LE SETTIMANE PASSAVANO ED ERO INVITATA A CIRCA 3 O 4 AVVENIMENTI E FESTEGGIAMENTI PRIVATI ALLA SETTIMANA. Quella era solo la superficie della vita, ma era pur sempre superfice, ero sempre stata sospesa in aria, la superficie non l’avevo mai neanche sfiorata prima di essere accoltellata ben due volte dall’amore e aver schivato l’ultimo colpo. E lui APPARIVA SEMPRE DI Più AI MIEI OCCHI COME UN BASTARDO SENZA CUORE CHE AVEVA PRESO IN GIRO TANTI GIOVANI CUORI INGENUI, TRA I QUALI UNA CONOSCENTE A CUI ERO STATA ACCANTO MENTRE VERSAVA LACRIME PROPRIO SUL NOME DI QUEL BASTARDO, QUEL DOLCE VISINO LO AVEVO INCONTRATO TEMPO PRIMA, MI SI ERA AVVICINATO E PRESENTATO, AVEVA CHIESTO DI ME A UNA MIA AMICA, ED ERO RIMASTA DELUSA DAL SUO CARATTERE, perché INVOLONTARIAMENTE MI ASPETTAVO DI MEGLIO DA QUEL FACCINO CHE PER PRIMO MI AVEVA DATO UN MINIMO DI ATTENZIONE PRIMA DEL MIO LANCIO NEL PIENO E IMMENSO VUOTO COLORATO DELLA LIBERTà SOCIALE. NE ERO RIMASTA DELUSA, E MI ACCANIVO SU DI LUI CON LE PAROLE. LA SUA CLASSE ERA VICINO ALLA MIA,COMINCIAVO A RITROVARMELO OVUNQUE E A PARLARCI INSULTANDOLO, MA UNA VOLTA MI SORPRESE,PRESE CONFIDENZA E MI CONFESSò UNA DELLE SUE ULTIME CONQUISTE, CON CUI NATURALMENTE AVEVA TRADITO LA MIA SEMI AMICA, E AVEVA AGGIUNTO “MI FIDO DI TE, ORMAI ABBIAMO UN BEL RAPPORTO IO E TE” MAI AVEVO PROVATO TANTO DISPREZZO E MAI AVEVO AVUTO TANTA VOGLIA DI VEDERE UNA PERSONA. LO ODIAVO, E NON VEDEVO L’ORA DI VEDERLO, USCIVO SPESSO DURANTE LE LEZIONI SOLO PER CERCARLO, E IL PIù DELLE VOLTE ERA Lì PRONTO A RACCONTARMI TUTTO DELLA SUA VITA, FREQUENTAVAMO ANCHE LO STESSO POSTICINO D’ELITè PER STUDENTI DEL LICEO CLASSICO, MI ERO ANCHE PREOCCUPATA DELLA MIA CONTRADDITORIA VOGLIA DI VEDERLO RISPETTO AL MIO ODIO. ANCHE A QUESTO TROVAI RISPOSTA CON LA MIA ASTUZIA E LA MIA AGILITà NEL TROVARE SOLUZIONI, STRATAGEMMI E QUANT’ALTRO, TRUFFAI ME STESSA, GIUSTIFICAVO IL COESISTERE DI DUE CONTRADDIZIONI COL FATTO CHE L’ODIO ERA PUR SEMPRE UN SENTIMENTO, NONOSTANTE FOSSE NEGATIVO, E PER UNA COME ME A CUI DI CERTO NON ERANO STATI REGALATI FACILMENTE SENTIMENTI ED EMOZIONI, L’ODIO ERA MEGLIO DI NIENTE, E NON VEDEVO L’ORA DI PROVARLO GRAZIE ALLA SUA DETESTABILE COMPAGNIA. Entrò la mia compagna di cella, era completamente ubriaca, sentii una nauseante puzza di alcool e ricordai amaramente quando alzai il gomito una sera: ERO SOLA, ERO APPENA USCITA DA UNA CENA DI UN ENNESIMO COMITATO A CUI DOVEVO FAR PARTE PER CONTINUARE A STARE NELLA SOCIETà, CI AVEVANO OFFERTO DEL VINO, NE AVEVO BEVUTO IN QUANTITà MOLTO POCHE, MA ESSENDO STATA LA PRIMA VOLTA CHE LE MIE LABBRA SI CORROSERO D’ALCOOL, NON SAPEVO QUANTO AVREI RETTO. MI RITROVAI QUINDI ALLA RICERCA DI LUI IN QUEL LOCALINO SOLITO, CON LA MIA MIGLIORE AMICA, INCONTRAI UN UOMO CHE DETESTAVO CON TUTTA ME STESSA, AVEVA PERFINO STUPRATO UNA DONNA RICCA, UNA DI QUELLE RISPETTABILI, SENZA ALCUN RISPETTO Né PAURA, CHE PERSONA POTEVA MAI ESSER QUELLA? MI RITROVAI UBRIACA A PARLARE CON LUI, IN UN ANGOLO BUIO E ISOLATO DEL LOCALE, CON ACCANTO LA MIA MIGLIORE AMICA,E DI FRONTE QUELL’UOMO DETESTABILE ACCOMPAGNATO DAL MIO ODIOSO PREFERITO CHE ERA ANCHE SUO MIGLIORE AMICO. NONOSTANTE LI ODIASSI