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Autore: RaccontiDiOmbre    30/03/2015    1 recensioni
"Questa è la storia di un individuo ibrido, mezzo eroe e mezzo criminale ma starà a voi decidere quale metà domina sull'altra. Io vi racconterò semplicemente la sua storia, senza esprimere giudizio."
Talos è un ragazzo i quali sogni sono rimasti mummificati nel suo passato che lo incatena come schiavo ai suoi ideali che vacillano tra la giustizia e la criminalità. Senza pietà versa il sangue di innocenti e colpevoli pur di proteggere qualcuno che non sa neanche più della sua esistenza. Davvero la luce che lui protegge lo sta riscaldando? Al contrario è l'unica causa dell'incendio che ha incenerito le sue radici.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NB: In una parte del racconto le parole sono state scritte in maniera errata per il senso della storia! Grazie, e buona lettura


L'aria si fece fredda, quando il sole cominciò lentamente ad affondare nel cielo scarlatto del tramonto e le tenebre inghiottirono la poca luce sopravvissuta. Tra i piccoli raggi di sole rimasti, quello più intenso illuminava la pila di terra sotto la quale Talos aveva seppellito ciò che restava della sua compagna Gina e dove il giovane aveva impalato un rametto con un ciondolo a forma di proiettile che apparteneva alla povera vittima.

Talos, con una fascia stretta sulla sua ferita allo stomaco, osservava immobile quella lapide che aveva improvvisato al meglio e a sua volta, Reven guardava impietrita da lontano il ragazzo.

“Mi dispiace molto per la tua amica... si vede che ci tenevi molto a lei.” esclamò Reven con voce bassa, ma Talos non rispose e non si voltò. La ragazza si sentì inappropriata e decise di andarsene senza aggiungere altro, ma la voce di Talos la trattenne.

“Lei era come me.” Disse l'assassino, e si strappò la benda dall'occhio. La sua vista non aveva ricevuto danni, ma aveva una grande e ruvida cicatrice verticale su gran parte del viso

“C-come te? Cosa intendi dire?”

“Lei era sola, completamente sola. Si è fatta strada tra le macerie del suo passato, ed è per questo che la sentivo molto vicina.” Talos si voltò finalmente e guardò con decisione Reven, poi continuò a parlare: “Gina era figlia di due importanti politici del suo paese. I suoi genitori erano così tanto impegnati che la badante era l'unica con cui Gina scambiava parola e nonostante ciò, lei cercava continuamente un abbraccio o una carezza da sua madre e suo padre perché li amava veramente. Un giorno, però, degli attentatori la sequestrarono e chiesero le dimissioni immediate dei suoi genitori in cambio della vita della bambina ma... i suoi genitori non cercarono mai di salvarla e fecero anche in modo... di fare in modo che sembrasse che lei non fosse mai esistita. Quando Gina venne a sapere che i suoi genitori negavano di aver mai avuto uno figlia durante tutte le loro conferenze stampa, il mondo le crollò addosso e perse ogni ragione di vivere. Per assurdo, Gina venne allevata dai suoi stessi rapitori che si dimostrarono più affettuosi di quanto la sua famiglia fosse mai stata. Ma niente avrebbe mai rimpiazzato l'amore che una persona con il suo stesso sangue avrebbe potuto darle e che lei non aveva mai avuto la possibilità di assaggiare. Lentamente, l'animo di Gina sprofondò nel Nulla, proprio come il mio... lei combatteva per creare un mondo dove il potere non avrebbe condizionato l'affetto ma... non ha vissuto tanto per realizzare il suo sogno.”

Talos avrebbe anche voluto aggiungere che Gina e lui lavoravano per un politico che rappresentava l'esatto opposto del modello di garante di potere ideale sognato dalla ragazza, che Rezi era un verme che uccideva senza scrupolo tutti i suoi avversari e che Gina stessa non sapeva niente di tutti gli incarichi infami e senza gloria che Talos svolgeva senza obiezione, ma Reven non poteva conoscere niente di Rezi. Talos non poteva permetterglielo e si serrò malvolentieri la bocca.

Il dispositivo portatile di Talos squillò, era arrivato un nuovo messaggio da parte di Liaka: -Rezi desidera urgentemente parlarti di persona, vieni immediatamente. Ti invio le coordinate.-

Il ragazzo si voltò con serietà verso Reven e le parlò: “Ormai ho capito di che pasta sei fatta, che non ascolti mai nessuno se non te stessa... ma ti do un consiglio: non cercarmi mai più, la faccenda dei Messaggeri non riguarda persone che come te non posseggono armi dal Nulla e perciò... non correre rischi inutili. Questo è il mio consiglio, tè meglio per te se decidi di seguirlo, altrimenti... bha, fai quello che ti pare.”

