‘Che... cazzo?'
L’unico
suono che Kid poteva sentire era il ticchettio di qualche dannato orologio
nella stanza e il proprio respiro. Aveva ripetuto quello che aveva sentito
nella sua testa, più di qualche volta, per registrarne completamente il significato.
Kid strinse
i pugni così stretti che le sue nocche schioccarono e poteva sentire le sue
spalle tremare dalla rabbia.
Non
poteva succedere a lui. Tutto il lavoro che aveva fatto per ogni cosa. Quello
era il risultato? Essere trattato come un giocattolo erotico da qualche fottuto
ricco?!
"CHE CAZZO?!"
Kid non
ricordava come fare per mettersi in piedi o gettarsi verso la scrivania e
fissare l’uomo che c’era dietro. Tutto ciò che sapeva era che improvvisamente
si era piazzato imponente davanti Trafalgar sbattendo i pugni sulla scrivania.
"Mi
hai fottutamente chiamato qui, facendomi pensare che avessi una fottuta
possibilità, e proponi questa merda?! È un maledetto gioco per te, pezzo di merda?! Non mi sono
rotto il culo per questo! Per essere trattato come una retribuita puttana da
qualche ricco figo che pensa di poter comprarmi."
"Hai
frainteso le mie intenzioni, Eustass-ya. Non c’è bisogno di arrabbiarsi."
Kid si
fermò. 'Cosa diavolo significa 'frainteso
le sue intenzioni'?'
"Mi
sembra maledettamente abbastanza chiaro!"
Trafalgar
inaspettatamente si alzò dalla sedia camminando intorno alla scrivania.
"Allora
non stai guardando sufficientemente vicino. Come ho detto prima, sei un ragazzo
percettivo. Io chiedo che tu rivolga questa intelligenza alla questione a
portata di mano e che ascolti con più attenzione."
Kid si
sentiva un po’ a disagio con l’uomo che piano si avvicinava a lui. Lo faceva
sentire con le spalle al muro, una sensazione che non gli era mai piaciuta.
"Tch.
Per quello che ne so hai appena detto questo per rendere le cose più facili."
Kid si
tese quando l’uomo era a pochi passi da lui e fu grato quando si fermò ad una
distanza decente da lui.
"Non
è mia intenzione insultare né insinuare nulla sulla tua 'assenza di carattere'.
Piuttosto, la tua forza caratteriale è quello che mi ha spinto a farti
un’offerta come questa. Tutto quello che ti chiedo, per il momento, è di
accompagnarmi fuori."
Trafalgar
si muoveva quasi languido verso la seconda sedia vicina a quella sulla quale Kid si era seduto prima.
Dopo
aver girato un po’ la sedia verso Kid, si sedette a sua volta.
"Trovo
che sia meglio estendere la conversazione in una confortevole condizione di
pari dignità, tuttavia sei ovviamente libero di fare come preferisci."
Kid si
sentiva sempre più alienato dalla situazione. Da un lato, quello che il ragazzo
gli stava offrendo lo faceva seriamente incazzare. Dall’altro lato, il modo in
cui l’uomo stava manipolando il tutto disgustava Kid, non era mai stato usato
da persone in modo così dannatamente gentile, molto meno di lui. Non era del
tutto sicuro che fosse a suo agio con lui. Kid davvero voleva dare un pugno
all’uomo, o andare fuori sotto la tempesta, ma la curiosità su cosa diavolo
stesse succedendo nella testa dell’altro non gli rendeva facile la scelta.
Non
c’era fottutamente modo che lui accettasse qualcosa del genere, ma non poteva
trattenersi dal chiedersi, in un primo maledetto luogo, cosa diavolo aveva
spinto Trafalgar a fare la sua offerta.
Kid rimase
per un secondo in silenzio, decidendo alla fine di provare ad avere almeno un assaggio
di quello che quell’idiota stava pensando. Fermandosi sulla sua sedia e
forzandosi ad affrontare l’uomo, quasi si lanciò nell’intento.
Incrociando
le braccia mentre ancora lo fissava, Kid scattò.
"Parla."
"Grazie.
Primo, ti dispiacerebbe ripetermi la mia offerta?"