ENTRAMBI, NON VOLEVO CHE STESSERO INSIEME AVEVO PAURA PER IL MIO SIGNOR ODIO/UNICA EMOZIONE. COMINCIAI A INSULTARE IL PRESUNTO STUPRATORE, SENZA ALCUNA PAURA, I MIEI FRENI INIBITORI DOVEVANO ESSERE Più CHE ARRUGGINITI, L’ALCOOL LI AVEVA MESSI FUORI GIOCO COME UN ANESTETICO DA QUALCHE ORA. MI SPUTò ADDOSSO E MI VENNE CONTRO METTENDOMI AL MURO, PRONUNCIò COME UNA MINACCIA LE SUE VELENOSE PAROLE “NON HO MAI PICCHIATO UNA DONNA, MA TI GIURO CON TE FACCIO ECCEZIONE” MI ERO SPAVENTATA, MA IL MIO SIGNOR ODIO LO AVEVA PORTATO VIA E AVEVA GENTILMENTE CONSIGLIATO ALLA MIA MIGLIORE AMICA DI PORTARMI AL SICURO E FARMI CALMARE. TORNAI A CASA, SPAVENTATA ATTERRITA E DEMORALIZZATA. IL LUNEDI SEGUENTE ANDAI A SCUOLA VESTITA DI VERGOGNA E AMAREGGIATA DAL DOVER SCEGLIERE DI RINUNCIARE AL MIO INCONTRO COL SIGNOR ODIO PER NON PROVARE VERGOGNA, O CERCARLO LO STESSO E SOPPORTARE LA PRESENZA DI QUESTA INDESIDERATA AMICA, CHE MI ERO SENZA DUBBIO MERITATA. TORNAI A CASA, LA MIA MIGLIORE AMICA DI VECCHIA DATA E SUA MADRE CI VENNERO A FARE VISITA PER UN THE. ENTRò EMOZIONATA NELLA STANZA E MI DISSE CHE DOVEVA DIRMI UNA COSA PER LA QUALE NON AVREI DOVUTO MONTARMI LA TESTA. FECI DI SI COL CAPO MENTRE PETTINAVO I MIEI LUNGHI RICCIOLI CASTANO/DORATI. INIZIò DICENDO “ SABATO AL LOCALINO…” LA INTERRUPPI IMMEDIATAMENTE, NON VOLEVO PARLARNE, MI SENTIVO UMILIATA E NON ERO FIERA DI ME STESSA, MA LEI MI PREGò DI ASCOLTARE “ QUANDO SIAMO ANDATE VIA, C’è STATA UNA SPECIE DI ACCESO LITIGIO, TUTTI CONTRO LO STUPRATORE” MI SI ILLUMINARONO UN POCO GLI OCCHI, ERO CONTENTA CHE AVEVA AVUTO QUALCUNO CHE GLI SI ERA OPPOSTO, CONTINUò “ NON HAI CAPITO! IL LITIGIO ERA PER TE! TUTTI I Più RICCHI SIGNORINI RISPETTABILI DI QUESTA CITTà HANNO PRESO LE TUE DIFESE A SPADA TRATTA, IL SIGNOR O, CI HA LITIGATO E NON SI PARLANO Più, MI HANNO DETTO CHE è STATO IL Più ACCANITO E IL Più COINVOLTO, COME SE GLI AVESSERO TOCCATO LA FERRARI!” ERO FERMA DI SASSO COL CUORE A MILLE, IN QUEL MOMENTO MI CHIESI SE LO ODIAVO O FACEVO FINTA perché NON VOLEVO INNAMORARMI DI UNA PERSONA COSì. MA CI PENSAI INTENSAMENTE, MOLTE COSE MI ATTIRAVANO DI LUI, ANCHE LE Più BRUTTE, FUNZIONAVANO MEGLIO DI UN BUOM PROFUMO. AVEVO USATO L’OMBRELLINO DELL’ODIO PER DIFENDERMI DAL SOLE CHE AVEVA PORTATO NELLA MIA VITA. LUI NON ERA UN BASTARDO INSENSIBILE, ERA DOLCE BUONO E VOLEVA CHE CI FOSSE PACE OVUNQUE, SOLO CHE ERA COSì INSICURO CHE AVEVA BISOGNO DI FARSI CASTELLI INTORNO CON LE PAROLE E CONQUISTARE TANTE RAGAZZE PER PROVARE A SE STESSO CHE ERA BELLO, CHE AVEVA FASCINO E UNA DONNA PER LUI NON ERA UN PROBLEMA. AVEVO INFATTI SCOPERTO CHE DA PICCOLO SOFFRIVA DI OBESITà, NON SI ERA MAI SENTITO BELLO, ERA SEMPRE STATO MESSO IN OMBRA DA SUO CUGINO, Più ALTO, Più PICCOLO, MAGRO, QUASI PERFETTO. FORSE NON ERA DAVVERO INNAMORATO DI QUELLE RAGAZZE DI CUI SI PRENDEVA GIOCO, MA ERA LORO AFFEZIONATO, SOLO CHE LA SUA MASCHERA SCHIACCIAVA LA SUA VERA PERSONALITà, ED ESSENDO INSICURO, IN PUBBLICO NON POTEVA MOSTRARSI TALE, NON POTEVA AMMETTERE DI AVERE UNA COTTA O DI ESSERE INTERESSATO A QUALCUNO! LUI MI HA FATTO CAPIRE IL MOTIVO PER CUI SI DICE “ AVERE UN DEBOLE PER QUALCUNO” QUANDO SI HA UNA COTTA. LUI NON VOLEVA