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Autore: Lee Moriarty    06/04/2015    3 recensioni
Penny stava tornando a casa dalla palestra, quasi correva, anzi, uno spettatore poco avvezzo a tesi scientifiche avrebbe detto che fluttuava a mezzo metro da terra. Un’innaturale smorfia sorridente stampata sul volto, lo sguardo perso chissà dove... la parte era sua, ce l'aveva fatta, finalmente, questa sarebbe stata la grande svolta.
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Bernadette Rostenkowski, Leonard Hofstadter, Penny, Sheldon Cooper
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 HOLLYWOOD – ON SET

 
You can throw your hands up
You can be the clock
You can move a mountain
You can break rocks
You can be a master
Don't wait for luck
Dedicate yourself and you can find yourself
 
Standing in the hall of fame
And the world's gonna know your name
Cause you burn with the brightest flame
And the world's gonna know your name
And you'll be on the walls of the hall of fame

Hall of fame - The Script ft. Will.I.Am 

Penny era stata a Hollywood molte volte, ma quel giorno tutto era diverso, tutto era magnificamente intriso di felicità, quasi non sentiva Sheldon calcolare le probabilità della loro morte in seguito alla caduta dell’ insegna di Hollywood. L’auto scivolava sull’asfalto passando intorno alla collina, Leonard alla guida e Penny accanto a lui, gli Shemy sul sedile posteriore. Poche decine di metri dietro un’auto con Howard, Bernadette e Raj li seguiva, canzoni allegre e vecchie hit risuonavano nell’aria, l’estate era appena iniziata.
Attraversarono un grande viale alberato, le palme gettavano ombre sottili sui prati perfettamente irrigati. La strada curvò. Destra, sinistra, due volta a destra, eccolo. La facciata del  palazzo si ergeva  longilinea nel cielo di Los Angeles, la scritta “UNIVERSAL STUDIO” troneggiava a lettere cubitali. Gli occhi di Penny brillavano e, mentre la macchina si fermava, si lasciò sfuggire un gridolino. Raj si diede a una sfrenata danza Bollywoodiana, per la quarta volta quel giorno.
Si guardarono un po’ intorno, ma molto in fretta, uno dopo l’altro, tutti tornarono nelle automobili  pronti per una giornata di vacanza a Hollywood. Comunque non prima di aver augurato a Penny buona fortuna.
“Che assurdità, una cosa come la fortuna non esiste, e chiunque sia dotato di raziocinio è in grado di capire che a te, Penny, non serve” 

“BAZINGA!”
“Sheldon!” Si levò un coro.
“Doppio bazinga!” 

***
 
Penny attraversò le porte in vetro con passo deciso, non si riconobbe in quella sicurezza, ma era il caso di mantenerla, pensò. Si presentò a un ragazzino che cercava di pulire del caffè appena rovesciato sul banco all’ingresso, lui la lasciò passare senza nemmeno guardarla in faccia. Sala 1, 2, 3, 4, 5… 27, 28, 29, era arrivata. La porta era contrassegnata da un numero rosso dentro una stella bianca, come tutte le altre, bussò due volte.
Dall’ interno si levò la voce di un uomo, la riconobbe, ci aveva già parlato per telefono. Era calda, profonda, rassicurante. Abbassò la maniglia metallica e si fece avanti, attraversò la stanza spoglia fino ad arrivare proprio davanti all’uomo vestito di bianco, uno dei produttori, e a un ragazzo, decisamente più giovane.
Appoggiò la sua valigetta sul tavolo e si schiarì la gola: “Salve, Io sono Penny, sono qui per… - ” L’uomo la interruppe subito con un gesto della mano.
“Sappiamo molto bene chi sei e siamo lieti tu sia qui, se ti vuoi accomodare dovremmo discutere di un paio di cose”
Parlarono del copione, ma Penny, per la prima volta nella sua vita, non aveva nulla da ridire, e più che altro fu tenuta a dare un’opinione. Tutte le carte e le varie assicurazioni erano già state firmate, era tutto così professionalmente grandioso. Dopo aver scorso la lista di tutti gli attori che avrebbero preso parte al film si alzarono in piedi.
“Se vuoi seguirmi Penny, sarò felice di accompagnarti sul primo set, oggi gireremo la scena d’inizio, come ti avevo accennato prima”
Uscirono dalla stanza per la porta esterna, che dava su un giardino in perfetto stile Hollywoodiano, camminarono sul selciato per qualche decina di metri ed entrarono in un edificio più basso e tozzo del primo. Dopo il corridoio principale c’era una porta, la porta. Penny avrebbe ricordato ogni dettaglio a distanza di anni.
All’interno la perfetta ricostruzione di un appartamento di Manhattan, il design freddo e moderno trasudava ricchezza. Una decina di telecamere circondavano la scena e altrettanti riflettori sovrastavano il tutto. Disteso sul divano, a torso nudo, un uomo si osservava le mani sovrappensiero, come se fosse quella la parte più interessante del suo corpo. Alzò la testa. La voce di Matt Damon risuonò allegra nella stanza: “Hey Penny, come sta andando il tuo primo giorno da star?”
Com’è che tutti sapevano il suo nome?!
 
And the world's gonna know your name.
 
 


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|| N.d.a.
Eccomi qui, con il secondo capitolo della mia piccola fic, spero davvero che vi piaccia e mi scuso per non averlo pubblicato prima, ho avuto qualche problema tecnico .-. (Ho deciso per comodità che questo è il secondo capitolo, e che il prologo/primo capitolo era effettivamente un primo capitolo, mi perdonerete).
Detto questo, so che Matt ormai è un po' vecchio (?) ma voi immaginatevelo figo e muscoloso, perché così stiamo facendo io e Penny u.u
Inoltre ho scelta una canzone che mi sta molto a cuore, spero appreziate.
P.S.: No, il gioco di parole che è venuto fuori alla fine inizialmente non era affatto voluto, ma ho deciso comunque di lasciarlo :3
Per ora è tutto,
Lee - 

 
   
 
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