Reven non parlò ma lanciò uno sguardo che poteva significare solo una cosa: non ti libererai di me così facilmente. Talos fece un sorriso amaro e sparì in un portale del Nulla.

 

Talos entrò in una stanza buia dove l'unica cosa un po' più visibile era Rezi, con un volto macabro e seduto minacciosamente su una larga poltrona dietro una scrivania.

“Di cosa voleva parlarmi, signore?” Domandò Talos con gli occhi bassi.

“Hai la sfrontatezza di fare il finto tonto? Sono a conoscenza di ogni minimo particolare sulla storia dei Messaggeri e di Gina!” Urlò con rabbia Rezi.

“Ci hanno colto di sorpresa... non pensavamo di...”

“Talos, dannazione! Non capisci che sei stato tu ad uccidere Gina! Se solo ne avessi parlato prima con me avremmo potuto organizzare un esercito tale che sarebbero morti nel tempo di uno sbattimento di ciglia!”

“Non potevo parlarvene! Gina mi ha detto di non farlo perché i messaggeri corrompono tut...”

“Da quando prendi gli ordini da Gina e non da me?! Chi è che offre ricchezza e protezione alla tua cara amichetta che ti ha regalato la sudicia maglietta che porti sempre addosso?! Sei un imprudente!”

“Probabilmente... ha ragione lei, signor Rezi. Mi dispiace.” Talos si sentiva imbarazzato e umiliato e le sue parole tremavano di rabbia e vergogna.

“Ok... anche io ti devo le mie scuse. Non volevo essere così violento, perdona i toni. Sono rammaricato molto per la perdita di Gina, era una ragazza speciale e un ottima collaboratrice. Ma questa esperienza almeno non è stata del tutto distruttiva... ti sei reso conto della pericolosità dei Messaggeri e del fatto che non puoi affrontarli da solo?”

“Lei conosceva già questi tipi?”

“Certamente... hanno mirato a me diverse volte ma non sono mai riusciti a trovarmi di persona. Nonostante ciò, ho perso davvero molti uomini per uscirne vivo.”

“Ma se ne era già al corrente, perché non mi avete incaricato di combatterli?!”

“L'avrei anche fatto, se tu non mi avessi anticipato così stupidamente! Talos, non posso permettermi di perdere anche te! Sei il mio più fidato collaboratore e credo nelle tua capacità, ma hai bisogno di supporto!”

“Lo sa bene che non sono un tipo da carreggiata... il gruppo non fa per me, è per questo che faccio l'assassino e non il soldato.”

“Lo so bene, e così ho pensato la soluzione meno inappropriata per te. Se mi dai retta, sconfiggeremo per sempre questa minaccia.”

“La ascolto...”

“Da domani stesso ti incarico di allenare le due classi della tua nuova amica Reven, la diligente professoressa dell'Istituto di Battaglia della città!”

“Cosa? Ma... in quella classe c'è quella persona...”

“Devi superare queste divergenze se non vuoi soccombere come la tua amica Gina! Cerca di non farti riconoscere e tutto andrà liscio. E poi, se vuoi che sia sincero, quella ignobile ragazzina che proteggi tanto non si ricorda più di te!”

“Uff... ci proverò... ma come è venuto a conoscenza della mia relazione con Reven?”

“L'ho letto sul diario segreto di Liaka, ovviamente. Lo sai che la odia molto? No, comunque scherzo. Caro Talos, devo ricordarti con chi hai a che fare? Purtroppo in un modo o nell'altro le cose si vengono a sapere... ma sta' tranquillo! A me non fa tanta differenza che tu abbia una nuova fidanzatina o robe del genere. L'importante è che di tutto ciò non ne subisca la tua professionalità, sono stato abbastanza chiaro?”

“Cristallino”

“Eccellente, amico mio. Vedrai che insieme vendicheremo Gina e soprattutto eviteremo che a qualcun altro dei nostri cari venga fatto del male. Ora vai, inizia a pensare con che scusa convincerai la professoressa a cederti tutta la sua classe.”

“Cosa intende dire? Non sarà lei a creare una specie di mandato o cartaccia legittimata?!”

“Lo potrei anche fare, ma credo che interessi sia a me quanto a te il fatto che Reven non sappia che un assassino lavora per il politico più amato e onorato della città, non sei d'accordo?

“D'accordissimo...” Talos fece un leggero inchino e uscì dalla stanza, poi sussurrò tra se e se “Che situazione imbarazzante, e domani mattina come diavolo me la dovrei giocare!?”