AMMETTERE DI AVERE DEBOLEZZE DA NESSUNA PARTE, NEANCHE IN AMORE. PER LUI QUELLA SOCIETà CHE TANTO LO PORTAVA IN ALTO QUANTO LO CRITICAVA PER LE CONTINUE SCAPPATELLE ERA Più IMPORTANTE DI QUALSIASI COSA, PRIMA LA GENTE POI IL SUO PENSIERO. ERA UN PROBLEMA, ERA ESTREMAMENTE DEBOLE. . AVEVO TRACCIATO IL MIO RITRATTO ALLA PERFEZIONE, SAREBBE RIMASTO SEMPRE UN QUADRO COMPLETO DI UNA PERSONA A METà IN QUANTO IMPRIGIONATA DA CATENE INVISIBILI DI QUELLA SOCIETà CHE GLI IMPONEVA LA MASCHERA DI UOMO DI FERRO SENZA DEBOLEZZE E SENZA SENTIMENTI. PROVAVO PENA PER LUI, MA NE ERO INFINITAMENTE ATTRATTA, GLI ERO GRATA, , MA NON C’Èra DI SICURO SPAZIO PER L’ODIO. QUELLA ERA DI SICURO LA PRIMA PERSONA CHE MI ERA PIACIUTA VERAMENTE. ERO IN Più MOTIVATA DALLA SUA IMPOSSIBILITà, ERA A TUTTE ARRIVABILE FISICAMENTE MA A NESSUNO PERMETTEVA DI AVVICINARSI AL SUO CUORE NEANCHE PER SBAGLIO, VOLEVO ESSERE IO QUELLA CHE DA AMICA SAREBBE DIVENTATA DI Più. ERA UNA SORTA DI GUANTO ROSSO CHE AVEVO RACCOLTO, OGNI GIORNO ERO SEMPRE Più MOTIVATA A RECARMI NEL SACRO LUOGO DELL’ISCRIZIONE O IN CHIESA, SOLO PER PARLARCI QUALCHE ISTANTE. I miei ricordi si interruppero, la porta si aprì e mi illusi di essere libera, sorrisi, fecero uscire la donna che era con me, stranamente questa non volle, non aveva dove andare, era decisa a rimanere, personaggio infinitamente interessante per la tela infinita della mia mente, altro non aspettava che appropriarsi di questo nuovo aspetto, pieno di intense sfumature di un colore solo, il grigio, con uno sfondo bianco, poichè il bianco non è un colore. Decisi quindi di ricordarle alcuni episodi che mi erano accaduti alle prime armi con l’amore. SEMBRAVA UN GIORNO COME GLI ALTRI, MI DISSE CHE AVEVA UN SEGRETO DA SVELARMI, ERO COSì CURIOSA, perché ASPETTAVO CHE SI DECIDESSE OGNI GIORNO DI RIVELARMI QUALCOSA, ERO CONVINTA CHE IL FORTE LEGAME CHE C’ERA TRA NOI NON FOSSE SOLO UNA MIA IMMAGINAZIONE. MI DISSE DUE PAROLE ALL’ORECCHIO “ CREDO DI ESSERMI INNAMORATO” IL MIO CUORE PARTì COME COMANDATO DALLA COMBINAZIONE PERFETTA E TANTO ATTESA CHE ERANO LA PAROLA “INNAMORATO” PRONUNCIATA DALLA SUA VOCE A ME. INSISTETTI PER FARMI DIRE IL NOME DI LEI, COME UN GIOCHETTO, TUTTI IN CITTà NE PARLAVANO, FACEVANO SCOMMESSE SUI “ PRESTO SARANNO MARITATI” ERAVAMO LA SECONDA COPPIA IN GRADUATORIA DOPO IL SIGNOR S E SIGNORA. UNA TIPICA COPPIA DEL DOPOGUERRA, UNA DONNA PIU VECCHIA E UN UOMO Più GIOVANE, UNA BELLISSIMA COPPIA PROMESSA A MATRIMONIO.LEI ERA COSì SOFISTICATA ED ERA STATA UN ANNO TRA LE CROCIROSSINE, AMMIREVOLE, EPPURE OCCULTAVA NEI SUOI OCCHI DELLO SPORCO, RIFLESSO DEL SUO ANIMO.LUI ERA UN RAGAZZO 18ENNE DI CUI MI AVEVA IMMENSAMENTE COLPITO LO SGUARDO E LA VOCE, MI ERA MOLTO SIMPATICO, MA ESSENDOSI FIDANZATO POCO DOPO LA MIA CONOSCNENZA, AVENDO AL DITO PIU GRANDE PESO DI OPPRESSIONE E IMPORTANZA DELLA MIA CONOSCENZA, NON AVEVO POTUTO AVERE IL PIACERE DI CONOSCERLO DAVVERO, IL SUO ERA UN RITRATTO SENZA TRATTI, UN’OMBRA LONTANA.INSOMMA MI ASPETTAVO UNA DICHIARAZIONE, MA LUI ALLA FINE SI DECISE A DIRMI IL NOME, PENSAVO CHE SAREBBERO MANCATI POCHI MOMENTI ALLA MIA FELICITà, MA IL NOME CHE USCì DALLA SUA BOCCA NON AVEVA NIENTE IN COMUNE