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Autore: melhopes    28/03/2015    2 recensioni
“E se non dovessi incontrarla di nuovo?”
“Senza volerlo, vi siete incontrati tre volte. Accadrà di nuovo e, quella volta, le parlerai”
“Me lo assicuri?”
“Dovessimo andare in capo al mondo, Harry”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Closer. 

<< I tuoi nonni? >> chiedo incerto e sinceramente stranito.
 
Annuisce. << Loro sono tutto ciò che mi rimane >>
 
<< Quindi tuo padre è…? >> inizio la frase, sperando non si concluda con la notizia di un’altra morte.
 
Cosa potrebbe essere, però, a questo punto?
 
<< Vivo – abbozza un sorriso- Solo non nei miei paraggi >> mi sembra di udire dell’amarezza nel suo tono.
 
 Non so esattamente come reagire. Cosa vuol dire? Cos’ha fatto l’uomo che l’ha messa al mondo?
 
<< Ci ha lasciato quando ero molto piccola. In tutta onestà, non ricordo nemmeno il suo viso. Non sapevo nemmeno quale fosse il suo nome prima che mia nonna me lo dicesse >> continua, rendendomi partecipe della sua vita.
 
<< Com’è possibile? >> domando di getto.
 
Si stringe nelle spalle. << La mia famiglia non segue esattamente gli stereotipi >> intinge il suo California roll nella salsa di soia.
 
<< Sai altro sul suo conto? >>
 
Scuote la testa. << Non da quando mamma si è ammalata, almeno >>
 
Porta tutto alla bocca.
 
<< Non mi è esattamente chiaro >> e noto stia fissando la mia fronte aggrottata.
 
La osservo masticare e attendo finisca per saperne di più.
 
<< Vuoi davvero sapere tutto oggi? >>
 
Dalla domanda intuisco non sia esattamente pronta. Posso capirlo. Non dev’essere facile esternare il proprio passato, specialmente non a qualcuno come me: un ex perfetto sconosciuto.
 
Posso attendere. Posso lasciare che tutte queste informazioni apparentemente disconnesse mi torturino. Posso farlo sapendo che il tempo mi ripagherà di tutto; sapendo che, pian piano, mi sta donando tutta sé stessa.
 
E non potrei desiderare altro.
 
<< Qualcosa sui tuoi nonni, magari? –osservo la reazione che la mia richiesta causa prima di continuare- Sembrano forti >>
 
<< Perché non mangi? Non ti piace? >> cambia argomento.
 
Non sembra in maniera definitiva. Non mi pare l’abbia fatto per evitare del tutto l’argomento. E’ sinceramente interessata al mio appetito.
 
<< Sono molto preso >> ammetto con un sorriso sbilenco.
 
Scuote la testa, divertita. Ha ancora quell’espressione da caso perso che tanto adoro. Vorrei baciarla.
 
Sorride furbetta. << Giusto un accenno >>
 
Le faccio segno di procedere con la mano.
 
Prende la palla al balzo. << Vivono a Roma, in Italia >>
 
<< Assurdo tu creda io non sappia dove sia Roma >> mi fingo offeso per strapparle un sorriso.
 
Vorrei che in futuro non ricordasse questa conversazione come la più ardua della sua vita, né ricordasse me in maniera negativa.
 
Mi sento osservato dagli altri clienti. C’è una strana frenesia tutto intorno. Ho quasi l’impressione mi abbiano scoperto e stiano parlando di lei, di me, di noi.
 
Mi fa il verso. << Qualcuno qui è suscettibile >> punzecchia.
 
Probabilmente sono troppo paranoico. Non devo pensarci. Non quando ho Charlotte con me. Non voglio sprecare nemmeno un istante per focalizzarmi su qualcos’altro.
 
<< E’ una bella città >> affermo, tornando serio.
 
Spero davvero che insinuando una cosa del genere, la spingerò a rivelare altro. Potrebbe accadere? Abboccherà all’amo?
 
<< Per un po’ >> commenta.
 
E con ciò cosa vorrebbe dire? << Mhm? >>
 
<< Ci ho vissuto più o meno sei mesi dopo la morte di Sophie >>
 
Ha decisamente abboccato. Sono entusiasta all’idea di essere riuscito nel mio intento. Allo stesso tempo, però, mi sento un orribile manipolatore.
 
