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Autore: Restart    03/04/2015    0 recensioni
“Le tue mani, sono gelate Zayn”. Sorridiamo insieme. La mano che prima mi accarezzava i capelli è scesa alla mia mano, stringendola. Mi trascina dentro il letto, sotto il piumone e mi stringe a sé. Ho la testa premuta contro il suo petto e sento il suo cuore battere. Forte troppo forte. Sono stata cresciuta da due medici, so quando un cuore batte irregolarmente.
“Ti faccio questo effetto?” chiedo timida, più al tatuaggio che ha sulla clavicola, che a lui.
“Che cosa intendi?” sussurra, poggiando il mento sui miei capelli. Premo leggermente le labbra all’altezza del suo cuore.
“Intendo questo. Il tuo cuore batteva all’impazzata” lo sento irrigidirsi intorno a me, allora lo rifaccio. Premo le labbra sul suo cuore e lui si rilassa.
“Sì” è debole, ma l’ho sentito. Ha la fronte premuta sulla mia e il suo naso mi sta sfiorando le labbra.
“Hai un naso molto lungo lo sai?” scherzo, forse per paura di quello che potrebbe accadere.
“Ho detto molte bugie nella mia vita” schietto, diretto.
“Mi piaci” l'ho detto.
°Dedicata ai sognatori°
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amelia.
Cristo, è un nome orribile.
Amelia.
Mi sento come la strega cattiva nei fumetti di Paperino.
Amelia.
Ora capisco perché mio padre mi ha cambiato nome.
“Tu mi stai mentendo. La donna che mi ha messo al mondo è a New York a regalarla a tutti, mentre mia madre è morta. Quindi, stammi lontana” balbetto confusa, indietreggiando, ma lei mi segue.
“Sono tua madre Amelia” continua a ripeterlo, ma io continuo ad essere sicura che sta mentendo.
“Tu stai mentendo” e scuoto la testa, ma lei continua ad essere sorridente.
“Ehi, calmiamoci, okay? Emily, o Amelia, non so come chiamarti, comunque, dovresti comunque darle una chance. E’ tua madre” Zayn è tranquillo, ma questo non vuol dire che lo sia anche io.
“Come fai a sapere che non sta mentendo, eh?” mi scaglio contro di lui, anche se non ha colpe. Ormai la mia mente è annebbiata, non capisco più niente.
“Lo vedo nei suoi occhi. Sono limpidi, brillanti, come i tuoi. E’ tua madre, ne sono certo” mi poggia delicatamente le labbra sulla guancia e io mi rilasso al suo tocco.
“Come hai fatto a trovarmi?” le chiedo, mantenendo il tono duro e distaccato che si usa con gli sconosciuti.
“Ho rintracciato Mark, ho parlato con lui. Volevo solo vederti, tutto qui. Tuo padre mi ha portato va da te senza che io ti potessi conoscere. Eri così piccola…Lo so che te sei cresciuta con Mary, e le sono molto grata. Sai io l’ho conosciuta lei. Era una donna in gamba. Lavorava nello stesso ospedale di tuo padre, a New York. Io vedevo tra di loro molto feeling, sapevo che dovevo farmi da parte, è quello che ho fatto. Mi sono fatta da parte, ma così facendo ho perso te, Mark e Luke. I mie più grandi amori, insieme a tuo padre. Ero spersa. Non credere che dopo che partiste per Londra me la spassai. Ogni giorno guardavo la posta nel caso in cui tuo padre mi dicesse qualcosa. Ma niente per ventuno anni. Ho dovuto voltare pagina per un po’, ma poi sono tornata indietro e sono venuta a Londra, mi sono messa in contatto con Mark e sono riuscita a trovarti. E quindi eccomi qua, davanti a te” sorride, ma il suo sorriso non è affatto contagioso. Cerco lo sguardo di Zayn, ma lui sta fissando gli alberi. Il suo sguardo è fisso, so che sta avendo uno dei suoi momenti. Perciò gli prendo la mano e gliela stringo, per fargli capire che io sono qui con lui. E sul suo volto torna a farsi vedere un sorriso.
“Ti lascio il mio numero di telefono, okay? Se hai voglia di parlare con me mi chiami. Torno a New York tra quattro giorni. Se vuoi venire a farmi visita là” mi porge un biglietto da visita.
“Devo parlarne con mio padre” le dico schietta e lei ridacchia.