CON ME. NON ERO IO. FUI PRESA DA TERRIBILE SGOMENTO, MI VENNE DA RIDERE PENSANDO A QUANTO POCO AVEVO SOFFERTO PER AMORE PRECEDENTEMENTE, NON CI ERO ABITUATA, NON ERO ABITUATA, DENTRO DI ME SI SCATENAVANO UNA MAREA DI DUBBI ED EMOZIONI CONTRASTANTI. POSSIBILE CHE UN’ESPERTA LETTRICE DI ANIMI UMANI COME ME AVEVA SBALIATO A CAPIRE? MENTRE DENTRO AVREI VOLUTO ODIARLO COME LO ODIAVO ANCORA, MENTRE DENTRO BRUCIAVO, ARDEVO, SENTIVO IL CUORE CHE ORMAI MI PIZZICAVA, COME SE SI STESSE ADDORMENTANDO, FUORI ERO IMPASSIBILE, CON GLI OCCHI FISSI, IL MIO ORGOGLIO RIUSCì A FARMI USCIRE UN MEZZO SORRISO E AD AUGURARGLI DI RIUSCIRE. LA STORIA ANDò AVANTI E CONTINUò A RACCONTARMI DELLE BELLISSIME SORPRESE CHE LUI LE PREPARAVA PER CONQUISTARLA, IN QUANTO LO SGORBIO SI ERA PERMESSO ANCHE DI NON DIRGLI DI SI. L’AVEVA PORTATA NEI POSTI Più ROMANTICI DELLA CITTà, SI ERA VESTITO COL SUO CAPPELLINO MIGLIORE, LE AVEVA REGALATO DELLE ROSE, L’AVEVA BENDATA. MENTRE SORRIDEVO FUORI E PIANGEVO DENTRO AL SENTIRE OGNI GIORNO COME EGLI CERCASSE DI CONQUISTARLA, MI RESI CONTO CHE NE ERO INNAMORATA, SI PROPRIO COSì. NON VI ERA PERò SOLUZIONE. QUELLA DONNA INGRATA LO AVEVA LASCIATO PRIMA ANCORA CHE LUI LE DIMOSTRASSE DI ESSERE UN PERFETTO MARITO, CON LUI NON SI DOVEVA MAI FAR CASO ALLE PRIME IMPRESSIONI. ERA TRISTE E MI TOCCAVA CONSOLARLO PER QUELLA STORIA FINITA MALE, MI TOCCAVA SENTIRE I SUOI LAMENTI “ NON MI INNAMORERò MAI Più PROMETTO!” “SEI UN BAMBINO, QUESTE COSE NON SI CONTROLLANO!” “ERA LA MOGLIE PERFETTA, AVREBBE TANTO FATTO PIACERE A MIO PADRE, E AVREBBE FATTO INVIDIA A QUEL PALLONE GONFIATO DI MIO CUGINO!” “VORREI POTERTI DARE RAGIONE, MA LA RAGIONE IN AMORE NON C’è, CI SI Può INNAMORARE OGNI ISTANTE DI CHIUNQUE, IN QUALSIASI MODO” GUARDò IN BASSO E NON MI DIEDE RETTA. TROVò INTANTO UN RIPIEGO, UNA DONNA Più GRANDE, ANDAVA DI MODA A QUEL TEMPO.FUMMO COSTRETTI AD ALLONTANARCI, MI BRUCIAVA IL PETTO OGNI VOLTA CHE LO VEDEVO IN COMPAGNIA DI QUELLA MANO , QUELLA MANO CHE A LUNGO AVEVO DESIDERATO FOSSE LA MIA. Mi era successa la stessa cosa in quella cella, ero stata illusa, credevo di aver afferrato la libertà nella mia mano, avevo avuto fede e non avevo guardato che in mano stringevo solo l’ennesima delusione. Nonostante il mio stravagante umore, mi resi conto che la vita mi aveva minimamente preparato anche alle delusioni, ma non avevo imparato che bisogna illudersi poco e prepararsi a tutto. Mi spostarono in un’altra cella, e ricordai ancora quante cose avevo cambiato. LA NOSTRA AMICIZIA CONTINUAVA, SPEGNENDOSI MAN MANO, CON LA MIA VOGLIA DI VEDERLO, QUEST’ULTIMA SEGUIVA I SUOI PASSI, MI SALUTAVA OGNI VOLTA CHE LUI NON LO FACEVA.COMINCIAI A FREQUENTARE ALTRE COMPAGNIE NOTE, SPAZIANDO UN PO’ TRA COMPAGNI DI GIORNATE Più PICCOLI. E TRA QUESTI VI CONOBBI MEGLIO IL CUGINO DEL SIGNOR O, NON L’AVEVO MAI GUARDATO BENE, GLI SOMIGLIAVA IN MODO IMPRESSIONANTE, MA ERANO COSì DIFFERENTI. FU MOLTO GENTILE CON ME, ERO ANSIOSA DI ANDARE AGLI INCONTRI DELLA COMPAGNIA “QUASI DEBUTTANTI” SOLO PER POTERLO VEDERE, ME LO RICORDAVA COSì TANTO. ERA SIMPATICO E MOLTO SICURO DI SE, MI STUZZICAVA OGNI TANTO CON LE SUE PAROLE, UN DUELLO DI BATTUTE CHE FINIVA