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Autore: pamina71    05/04/2015    5 recensioni
Ho utilizzato i 3 movimenti di ognuno dei 4 concerti de "Le quattro stagioni" per una "song-fic" in cui ad ogni movimento di ogni stagione associo una scena dall'autunno 1788 all'estate 1789.
L'associazione è data più dalle sonorità che dai titoli dei singoli movimenti, oltre che dalla stagione rappresentata dal concerto. Suggerisco di leggere ogni racconto ascoltandone il tema, magari nell'esecuzione del Giardino Armonico. Per ogni tempo avremo un "violino solista" diverso.
La base dei racconti è principalmente il Manga della Ikeda (traduzione francese) comprese le Storie gotiche e il Gaiden di André.
E' la mia prima fanfic, ed ammetto di essere partita con un progetto ambizioso, visto che la cronologia e i singoli tempi dei concerti mi concedono davvero pochi gradi di libertà.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lame e violini'
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Arriva l'estate della Rivoluzione, calda e tempestosa in tutti i sensi.

Questi sono gli ultimi tre movimenti del racconto. L'Estate è rapida, ha movimento brevi, a cui ho adeguato la lunghezza dei capitoli.

 

Estate in Sol Minore - Allegro non molto - Allegro

Solista: Oscar François de Jarjayes

 

E piange il Pastorel, perché sospesa
Teme fiera borasca, e ‘l suo destino;

Allegro non molto

Stamattina mi sono di nuovo svegliata a casa nostra, nel nostro letto in questa stanza assolata di una casetta tra le vigne1. Adoro la nostra piccola casa bianca, sul fianco pettinato e pacifico della collina, con un minuscolo giardino circondato non da alte mura e da un cancello in ferro, ma da una siepe con una porticina in legno dipinto di rosso che mi arriva appena alla cintura.
Quando abbiamo dovuto decidere dove vivere, abbiamo sostanzialmente dovuto scegliere tra il centro città vicino alla Caserma con la comodità di tornare a casa a piedi (ma con il rischio serio di trovarci in mezzo ai tumulti e con la seccatura di non staccarci mai dall'ambiente in cui lavoriamo) e la scomodità di rientrare a cavallo, abitando però quasi in campagna.
Poi abbiamo visto questa casetta da folletti, anzi mia madre la definisce una casa di bambola, sebbene io non sia del tutto sicura che tratti di un complimento. Ce ne siamo innamorati, anche per la veduta sull'Abbazia che abbiamo dalla camera da letto.
E così ci svegliamo qui ogni volta che i turni ce lo consentono.

Per ora siamo molto gelosi della nostra intimità, solo poche persone sono venute in visita. E' bastato che Josephine capitasse qui un paio di volte per precipitarmi nell'imbarazzo più terribile2.
Mi sto a mala pena abituando al mio ruolo di sposa, ci mancherebbe solo una visita di Alain o di un gruppo di soldati per rovinare tutto.

Devo proteggere questa nostra vita appena iniziata. Non fosse altro che per tenerla lontana da ciò che vediamo quotidianamente in città.
Sono seriamente preoccupata, si vocifera che il Re voglia dimissionare Necker per installare al suo posto Breteuil. Sarebbe una follia3. Il popolo lo odia, ed i tumulti sarebbero inevitabili.
Già in questi giorni ci sono stati scontri e tafferugli un po' ovunque. Mi sembra di aspettare una tempesta senza poterla evitare e senza avere un luogo ove ripararmi.


Allegro

E' successo ciò che temevo. Il Re ha collocato Breteuil alla direzione delle finanze. Ovviamente il popoli non ha gradito, per nulla.

E già oggi abbiamo dovuto sedare i primi disordini. alle barriere del dazio. Hanno tentato di incendiarle, ed a mala pena siamo riusciti a fermarli. Ma, se devo essere sincera, penso che prima o poi riusciranno a bruciarle. Sono un punto troppo simbolico della città, e quelle tasse hanno contribuito non poco al rincari del pane, alla fame dei parigini, alla morte dei loro figli.

 

Oggi non siamo riusciti ad impedire che appiccassero un incendio al Convento dei Lazaristes4. Convinti che nascondesse enormi quantità di farina e grano, verso il tramonto lo hanno assaltato e ne hanno sfondato le porte. Trovandolo vuoto, hanno dato fuoco al piano terra. Le fiamme si sono rapidamente alimentate con gli arredi sacri in legno, le tele appese nel refettorio e nella chiesa, e soprattutto con le centinaia di tomi conservati nella biblioteca.

Alte fiamme rossastre sono divampate, uscendo dalle finestre come mani diaboliche pronte a distruggere quel sapere accumulato in secoli di studio paziente e silenzioso per vendicare la fame e le umiliazioni imposte ai parigini negli ultimi anni.

Il crepuscolo color indaco era illuminato dall'arancione di quelle fiamme altissime. Il fumo andava a coprire la luna in volute grigie che avevano un loro malsano fascino.

La folla restava a guardare lo scempio delle architetture operato dal calore e dalle vampate. Alcuni più scalmanati cantavano ballate oscene all'indirizzo dei monaci.

 

Io voglio che le cose cambino, che questa vita di stenti condotta dal popolo diventi un'esistenza vivibile, che concetti come la differenza di rango spariscano, e per questo sono anche disposta a combattere. Ma giornate come queste mi instillano un dubbio sui modi ed i tempi del cambiamento. A volte mi sembra di volere un cambiamento graduale, pacifico ed indolore, constatando con mano che invece sarà dolorosissimo.

La folla sembra scegliere la piazza, il sangue e azioni violente ed improvvise, per fare vincere le proprie ragioni. Ho veramente paura che questo rinnovamento passerà attraverso il sangue e la carne, che piangeremo morti e feriti, che sarà uno spaventoso fratricidio.

Ho paura per la Francia, per la Regina che nonostante tutto amo ancora, per la mia famiglia, per me e per mio marito. Che ne sarà di noi?

 

Questa puzza di libri e rilegature bruciate ci accompagnerà nei prossimi mesi? Si sostituirà al profumo del pane e delle rose? Sarà fatto di polvere da sparo e fumo l'aroma del futuro?

Sarà il crepitare e scricchiare delle fiamme il suono della nuova Francia?







1All'epoca la collina di Montmartre non era stata ancora inglobata nel comune di Parigi. Era un borgo a sé, sotto il governo dell'Abbazia ora distrutta, ove i terreni erano principalmente coltivati a vigneti.

2Cfr, Capitolo 9.

3Il barone di Breteuil fu incaricato, nel 1785, dell'arresto del cardinale di Rohan implicato nell'affare dalla collana. Consigliere del re, optò per una linea di repressione dura ed energica contro i tumulti, che il sovrano non ebbe mai il coraggio di adottare. Dopo la presa della Bastiglia, uscì dalla Francia, con presunti e non ben precisati incarichi, da parte di Luigi XVI, presso le corti d'Europa.

4Su questo fatto, ho poche fonti, Stavolta infioretto un poco, mi serve una scena ad alto impatto visivo ( o almeno ci provo).

   
 
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