 

“Ascoltate! Se una vostra compagna viene colpita dal veleno nemico, non cadete nel panico! Dovete somministrarle l'antidoto con effetto temporaneo che avrete a disposizione tra i vari accessori di battaglia in modo da ripristinarle i sensi! In due sareste più forti contro un nemico che ha come sola arma il veleno! Assolutamente non cedete a istinti vendicativi o banalità del genere! Ciò potrebbe segnare molto negativamente l'esito del combattimento, se non della vostra stessa vita!” Era mattina, ed era ora di lezione all'Istituto di Battaglia. Reven spiegava con grinta ed entusiasmo e tutte le sue alunne la ascoltavano senza fiatare.

“Reven assume un sorriso particolare quando insegna nella sua classe. Il suo viso si fa ancora più carino e rilassato del solito...” Talos era in piedi su un ramo affacciato alla classe, ma improvvisamente una delle alunne si voltò verso la finestra e Talos si lanciò rapidamente giù dal ramo per poi afferrarlo all'estremità per non cadere; La ragazza fece una smorfia e perplessa tornò ad ascoltare.

“Ci è mancato poco che facessi la figura del maniaco. Uff. Adesso però iniziamo a fare sul serio!” Talos non ebbe tempo di fiatare che il ramo si spezzò e il botto che fece cadendo fu così forte che tutti gli uccelli dell'albero scapparono via.

“Allora ragazze, nella scorsa ora abbiamo fatto teoria. Adesso, scendiamo in palestra e cerchiamo di recuperare un po' di pratica di ieri. Scusate se non mi sono presentata alla lezione, ma è successo un incidente grave... spero che la supplente sia stata all'altezza!” Disse Reven alle sue alunne con un po' di imbarazzo.

“Non si preoccupi, Prof! Con lei facciamo in un giorno quello che gli altri fanno in una settimana!” Esclamò con allegria una ragazza e a Reven scappò un leggero sorriso. Nel frattempo un collaboratore scolastico entrò nella classe e fece cenno a Reven di avvicinarsi.

“Mi dica.” disse la ragazza incuriosita.

“Signorina Reven... c'è uno strano individuo all'entrata che chiede di lei. Le dispiacerebbe scendere un attimo?”

Reven seguì l'uomo fino all'ingresso della scuola, dove c'era un ragazzo completamente tinto di giallo con un codino nero lunghissimo fino alle cosce, vestito come un antico soldato cinese che impugnava una spada lunga in un fodero giallo.

“Ehm... ci conosciamo? Signore?” Domandò leggermente intimidita la ragazza.

“Allora funziona! Sono Talos!”

“Cosa?! Ma come diavolo ti sei conciato?!”

“Che vuol dire “cosa”?! E smettila di ridere!” Reven stava ridendo così tanto che tutta la reception osservava la scena con stupore, in quanto era molto difficile vedere Reven così estremamente allegra.

“Se magari la smetti e mi ascolti, lo capirai!” esclamò Talos offeso.

“Ok, ok. Sono calma.” disse Reven, ma era impossibile non notare la fatica con la quale si stava trattenendo dal ridere.

“Ho bisogno del tuo aiuto...”

“Cosa? Ma tu non eri quello che con aria molto da boss mi ha detto -stai fuori da questa faccenda, bla bla bla- e adesso vieni nella mia scuola, vestito come il fidanzato di Mulan a chiedermi aiuto? Che c'è, hanno di nuovo invaso la Cina?”

“Ti ho detto di smetterla, dannazione! Io sono serio!”

“E perché dovrei aiutarti, così, gratuitamente?”

“Ti devo forse ricordare quante volte ho salvato il tuo bel sederino e quello dei tuoi fratellini?”

“Dai, non ti inacidire! Stavo scherzando! Sono sempre stata disposta ad aiutarti! È per la faccenda dei messaggeri, vero? Non solo mi stanno antipatici da morire... ma uno di loro mi ha chiamato per nome! Devo scoprire di più su di lui!”

“Esatto. Non posso batterli da solo.”

“E allora che aspettiamo? Andiamo a distruggerli!”

“Forse non hai capito. Non voglio solo te, mi servono tutte le tue studenti!”

“Cosa?! Vuoi mettere in pericolo tutte le mie ragazze?! Ma se una manciata di ore fa non volevi mettere in pericolo neanche me!”

“Senti, smettila con questo interrogatorio. D'ora in poi farò io lezione al posto tuo e quando saranno state allenate da me vedrai che non correranno nessun pericolo!”

Reven non sembrava così convinta, ma non ebbe il coraggio di rifiutare e decise di accompagnare Talos dalle sue alunne.

“Scusate se ci ho messo tanto, ragazze... ma oggi ho una sorpresa inaspettata per voi! Direttamente dalla Cina, per voi è arrivato... emh... (oh, miseria! Mica mi ha detto come si chiama!) Xen...no, non Xen... Chin Taloschong. Si, proprio lui, il mitico! Eh-eh-eh” Reven si asciugò con fatica tutto il sudore dall'imbarazzo mentre Talos la guardava con gli occhi storti, più imbarazzato di lei per il suo nuovo nome stupido.

