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Autore: Miss Trent    23/12/2008    5 recensioni
"Mi chiamo Nina Williams, e sono una cacciatrice. Il termine esatto in realtà sarebbe "assassina a pagamento", dato che uccido persone dietro compenso, ma preferisco di gran lunga definirmi una cacciatrice..."
Nina Williams ha ricevuto un altro incarico di morte: il suo obiettivo è Sergei Dragunov, un glaciale militare russo impegnato in una missione scomoda. Sullo sfondo della neve di Mosca prima e dei monti siberiani poi, questa missione sembra non avere fine. E Dragunov sembra avere più di un lato nascosto.
__EPILOGO__
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nina Williams, Sergei Dragunov
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ritorno ad Avalon

Non aggiorno da più di UN anno...motivo, una crisi che tra le altre cose mi aveva fatto dubitare seriamente se continuare o no questa storia. Non la potevo lasciare incompiuta però, cosi eccomi di nuovo qui. Certo, magari gli aggiornamenti non saranno sempre veloci, ma la voglia c'è, o meglio, è tornata... ^^

Capitolo sesto – Ritorno ad Avalon


Quartier generale dei servizi segreti giapponesi, ore 12.21

    Il generale Itama era di cattivo umore quella mattina. Le notizie che giungevano da Mosca non erano delle più gradite, tuttavia si sforzava di mantenere la calma mentre sistemava la sua scrivania. Mettere in ordine le sue cose lo aiutava sempre a rilassarsi. Non aveva alzato lo sguardo quando la porta si era aperta, né aveva risposto al saluto rispettoso dell’ufficiale che annunciava l’arrivo dell’agente 34.
    Stanca, arruffata, arrabbiata, Nina Williams era entrata scattando nervosamente, come attraversata da piccole scariche elettriche. Un inchino al generale, poi era rimasta in silenzio, guardando davanti a sé. Odiava quello che stava per succedere.
    Il generale aveva parlato senza degnarla di uno sguardo.
    – Quando l’ho convocata mi aspettavo un lavoro pulito e veloce. – il peso che aveva dato a quest’ultima parola era stato insostenibile per Nina.
    – Mi dispiace doverle annunciare che questo incarico non è più suo. Avrà comunque il 10% del compenso iniziale, e il vincolo di segretezza con i nostri servizi. Non possiamo mettere a rischio certe informazioni. – Il generale passò sopra l'espressione incredula di Nina.
    – Torni a casa, e dimentichi tutto. –
    Nina non riusciva a formulare una frase sensata, si rendeva conto di stare perdendo il controllo.
    – Io posso riprovare – azzardò, ma Itama la fermò con un cenno della mano.
    – Ha fatto abbastanza. Può andare. – senza dire altro, l'uomo le volse le spalle e riprese a leggere alcuni documenti.
    Nina rimase al centro della stanza, con lo sguardo perso nel vuoto.

***

    Il cellulare stava vibrando sul piano del tavolo con un rumore sordo e insistente. L'uomo arrivò a passi veloci dalla camera accanto – era appena uscito dalla doccia, e si stava ancora vestendo.
    – Pronto. – esordì professionale. Dall'altra parte, una voce che conosceva bene. Ascoltò attento, passandosi una mano nei capelli biondi ancora umidi.
    – Arrivo. – riattaccò e lasciò il telefono con noncuranza, tornando a vestirsi. Uscendo da casa si era guardato allo specchio – non ne poteva quasi fare a meno. Si scostò una ciocca ribelle davanti agli occhi, sorridendo. Quando chiuse la porta attivò il sistema di sicurezza. Non sapeva quando sarebbe tornato.

***

    Nina era sempre più nervosa e rabbiosa. Erano cinque giorni che dormiva pochissimo e quasi non mangiava. Non sopportava l'idea di essere stata messa da parte, doveva fare qualcosa. Il suo equilibrio cominciava a risentirne.
    La sesta notte risolse di prendere un aereo per la Russia. Ci sarebbe tornata sola, per la prima volta senza un ordine dietro. Era lei il suo mandante adesso.
    Ne sapeva abbastanza su dove trovare la sua preda, doveva pensare a come trovare la strumentazione necessaria. Di certo non poteva andare da Heiachi Mishima, né da quell'essere viscido che era suo figlio, Lee Chaolan – dopotutto erano loro che avevano corrotto i servizi giapponesi. Chi rimaneva?
    – Clive Campbell. – quel nome era uscito da solo mentre era seduta a bordo letto con la testa fra le mani. Uno dei più potenti boss della mafia irlandese, nonostante la giovane età, influente e temuto. Più di una volta Nina aveva portato a termine degli incarichi per suo conto. Avevano condiviso gli anni del liceo, prima di venire espulsi per condotta indisciplinata una e per spaccio l'altro. A quei tempi si odiavano, poi avevano fatto entrambi carriera e si erano ritrovati.
    Non lo vedeva da un anno e mezzo, non sapeva se nel frattempo fosse successo qualcosa. Ancora un po' incerta aveva provato a chiamarlo, ma senza successo. Sarebbe dovuta andare in Irlanda prima di tornare in Russia.