Kid iniziò
nuovamente ad irritarsi al pensiero.
"Vuoi
far di me il tuo fottuto boytoy o qualcosa del genere e pagarmi per questo."
"Sbagliato."
Kid fece
una smorfia innervosendosi, pronto a scattare di nuovo. "Che vuol dire 'sbagliato'?!"
"Non
hai ascoltato."
"Ho
sentito quello che hai fottutamente detto!"
"Ma
non hai ascoltato. C’è una gran differenza fra 'sentire' ed 'ascoltare'. Quello
che ho detto è 'che ti pagherò in pieno l’istruzione, le spese di soggiorno, e
tutto quello di cui avrai bisogno in cambio della tua compagnia. Che potrebbe includere, ma non limitarsi, al
sesso.' Ora. Cosa capisci da questa dichiarazione?"
Rimase
in silenzio per un po’ prima di rispondere, ora sapeva che l’uomo non cercava
quello che Kid pensava fosse la ovvia risposta. Così Kid ci pensò. Poi sbatté
le palpebre quando realizzò cosa Trafalgar cercava.
"...tu…
vuoi altro... oltre il sesso?"
"Esattamente."
Si accigliò.
"Cosa diavolo potresti volere di diverso da me?"
"'Cosa'
infatti." Trafalgar si sistemò più indietro sulla sua sedia mentre batteva
pigramente la punta delle dita contro i braccioli.
"Dimmi,
Eustass-ya, cosa sai di me?" Chiese l’uomo di punto in bianco.
Kid si mosse
un po’ alla strana domanda. "Niente in realtà. Sei il mio intervistatore,
sei ricco, e apparentemente sei responsabile della borsa di studio. Non molto altro."
"Giusto."
Trafalgar ammise. "Sono il CEO (detto in termini semplici,
l’amministratore delegato) di una delle antiche e più potenti compagnie
farmaceutiche del mondo nonché membro del consiglio e principale benefattore di
questa scuola, per citare alcune delle mie credenziali."
Kid iniziò
a sentirsi un po’ più ansioso. 'Quanto è ricco questo ragazzo?'
"Dovrebbe
significare qualcosa per me? Perché non sono fottutamente impressionato."
"Saresti
uno dei pochi. Un’altra cosa che fa impressionare
me." L’uomo ridacchiò. "Ma no, il mio portare alla luce questi
argomenti non aveva a che fare con l’impressionare, ma con i fatti."
"E?
Con questo?" Kid aspettava impaziente che l’uomo parlasse ancora.
"Per
primo, con l’influenza che io ho, posso aiutarti molto meglio della borsa di
studio. La borsa di studio è buona solo per due anni di istruzione e vitto in
questa scuola. Tutte le forniture per lo studio e le spese di soggiorno
dovresti pagarle di tasca tua. Non è molto, ma di solito è l’unico modo per i
meno privilegiati per entrare in questa struttura."
Kid rimase
in silenzio per un momento. Sapeva tutto quello, ovviamente. Sapeva che se anche avesse
ottenuto la borsa di studio, avrebbe dovuto pagare un casino di soldi solo per
i materiali necessari a studiare lì. Per non parlare del costo di viaggiare dal
suo quartiere, cosa che lo avrebbe obbligato a stare in qualche fottuto
dormitorio, circondato da pezzi di merda con troppi soldi di mamma e papà e maledettamente
scarso cervello.
Kid sbatté
le palpebre quando colse un dettaglio di ciò che Trafalgar aveva detto.
"Di
solito?"
Trafalgar
sorrise. "Hai ascoltato. Bene."
Kid roteò
gli occhi ed aprì le braccia. "Basta che vai avanti."
Le sue
gambe avevano cominciato a rimbalzare un po’ per il troppo star ferme. 'Sarà meglio che questo ragazzo non perda altro
tempo.'
Trafalgar
inclinò la testa leggermente guardando Kid,
dopo sbatté le palpebre e cominciò a parlare nuovamente.
"Come
ho detto, di solito l’unico modo per
entrare, senza pagare la retta per intero, è con la borsa di studio. Tuttavia, c’è
un altro modo, anche se molto raro e più difficile da ottenere."