<< E poi cos’è successo? Perché te ne sei andata? >>
 
Mi rendo conto di suonare disperato ma, anche se volessi evitarlo, la disperazione non è così lontana dal mio stato attuale.
 
<< Tocca a me fare le domande adesso >> esordisce e sembra quasi non vedere l’ora di poter invertire i ruoli.
 
Non sono affatto stupito. Considerando il nostro primo incontro, ho scoperto anche abbastanza per una sola mattina.
 
Non obietto. << Mi sembra giusto >>
 
<< Perché ti interessa tanto conoscere tutti i dettagli della mia vita? >>
 
E’ una domanda così semplice eppure la risposta non è così immediata. Ci rifletto un secondo.  << Voglio solo conoscerti meglio, credo. E’ così sbagliato da parte mia? >>
    
Mi fissa per qualche secondo. Dà quasi l’idea di essere intenta a studiare tutti i particolari del mio viso, tutte le mie espressioni, tutti i modi in cui le mie labbra possono inarcarsi. Vuole imparare a decifrarmi?
 
<< Sei onesto? >> la sua voce risuona stranamente limpida, come se la stesse usando per la prima volta.
 
<< Sempre >> proferisco senza nemmeno pensarci su.
 
Me ne pento immediatamente. Non sono onesto. O, almeno, non è quello che sono sempre stato. Mento. Ogni giorno. Specialmente quando fingo di non sapere tutto ciò che ho visto sul suo profilo instagram. Mento quando insinuo questo sia il nostro inizio dal momento che questo è solo il suo inizio.
 
Non sa del mio amore e di come sia nato ancor prima che mi incontrasse per davvero. Le mento ma le assicuro non sia così. Come posso conviverci?
 
<< Parlami della tua famiglia >> mi esorta.
 
<< Mhm, non c’è molto da dire. Siamo la tipica famiglia post-separazione. –mi fermo qualche istante- I miei hanno divorziato quando ero piccolo. Mia madre si è risposata con un uomo adorabile >>
 
<< Vai d’accordo con lui, quindi? >> si informa.
 
Appare davvero interessata a quello che posso aver provato affrontando un simile cambiamento nel mio equilibrio. Potrebbe essere più dolce di così?
 
Annuisco, cercando di non dare a vedere quanto la sua domanda mi abbia allietato. << E’ un tipo apposto e rende felice mia madre. Trovo sia un’ottima qualità >>
 
Riprendo a mangiare, non volendo restare indietro rispetto al suo appetito.
 
<< Tuo padre, invece? >>
   
<< Non pensavo ti interessassero gli uomini così maturi >> la prendo in giro.
 
<< Solo se si tratta di padri sexy >> risponde a tono.
 
Basta a farmi tacere. Non saprei cos’altro aggiungere. Stranamente adoro questa condizione; il fatto che mi lasci senza parole e io non mi senta assolutamente in dovere di trovare altro da dire o da fare.
 
Lancia un’occhiata distratta al display del suo cellulare mentre finisco la mia porzione.
 
Assume un’espressione turbata.
 
<< Qualcosa non va? >> domando, irrompendo nei suoi pensieri.
 
Posa i suoi occhioni brillanti su di me come se si accorgesse della mia persona per la prima volta. Ci vuole qualche istante affinché mi lanci un sorriso. Rimane il più dolce io abbia mai visto possedere ad una donna. Se si escludono mia madre e mia sorella, ovviamente.
 
Piega la testa su un lato e dà una veloce occhiata al mio piatto prima di guardare di nuovo me. << Sembra ti dispiaccia mangiare >> ridacchia.
 
Scuoto la testa. << Non sono abituato >> ammetto.
 
<< A mangiare?! >> chiede tra lo stupita e il divertita.
 
<< Ad arrivare alla fine di un pasto in tua compagnia >>
 
Si rabbuia. Cosa ho fatto? Era davvero necessario glielo ricordassi vista la sua reazione?
 
<< Sono ancora dispiaciuta per l’altro giorno >> ammette. Non credo di averla mai vista così seria.
 
<< E’ tutto okay, scherzavo! >> mi affretto ad assicurarle.
 
