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Autore: _Ala_    23/12/2008    4 recensioni
"Sei un illuso Naruto, forse siamo due illusi. La gente mormora, dice che Sasuke non tornerà più."
"Si, ma non è vero".
"Lo sai che lo è. Tu lo sai, io lo so, tutto il mondo lo sa."
"Non è vero."
"Mi stai dando della bugiarda?!"
"Oh no, Sakura-chan! Non lo farei mai!
Io sto solo dicendo che tutto il mondo si sbaglia."
[Naru/Sasu/Saku]
[Threesome]
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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riassunto
FAIRYTALES
 
 
Sakura trasformò il suo urlo in singhiozzi mentre scivolava per terra, priva di quella forza che avrebbe dovuto sorreggerla: l’amore.
L’amore quasi ossessivo, irrazionale, per Sasuke e poi quell’altro tipo di amore, un amore che in fondo sapeva un po’ d’amicizia, di sicurezza, d’appoggio.
Il bisogno disperato che lei aveva di Naruto.
Perché non era l’Uchiha infondo, a esserle rimasto accanto mentre la sua realtà crollava in pezzi,
anzi era lui che l’aveva infranta.
Si, quando tre anni prima il destino l’aveva privata del suo tutto, di Sasuke,
lei aveva scoperto che in mezzo a qual niente qualcosa di rimasto c’era ancora.
Qualcosa di piccolo, qualcosa che la ragazza che era stata prima era troppo cieca per vedere,
così abbagliata dal grande fuoco Uchiha e lì, lì nell’ombra di quella luce, era sempre rimasto lui, Naruto.
Il bambino con troppi sogni, il bambino con troppa solitudine intorno,
con una forza tremenda e terrificante racchiusa dentro - quella del Kyuubi - e un’altra ancora più forte: la sua.
Quella che si permetteva di sopravvivere al demone, di sopravvivere alla solitudine.
Lui non tirava semplicemente avanti, lui combatteva.
Combatteva per se stesso, per il suo sogno, e per il sogno di qualcun altro.
Il sogno di Sakura, che era l’amore, la stella di Naruto.
E lui combatteva per riportarle il ragazzo a cui lei aveva donato il cuore.
 
Con gli occhi pieni di lacrime e la gola secca per le urla, fu da lui che strisciò per prima.
Non naruto, non anche Naruto, non avrebbe potuto sopportarlo.
La sua vita, la sua fragile anima già privata da tempo della sua metà, non avrebbe potuto reggere quell’ultima botta.
Sakura si avvicinò al ragazzo, a quello che negli ultimi anni era stato il suo unico rapporto con la vita.
Lo toccò.
Era caldo.
Quasi tremando per l’emozione, per quella speranza che se poi si fosse infranta l’avrebbe definitivamente uccisa,
Sakura chiuse gli occhi e permise alla ragione, al ninja medico che era in lei di intervenire.
Stese la mano sul suo capo, in aria a pochi centimetri della sua guancia, dalla sua tempia,
e quando li riaprì erano pieni di lacrime diverse, di sollievo.
"Sei vivo…" mormorò.
 
In quel momento Sakura percepì un movimento, un impercettibile, minuscolo movimento.
Altri due occhi si aprirono.
E non erano quelli di Naruto.
La kunoichi rimase ferma, immobile, shoccata a fissare quegli occhi, occhi neri come ossidiana, come la notte stessa.
Quegli occhi che portavano il respiro alle sue labbra.
Rimase per un secondo infinito immobile, impietrita davanti a lui,
ma dentro sentiva un turbine di emozioni così devastanti da non riuscire realmente a comprenderne nessuna.
Sentiva la gioia e l’opposto della gioia che si annientavano l’un l’altra in un vuoto in cui l’unica cosa
che importavano erano gli occhi di lui.
Era talmente felice da non riuscire ad esserlo.
 