'è la prima volta che ne sento
parlare.' Kid
pensò con cipiglio.
"Dubito
che ne avrai sentito parlare, dato che non è un’opportunità che si può
semplicemente cercare di sfruttare. Per essere iscritti senza borsa di studio o
risorse finanziarie, la prima cosa di cui si ha bisogno è un benefattore di
rango elevato. Con 'rango elevato', io non includo
chiunque abbia una ricchezza elevata. Il loro background deve essere 'notevole'
per dirlo con delicatezza, avere una grande influenza al di là di quanto denaro
potrebbe dare, prima e soprattutto-" Trafalgar fece una pausa per
assicurarsi di avere l’attenzione di Kid. "Essere un membro del consiglio
scolastico."
Quello
che l’uomo aveva detto circa le sue 'credenziali' che non erano per
impressionare, improvvisamente ebbe un senso per Kid.
"Quando
ho detto che è raro, intendevo dire che solo due studenti nell’ultimo decennio
sono stati ammessi nella scuola in questo modo."
Inconsciamente
Kid iniziò a battere i tacchi sovrappensiero. 'Quindi in pratica è meno della possibilità di
vincere alla lotteria e più simile alla possibilità di fare il fottuto jackpot.'
"Quello
che sto offrendo, Eustass-ya, è molto di più di questo."
Smise di
battere i piedi e lanciò un’occhiata a Trafalgar. 'Cosa cazzo sta cercando di offrirmi ancora?!'
Trafalgar
giunse le mani e pigramente tirò l’orlo di un guanto.
"Quello
che sto offrendo nei dettagli è che pagherò per intero tasse scolastiche, classi
di studio a tua scelta, materiali di studio richiesti, spese di soggiorno, provvedendo
all’assistenza sanitaria e all’alloggio, tutto libero da interessi monetari per
un periodo di cinque anni. Dopo questo, una posizione di alto rango a tua
scelta sarà assicurata."
Per qualche
istante, nient’altro a parte i piccoli suoni
dei respiri e il ticchettio di un orologio si sentirono nella stanza.
Il pieno
impatto di quello che Trafalgar stava offrendo, improvvisamente colpì Kid come
una valanga.
'Sarei sistemato per tutta la fottuta
vita...' Kid sentì
un piccolo spiraglio di luce nella testa. 'Ma perché cazzo sta offrendo qualcosa del genere a me?'
"Perché
io? Perché dare tutto questo a me? Non c’è modo
che nell’inferno qualcuno come te farebbe qualcosa del genere. Sei ricco, senza
dubbio hai agganci, e sei molto gradevole alla vista *, quindi non capisco."
"Grazie."
Kid aggrottò
la fronte confuso. "Per cosa?"
"Per
i tuoi complimenti sul mio aspetto. È apprezzato." Trafalgar sorrise quasi
scherzosamente.
Kid sentì
la sua faccia cominciare ad accaldarsi e si mosse a disagio. "Silenzio. E
non hai risposto alla mia domanda."
"Molto
bene. Come tu stesso hai detto, sto molto
bene economicamente, ho un alto stato sociale e sono 'molto gradevole alla
vista'." Trafalgar si fermò rivolgendogli un
ghigno. Kid fece una smorfia, ma sfortunatamente non coprì il fatto che il suo
volto fosse rosso più di quanto avrebbe dovuto. "E molti tendono ad ... apprezzare
di più questo piccolo dettaglio."
Kid sbuffò. 'Piccolo dettaglio il mio culo.' Poi sussultò per il pensiero
involontariamente accurato.
Trafalgar
continuò. "Questo rende l’avventurarsi in una sorta di compagnia a lungo
termine... debilitante al meglio."
Kid poteva
capirlo in un certo senso. I parassiti ci sono di ogni genere in questo mondo,
ma tendono specialmente a moltiplicarsi quando i soldi sono coinvolti.
"Ancora
non vedo cosa questo ha a che fare con me."
L’uomo
lo guardò pensieroso per un momento.
"Eustass-ya,
dimmi per quale motivo credi che io ti stia facendo questa offerta?"
"Sesso
e, non so, qualcuno che non ti fotta, ho indovinato?"
"Sì
e no."