***

Dublin Airport, Irlanda, ore 13:56

    L'aeroporto di Dublino l'aveva accolta con il solito viavai di gente e bagagli. Nina stava iniziando a sentire il jet–lag, e non sopportava tutto quell'affollamento. Finalmente tirò un sospiro di sollievo quando riuscì a salire su un taxi. Stava andando a trovare lei stessa Clive, sarebbe dovuta stare attenta. Nel frattempo guardava la città coperta di neve, uguale all'ultima volta che c'era stata, l'anno precedente.
    Il taxi l'aveva portata in una zona periferica, non lontana dal quartiere in cui era cresciuta, e l'aveva lasciata davanti alla sua vecchia scuola. Nina guardò l'edificio, un palazzo antico ma ancora in buone condizioni, e passò davanti all'inferriata verde del cortile. Dalle finestre all'interno si potevano vedere ragazzi e ragazze che seguivano le lezioni nelle loro aule. Non si fermò oltre, e iniziò a camminare speditamente in direzione opposta. Doveva arrivare all'Avalon, quartier generale degli affari di Clive, un pub che di solito tutti evitavano e che i tassisti si rifiutavano di raggiungere.
    Presto l'insegna a caratteri medievali fece la sua comparsa quando Nina svoltò l'ennesimo angolo. La strada era semideserta, solo un tizio alto con un paio di occhiali da sole fumava davanti alla porta del bar. Lei gli passò davanti indifferente, e questo gli restituì un'occhiata truce. Non ci voleva molto a capire che era uno dei nuovi scagnozzi del clan Campbell.
    Il locale era piccolo e fumoso, con il bancone sulla sinistra. C'era poca gente a quell'ora del giorno, per lo più tipi non esattamente raccomandabili. Tutti si girarono a guardare Nina, quando entrò.
    – Clive è qui? – chiese a bassa voce al barista che metteva ordine tra le innumerevoli bottiglie di liquore sugli scaffali. Lui rimase un attimo fermo, poi le si rivolse con aria sospettosa.
    –E tu che vuoi?– rispose scontroso.
    – Devo vederlo. E parlargli. – disse Nina fissandolo dritto negli occhi.
    – E chi saresti? – ribatté poggiando la bottiglia con un rumore sordo.
    – Diciamo un'amica –
    Lui le indicò con un cenno della testa una scala sul fondo, tornando alle sue bottiglie. Nina attraversò la stanza, mentre tutti la seguivano lo sguardo.