 
 
 
 
 
 
In pochi istanti mi rendo conto ci stiano seguendo.  Abbiamo un gruppetto numeroso di ragazze alle calcagna. Non sono sicuro Charlotte abbia notato qualcosa. Credo sia difficile il contrario.
 
Questa situazione inizia a spaventarmi. Sono senza guardie del corpo. Sono da solo con la donna che amo e non so come potrà andare a finire.
 
Continuo a camminare diretto al Disney store facendo finta di nulla. E’ la mossa più saggia? In fondo, è lì che lei vuole andare e ci tengo affinché la giornata sia perfetta.
 
Magari non sarà tragica. Mi fermeranno, chiederanno un autografo, una foto o altro e, una volta soddisfatte, andranno via. Potrà volerci una mezz’ora, magari.
 
E se, invece, non dovessero accontentarsi? E se arrivasse qualcun altro?
 
All’improvviso delle urla isteriche si diffondono alle nostre spalle. Forse è troppo tardi. Ho quasi paura di voltarmi.
 
<< Vieni con me >> esclama, prendendomi per mano e iniziando a correre.
 
Sono troppo frastornato per pensare lucidamente ma ho l’impressione stia accadendo qualcosa di significativo.
 
 
 
In men che non si dica siamo davanti all’auto. Charlotte mi lascia la mano, preme il pulsante per aprire le portiere e si precipita al lato del guidatore.
 
Salgo e, mentre aspetto faccia altrettanto, metto la cintura e controllo la situazione. Mi sembra di scorgere qualche figura che corre dalla nostra parte. E se dovessero seguirci? Metterei Charlotte in una brutta posizione. E non voglio.
 
Mentre questi pensieri prendono ad intrecciarsi nella mia mente, mette in moto e schizza via.
 
Dopo qualche istante di silenzio tombale, scoppia a ridere. Mi volto ad osservarla.
 
<< Cosa c’è? >> chiedo abbassando il volume della voce sul finire della frase.
 
E’ come se, all’ultimo, avessi deciso di non intaccare questo momento per godermi la bellezza di una vita intera che esplode in una semplice risata.
 
<< E’ stato divertente! >> esclama e riprende la sua risata.
 
Sgrano gli occhi. Come può averlo trovato divertente? Chiunque altro si sarebbe spaventato, si sarebbe allontanato, mi avrebbe evitato a vita. Questa dovrebbe essere un’altra prova di quanto lei sia speciale.
 
<< Divertente? >> esterno.
 
<< Non avevo così tanta adrenalina in corpo da…non lo ricordo nemmeno >> ammette con un enorme sorriso: l’ultimo residuo della sua risata.
 
<< Sei assurda >> pronuncio con un risolino.
 
Tace. Aggrotto la fronte. E’ successo qualcosa? Posso averle dato fastidio in qualche modo?
 
<< Dove alloggi? >>
 
<< In hotel >> rispondo immediatamente, nonostante io sia stranito dalla domanda.
 
<< Puoi stare qualche giorno da me >> afferma.
 
Cosa? Non posso averlo udito davvero. Perché dovrebbe volermi da lei?
 
<< Stare da te? >> ripeto, incredulo.
 
<< Passo a prendere la tua roba in serata >> pronuncia seria.
  
Mi spiazza. << Ma… >> inizio.
 
Non so esattamente cosa voglio dire. E’ una protesta o una richiesta di ulteriori spiegazioni?
 
<< Solitamente non sono la tipa che brucia le tappe >> scherza lanciandomi una breve occhiata di sottecchi.
 
         






SPAZIO AUTRICE:
Buonasera a tutti! Mi sono resa conto di essere stata assente per oltre un mese. Sono o non sono la vergogna delle autrici? 
Ad ogni modo, mi auguro che qualcuno stia ancora seguendo e, come me, non veda l'ora si arrivi più avanti e si scopra molto di più su Charlotte e il suo passato. 
A questo proposito, vi chiederei di recensire e/o farmi sapere cosa ne pensate perché avevo pensato ad una cosa: e se bloccassi la pubblicazione per qualche mese? Vi mancherebbe la storia o potreste farcela?


Buon proseguimento di serata! 
A presto :) x
  
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