Kid aggrottò
la fronte e decise di aspettare sputasse fuori quello che aveva da dire.
"Voglio
qualcuno la cui lealtà mi è assicurata. Ma non sto cercando una prostituta. Se
semplicemente volessi un giocattolo, qualsiasi escort servirebbe allo scopo. E
avrebbe un costo più efficiente di questo."
Trafalgar
cercò un contatto diretto di sguardi con lui e lo ottenne.
"Resta
certo che, se accetterai, in nessuna circostanza
sarai trattato come una comune prostituta."
Trafalgar
si alzò dalla sua sedia e attraversò la
piccola distanza fra loro.
Kid si
tese per quanto l’uomo gli era vicino.
L’unico
pensiero che fermò Kid dal mettersi in piedi e troneggiare su Trafalgar fu la
stretta vicinanza che i due avrebbero avuto. Kid stava per scattare contro
l’uomo riguardo al mantenere uno spazio personale quando quello fece qualcosa
che il rosso non si aspettava.
Trafalgar
scese su un ginocchio e si inginocchiò ai suoi piedi, piazzando una mano sul
bracciolo non occupato da Kid per mantenersi stabile e gli si avvicinò.
Kid poteva
sentire il peso del corpo dell’uomo contro le sue gambe e quasi
incoscientemente cercò di tirarlo via quando sentì qualcosa toccare il suo viso.
Il rosso sobbalzò quando realizzò che era la
mano di Trafalgar, o almeno la punta delle sue dita, appoggiata leggermente
alla sua guancia.
Quando
Kid rimase congelato sul posto, Trafalgar sembrò prenderlo come un segno e proseguì
a coprire la guancia del giovane ragazzo col palmo della mano. Il rosso aspettò
con un po’ più di una leggera ansia che l’uomo provasse a fare qualcosa, ma la
mano non si mosse. Solo rimase lì.
"Tu,
Eustass-ya, sarai il mio amante esclusivo."
Kid era
seduto sul marciapiede e attese fino a quando una charger argento (è una
macchina nd. Terry) entrò nel suo campo visivo. Quando si fermò di fronte a lui,
si alzò prima di sporgersi e aprire la porta già sbloccata. Entrando, si voltò
a guardare Killer, che aveva sollevato alcune dita dal volante in segno di
saluto.
Lui
sbatté la portiera della macchina senza dire nulla.
"Com’è
andata?"
Restando
in silenzio per un momento, ripensò a come il colloquio si fosse concluso, con
Trafalgar che gli chiedeva di dedicare alla sua offerta qualche pensiero e
accompagnava Kid all’ingresso. Aveva pensato a come raccontare a Killer cosa
fosse successo prima di stabilire qualcosa.
"Hanno
ancora pochi altri da intervistare, quindi non lo saprò per un po’." Fondamentalmente,
gli mentì.
L’ultima
cosa che Kid voleva era causare problemi. Sapeva che Killer avrebbe reagito
male e probabilmente avrebbe provato a citare in giudizio Trafalgar, ma se il
ragazzo era agganciato e ricco la metà di quanto Kid pensava, allora niente di
buono ne sarebbe venuto fuori e avrebbe potuto costare a Killer la sua carriera.
Era solo la sua parola contro quella di Trafalgar.
Kid sapeva
come sarebbe andata.
Killer annuì
con comprensione. "C’era da aspettarselo, non preoccuparti. Dovevano
essere almeno un po’ interessati per contattarti."
Kid si
mosse leggermente. "E se fosse troppo rischioso?"
Inclinando
leggermente la testa, Killer fraintese la domanda e parlò. "Sarebbero
pazzi ad ignorare una simile opportunità."
Tamburellando
con le dita sul biglietto da visita nella sua tasca, Kid annuì. "Sì... Penso
che lo sarebbero."
L’odore
di aglio arrosto riempì la stanza e quella di manzo alla griglia con calma si
diffondeva nell’appartamento in una combinazione da acquolina in bocca.
Ed un
Eustass Kid imprecava contro la tempesta.
"Siamo
spiacenti di informarla che non abbiamo offerte per un uomo del suo talento Mr.