PER VINCERE LUI E SFOCIARE NEL MIO SORRISO FALSO DISPIACIUTO. INCROCIAVO LE BRACCIA, GIRAVO LA FACCIA E MI SISTEMAVO LA FASCIA TRAI CAPELLI. E OGNI VOLTA MI SFIORAVA I GUANTI, E MI DAVA UNO DI QUEI CALOROSI ABBRACCI DURATURI, MI DAVA TANTA FELICITà. COMINCIAVO A CAPIRE perché IL MIO AMATO SIGNOR O LO INVIDIASSE TANTO. ERA SIMOPATICO DOLCE E CARINO, AVEVA PRESO LUI LA PARTE MIGLIORE DELLA FAMIGLIA. TUTTE LE CARTE ERANO IN REGOLA PER UN CORTEGGIAMENTO, MI INVITò A VARIE SERATE AL PIPER, MI TROVAVO COSì BENE CON LA SUA COMPAGNIA. ATTENDEVO CON ANSIA UNA PREFESTA DOPO LE VACANZE CON LA SUA COMPAGNIA. CONFESSAI ALLA MIA CONOSCENTE CHE ERA STATA INGANNATA DAL SIGNOR O IL MIO INTERESSE MODERATO PER LUI, FACENDOLE CREDERE CHE FOSSE L’UNICA A SAPERLO, E CHE SE FOSSE USCITO SAREBBE STATA UNICAMENTE COLPA SUA, NON MI FIDAVO DI LEI, ERA UNA PERSONA DI SEMPLICE INTELLETTO CHE NON ERA IN GRADO DI ARRIVARE AI MEDI SCAFFALI DELLA SAPIENZA NEANCHE CON L’AIUTO DI UNA SCALA. CI TROVAMMO PERò CONCORDI, ANCH’ESSA, RIMASTA SCOTTATA DAL SIGNOR O ERA ATTRATTA COME UNA CALAMITE NELLO STESSO MODO IN CUI LO ERO IO, DA QUELLA FAMIGLIA. MI PROMISE PERò CHE NON LO AVREBBE SFIORATO CON UN DITO, CHE ALLA FESTA DOPO LE VACANZE AVREBBE FATTO DI TUTTO PER AIUTARMI E SI SAREBBE ALLONTANATA DA LUI. ANDAI FELICE A QUELLA FESTA, LA SUA SOLA VISIONE FUNZIONAVA COME UNA MEDICINA PER IL MIO CUORE, ERA LA BENDA CON CUI NASCONDEVO LA FERITA INFLITTAMI DAL SUO PARENTE, SPERAVO POTESSE ADDIRITTURA GUARIRLA, SENZA CICATRICI, PIANO PIANO CON PAZIENZA. SIEDEVO ACCANTO A LUI, MI TIRò I CAPELLI, MI FECE FARE UN INCHINO E PENSO CHE MAI UNA FERITA AVESSE BRILLATO COSì TANTO SUL MIO CORPO. POCO TEMPO ERA PASSATO, E VIDI LUI E QUELLA GIUDA DI UNA CONFIDENTE APPARTARSI, CAPII CHE QUELLA FAMIGLIA ERA LA MIA ROVINA. NON ERO INNAMORATA DI LUI, ERO INNAMORATA DELLA SPERANZA CHE AVEVO RIPOSTO NELLA GUARIGIONE CHE MI AVREBBE PORTATO. EPPURE L’UNICA COSA CHE MI PORTò FURONO UN FIUME DI LACRIME E UNA PRIVAZIONE DELL’AUTOSTIMA. NON CREDEVO Più NELL’AMORE, QUELLA IMPOPOLARE INFAME AVEVA AVUTO TUTTO Ciò CHE IL MIO CUORE AVEVA DESIDERATO SENZA FARE UNO SFORZO.MA IO AVEVO LA MIA DIGNITà, ORA CAPIVO perché IL SIGNOR O L’AVEVA PRESA IN GIRO SENZA FARSI SCRUPOLI, ERA UNA PERSONA AL GUSTO DI NIENTE. LA GIUDA CREDEVA CHE STESSERO INSIEME, MA LUI L’AVEVA USATA PROPRIO COME IL CUGINO, NON PRENDENDOSI NEANCHE LA BRIGA DI CONTINUARE LA FALSA STORIELLA Più DI DUE BOTTE E VIA. MA IN CHE MONDO ERO ENTRATA?NON PASSò TANTO TEMPO DALLA SECONDA BOTTA AD UN’ALTRA FESTA PRIVATA DI UN PICCOLO RICCO EREDITIERO, SI ESTRANIARONO DAL GRUPPO INSIEME AD UN’ALTRA COPPIA, LA MIA MIGLIORE AMICA LITIGAVA CON IL SUO FIDANZATO MACCHIATO DI A, LA A DI ADULTERIO, L’AVEVA TRADITA DOPO AVERLE CONFESSATO INFINITO AMORE. IO ERO NELL’ANGOLO DEGLI SCAPOLI, MENTRE UN’ALTRA MIA CARA AMICA TENTAVA CON LE SUE TECNICHE DI SEDUZIONE DI PROCURARSI UN FIDANZATO, CON BUONI RISULTATI AGGIUNGEREI. VEDEVO INTORNO A ME PERSONE IMPEGNATE IN OGNI TAPPA DELL’AMORE: AMORI IN NASCITA, AMORI IN CORSO, AMORI IN ROTTURA. E IO? CHE RUOLO AVEVO? NON NE ERO DENTRO, E A DIFFERENZA DELLE COSE E DELLA POPOLARITà CHE ERO RIUSCITA A RAGGIUNGERE, LA