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Autore: leila91    29/03/2015    13 recensioni
" [...]Bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna [...]"
Ciao a tutti!
Questo lavoro ripercorre tutta la vita di Dama Eowyn, uno dei personaggi a mio parere più belli che Tolkien abbia mai creato.
Partendo dalla sua infanzia, passando per l'adolescenza trascorsa al palazzo di suo zio Theoden, fino alle vicende narrate nel Signore degli Anelli: l'incontro con Aragorn, lo scontro con il Re Stregone e la sospirata felicità trovata con Faramir.
Per gli avvenimenti pre!LOTR mi baserò quasi esclusivamente sulla mia fantasia, rispettando ovviamente ciò che il Professore narra nelle Appendici.
In alcuni punti si è reso necessario un mix tra movieverse e bookverse... Spero non infastidisca nessuno :)
Vi ho già scocciati anche troppo: spero di riuscire a trasmettere, a chiunque deciderà di seguirmi, il profondo amore che nutro per questo personaggio, e di renderle pienamente giustizia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Theoden, Theodred
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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🌸 Un ultimo saluto 🌸
 



 

Il folto e variopinto fascio di fiori, era composto principalmente da Alfirin e Simbelmynë.
Questi ultimi erano più comunemente noti tra la gente come ‘ricordasempre’.
Piccoli e pallidi boccioli, che crescevano rigogliosi nei campi di Rohan, e avevano la curiosa nomea di non appassire mai.
 
Ricordasempre, pensò Éowyn, che ironia
 
Non ti dimenticare chi sei
 
Éowyn si chinò a terra, deponendo con infinita delicatezza quel mazzo colorato sul tumulo dove riposava suo cugino.
 
“Desideri rimanere qualche momento da sola?” le chiese Éomer, in piedi appena dietro di lei.
“No, resta” fu la semplice risposta.
Éowyn afferrò poi il braccio del fratello, stringendolo lievemente, come ad enfatizzare quella richiesta.
 
“Grazie per avermi accompagnata, Éomer”.
“Te lo avevo promesso, o sbaglio? E ad ogni modo desideravo anch’io ritornare qui… Per dirgli addio veramente”.

Non avere avuto modo di separarsi dal cugino in maniera ‘appropriata’, era uno dei più grandi rimpianti del giovane Sovrano di Rohan.
Inoltre, tutt’ora non si dava pace per non essere stato al suo fianco, in quel momento fatale.
 
Rimorsi ingiusti, lo sapeva bene, che tuttavia continuavano a perseguitarlo, procurandogli persino incubi, di tanto in tanto.
Per quel motivo, non appena Éowyn aveva espresso il desiderio di recarsi a visitare il suo tumulo, Éomer non aveva esitato ad offrirle la sua compagnia, memore anche della promessa fattale a Meduseld tempo prima, durante la festa per la vittoria al Fosso di Helm.
 
I Guadi dell’Isen, il luogo dove Thèodred aveva perso la vita: era lì che i suoi Uomini lo avevano seppellito.
Sullo stesso isolotto dove era caduto, combattendo strenuamente, come l’eroe che tutti avrebbero ricordato per sempre.
L’erba era verde e fresca, intrisa della limpida rugiada mattutina.
Vita che cresceva a discapito della morte.
 
“Si chiama Faramir, e forse nel corso dei tuoi viaggi lo avevi già conosciuto”.
 
La voce della sorella richiamò Éomer dall’abisso dei suoi pensieri.
 
Con sgomento si accorse che Éowyn stava parlando da sola, o meglio, si stava rivolgendo all’ombra di Thèodred, che forse ancora dimorava in quel luogo.
 
“L’ho conosciuto nelle Case di Guarigione, a Gondor, dopo che sono stata gravemente ferita, e in seguito salvata” stava dicendo la fanciulla, “Avevi ragione sai? La guerra non era come mi aspettavo… Ma non ho dimenticato la mia promessa, Thèodred. Non ho dimenticato chi sono”.
 
Éomer si chiese distrattamente se Éowyn si fosse accorta delle copiose e silenziose lacrime, che le stavano rigando ormai entrambe le guance, scendendo poi a incorniciarle il mento.
 
