettava alla fine del recinto di spine?
Rifiutare Richard significava sottostare di nuovo al volere della zia. Era davvero quella la libertà che voleva?Tornare a casa avrebbe segnato la sua fine. Sua zia non le avrebbe mai permesso di tornare rifiutando la ricchezza che quel matrimonio poteva dare a lei e soprattutto a loro. Ma sposarsi dal suo punto di vista aveva lo stesso valore.
"Dio mio, cosa dovrei fare?"respirò piano in cerca della calma. Chiuse gli occhi cercando di pensare a quando era più piccola e insieme a sua madre faceva lunghe passeggiate a cavallo con l'aria che le faceva volare i capelli e quel senso di libertà e leggerezza che la faceva sentire felice come non mai. Quel pensiero un pochino la calmò ma sapere che dopo un mese avrebbe potuto non avere più un tetto sulla testa la inquietò.
"Un mese, un mese esatto e tutta la tua vita potrebbe cambiare...." si portò una mano alla bocca per poi iniziare a mordicchiarsi il dito indice. Forse accettare la proposta di Richard ,anche subito, non sarebbe stato poi così male. Se ripensava a quel bacio, a quel semplice tocco di labbra...sentiva ancora le guance andarle a fuoco. Se avesse dovuto prendere quella decisione in base ai segnali che le mandava il suo corpo,sentiva che avrebbe potuto buttarsi tra le sua braccia solo avendo la speranza che lui potesse darle un altro bacio. Ma Leda sapeva benissimo che non avrebbe mai permesso che quel sentimento la condizionasse, soprattutto perchè la sua testa le mandava tutto un altro tipo di segnale. Quell'uomo, quella sua strana richiesta di averla, tutta quella voglia di sposarla nascondeva qualcosa di più profondo. Qualcosa che lui voleva tenerle nascosta con tutte le sue forze. La sua confessione, il suo bacio, per quanto fosse passionale e lusinghiero e in un certo momento anche reale.....dietro avevano il sapore di qualcosa di insano e misterioso. Ed era proprio quella sensazione che fece prendere a Leda la decisione di resistergli e di andarsene da lui e anche da sua zia all'inseguimento della libertà. Non voleva essere l'agnello sacrificale.
Non voleva essere la vergine destinata a morire per non si sa quale divinità.
Non voleva essere l'arma che avrebbe ucciso lo scopo che Richard aveva davanti.
Voleva solo essere libera.
Voleva solo essere semplicemente Leda.
Sorrise, quella conversazione con se stessa sembrò darle la carica giusta per affrontare quella convivenza forzata. Si lisciò il semplice vestito blu che aveva decisio di indossare per il suo primo pranzo con l'uomo e nella sua nuova casa. L'orologio segnò la mezza e si accorse di essere già in ritardo per il pranzo.
Era la prima volta che arrivava in ritardo.
Era la prima volta che mangiava in una casa diversa dalla sua.
Era la prima volta che veniva qualificata come fidanzata di un uomo ricco.
Ed era la prima volta che mangiava da sola con un uomo.
Chissà dove l'avrebbero portata tutte quelle prime volte.
"Se mai scendi mai lo saprai..."si disse mentre piano percorreva la sua stanza verso la porta. L'aprì e timidamente mise la testa fuori sospirando di sollievo nel vedere che non c'era nessuno. Magari per quella volta poteva evitare di presentarsi, magari avrebbe potuto rimandare a cena o direttamente al giorno dopo usando come scusa una forte emicrania per via dei folli cambiamenti che avevano preso la sua vita. Magari solo per quella volta avrebbe potuto evitare quei suoi splendidi occhi di ghiaccio e quella bella bocca così dolce e così accattivante che ti invitava a baciarla e baciarla ancora. Mosse la testa velocemente come se quel gesto potesse scacciare quei pensieri peccaminosi che non riuscivano ad abbandonarla. Quell'uomo la destabilizzava. Voleva scappare da lui ma allo stesso tempo voleva anche che la fermasse e la rinchiudesse nella prigione di cui erano fatte le sue forti e possenti braccia.
"Cosa mai mi avete fatto..."
"Questo dovrei essere io a dirlo a voi..." Leda sussultò quando sentì la voce di Richard arrivarle fino al cuore e soprattutto quando si trovò l'uomo a poca distanza da lei. Sgranò gli occhi quando si ritrovò la sua figura imponente e allo stesso tempo rilassata che la fissava incuriosito. L'unica cosa che riuscì a fare fu quella di abbassare lo sguardo non riuscendo a sostenere quello sicuro di lui.
"Vi stavo aspettando per il pranzo, non vedendovi arrivare mi sono preoccupato e vi sono venuto a chiamare..." e così dicendo si avvicinò un pochino di più alla ragazza, come se lei avesse il potere di una sirena che con il suo canto attirava i marinai nel mare.