“Ma cara, hai ventuno anni. Sei maggiorenne. Non c’è bisogno che tu chieda il permesso a tuo padre per prendere un aereo” io continuo a guardarla scontrosa e anche il suo sorriso si affievolisce.
“Devo parlarne con mio padre. Arrivederci” giro sui i tacchi, trascinandomi Zayn e mi allontano da quella donna.
-
Butto i pantaloni a lavare ma mi accorgo che nella tasca posteriore c’è un biglietto avorio. Lo prendo e lo leggo attentamente un paio di volte, anche se ormai so a memoria cosa c’è scritto.
“Jeanne Blanche, psichiatra” e poi il suo numero.
E’ solamente un foglietto di cartoncino color avorio, semplice, con i caratteri scuri, chiari. Me lo infilo in tasca ripromettendomi di chiamarla. Corro per le scale per raggiungere il telefono.
“Sì pronto, Jeanne, mamma, sono Emi, ehm, Amelia. Vorrei parlare con te” la sento ridere dall’altro capo del telefono.
“Va bene tesoro. Ci vediamo venerdì al bar sotto casa mia. Ti lascio l’indirizzo” scrivo quello che mi dice. Riattacco la chiamata e sospiro, troppo rumorosamente.
“Ha chiamato tuo padre oggi. Ha detto che hai saltato la visita di controllo oggi. Ci devi andare domani” Harry è davanti a me le braccia incrociate sul petto e lo sguardo che mi fissa severo. Mi mordo ripetutamente il labbro inferiore che a forza di fare così si è rovinato completamente.
“Dove eri finita Emily?” le sue labbra sono strette in una linea sottile, quasi invisibile. Dovrei dirgli la verità? Che ero uscita con Zayn e che ho incontrato mia madre?
“Non posso dirtelo” sussurro leggermente. Lui annuisce serio, distogliendo lo sguardo da me.
“Devi sapere una cosa molto importante di me. Sono molto possessivo e di conseguenza geloso. Se non vuoi stare con me, ma con qualcun altro, dillo, ora perché se poi la nostra relazione dovesse prolungarsi in meglio, sappi che non voglio intralci di tradimenti o altro. Uomo avvisato, mezzo salvato” torna a fissarmi duramente.
“Sono andata fuori con una mia amica, una mia collega, Claudia, forse la conosci, l’abbiamo vista una volta da Harrod's” mento spudoratamente. Non voglio rovinare il nostro rapporto, ma soprattutto il suo con Zayn. Però il suo volto si è addolcito.
“Sì, mi ricordo di lei. Siete andate dal parrucchiere vedo. Ti stanno molto bene così” mi bacia la fronte sorridente.
“Chiama tuo padre. Quando hai fatto ti aspetto su, in camera mia” sussurra alla mia fronte e quando io annuisco timidamente se ne va, non prima di avermi baciato delicatamente sulle labbra. Digito il numero di mio padre e lo chiamo. Risponde un’infermiera.
“Sì, sono la figlia di Eric Black, gli può chiedere quando è libero domani per la visita di controllo?” sento un brusio, classico di mio padre e poi l’infermiera mi dice di andare alle undici. Biascico qualcosa di simile a un ringraziamento e riattacco.
Gli devo parlare di Jeanne. Ma ora devo pensare solo a Harry, molto probabilmente nudo, che mi sta aspettando in camera.
Ho voglia di sesso.
Ho una voglia matta di sesso.
Il sesso con Jared era spietato, infuocato, bello, emozionante, ogni volta. Anche quello con Harry lo è.
Mi tolgo le scarpe e le lascio davanti al mobile del telefono e piano piano che salgo le scale mi tolgo tutti i vestiti che indosso dimenticandomi di Niall e soprattutto di Zayn.
Apro la porta della camera di Harry che sono completamente nuda. Anche lui lo è, steso sul letto e mi sorride. Mi avvicino e lo bacio appassionatamente. Anche lui lo fa, mentre mi stringe con vigore i glutei con le sue grandi mani. Poi passa ai seni, giocherellando con i capezzoli. Un piccolo gemito mi scappa dalla bocca. Lui si mette sopra di me e sento la sua eccitazione pulsare sulla mia gamba. Entra piano piano e poi con più forza dentro di me ed io mi sento felice. Non penso al fatto che non indossi il preservativo. In questo momento non mi importa di niente. Afferro le lenzuola stringendole nelle mie mani sudaticce e urlo a pieni polmoni dal piacere.
Amo il sesso con Harry.
Amo Harry. 
   
 
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