MIA ASTUZIA NON MI AVEVA PERMESSO DI ENTRARE NELL’AMORE. ERA UN CLUB ESCLUSIVO IL CUI BIGLIETTO E LA SOLA STRUTTURA ESTERNA MI ATTIRAVANO FORTEMENTE, MA NESSUNO MI PERMETTEVA DI OLTREPASSARE QUELLA PORTA ED ESSERCI DENTRO NEANCHE PER UN NANO SECONDO. NON AVEVO UN POSTO, MI SENTIVO COME L’ANNO PRIMA, INVIDIOSA OSSERVATRICE IGNORANTE, STAVOLTA CON LA CONSAPEVOLEZZA PIENA DI ESSERLO, SENZA ALCUNA PRESUNZIONE, QUELLA PRESUNZIONE MI MANCAVA PESANTEMENTE, ECCO perché MEGLIO NON SAPERE TROPPO. GUARDAVO FISSO UN QUADRO, IMMAGINAVO DI ESSERE LONTANO, E DI NON PORTARE CON ME ALCUN PESANTE BAGAGLIO, NESSUN SIGNOR O, O OGNI ACCENNO DELLA SUA FAMIGLIA. STROPICCIAVO LA MIA CAMICIA SGUALCITA, QUANDO MI SENTII PRENDERE SUI FIANCHI ED ABBRACCIARE DA DIETRO, MI EMOZIONAI. SBARRAI GLI OCCHI E SENTII DUE GRANDI LABBRA APPOGGIARSI SULLO STUPORE DELLA MIA GUANCIA,ERA LUI, MA COSA CI FACEVA NELL’ANGOLO DEGLI SCAPOLI E ARRECANDOMI TANTA CONFIDENZA, QUANDO GIUDA POTEVA USCIRE DA OGNI ANGOLO? ERA LA METAFORA PERFETTA DEL NOSTRO RAPPORTO QUEL MOMENTO, LUI AVEVA SAPUTO PRENDERMI E STUPIRMI NEL MOMENTO IN CUI DISPERAVO, DOVEVO QUINDI ASPETTARMI CHE MI LASCIASSE FREDDAMENTE ALL’IMPROVVISO E SE NE ANDASSE CON GIUDA, PER RENDER GIUSTIZIA AL RESTO DELLA STORIA. MA NON LO FECE, ANZI MI GIRò IN MODO CHE FOSSI DAVANTI A LUI, MI GUARDò CON I SUOI OCCHI VERDE ACQUA, POGGIò LE MANI SUI MIEI FIANCHI E MI AVVICINò AL SUO PETTO, GLI ARRIVAVO A MALAPENA AL MENTO, SEMBRAVO UNA BAMBINA IN BRACCIO AL PADRE, MI SENTIVO AL SICURO, COME SE MI STESSE CONSOLANDO DOPO AVERMI DATO UN INASPETTATO SCHIAFFO. AVVICINò LE SUE LABBRA A ME, E MI SUSSURRò DOLCEMENTE “ TU SEI SOLO MIA” ARROSSì A QUEL PUNTO IL MIO CUORE. GIUDA TORNò, LUI GIRò GLI OCCHI SCOCCIATO, E LEI MI FECE UN SORRISO FALSO ACCOMPAGNATO DA UN MOVIMENTO DEL BRACCIO COME PER DARMI SPERANZA E CORAGGIO CON LUI. VOLEVA SALVARSI FERMANDO L’EMORRAGGIA A UN UOMO A CUI AVEVA LEI STESSA SPARATO? TORNAI A CASA CONTENTA, NONOSTANTE LA SITUAZIONE NON FOSSE DELLE MIGLIORI ED ERA LA SECONDA PORTA SBARRATA SU DUE, ERA ACCESA IN ME ANCORA UN’UNGHIA DI SPERANZA. POCHI GIORNI E MI ARRIVò UN INVITO PER LA FESTA DELLA PRIMA VERA AL SOLITO LOCALINO, ERA ANONIMO, QUALE MODO MIGLIORE PER ATTIRARE LA MIA ATTENZIONE? TRASCINAI LA MIA MIGLIORE AMICA, E IN POCO TEMPO RIMEDIAI UN INVITO A PRANZO CON LA COMPAGNIA DI LUI E UN SUCCESSIVO INVITO A CASA SUA, IN CUI VIVEVA IL SIGNOR O, NELLA STESSA STANZA, LIQUIDò GLI ALTRI E FECE IN MODO CHE FOSSIMO IO E LUI SOLI. MI BACIò CON PASSIONE, LO SCANSAI, PASSò MEZZ’ORA E DECISI DI ANDARE VIA, COL PESO DI UN BACIO SULLE LABBRA CHE AVEVA BUTTATO NELLA MIA TESTA DOLCI PENSIERI E FORTI ANSIE. MI MANDò MOLTE LETTERE, MI CERCò A CASA, A SCUOLA. ERA UN CORTEGGIAMENTO IN PIENA REGOLA DI UN SIGNORINO, ROSE, FIORI, I RAGAZZI COMINCIAVANO A CHIAMARMI COL SUO COGNOME CHE PARADOSSALMENTE ERA LO STESSO DEL SIGNOR O. MI ERA COMPLETAMENTE PASSATO DI MENTE. COSA MI AVERBBE DETTO? LO AVREBBE MAI SAPUTO? FORSE AVREI DOVUTO DIRGLIELO IO. NON VOLEVO PENSARCI, AVEVO UN INVITO PER IL PIPER, CI SAREBBERO STATI ENTRAMBI. MA DOPO UN PICCOLO LITIGIO AVEVO PAURA DI ANDARCI, ENTRAI NELLA FAMIGERATA DISCOTECA, LO