"E' gentile da parte vostra ma potevate mandare qualcuno senza disturbarvi a venire fino a qui...."
"Potevo ma avevo come l'impressione che avreste rifiutato con la scusa del mal di testa..."
Leda alzò lo sguardo verso di lui strabuzzando gli occhi per l'imbarazzo ed ebbe l'impressione di arrossire perchè Richard aveva sfoderato un sorriso ironico come se avesse capito di essere andato dritto al centro.
"Voi vi burlate di me, signore." disse stringendo forte i lati del suo semplice vestito. Si maledì per quella debolezza. Dove era finita la Leda battagliera che fino a ieri aveva combattuto con lui per impedire quella assurda situazione?
"Al contrario...." rispose lui ritrovandosi il suo corpo vicino e la mano grande dell'uomo che le alzava il mento per fissarla.
"Non vi ho ancora salutata come si conviene..."
"Con un Buongiorno?Ma ormai è ora di pranzo...." gli rispose con ingenuità non riuscendo a capire perchè Richard adesso le sorrideva tra il divertito e lo stupito e ignorando quanto fosse caldo il mento che ancora si ritrovava imprigionato nella sua mano.
"Leda.....sei una creatura così rara...." e quello che fece dopo fu di depositarle un bacio sulla guancia soffermandosi decisamente troppo su quella pelle morbida e fresca. Si staccò a fatica imponendosi di non proseguire nell'esplorazione della sua pelle ma rallegrandosi che alla fin fine non era indifferente alla ragazza. Lo si vedeva da come lo guardava sbalordita a attonita e da come aveva appoggiato di scatto la mano sulla guancia incolpata di aver ricevuto il suo bacio.
"Voi siete sleale...."e quasi piagnucolò quelle parole. Come poteva resistere ad un uomo che sconvolgeva il suo essere con un semplice bacio sulla guancia?
"Per quale motivo?Avreste preferito che vi baciassi sulle labbra come conviene a due promessi sposi?"e Richard sentì un brivido attraversargli il corpo quando la ragazza si morse il labbro nervosa. Forse conquistarla sarebbe stato più facile di quello che credeva. Forse averla non sarebbe stato completamente sbagliato. Forse sposarla ed essere sposato con lei gli avrebbe portato quella felicità che aveva sempre desiderato. Lei era diversa. Lei poteva cambiare le carte in tavola e fu proprio quel pensiero che gli disse che poteva di nuovo avvicinarsi a lei. Fu proprio il respiro accelerato della ragazza, il petto che si gonfiava e sgonfiava perchè le aveva appena toccato il collo con tutte e due le sue mani. Le sue labbra appena aperte dalle quale usciva a malapena il respiro caldo della donna. Quelle labbra che erano così vicine alle sue ,i loro respiri che si confondevano l'uno con l'altra. I loro occhi che si incontravano e scontravano. I loro cuori che battevano all'unisono e i loro corpi che si sfioravano. Mancava così poco per suggellare il giorno con un nuovo bacio ma così non fu.
"Vi aspetto giù...." fu l'unica cosa che riuscì a dire lasciandola andare e voltandogli le spalle di fretta. Era sbagliato, era sbagliato quello che stava facendo e si buttò verso le scale come scottato da lei. Come se lei fosse una lastra di ghiaccio. Fredda se appena la sfioravi ma ustionante se la toccavi.
Dal canto suo Leda dovette appoggiarsi alla porta della sua camera per non perdere i sensi per quel contatto così intimo che aveva appena vissuto con Richard.
Deglutì a fatica sentendo ancora il collo contorcersi per il dolore della mancanza delle sue mani.
Doveva scappare.
Doveva andare via il più in fretta possibile.
Forse lui la voleva per amarla,
Ma forse lui la voleva più per distruggerla.......
                     
                                                                          ***
Il pranzo passò velocemente e silenziosamente,non si erano scambiati una parola troppo presi dagli ultimi avvenimenti e soprattutto troppo tesi per quello che era accaduto prima. Leda aveva deciso di trascorrere il primo pomeriggio rinchiusa nella grande libreria della casa mentre Richard era rinchiuso nel suo studio insieme al suo avvocato. Chissà di cosa si occupava in realtà e su quale basi era dovuta la sua ricchezza
Passò in rassegna alcuni titoli della vasta collezione di libri che aveva ma nessuno sembrò attirare la sua attenzione. Aveva bisogno di uscire e prendere aria per schiarirsi le idee e decise di andare a trovare i suoi genitori. Stava per prendere il mantello con il suo cappellino quando la domestica della casa la fermò per chiderle dove stesse andando.
"Sto andando al cimitero,è un problema?"
"Certo signorina,deve chiedere il permesso al padrone per uscire."