Trattenne l’impulso di avvicinarsi a lei per asciugargliele, e stringerla poi a sé.
Si sentiva a disagio, come se stesse invadendo qualcosa di intimo e privato.
Éowyn gli aveva chiesto di restare, è vero, tuttavia egli aveva l’impressione che quello non fosse il suo posto.
Non in quel momento, almeno.
 
Éowyn però, parve incredibilmente leggergli nel pensiero in quel preciso istante, perché dopo essere indietreggiata di alcuni passi- ossia fino ad affiancarsi totalmente a lui- gli strinse forte la mano, intrecciando le loro braccia.
 
“E questo scavezzacollo, testa-calda e lingua-veloce adesso è il nostro Re!” esclamò Éowyn con un tono fin troppo allegro, quasi isterico, “Lo avresti mai detto, cugino? Ah, ma io sono fiera di lui! E anche tu lo saresti se fossi qui, ne sono sicura… L’incoronazione è succeduta di non molto a quella di Re Elessar. È stato un momento meraviglioso”.
 
Toccante e solenne, come molti altri avvenimenti di quegli ultimi giorni.
Il peso della corona, posta con grazia sul suo capo; l’improvvisa realizzazione che una fase della sua vita si stava chiudendo, ed una nuova stava avendo inizio; le paure e la preoccupazioni derivanti dalle responsabilità che ora gravavano sulle sue spalle: aveva un popolo di cui prendersi cura, adesso.
 
“Tuo padre, il nostro caro, carissimo zio, è stato composto ufficialmente nelle esequie reali, e ha trovato il suo meritato riposo accanto a te e ai vostri antenati. Ci siamo separati da lui quello stesso giorno”.
 
Éomer ricordava bene, con estrema chiarezza: era avvenuto poche ore prima della sua proclamazione quale Sovrano del Mark.
Tutto il popolo aveva accompagnato Thèoden di Rohan fino al luogo del suo riposo perenne, del suo ultimo sonno.
Gli uomini portavano il lutto, le donne piangevano.
Assai amato era stato ad Edoras, il figlio di Thengel, come in ogni altra città del suo Regno.
Éomer rammentava inoltre la mano di Éowyn, stretta attorno alla sua; le lacrime di Merry, che aveva voluto bene al loro caro zio alla stregua di un padre, e le parole sagge e confortanti di Aragorn.
 
“Merry è partito pochi giorni dopo. È ritornato alla sua pacifica Contea, con i suoi piccoli amici e congiunti. Ah, Thèodred, quanto vorrei che tu avessi potuto conoscerli! Sono straordinari, sai? Dei bambini a prima vista; fino a quando non ti avvicini, e scorgi la saggezza e la maturità nei loro occhi, mista ad un ingenuo e delizioso stupore. Dolci come il miele, ma anche impavidi, testardi e tenaci. Merry mi ha salvata; mi è stato vicino quando ogni speranza sembrava perduta, e mi mancherà… Per il Cielo, se mi mancherà! Gli ho donato un corno simile al tuo, e mi sono fatta promettere di ricevere presto una sua visita. Se il mio dovere e il mio cuore non mi trattenessero qui, mi piacerebbe recarmi da me, lassù nell’Eriador, dove dicono si trovi la loro terra”.
 
Le braccia di Éowyn avvolgevano il piccolo corpo del Mezz’uomo, quasi a non volerlo lasciare andare mai più.
 
“Cavalca verso la buona fortuna e torna presto da noi” gli avevano detto, e avrebbero tanto voluto ricoprirlo di doni, perchè li meritava - oh se li meritava!- ma anche affinché non dimenticasse.
Ma Merry si era opposto, accettando solamente un paio di oggetti.
 
“Ricorderò per sempre tutto quello che hai fatto per noi” aveva esclamato Éomer, dopo avergli baciato dolcemente la fronte, “E sarai il benvenuto qui, Meriadoc figlio di Saradoc, cavaliere di Rohan, ogniqualvolta lo desidererai”.
 
“Non lasciare passare troppo tempo prima di spedirmi una lettera”, aveva ribadito Éowyn, “Mi mancherai, piccolo amico”.
 
“Conoscervi è stato l’onore più grande a cui uno come me potesse aspirare”: Merry era ormai prossimo alle lacrime; “Non ho parole per dirvi quanto vi sia grato, e non vi dimenticherò mai. Possano le nostre strade rincrociarsi al più presto”.
 