“P-piacele lagazzi. Io sono... Chin, esatto, Chin, che nome, e da oggi vi insegnelò delle tecniche palticolali che vi sogneleste di impalalle nel vostlo paese! Ah-ah-ah!” Esclamò Talos con un falsissimo accento cinese.

“Adesso gli insegnanti li arruolano addirittura dai negozianti cinesi abusivi? Aaah, ma tornatene nel tuo paese!” Esclamò proprio la ragazza che Talos tutelava.

“Non avrai più il coraggio di parlare così dopo che ti darò una bella lezione! Capirai che ciò che sai fare fino ad ora non ha nessuna utilità!” disse il ragazzo con tono serio.

“Ehi, non ho sentito nessuna r moscia in questa frase, sei forse migliolato?” rispose la ragazza, e tutta la classe iniziò a ridacchiare.

“Eden, se ti credi così tanto forte, perché non gli mostri cosa hai imparato da me?” domandò provocante Reven.

“Con piacere, maestra! Scendiamo in palestra e risolviamo questa stupidaggine così poi faremo una lezione seria. Va' a trovare occupazione da un'altra parte, non dove le persone vogliono lavorare seriamente, faccia gialla!”

La classe si recò in palestra e i due nuovi avversari si posizionarono uno di fronte all'altro, come se stessero per disputare un incontro di wrestling, infatti erano entrambi disarmati.

Talos si spogliò della sua grande e pesantissima armatura che probabilmente aveva rubato da qualche museo di cultura cinese in modo da rimanere vestito solamente con una canottiera celeste e dei pantaloni da tuta molto larghi.

La ragazza non aspettò il via dell'incontro e si lanciò sprezzante verso Talos che impassibile la aspettava. Eden si apprestò a colpire il ragazzo con un pugno tecnicamente perfetto, ma un normale umano non può pareggiare i riflessi di un abitante del Nulla. Talos parò il colpo e con una presa violenta bloccò la ragazza e iniziò a torcergli il braccio, tanto forte che iniziò ad urlare e anche se provava a liberarsi, non faceva che rendere il dolore più straziante.

“La folza non ha significato, senza abilità.” Talos lasciò andare la morsa e colpì la ragazza con un violento calcio nella stomaco che catapultò la ragazza prima sul muro e poi sul pavimento.

Eden si rialzò tremolante e si allontanò da lui, per poi frugare tra le sue tasche e impugnare una piccola arma da fuoco.

“Eden, no! Questo non era previsto!” urlò infuriata Reven!

“In battaglia non ci sono regole! L'importante è raggiungere i propri obbiettivi e vincere! E poi, questo tipo mi sta pesantemente sul cazzo!” La ragazza sparò un colpo, ma Talos bloccò facilmente il proiettile fra le sue dita. Eden stupita continuò a sparare ma nessuno dei colpi andò a segno.

“Hai un bel modello di pistola, pelò sembla che manchi un ploiet...” L'ultimo proiettile arrivò mentre il ragazzo parlava, ma Talos non ebbe difficoltà a parare anche quello. “Wow, milato pelfettamente in mezzo agli occhi, non male...” Talos parlava con atteggiamento borioso e superiore e poteva definitivamente permetterselo; Eden non aveva più niente da usare.

“Hai lagione, lagazzina. L'impoltante è vincele e chi lo ha capito velamente... seguilà me e il mio allenamento... allora, chi vuole impalale a bloccale i ploiettili con le mani?” Talos era riuscito nel suo intento, tutte le alunne lo adoravano e come una folla impazzita le studenti iniziarono a chiedere consigli e insegnamenti.

“Allola lagazze, è meglio non iniziale oggi. Domani allivate plepalate e volentelose pelché un pelicolo incombente minaccia il nostlo paese e voi siete state scelte per eliminallo! Falò di voi dei veli uomini! … no aspetta, delle vele amazzoni! Così suona mellio!” Alle parole incoraggianti ma poco comprensibili di Talos, tutte le alunne si emozionarono e corsero in classe con la voglia di terminare al più possibile la giornata corrente in vista di un domani molto più entusiasmante.

Al contrario, Eden era in disparte a lanciare sguardi freddi verso Talos che rabbrividiva al pensiero che magari avrebbe potuto prima o poi riconoscere la sua vera identità in qualche modo.

“Sembra proprio destino che quella ragazza non ti dica mai niente di carino, eh?” Affermò Reven con sarcasmo.

“Vedrai che riuscirò a coinvolgere anche lei. Non sarà il suo carattere al gusto di peperoncino ad impedirmi di proteggerla da quei terribili mostri!”


   
 
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