"State dicendo sul serio?" chiese incredula e quasi ridendo ma la faccia seria e quasi offesa della domestica le fece presupporre che fosse la verità.
"Bene,chiederò il permesso al padrone di casa." ed esasperata andò verso lo studio di Richard e con forza bussò alla sua porta non aspettando nemmeno che lui le desse il permesso di entrare.
"Leda...." urlò sorpreso mentre metteva giù le carte che Robert gli stava passando.
"E' forse successo qualcosa? riprese alzandosi dalla sedia senza però andare verso di lei.
"Si...è successo che la vostra domestica mi ha detto che devo chiedervi il permesso per uscire. Voglio davvero sperare che non sia così,signore...." strinse le mani a pugno fino a farsi male mentre osservava gli sguardi che Richard e il suo avvocato si scambiavano. Come se fossero davanti alla scenata di una bambina che era appena stata privata dalle sue gustose caramelle.
"Non si sbagliava, siete sotto la mia responsabilità e qualsiasi cosa fate deve essere approvata da me." Richard disse quelle parole come se stesse firmando un contratto per qualche acquisto. Leda poteva sopportate di vivere in quella casa, di essere destinata ad una vita senza casa e famiglia, di essere priva di libertà ma non gli avrebbe permesso quello. Lei poteva uscire quando e come voleva. Lo aveva sempre fatto e non gli avrebbe dato la soddisfazione di prenderle anche quello.
"Credevo che fossimo d'accordo sul fatto che io non fossi la vostra serva,signore."e Richard notò di nuovo il tono di sfida e sentì come il suo corpo da calmo passò ad essere irritato per quel modo di contraddirlo....soprattutto davanti a Robert che adesso li guardava divertito appoggiato tranquillo alla sua scrivania.
"Ma siete la mia fidanzata e ospite nella mia dimora ed è per questo che farete come vi dico...."ignorò la vena che pulsava sulla sua fronte e per tutta risposta riprese i documenti come se quel gesto potesse farle capire che la conversazione era chiusa.
"Io non sono nulla di tutto quello che avete detto..."e Leda si meravigliò di come la sua voce invece risultasse calma.
"Cosa volete dire?" e questa volta sbattè i documenti sul tavolo.
"Richard,per favore." cercò di intromettersi Robert  vedendo che la situazione stava degenerando. Non aveva mai visto il suo amico irritarsi tanto e aveva quasi paura che potesse scavalacare la scrivania e andare addosso alla ragazza.
"Stanne fuori,Robert" gli urlò e lui con fatica tornò al suo posto senza però prima inviare uno sguardo di compassione alla ragazza che per tutta risposta sorrise tranquilla stupendolo.
"Che sono un ospite contro la mia volontà e che non ho ancora firmato nessun contratto  che possa considerarmi la vostra fidanzata. E con questo ho finito. Scusatemi ma la passeggiata mi attende." Concluse con un inchino e nascose un sorriso di soddisfazione per avergli tenuto testa ma mai si aspettò che lui la seguisse per il corridoio della casa e con forza prese il suo braccio strattonandola verso il muro per poi imprigionarla tra lui e questo. Sbattè con forza la mano tra la parete e il suo orecchio e lei istintivamente chiuse gli occhi per il rumore e per la paura.
"Perchè devi sfidarmi...."era affannato ma dentro di se cercò di nuovo la calma vedendo il corpo della ragazza che tremava. Lei non gli rispose quasi nascondendo il viso sul suo petto per trattenere le lacrime.
"Se lo farai di nuovo...."
"Non sono una prigioniera, io non sarò mai vostra...ve lo giuro." lo disse balbettando ma istintivamente portò le mani sulla giacca dell'uomo per aggrapparsi, come se da lui dipendesse sia la caduta che il rialzo.
"Se lo farai di nuovo..."insistette lui soffiando quelle parole sui capelli scuri di lei che gli solleticavano il mento.
"Mi ucciderete....come avete fatto con la vostra prima moglie?"e con forza Leda portò le mani sul suo petto e lo scansò da lei guardandolo seria. L'unica cosa che Richard riuscì a fare fu quella di sgranare gli occhi e aprire e chiudere la bocca come in cerca di un alibi. Lei cambiò espressione,da seria passò al deluso e poi all'impietrito.
"Arrivederci,signore...."disse per poi raccogliere il mantello e proseguire verso un luogo sicuro che non era quella casa.

Spazio autrice
Chiedo umilmente scusa per il grande ritardo nell'aggiornare. Ma sono stata lontana dal mondo civile....spero che questo capitolo possa farmi perdonare!
Ringrazio con tutto il cuore chi ha letto,chi ha commentato e chi ha messo la storia tra i preferiti.
Spero di poter aggiiornare presto e grazie ancora per seguire la mia storia :D          
  
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