I suoi ultimi pensieri infine, erano stati per Colui che in pace riposava nei sepolcri poco distanti.
 
“E da ultimo, caro cugino, la notizia più bella! E al contempo la più spaventosa…”
 
Le labbra di Éomer si piegarono in un sorriso amaro e divertito allo stesso tempo, all’udire quelle ultime parole.
Nemmeno lui si era ancora abituato all’idea.
Ma non erano passati che pochi giorni, in fondo…
 
Desidero dare un lieto annuncio al mio popolo, nel giorno della mia incoronazione e della sepoltura di colui che mi ha cresciuto come un padre. Faramir figlio di Denethor, Sovrintendente del Regno di Gondor, ha chiesto in moglie mia sorella, Éowyn, Bianca Dama di Rohan. Ed ella lo ha accolto, con tutto il suo cuore”.
 
Grida di giubilo si erano alzate dalla folla, seduta ai numerosi tavoli del salone principale di Meduseld.
“Alla nostra Principessa!” avevano proposto all’unisono Galmond e il vecchio Arleon, levando in alto i boccali.
Éowyn aveva riso, radiosa, di fronte a quell’entusiasmo, e al profondo affetto che il suo popolo nutriva per lei.
Lacrime avevano bagnato le guance di molte delle donne presenti, ma questa volta erano solo di gioia.
Faramir e la sua futura sposa si erano poi alzati in piedi, per inchinarsi lievemente davanti a tutti, tenendosi per mano.
Aragorn, anch’esso presente e seduto con loro al tavolo d’onore, aveva infine elargito la sua benedizione alla coppia.
“Tuo fratello non dimostra certo di essere avaro, mia Signora” aveva detto rivolto ad Éowyn, “Dando al Regno di Gondor ciò che di più bello vi sia nel suo”.
Éowyn aveva sostenuto con fierezza il suo sguardo, accorgendosi con sollievo quanto ormai questo non le facesse più male.
Ogni residua traccia di rabbia, delusione e rancore: tutto era sparito dal suo cuore per sempre.
 
“Vederti finalmente ricolma di gioia è una benedizione, Éowyn. Non ho desiderato altro per te, fin dal primo momento in cui ti ho vista” mormorò il Sovrano; e parvi quasi che Aragorn si stesse come scusando, per tutto il dolore che ella aveva dovuto patire, sebbene il Re non ne avesse direttamente colpa.
Ora Éowyn lo capiva… Ogni cosa era finalmente andata al suo posto.
Al suo giusto posto.
 
“Che possiate vivere lunghi e sereni anni, mio Signore, e che la vostra grazia e la vostra saggezza ci illuminino nel tempo a venire” gli aveva risposto, “Sarò per sempre al vostro servizio, mio Re e mio guaritore”.
 
 
 
“Sai, cugino, non pensavo che avrei mai detto una cosa del genere, ma ho come l’impressione che la mia vera avventura debba ancora iniziare. La vita che avevo prima di conoscere Faramir… Mi sembra quasi, beh una non vita, adesso!”
 
Alcune nubi, nere e minacciose stavano giungendo da Est, oscurando il cielo.
Éomer le guardò preoccupato, mentre Éowyn non sembrava essersi accorta di nulla.
Stava parlando da una buona mezzora, oramai.
 
“Sorella…” cominciò Éomer, “Éowyn, credo che sia meglio tornare. Sta venendo a piovere e Faramir sarà sicuramente preoccupato” concluse, sperando di attirare in quel modo la sua attenzione.
 
“Oh, mi conosce bene!” lo liquidò lei con un gesto della mano, “Sa quanto ami passare più tempo possibile all’aperto”.
 
“Éowyn”.
 
Questa volta il tono usato da Éomer fu diverso, più severo ed autoritario.
 
“Per oggi basta, dobbiamo…”
 
Ma il resto della frase gli morì in gola quando si accorse che Éowyn si era piegata al suolo, e dopo essersi coperta il viso con le mani, si era lasciata andare al pianto.
Un pianto silenzioso, controllato, così come sempre controllata era stata lei stessa.
Niente singhiozzi, niente eccessi. Solo uno sfogo, forse troppo a lungo rimandato.
 