 
[ E’ così difficile riuscire a comprendere la portata dei tuoi sogni quando questi si avverano]
"Sa..su…ke-kun…" fu solo capace di mormorare, in una replica di quella volta,
un mese prima, quando l’aveva rivisto dopo tanto tempo e lui le aveva detto che l’avrebbe uccisa per un suo capriccio.
Quello era stato un Sasuke che lei non conosceva, non che si illudesse di averlo mai conosciuto veramente
ma era ancora più freddo e privo di sentimenti, era totalmente vuoto. Inumano.
C’era solo odio in quel mukenin, solo odio verso una persona.
C’era solo un obbiettivo, nient’altro.
Senza più quell’obbiettivo non ci sarebbe più stato nemmeno lui.
Ma oggi quegli occhi erano diversi.
C’era tutto dentro.
Tutto il mondo.
C’era perdita, c’era sconfitta, c’era rinuncia.
Rinuncia a continuare a crederci.
Anche quell’obbiettivo era scomparso, e con esso, sembrava dover infine scomparire anche lui.
Il guscio per quella vendetta, un guscio ormai vuoto.
Sasuke mosse le labbra, ma ne uscì solo aria silenziosa.
Sakura scosse la testa senza capire.
Sasuke stette in silenzio.
Come a ricaricarsi, a convincersi. Quando infine parlò la sua voce era ferma.
"Sakura, uccidimi."
Lei sbarrò gli occhi verdi, le si mozzò il fiato.
"No!" espirò.

 

 
 
***
 
 
Cosa poteva fare ora?
Non poteva riportarlo a Konoha, aveva troppa paura di quello che avrebbero potuto fare.
Delle decisioni del Consiglio.
E lei non poteva rischiare.
Non avrebbe mai potuto farlo.
Sasuke era tornato.
 
Quando Naruto si svegliò la fissò spaventato.
"Cosa hai fatto?"
Sasuke era tornato.
 
 
Sakura lo guardò, dura.
"Sarebbe morto.
L’ho guarito
- salvato -
Ti sembra così strano?"
Sasuke era tornato.
 
Lui scosse la testa, un sorriso amaro sulle labbra.
Già complice di quell’illusione.
"No, Sakura-chan"
Sasuke è tornato?
 
Avrebbero dovuto saperlo.
Che non lo avevano ancora guarito
- salvato -
Ma era bello crederci.
 
 
 
***
 
 
 
Da quando aveva riaperto gli occhi Sasuke era stato capace di dire una sola frase.
[Non ce l’ho fatta]
I due ragazzi vicini a lui avevano sollevato la testa e si erano guardati,
lo stesso scintillio nello sguardo nel costatare che allora era ancora in grado di parlare.
Che non era del tutto vuoto come sembrava.
Non si muoveva.
Non li guardava.
Teneva gli occhi fissi nel vuoto, così apatico da sembrare morto.
Ma poi aveva detto quella frase, e loro avevano sperato.
Solo che successivamente l’aveva ripetuta così tante volte
che alla fine Naruto avrebbe preferito fosse rimasto zitto.
Quella nenia desolante, fatta solo di parole respirate troppo forte lo distruggeva.
Perché se quello che Sasuke esternava era quello che sentiva dentro,
allora era difficile convincersi di averlo salvato. Troppo difficile.
Persino per lui.

 