    Al piano superiore c'erano due porte, una delle quali era semiaperta. Un colpo secco ed era entrata. Due uomini si alzarono e le si avvicinarono con fare minaccioso. Clive Campbell era seduto su una poltroncina rossa insieme ad altre due ragazze, e rideva insieme a tre tipi uno più sguaiato dell'altro. Nina venne fermata dalle due guardie del corpo.
    – Puoi dire ai tuoi scimmioni di lasciarmi stare? – disse acida in direzione di Clive, che nel sentire la sua voce cambiò completamente espressione e si voltò verso di lei.
    – Questa voce...Pandora! non ci credo! Chi non muore... – iniziò abbastanza sorpreso alzandosi dalla poltrona. – Che ci fai qui all’Avalon? –
    – Un affare. Di una certa urgenza. – rispose lei divincolandosi dai bodyguards.
    – Ok, levatevi dalle palle adesso, anche voi due. Devo rimanere solo con questa signorina… – disse Clive in direzione dei tre uomini seduti e alle ragazze. Uno di loro, vedendo Nina, si lasciò scappare un fischio di approvazione. Lei lo fulminò con lo sguardo. I cinque se ne uscirono, e una delle guardie richiuse la porta.
    – Che fine avevi fatto, sorella? – ora Clive era abbastanza vicino, Nina lo poté guardare meglio. Gli stessi occhi tondi e azzurri, lo stesso pizzetto sul mento, gli stessi capelli castani sparati in su, eppure il volto era molto più scavato dall'ultima volta.
    – Lascia perdere, ho qualcosa da chiederti. –
    – Sembra importante...siediti, siediti. Non cambi mai – disse lui con un sorriso obliquo. Nina prese posto su un pouf nero, restituendo un'occhiataccia ai due gorilla.
    – Ned e Mark non ti daranno più noia ora che sanno che sei dei nostri. – continuò sedendosi anche lui.
    – Li hai cambiati di recente...Alec mi avrebbe riconosciuto. – mormorò Nina spostando lo sguardo in un'altra direzione.
    – Alec...non sai che delusione quando l'hanno messo dentro. Era un pesce piccolo comunque... –
    Sul tavolino tra loro c'erano ancora una carta di credito e una striscia di polvere bianca su un vassoio. Conoscendo Clive, doveva essere cocaina della migliore qualità.
    – Vuoi provarla? È eccezionale... – disse guardandola di sbieco.
    – Anche tu non cambi. – fu il commento pungente di Nina. –Mi serve roba. Sono di nuovo sotto contratto. – mentì.
    – A chi devi far saltare il cervello stavolta? – chiese lui accendendosi una sigaretta.
    – Non lo conosci... – iniziò, ma venne interrotta da Clive che si sporse nella sua direzione.
    – Aspetta aspetta...mi stai chiedendo un favore? – fece divertito.
    Nina lo guardò seria. –Sei uno dei pochi di cui mi posso fidare.–
    Clive rimase a guardarla, continuando a fumare.
    – Mi serve un GPS, un fucile di precisione, coltelli...la storiella la conosci. – iniziò guardando le volute di fumo che salivano in aria.
    –Servizio completo, eh? Pensavo che una professionista come te queste cose le tenesse nell'armadietto, o sotto il materasso...– la punzecchiò dopo l'ennesimo tiro. Il fumo lo aveva quasi avvolto in una nuvola.
    – Da professionista quale sono, non posso tenere tutto in un armadio. – disse Nina in tono ovvio.
    – E a me cosa ne viene in tasca, per essere chiari?–
    – Soldi, ovviamente. Una valigetta in pezzi da 50 euro basta? – domandò anticipandolo.
    Clive rimase pensoso. – Non è che poi mi ritrovo nei casini per colpa tua...quello che ti serve, te lo faccio avere via Ned. – concluse.
    – Di me non ti devi preoccupare. Ti faccio trovare tutto pronto. –
    – Dopodomani, sempre qui. Entra dal retro. Dovrebbe essere una cosa facile. –
    – Ci vediamo tra due giorni allora. – fece lei alzandosi.
    – Non mi dici grazie?–
    – Ti ringrazierò dopodomani. E...non chiamarmi più Pandora, non siamo più al liceo. Ho sempre detestato quel soprannome. –
    – Ah, i vecchi tempi...ultimamente mi mancavano tutte le risse in cortile. – disse Clive spegnendo la sigaretta.
    – Ti manca anche quando ti ho rotto il setto nasale? O quando ti stavo per storcere un braccio? – rise Nina.
    – Che fossi più brava di me non lo volevo ammettere, ma adesso le cose sono cambiate...– Clive la seguì mentre si avviava alla porta.
    – Ovvio...ma non chiedermi rivincite. –
    – Oh, tranquilla, non ce n'è più bisogno. Comunque, se ne avrai voglia, sai dove trovarmi. Chissà se non riesca a rompertelo davvero, un braccio. – rispose lui mimando il gesto.
    – Certo, come no...ci vediamo – disse ironica mentre usciva.
    – Ci vediamo – disse Clive salutandola.
    Nina uscì dal pub, e sparì per le viuzze del quartiere.

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Il personaggio di Clive Campbell mi frullava nella testa da un po' di tempo...mi sono divertita a inventare un possibile passato a Nina, quello che la Namco di solito non racconta...spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto^^
Grazie a:

Vergil, annasukasuperfan, Mimi 93 (scusa la mia curiosità...hai origini russe? :) ), Valy_Chan (ammora *.* non sai quanto sono stata contenta di leggere un nuovo capitolo del Blouson Noir e la Bambina e quanto la tua recensione mi abbia fatto felice! Ormai Nina e Sergei sono diventati una 'coppia di fatto' nella mia mente bacata xD), Silver Princess (grazie mille dei complimenti...ultimamente ho letto "Dreamland", mi è piaciuta tantissimo, spero che la continuerai presto^^...) e unadelledue (a te ho già detto tutto :))

Grazie per essere arrivati fin qui...spero di aggiornare in tempi umani xD (ovviamente commenti e recensioni fanno sempre piacere...)
Auguri per un Natale e un anno sereni^^

Miss Trent

  
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