Eustass!" Kid proclamò in una stucchevolmente dolce, sicuramente beffarda
voce.
Proseguì
a schiacciare le cotte e pelate patate nel grande contenitore di cottura
continuando i suoi sproloqui.
"La
nostra struttura esprime le nostre più sincere scuse ma siamo impossibilitati
ad accettare la sua candidatura Mr. Eustass!" Aveva abbassato il suo tono
e livellato il suo accento in una finta voce autoritaria.
Quando
finalmente finì di schiacciare patate in poltiglia, brutalmente gettò alcuni
condimenti nella ciotola, mescolando con del burro fuso prima di mettere la
ciotola nel microonde, sbattendo la porta chiusa per riscaldare il contenuto.
"Perché
cazzo no?! Cosa cazzo c’è di sbagliato in ME?! Semmai,
dovrebbero essere fottutamente grati che io abbia pensato di
applicarmi nelle loro merdose e fottute scuole!"
Come si
poteva essere respinti da altre tre scuole? Queste
tre specialmente, avendole scelte, come un ripensamento, per le loro
eccessivamente basse richieste e standard. Killer aveva detto di,
semplicemente, dimenticarsene ma Kid era andato avanti in qualsiasi modo
volesse applicarsi e come meglio poteva, nel caso non fosse stato accettato in nessuna
scuola che voleva.
'Non che sia più importante
ormai.' A
questo pensiero, Kid sentì il suo orgoglio agitarsi di nuovo. In assenza di
qualcuno o qualcosa da picchiare o ridurre in poltiglia a mano, e non
dell’umore per lavorare ad una delle cose della sua crescente lista dei ‘da
farsi’, decise di lavorare a qualcos’altro che solitamente faceva nelle
situazioni di stress.
Cucinò.
(ditemi che non sono la sola che aveva pensato ad altro >.< nd. Terry Eh, io ovviamente! Ti pare che non avevo
pensato a qualche zozzeria?^//^ nd. Clau)
Essere
in grado di usare le mani, controllare e creare quello che voleva, ed avere gli
apprezzamenti degli altri quando finiva, era molto terapeutico.
Con
quello in mente, andò al frigorifero e ne tirò fuori la lombata di maiale che
aveva ottenuto l’altro giorno. Uno dei proprietari del negozio lo aveva preso
per lui come regalo di compleanno in ritardo. Aveva deciso di porzionarlo, condirlo,
e lasciarlo nel crockpot (è un robot da cucina) a farlo cuocere lentamente per
le prossime ventiquattro ore.
'Perché cazzo non vogliono accettarmi?!
I miei voti e i test sono molto al di sopra di qualche scuola merdosa come le
loro! Dovrebbero essere in decadimento con le loro fottute offerte!'
Fece
ferocemente a fette il maiale con precisione e usando un coltello da macellaio,
sentendosi vendicato con ogni taglio o incisione che infliggeva, di tanto in
tanto cambiando la lama per strofinare il mix di ingredienti per condire la
carne.
"Dopo
tutto quello che ho maledettamente fatto per avere una vita migliore, ho questa
merda?! Cazzo!" L’ultima esclamazione
era stata fatta in reazione allo squarcio ora sanguinante lungo il suo pollice
sinistro, appena sopra la nocca.
Essendo
così incazzato aveva perso la sua concentrazione sul suo compito e aveva
stupidamente lasciato il pollice sul percorso della lama. Ora c’era un profondo
taglio dovuto al coltello che aveva usato per mutilare la carne cruda.
'Fottutamente perfetto.'
Kid seduto
lì, era accigliato mentre guardava Wire finire la cucitura. Aveva pensato che
l’altro uomo stesse per colpirlo col cellulare
che ancora stringeva nella mano quando Kid aveva risposto alla porta dopo aver
chiamato Wire sopra.
Wire aveva
speso l’ultima mezzora sterilizzando, intorpidendo, e richiudendo la ferita del
suo pollice.
Guardare
l’ago passare attraverso la sua pelle e ripetere la stessa cosa dall’altro lato
per poter rimettere insieme le parti di carne che era stata separata, era
interessante e noioso allo stesso tempo.