Ma dopo quattro giorni scoppiò.
Quella situazione gli toglieva l’aria.
Non riusciva più a guardare Sasuke rimanere privo di vita, non riusciva più a sopportare
che Sakura continuasse a sorridere e medicargli le ferite come se tutto andasse per il meglio.
Lui non era fatto per l’ipocrisia, non riusciva a recitare, e ora i fili si stavano stringendo troppo intorno a loro,
sentiva quelle sottile corde di finzione segargli la pelle.
Per un po’ riuscì a nasconderlo, d'altronde la sua pelle era famosa per rigenerarsi in fretta, quasi istantaneamente.
Ma alla lunga quel logorio risultò così evidente che anche gli occhi di Sakura, ora puntati su altre ferite se ne accorsero.
"Cosa c’è che non va, Naruto?"
Lui non alzò nemmeno il viso, scosse un poco le spalle.
"Cosa va piuttosto?" mormorò.
La ragazza stette in silenzio.
Lo shinobi fremeva sotto i suoi occhi, disturbato tanto dall’apatia di lui quanto
dalla incredibile capacità di lei di far finta che fosse tutto normale.
"Naruto…" sussurrò la ragazza, quasi supplicandolo di lasciarla nella sua apparente felicità,
di non costringerla ad aprire gli occhi. Ma quel tono riuscì solo a farlo infuriare di più.
"Cosa va, Sakura-chan!? Dannazione, dimmi che cos’è che va esattamente!
Ti sembra normale tutto questo? Mi fa SCHIFO, mi fate schifo! Tutti e due!"
Lei incassò le spalle, come a difendersi dalla sua rabbia.
Cercò di balbettare qualcosa, le labbra morbide che tremavano, ma lui continuò a inveire.
"Guardati! Tu che te ne stai lì, con quel tuo solito vestito rosso, così romanticamente spaventoso,
che ti pettini i capelli per piacere a una statua di gesso che tra poco nemmeno respira,
come se ti ostinassi a fare finta che quel cadavere lì disteso abbia qualcosa a che fare col nostro Sasuke!"
Lei rimase solo a guardarlo, tremante, mentre le lacrime affollavano quegli occhi infranti dalla realtà.
Naruto non le badò più che un istante, girandosi poi schifato, come se lo riempisse di orrore la sua sola vista.
Afferrò invece Sasuke per le spalle, tirandolo in piedi e sbattendolo contro il muro con tutta la forza che aveva.
"Maledizione Sasuke! Ma perché fai così?! Non hai ucciso Itachi, e allora?! Pensi che morire ti servirà a farlo!?
Sei debole Sasuke, mi fai solo pena! Riaverti così non ha senso!
Tornatene da quella serpe se è ciò che vuoi! Io non sono disposto a…"
Ma una mano lo spinse lontano,
strappandolo dal corpo del mukenin che si limitava a fissarlo senza alcuna reazione.
Sakura si mise davanti a lui, come a volerlo proteggere.
"Ma che diavolo stai facendo!?" anche lei stava urlando, strappata brutalmente dal suo mondo di favole.
E Naruto aveva intenzione di risvegliarla del tutto.
"Sakura, guardalo!" ruggì, " E’ come se fosse morto, come se fosse ancora di Orochimaru!"
"Lui non è di Orochimaru.." bisbigliò lei tra i denti, poi assottigliò gli occhi,
"Naruto, è Sasuke. È sempre stato difficile!"
Il ragazzo distolse lo sguardo, senza sembrare intenzionato a rispondere.
"Tsk" fu tutto ciò che disse.
La voce della ragazza di ammorbidì "prova a metterti nei suoi panni, pensa a tutto quello che ha passato…"
"E PERCHE’ IO NON L’HO PASSATO!?" ruggì il ragazzo in risposta.
"Evita di usare con me queste pallide scuse Sakura-chan, tutti abbiamo ricordi che vorremmo dimenticare"
La sua voce andò in decrescendo, prima di spegnersi in un basso sussurro.
A Sakura si strinse il cuore, lui non accennava mai al suo passato.
Era tipico di Naruto guardare sempre in avanti con un sorriso.
Gli posò una mano sulla guancia, ma non era intenzionata a cedere.
"Naruto, non è quello che intendevo. Io…lo so, di te."
Lui chinò lo sguardo, non era abituato a venir consolato,
e lei, provando una tenerezza nuova, gli disse:
"Ma… insomma, lui è Sasuke, è qui".
La conversazione, dopo le parole afflitte di lui, aveva cambiato tono,
era scesa a un altro livello e aveva un altro valore per lei.
Non voleva ferirlo, ma lo implorava di capire.
"Questo non è il Sasuke a cui voglio bene"
"E’ Sasuke, è lui, ed è tutto ciò che voglio"
Lui assorbì in silenzio la coltellata in pieno stomaco.
"Non è quello che voglio io…" mormorò, "non mi basta, non è per questo vegetale che ho combattuto".
La sua voce ora era più decisa.
Con delicatezza si liberò dalla mano di lei, che carezzava il suo viso, poi le voltò le spalle e se ne andò.
 