“Éowyn…”
 
Éomer le si avvicinò titubante, sfiorandole appena la spalla con la mano.
Éowyn si irrigidì all’istante: “Sto bene” decretò, secca, con un tono leggermente infastidito.
Come se si vergognasse di quell’improvviso momento di cedimento.
Non era abituata a mostrarsi debole, Éomer lo sapeva bene, ma avrebbe tanto voluto dirle che non c’era assolutamente niente di male.
 
“Sto bene” ribadì lei, tirandosi su lentamente, “È solo che a volte mi manca così tanto”.
“Lo so…” mormorò suo fratello in risposta, “Anche a me. Tutti, non solo lui. Ma noi siamo qui, e dobbiamo continuare vivere anche per loro”.
“Non è giusto…” si lasciò sfuggire Éowyn in un soffio, pentendosene subito, ma fortunatamente Éomer non la udì.
Molte, troppe cose a questo mondo non erano giuste, ma lei era stata già più fortunata di altri.
Aveva quasi dovuto morire per comprendere quale fosse veramente il suo posto nella vita, e ora finalmente aveva una seconda possibilità.
 
Non la sprecherò, Thèodred, te lo prometto. D’ora in poi mi prenderò cura di tutto ciò che cresce e porta con sé vita.
 
“Sono pronta a tornare a casa” dichiarò finalmente, voltandosi verso il giovane Sovrano di Rohan.
 
Un sorriso sollevato illuminò il viso di Éomer: “Bene. Sono certo che Faramir non veda l’ora di rivederti”.
 
L’impazienza nel suo tono non sfuggì però a Éowyn, che sorrise sospettosa.
“Non ti credevo così entusiasta, di vedermi trascorrere la maggior parte del mio tempo con lui. La tua gelosia è scomparsa assai velocemente”.
 
“Beh, lui ti rende felice non è così?” borbottò Éomer, improvvisamente a disagio, “Non è forse questo, tutto ciò che un fratello può chiede-”
 
“Uhm, è questo il motivo, eh? E dunque dimmi, fratello” inquisì lei maliziosamente, interrompendolo, “Il tuo impellente desiderio di tornare al più presto a palazzo, non ha nulla a che vedere con la bella cugina del mio caro promesso? Dama Lothiriel, se non vado errata. Lunghi capelli corvini, occhi color del cielo… È giunta ieri da Dol Amroth, e sarà nostra ospite per i prossimi giorni”.
 
“Non so proprio di che cosa tu stia parlando…” grugnì Éomer, montando in fretta su Zoccofuoco, e allontanandosi il più velocemente possibile.
 
“È forse del rossore, quello che vedo allargarsi sulle guance di mio fratello? Il prode, stoico e valoroso Primo Maresciallo del Mark! Torna qui, mascalzone! Ti stai vergognando come un ladro!”
 
La voce fintamente minacciosa, e velata di divertimento della sorella lo inseguì lungo tutto il tragitto di ritorno, ma per bontà divina Zoccofuoco era ancora, nonostante l’età, assai più veloce di Dahira.
 
Le loro risate si persero nel vento della sera primaverile, mischiandosi agli striduli richiami degli uccelli.
 
Il passato era definitivamente alle loro spalle. Il futuro avanti.
 
 




 



Benni’s Hole:
 
A dispetto del titolo questo non è l’ultimo; vi aspetta ancora un piccolo capitoletto conclusivo =)
Ho paura di aver sfiorato leggermente l’OOC con le ultime righe ^^”, ma ci tenevo a inserire questo momento di ‘leggerezza’ e di scherzo tra i due fratelli (oltre a citare la futura Signora Eomer buahahaha)
Ok, tornando serie: spero vi sia piaciuta l’alternanza tra narrazione e flashback: ho scelto questo tipo di sviluppo perché volevo sia raccontare gli ultimi avvenimenti del libro, sia concedere ad Eowyn un ultimo saluto ‘definitivo’ con il cugino :)… Due piccioni con una fava ;)
Ah l’ultima frase è presa in prestito (riadattata) da Lo Hobbit.
L’ultimo capitolo è quasi pronto, perciò potrei anche farcela prima di Pasqua… Stay tuned!
Abbraccio e ringrazio di cuore tutti i lettori, preferitori, ricordatori, seguitori (in particolare zebraapois91)
E ovviamente tutte le recensiste ♥ (in particolare sempre Sylvie e J_ackie)
 
A prestissimo tessssssori ♥♥
 
Benni 
   
 
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