La
morbosità di questo aveva sempre affascinato Kid, ma il tempo che necessitava
lo aveva sempre fatto sbadigliare. Qualche medico, in passato, aveva trovato la
sua reazione estremamente scoraggiante per qualche ragione.
"Ok.
Non muoverlo troppo per il prossimo paio di giorni e vieni da me un giorno o
fai in modo di pulirlo di nuovo. Toglierò i punti
in una settimana e mezzo." La voce di Wire tuonò burbera.
"Fatto."
Questa non era di gran lunga la prima volta che si faceva male in qualche modo,
quindi conosceva la routine. E per quanto Kid voleva dire che poteva
prendersene cura da solo fino a quando avrebbe tolto i punti, davvero non
voleva che Wire si vendicasse facendo
qualcosa di drastico.
Come, ad
esempio, ammanettare Kid al suo stesso letto e sedarlo fino a quando i punti fossero
pronti per essere tolti.
Kid non
poteva dire che sarebbe stata la prima volta.
Dopo
aver imballato il suo kit, Wire si alzò e si girò a guardare la carne che Kid stava
preparando.
Kid vide
dove l’uomo dai capelli scuri stesse guardando e parlò. "L’avevo finito, c’è
solo bisogno di tagliare qualche patata e roba, gettarlo nel brodo di manzo e
mettere tutto nel crock."
Wire annuì.
"Posso occuparmene io."
Sospirò,
sapendo che era inutile discutere con l’uomo. "Va bene."
Avevano
delle cose pronte e, quando Wire impostò la temperature ed il tempo al crock,
Kid cominciò a riscaldare alcune di queste per prenderle con lui.
Le
patate dovevano essere mescolate di nuovo prima di essere scaldate e il resto era
stato messo in piatti separati per essere scaldato bene nel microonde. Avevano
poi messi i piatti, insieme alle posate, in un largo vassoio per essere
trasportati più facilmente.
Alla
porta, Wire si girò a guardare Kid. "Non so cosa ti ha reso così irritato,
ma io so capirti. Lo fai sempre. Se hai bisogno di parlare, o solo sfogarti, sai
dove trovarci."
Kid annuì
con gratitudine e guardò Wire andarsene, abbassando
la testa per evitare il telaio della porta.
Sospirò
sentendo i passi in dissolvenza
dell’uomo più grande (inteso in senso anagrafico, ma non volevo dire vecchio) e
tornò in cucina per mettere alcuni ultimi condimenti e gettare alcuni utensili nel
lavandino per essere lavati il giorno dopo.
Una
volta finito di pulire i contatori, Kid si appoggiò contro di loro per un momento di relax. Fece l’errore di
guardare al tavolo ed il suo sangue tornò a ribollire.
Tre
lettere erano appena state lasciate lì innocentemente, come se non avessero
appena dato dei colpi potenzialmente schiaccianti al suo futuro.
Calpestò
verso i pezzi di carta senza valore, strappandoli in una molto soddisfacente
sessione di riduzione degli stessi in piccolo pezzettini. Maledicendo le
lettere, le persone che le avevano mandate, e tutto il mondo che sembrava
essere contro di lui.
'Perché sta succedendo?' Pensò quasi con voce
rotta.
Spendendo
la sua rabbia residua sulle lettere, Kid si sentiva solo stanco.
Lanciando
i triturati pezzi di carta nell’immondizia
quando gli passò vicino, camminò stancamente verso la sua camera, volendo solo
andare a dormire e non avere nulla a cui pensare.
A come
la sua vita non stesse andando da nessuna parte.
Praticamente
si gettò nel letto, lasciando le gambe appena fuori da esso. Kid non indossava
una maglia o delle scarpe, aveva solo messo su dei pantaloni morbidi quella
mattina, così non dovette cambiarsi.
Kid appena
appoggiato lì, la faccia nascosta nelle coperte, contemplando di rimanere semplicemente
così. Ma sapeva che sarebbe finito in un casino se lo avesse fatto.
Sospirando,
si rialzò e si trascinò completamente sul letto per trovarsi con la testa sul
cuscino. Pensò di mettersi una fascia o delle mollettine nei capelli per
evitare di trovarli aggrovigliati il giorno dopo, ma decise di fottersene.