La ragazza lo guardò andare via senza una parola, poi,
quando non sentì più i suoi passi nelle vicinanze si voltò verso Sasuke.
E lo trovò in piedi di fronte a lei.
" Ha ragione Naruto, Sakura"
La usa voce era suadente, quasi viscida e Sakura con orrore si tirò indietro con un movimento istintivo,
le ricordava troppo il tono del Sennin dei serpenti.
"Che intendi?" Balbettò Sakura cercando di rielaborare la sorpresa di trovarselo davanti e reattivo.
"Odiami, uccidimi." Ancora quella voce, quel tono quasi persuasivo, e allo stesso tempo quasi derisorio,
che le faceva accapponare la pelle.
"Io ti ucciderei se servisse" continuò lui, "Ma per cosa, per scappare? Per dove?
Neanche state con lui, neanche uccidere, annullarmi, separarmi da voi, le uniche persone che contassero qualcosa.."
La sua voce aveva preso un tono più deciso.
Ecco il motivo del suo cinismo, era come se parlasse a se stesso.
"Neanche questo mi ha dato il potere per uccidere Itachi"
La voce di Sakura entrò in quell’atmosfera intima,
quel monologo che lui stava tenendo con se stesso, spezzandolo.
"Intendi Orochimaru, vero?" costatò, la rabbia traspariva dalla sua voce.
"Quando dici lui, intendi Orochimaru, vero?"
"Certo, finché è l’unico in grado di darmi il potere…"
Sasuke aveva perso la sua aria imperturbabile ora, stringeva i pugni ai lati del corpo.
"Forse la cosa giusta sarebbe tornare, è l’unico maestro che può darmi qualcosa adesso"
"Orochimaru?! Ma come fai ancora a dirlo, come fai a essere così idiota?!" la frase sfociò in un urlo.
"Se ci tenevi tanto perché non te lo sei fatto trasferire nel corpo?!
Fatti uccidere! Fallo entrare in te! Che schifo, mi disgusta solo l’idea. Quell’essere…dentro di te, che schifo!
Tu non sei suo, non sei suo! Ti tratta come un giocattolo..! E tu! .."
"Sakura, io non sarò mai tuo."
Quella affermazione riuscì a zittirla, la ragazza si sentì come svuotata.
"Non intendevo questo…" mormorò.
"Davvero?" Insinuò lui velenoso, alzando un sopracciglio.
Lei non rispose.
L’Uchiha alzò un angolo delle labbra in un accenno di sorriso amaro. Poi si mosse per sorpassarla.
Lei ci mise una frazione d’istante a reagire.
"Dove vai!?" Esclamò girandosi verso di lui, allarmata.
"Da Orochimaru"
Rispose lui, senza voltarsi ma tuttavia arrestandosi "le tue parole mi hanno fatto riflettere".
"NO! Non lo farai! Te lo impedirò!"
Lui si girò verso di lei, sul viso l’ombra di un sorriso sghembo.
"Ah sì? E pensi di riuscirci? Anche ridotto così tu non puoi competere con me, Sakura".
Sulla faccia della Kunoichi si leggeva il panico, "Chiamerò Naruto! Lui ti fermerà! In due ti fermeremo!".
Ma la faccia del mukenin restò tranquilla.
"No, non lo farai" rispose, " Naruto mi ucciderà Sakura, tu non lo vuoi, tu non vuoi questo."
"No, non lo farà, lui ti ama come ti amo io!"
Sasuke a queste parole si animò, c’era fuoco nei suoi occhi.
"Se mi ami lasciami andare!"
Gridò, e la sua voce era imperativa si, ma anche calda, quasi un implorazione a capire…
Sakura restò impietrita, gli occhi verde foglia,
quasi un emblema di quel villaggio, di tutto quello che lui lasciava. Lei e Konoha.
...e Naruto…
Sasuke le diede le spalle bruscamente, nuovamente di ghiaccio.
"Addio. Se tenti di fermarmi, ti ucciderò"
Ma lei era decisa,
 
[io ti amo]
 
"E allora fallo!"
IL tempo di tendere i muscoli per spiccare la corsa verso di lui e si trovò premuta contro il muro,
il corpo di Sasuke schiacciato addosso e la sua mano che le inchiodava la gola in una morsa ferrea.
"Hai detto che se ti amo dovrei lasciarti andare, hai detto che si ti amo non dovrei cercare di tenerti qui.
Hai detto che non sarai mai mio. Mi credi così egoista Sasuke-kun?"
Strinse i denti, afferrando il polso della mano con cui la imprigionava con le sue.
"Pensi che io ti voglia qui per me? Pensi che non voglia vederti sprecare tutta la tua vita inseguendo una vendetta, per me?
Pensi che io non voglia lasciarti morire, scomparire, per me?
Tu non hai capito niente.
Ama chi ti pare Sasuke-kun, ma vivi.
È a te che dovrebbe interessare.
E mi fa pena sapere che non è così"
Le sfuggì un gemito di dolore che si tramutò in urlo quando lui premette più forte la mano sulla sua gola.
Il viso di lei divenne rosso, le sue labbra si contrassero nello sforzo di prendere aria.
Lui la stava uccidendo, e i suoi occhi rimanevano maledettamente freddi.
L’aria iniziò a vibrare di energia mentre lui richiamava il chakra necessario per un chidori nel suo palmo libero.
Lo avvicinò allo stomaco della ragazza, che si contrasse istintivamente.
" Sei felice Sakura?" mormorò guardandola negli occhi.
" Sei felice?!" Urlò poi cattivo, spietato.
"Io ti amo" disse lei, parole soffocate dalla sua stretta sempre più decisa.
Sasuke piegò il bracciò all’indietro, caricando il chidori di movimento.
Si preparò ad ucciderla.
"Come sarebbe bello" mormorò, avvicinando le labbra al suo orecchio,
"farmi amare da te".
Sakura sbarrò gli occhi, lui bruciò nei suoi.
Rimasero immobili, per un ultimo istante.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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