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Autore: Dario_aragorn 94    06/04/2015    0 recensioni
E' la prima volta che scrivo una FF. La mia storia è ambientata 20 anni dopo (più qualche riferimento al '98 o flashback) la Seconda Guerra Magica. Harry è un Auror affermato e deve fronteggiare numerosi pericoli o presunti tali. Durante le vacanze natalizie, sarà costretto ad affrontare un ventiduenne che vuole sconfiggerlo per passare alla storia e ottenere potere, oltre a ridare prestigio alla sua famiglia e al nome dei Dragon, caduto in malora dopo la sconfitta del Signore Oscuro. Oltre ai personaggi creati dalla Rowling, ve ne sono alcuni di mia invenzione che interagiscono con loro.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Harry si materializzò di fronte ai cancelli della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Gli studenti erano in visita ad Hogsmeade e ciò gli andava benissimo in quel momento. Ad attenderlo vi era una figura grossa e massiccia, con una barba lunga e ormai brizzolata come anche i capelli.
– Harry! –
esclamò l’omone gioioso a mo’ di saluto.
– Hagrid! –
fece Harry con un sincero sorriso.
 Il Semi Gigante abbracciò l’amico, quasi lo stritolò con la sua manifestazione d’affetto (Harry c’era abituato da quando aveva 11 anni) e lo condusse nella sua piccola casa. Là, davanti ad un Thè appena fatto e biscotti duri come la pietra, conversarono del più e del meno, raccontandosi le ultime novità.
– Tutti gli studenti sono ad Hogsmeade. Non oso pensare cosa compererà James lì. –
scherzò Harry.                  
– Eh si. –
confermò Hagrid
– Ma tanto ci stanno Ted e Neville a controllarli. Ce l’ho sempre detto che quei due sono in gamba. –
                                                                                                                                                                    
- Già. Sono felice di averti rivisto Hagrid. Alla prossima! –
si congedò Harry.                                                                     
– Sai che casa mia è sempre come se è casa tua. –
 ricordò l’insegnante di Cura per le Creature Magiche con la sua pessima consecutio.
– Lo so. –
annuì Harry
 – E casa mia è casa tua. -                                                                                                                     
L’Auror con la cicatrice a forma di saetta sulla fronte uscì nel giardino, respirando a pieni polmoni l’aria salubre del posto che, per sei anni, era stato uguale ad una vera casa per lui. Poi si mosse spedito verso il lago, dove incontrò la Preside McGranitt.
– E’ sempre un piacere vederti Potter. –
disse la sua vecchia insegnante di Trasfigurazione.                                          
– Il piacere è tutto mio professoressa. –
rispose onestamente Harry.                                                                             
– Voglio che tu sappia che ciò che stai facendo è a dir poco ammirevole. In pochi lo farebbero. –
osservò la McGranitt.
– Grazie professoressa. Apprezzo il suo giudizio! –
e, detto ciò, si avvicinò verso una candida tomba.
 Con le mani toccò le lettere scolpite dolcemente sul marmo: “Albus Percival Wulfric Brian Silente”.
Harry rimase fermo là davanti, immerso nei ricordi. Quell’uomo dalla barba argentata e gli occhiali a mezza luna aveva sacrificato tempo fa la sua vita per lui. In quel momento gli venne in mente il motto degli Auror: “Guarda sempre avanti, non fermarti al passato”. Una frase con una semi verità. Infatti, per Harry, era giusto agire nel presente per un futuro migliore, ma non poteva scordare il passato, non poteva scordare chi si era sacrificato per affetto, amicizia o amore nei suoi riguardi. Delle lacrime calde solcarono il suo viso, poi si inginocchiò e cominciò a scavare una piccola buca dove vi nascose la Bacchetta di Sambuco. Compiuta la sua missione, bisbigliò:
- Ciao Albus, ci manchi. –
e si allontanò abbracciato dalla Preside.
 
FINE  
 
SPAZIO DELL’AUTORE: Chiarimenti àLa mia FF si concentra sul mondo di HP. Harry ha ormai 37 anni e si trova ad affrontare Kevin Vladimir Dragon, un ventiduenne (come scritto nella presentazione del mio lavoro). Concentrandomi su questo personaggio: chi legge, potrebbe farmi notare che si imbatte spesso in situazioni simili ovvero personaggi che non lo prendono sul serio e puntualmente vengono battuti da lui. Questa è stata una scelta non dovuta alla mancanza di fantasia, ma nel voler costruire una figura credibile da far scontrare con il nostro eroe (esempio lampante? Il poter uccidere i Dissennatori).
In ultima analisi la Bacchetta di Sambuco: quando e se scrivo, tendo ad essere molto statico. Per me i libri della Rowling sono legge e da lì sono ripartito. Parlando con dei colleghi universitari dell’ultimo libro del maghetto, mi sono accorto di aver fatto un errore, rimediato poi con l’epilogo di questa storia. Infatti ne “I Doni della Morte”, quando Harry parla con il ritratto di Albus Silente, dice che rimetterà la Bacchetta nel luogo dal quale è stata presa (ovvero la tomba del Preside), mentre io, non avendo colto appieno questa citazione, l’avevo fatta nascondere in casa Potter.
Sperando che la storia piaccia, vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato e mi dedicherete. Fate sapere cosa ne pensate con le recensioni: i pareri e le osservazioni servono solo a migliorare J Sinceri ringraziamenti
 
Dario                                     
                                                                    
 
   
 
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