Appoggiando
la schiena, Kid chiuse gli occhi e cercò di cadere addormentato. Dopo quelli
che erano probabilmente solo pochi minuti, tornò ad aprirli nuovamente per fissare
il soffitto.
'Dovrei spolverare domai.' Pensò di malavoglia. (Ma no, dai! Kid! Ma miseria schifa!
Cosa vai a pensare?! Dopo tutte le pippe paranoiche che ti sei sparato, tu
pensi a spolverare?! Ma non si può! Ahahah^///^ nd. Clau)
Kid girò
la testa a guardare il resto della sua stanza.
Aveva
vissuto lì per anni, quindi c’era una discreta quantità di disordine. Mucchi di
rottami metallici che aveva raccolto per varie ragioni. Attrezzi qui e là. Un
tavolo coperto da ogni forma di utensili da lavoro e piccoli pezzi metallici, e
da libri sulla manifattura. Aggrottò la fronte e si ripromise di organizzare e
sistemare le cose domani.
Sospirando
ancora, Kid si girò su un fianco per guardare l’altro lato della sua stanza. Praticamente
la stessa cosa: attrezzi, libri, soprammobili e il piccolo tavolo posto accanto
al suo letto come comodino.
Fissò la
lampada. 'Ho davvero bisogno di
spolverare.' (A ridaje! Lol nd.
Clau)
Con
tutto quello che aveva studiato, non ne aveva avuto il tempo.
'Sembra che non sarà più un
problema.'
Stancamente
abbassò lo sguardo cercando di chiudere gli occhi e dormire, quando vide una sagoma bianca sulla superfice del
tavolino.
Era un
bigliettino da visita.
Il
bigliettino da visita di Trafalgar.
Ricordava
che l’uomo dai capelli scuri glielo aveva dato prima che Kid se ne andasse, chiedendogli
di chiamarlo quando avesse preso una decisione. Kid l’aveva preso solo per
togliersi l’uomo dalla schiena
(Chissà come mai … Paura eh, Kid?). Aveva pensato di liberarsene appena fosse
arrivato a casa, ma...
Non
l’aveva fatto.
Era
passata più di una settimana da allora.
Kid raggiunse il biglietto e lo
tenne ad altezza viso per guardarlo.
Su un
lato c’era una faccina strana che sembrava attraversata dal segno di un virus. Sotto
c’era un numero per contattare un receptionist o simili. Lo ignorò e girò il
biglietto, rivelando uno scarabocchiato numero di cellulare che Trafalgar aveva
scritto.
Chiuse
gli occhi per un lungo istante.
Kid aveva
lavorato sodo. Facendo tutto quello che poteva per ottenere non solo una vita
migliore, ma per rendere tutti orgogliosi di lui. Per mostrar loro che non
dovevano solo cercare di ottenere qualcosa di meglio, ma ottenerla davvero.
Se Kid
falliva, non solo avrebbe perso la sua possibilità, avrebbe fatto fallire tutti
gli altri. Credevano che l’unico
pensiero era che la sorte li aveva tratti in vita. Che dovevano farlo, che le
cose non sarebbero mai state migliori di come erano. Che non avevano nulla per
cui guardare al futuro.
Non
poteva lasciare che accadesse.
Anche se
gli sarebbe costata la dignità.
Kid raggiunse
il suo telefono sul comodino e compose il numero.
Squillò
un paio di volte prima che ci fosse risposta di una profonda e morbida voce.
"...sono
io." Kid attese per un momento ma incontrò solo il silenzio.
'Aspetta, e se non riconoscesse
la mia voce?' Provò
ancora. "Uhm Eustass Kid?"
Trafalgar
finalmente parlò. "Lo so, sono solo felice di sentirti."
'Beh, almeno non sembra
compiaciuto.' Kid
pensò.
"Hai
preso una decisione?"
Sentì la
sua gola improvvisamente secca, quindi dovette schiarirsi la voce prima di
rispondere.
"Sì...
Sì, l’ho fatto."
Continua...
*qui non
sono sicura della traduzione. In originale era “and you're more than easy on
the eyes” se qualcuno ha una traduzione migliore, me la dica pure
BUONA
PASQUA!!