VIDI TRA MOLTI, MI DIEDE UN DELICATO PIZZICO IN PANCIA, A DIFFERENZA DEL MORSO CHE DIEDE AL MIO STOMACO. GIOCAVO CON LA CANNUCCIA DEL MIO ALCOLICO, NE AVEVO BEVUTI DUE. SENTII UNA MANO PRENDERMI, E IL MIO CERVELLO TRASFORMO IN IMMAGINI LE PAROLE CHE MI VENIVANO SUSSURRATO ALL’ORECCHIO “ DEVO PARLARTI, SEGUIMI” LO SEGUII MI PORTò NEL PARCHEGGIO, MI BACIò E RIMANEMMO TENERAMENTE ABBRACCIATI, SOTTO GLI OCCHI DEL GRUPPO DELLE PETTEGOLE , SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI, MA NON MI IMPORTAVA. ERO CONTENTA E NON MI INTERESSAVA SE IL MONDO LO SAPESSE. IL GIORNO DOPO SCAPPAI DI CASA PER QUALCHE ORA E GIROVAGAI PER UNA LOCALITà DI MARE CON LE MIE MIGLIORI AMICHE, PER LA PRIMA VOLTA SENZA NESSUN PESO SE NON QUELLO DELLA FELICITà , CHE NON PESAVA AFFATTO. QUALCHE GIORNO DOPO LITIGAMMO, MA ERAVAMO IN TRATTATIVE,IL SIGNOR O MI VENNE VICINO “ HO SENTITO UN ODORE DIVERSO SUL MIO LETTO QUALCHE TEMPO FA” CI CAPIMMO CON UN SOLO SGUARDO, IO ALLORA MI AVVICINAI E GLI DISSI CON STUPORE “COME FAI A SAPERLO?” “ MI è STATO RIFERITO”. CI PARLAVAMO Già POCO, SMETTEMMO COMPLETAMENTE EVITANDO ANCHE I SALUTI. LUI NON ESISTEVA Più. CONTINUAI QUELLA SOTTOSPECIE DI RELAZIONE CHE NON MI DAVA FELICITà, NONOSTANTE A DIFFERENZA DEL SIGNOR O LUI IN QUALCHE MODO C’ERA, OGNI TANTO, ZOPPICANDO. NON ERA AMORE, MA MI AVEVA COINVOLTO ABBASTANZA DA GARANTIRMI CHE ALLA FINE NE AVREI SOFFERTO. VENNE UNO DEGLI EVENTI Più IMPORTANTI DELL’ANNO, IL BALLO DELL’ELITE DEL CLASSICO. AVEVO UNO SCANDALOSO VESTITO DI PIZZO NERO E ROSSO, UN TIPICO TACCO DEI NOSTRI ANNI 60, ROSSETTO ACCESO ROSSO, QUANTO LA MIA SPERANZA DI RISANARE IL MIO RAPPORTO AMOROSO. FECI LA MIA ENTRATA TRIONFALE, ARRIVAI IN RITARDO, COME LE STELLE, E PASSAI AVANTI DI MOLTI POSTI, IL SIGNOR O APPENA MI VIDE MI PERMISE DI ANDARE AVANTI. FU UN DISASTRO. UNICO MIO COMPAGNO IL VINO, L’ALCOOL E LE LACRIME. LO VIDI PARLARE CON UN’ALTA BIONDA OSSIGENATA, ALTA, BELLISSIMA E INTERESSATA A LUI, CHE ORMAI DA UN MESE STAVA TRAMANDO CONTRO DI ME, E AVEVA FATTO IN MODO CHE BEVESSI, AVEVA FATTO IN MODO DI PARLARCI E DI METTERMI FUORI GIOCO. DIEDI SPETTACOLO DI ME, FUI INSULTATA DALLO STUPRATORE, AIUTATA DA MOLTE DAME DELLA CARITà Più POPOLARI DEL MOMENTO. MAI IMBARAZZO MI AVEVA ACCAREZZATO Più GIUSTAMENTE. TORNAI A CASA, AVEVO UN GRANDE MAL DI TESTA, MA Più DI TUTTI ERA L’ORGOGLIO A FARMI ENORMEMENTE MALE. MI COPRIVO NEI MODI Più ASSURDI POSSIBILI, AVEVO PAURA CHE SE NE SAREBBE PARLATO OVUNQUE, CHE TUTTI MI AVREBBERO RIPUDIATA. VISSI UNA SETTIMANA NELL’ORRORE E NELLA PAURA. USCII E INCONTRAI LO STUPRATORE, MI VENNE VICINO CON IMBARAZZO, COMINCIò A PARLARMI COSì “ IL CORO CHE TI HO ORGANIZZATO, ERA SOLO PER SCHERZARE, NON HO NULLA CONTRO DI TE, PENSO CHE ORMAI LA NOSTRA CONVIVENZA SIA CIVILE” RIMASI TANTO STUPITA DA TALI PAROLE, PENSAI DAVVERO DI AVER PER TANTO TEMPO GIUDICATO MALE UNA PERSONA. PROVAI QUASI UN SENSO DI COLPA PER AVERLO INDIRETTAMENTE FATTO LITIGARE CON I SUOI AMICI QUALCHE TEMPO PRIMA, PROVAI GRANDE IMBARAZZO DI FRONTE A QUELLE SCUSE CHE SI PRESENTAVANO APPARENTEMENTE NUDE DI OGNI FALSITà O MASCHERA.POCO DOPO INCONTRAI ANCHE IL SIGNOR O, MI GUARDò E MI DISSE “ HO SAPUTO. CHE SCHIFO”, IL CUORE MI SI BLOCCò, LA SALIVA ERA COMPLETAMENTE PROSCIUGATA, IN COMPENSO IL LIQUIDO ERA ANDATO A FINIRE NEGLI OCCHI, FREMENTI DI PIANGERE. FECE UN ACCENNO DI SORRISO, ALZò I SUOI OCCHI BIRICCHINI E CONTINUò “ SCHERZO! LO FANNO TUTTI, SEI UNA DONNA, HAI CORAGGIO!QUELLA SERA TI HO ANCHE DIFESO CON LO STUPRATORE, TE NE HA DETTE DI TUTTI I COLORI DIETRO, HA DETTO CHE SEI UNA DONNA SCHIFO, MI SONO MOLTO IRRITATO, LUI NON TI CONOSCE! PER NON PARLARE DELLA FIDANZATA DI MIO CUGINO, QUANDO ANCORA NON LO ERA, è STATA TUTTA LA SERA A SCREDITARTI PER APPARIRE” NON EBBI PAROLA Più SINCERA DI UN “GRAZIE” IMBARAZZATO, SINCERO E STUPITO. AVEVO CAPITO CHI MI REMAVA CONTRO. LO STUPRATORE ERA UNA PERSONA CHE ORMAI NON MI SPRECAVO Più A CAPIRE, ERA VITTIMA DELLA MASCHERA DI SE STESSO CHE SI ERA CREATO. IN QUANTO ALLA MIA GIURATA NEMICA, CHE RAZZA DI PERSONA VUOTA è UNA CHE HA BISOGNO DI FARE PICCOLI GLI ALTRI PER POTER APPARIRE GRANDE? AVEVANO IN COMUNE IL FATTO DI SCREDITARE GLI ALTRI, METTERLI IN RIDICOLO PER SPOSTARE DIRETTAMENTE IL RIFLETTORE SULLE LORO PERSONALITà IMPERFETTE, PULLULANTI DI TRUCCO E QUINDI APPARENTEMENTE SENZA DIFETTI. SI ERA TUTTO CAPOVOLTO. ANDAI AL SECONDO EVENTO DI INIZIO ESTATE,VIDI LUI CON LA SUA FIDANZATA. MA PER UN MOMENTO LO VIDI SOLO, NON VOLEVO PARLARGLI DIRETTAMENTE, VOLEVO SOLO CHE I MIEI OCCHI RIUSCISSERO AD AVERE SPIEGAZIONI DAI SUOI,GLI ANDAI VICINO PER SALUTARLO, IN QUANTO IL SALUTO NON SI TOGLIE A NESSUNO, MI SCANZò CON UN SORRISINO “ SONO FIDANZATO, VAI VIA,” è COME SE AVESSE DETTO “ VIA LE TENTAZIONI”, ERO STATA QUESTO PER LUI? UNA STUPIDA TENTAZIONE? LO TEMEVO, MA Più LO TEMEVO Più DIVENTAVA REALTà. EPPURE CI PASSAI UN PO’ DI TEMPO, STETTI IN BRACCIO A LUI, CHIUNQUE CI GUARDASSE PENSAVA MALE. FINì ANCHE QUELLA SERATA, E TORNAI A CASA COMUNQUE FELICE,PENSANDO CHE LA GUERRA CON QUELL’OCA ERA APPENA COMINCIATA, LE AVREBBERO RIFERITO TUTTO, E MI SAREI ASSICURATA UN ROUND. USCII FELICE DA CASA QUELLA SERA D’ESTATE, E INCONTRAI IL SIGNOR O, UBRIACO AL BARETTO, MI GUARDò E MI CHIESE DI COME SI ERA COMPORTATO MIO CUGINO CON ME “ MIO CUGINO è UN IDIOTA, DEVI LASCIARLO PERDERE, TU SUL LETTO CI DEVI SALIRE SOLO CON ME!” ARROSSII A QUELL’AFFERMAZIONE. PASSAMMO MOLTO TEMPO INSIEME QUELLA SERA, TANTO PER VEDERE CHE AL LOCALINO SI ERA RIUNITA LA NUOVA COPPIA, ENTRARONO E LUI MI GUARDò CON ARIA INFUOCATA DI TERRORE E IMBARAZZO, SI BACIARONO DAVANTI A ME, MI GUARDò E MI RISE, LEI FINTA IMPIETOSITA CON QUELL’ODIOSO ACCENTO INGLESE DA STUPIDA DISSE “ NON FARGLIELO DAVANTI PERò” COME ERA POSSIBILE? COSì TRISTE DA FAR PENA AL MIO NEMICO? SUCCESSE PER ALTRI 10 GIORNI, AL DECIMO LUI CHIESE ALLA MIA MIGLIORE AMICA DI ME. LA FIDANZATA CERCò DI BACIARLO, MA LUI SI RIFIUTò, EBBERO UNA DISCUSSIONE E QUANDO LEI SCAPPò VIA, MI SI AVVICINò E MI SPUTò SULLE SCARPE, LUI INVECE DI SEGUIRLA PROVò A PARLARE CON ME. IL GIORNO SEGUENTE VOLLE PARLARMI E SAPERE SE ERO GELOSA. A ME NON IMPORTAVA, LASCIAI TUTTO E SCAPPAI DI CASA PER UNA SETTIMANA. FU LA SETTIMANA Più BELLA DELLA MIA VITA. AL MIO RITORNO LA VITA NON AVEVA SMESSO DI ESSERE TALE. ERA NOTTE E INCONTRAI IL SIGNOR O CON UN SUO AMICO QUASI UBRIACO.