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Autore: Alphacent    24/12/2008    18 recensioni
Ero concentratissima a seguire la lezione di storia dell’arte, e ci stavo riuscendo, fino agli archi a tutto sesto di San Marco, c’ero! Poi però una forza a me sconosciuta mi ha portata a voltarmi. Non l’avessi mai fatto.
Un mio compagno mi sillaba una domanda: no…hidi?nonn?
Quando finalmente traduco quello che mi sta dicendo, bhe tutte le mie buone intenzioni di concentrarmi sui i capitelli, partono con un biglietto di sola andata per Ibiza! E con un budget niente male!
Ma volete sapere quel era la celebre domanda, quali le parole mi hanno fatto abbandonare la verace via? E mi hanno gettata nella più totale confusione, parole che mi hanno sconvolto la giornata?
Ebbene sette parole gente, sette stupidissime e comunissime parole che mi hanno fatto passare tutta l’ora a rimembrare infantili ricordi! Ed eran queste...
Genere: Generale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Limone.
Lui sa di lim-”
“Rossana!!!” eh chi è?  AHIA!! Oioioi…che male…!
“Rossana stai bene?” imbecille! Certo che non sto bene! Come potrei stare bene? Ho appena avuto un incontro del terzo tipo con la colonna e tu mi chiedi se sto bene?! Aiuu che male il mio povero faccino… mi rialzo faticosamente, quasi fossi un ippopotamo e cerco di continuare a fare quello che stavo facendo prima che mi tornasse in mente… tutta colpa di quello stupido bacio! Oddio, chiamalo stupido… ma perché non se ne vuole uscire dalla mia testa? Accidenti a lui! Accidenti a Akito! Accidenti a me! Accidenti a Rei che ha firmato questo stupido film! Accidenti a questo pavimento che è scivoloso…e no, accidenti a lui! Perché lui, si mi ha baciata! Mi ha baciata… ed è stat
“Attenta!”
“AHIA!!”  aaa! Ti odio!
“Kurata! Pensi di farcela a fare un giro di sala senza incrociare l’unica colonna presente nella stanza?!”  eh… ma sta proprio li in mezzo… agrrh.
“mi scusi” io non ci volevo nemmeno venire! Uffa… che cosa sarebbe corso di ballo medievale? EH????  Rei me la pagherà cara… non sa quanto!
“le parole tienile per quando inizieranno le riprese!” antipatica vecchiaccia che non ha avuto successo e che si ritrova a insegnare in un quartiere disabitato! Più o meno è questo il pensiero che accompagna la linguaccia che faccio appena si volta…ok oggi mi sento capricciosa.
“Rossana che hai per la testa?” mi giro verso la fatina  “niente!” gli rispondo in maniera non proprio elegante. Insomma non ci dimentichiamo quello che ha fatto. E poi cosa gli dico?… Appunto.
“che hai?” insiste con quegli occhi acquosi che sembrano privi di sostanza… ok oggi mi sento capricciosa e polemica. Però infondo cerca solo di sapere che cosa mi turba.
“nulla” dio che male la faccia, ho perso completamente la sensibilità, provo a fare parecchie smorfie ma nulla, in compenso ho trovato un’espressione veramente buffa… sembra Akito… Akito…Bacio no basta nonono!
“a me sembra che tu abbia la testa da un’altra parte…” …e già, però…!
“macchè! Come sta tua sorella?” butto li per cambiare discorso..
“come sai di mia sorella?” io , eh…
“ehm.. No, me l’hanno detto..” mi so fatta sgamare come una bambina che incide con il coltellino svizzero del nonno il suo nome sul tavolo e poi dice con occhi di chi è stato accusata ingiustamente che non è stata lei… Mi guarda con fare indagatorio.
“sta bene” risponde, di circostanza. Vabbe, non sono affari miei.
“cos’era successo? Qualcosa di grave?!”… aspettate come è che avevo detto? Non sono affari miei … vabbe sarò stata influenzata da Catone.
“la situazione di mia sorella è un po’ …complicata” a ha imparato la parola complicata!!
“complicata?” faccio innocentemente.
“VOI DUE, RAGAZZINI, DATEVI DA FARE O USCITE DALLA MIA SALA!!!” vecchiaccia, zitella, acida! Ha calcato particolarmente sull’aggettivo possessivo, eppure a guardarla sembra così dolce e aggraziate, come se non fosse da lei cedere all’ira  o a sentimenti così terreni. E invece è solo un’arpia, ci ha fatto fare un riscaldamento che forse usano nei campi di tortura, io sono una persona delicata!! Non posso fare tutte quelle cose nello stesso giorno!
“quante scene di ballo ci sono in Tristano e Isotta?!” chiedo sconsolata.
“a sufficienza..” mi cadono le braccia. Poi l’illuminazione!
“dobbiamo trovarle un ragazzo!”
“mmmm che le faccia mangiare qualcosa di dolce!” aggiunge ridendo…qualcosa di dolce…mm..chissasè..?? Mi è venuta in mente una piccola idea malvagia..
“bravo fa,-Nao, mi è venuta in mente una certa persona..”  





Sono distrutta! A pezzi, tantissimi piccoli pezzi con gli angoli smussati. Sono allungata supina sul muretto di mattoni che circonda l’edificio, aspettando pazientemente Rei, che oltre ultimamente ha la testa fra le nuvole, e il mio unico obiettivo ora come ora è oziare. Adesso vado a casa e mi faccio un bel bagno caldo e rilassante, altro che la misera doccia di questa palestra. Niente potrà distogliermi da questo proposito. Vedo Naozumi che esce dagli spogliatoi, con i capelli asciutti e pettinati, la felpa a righe blu e azzurre pulita e stirata e i jeans chiari, non si può dire certo che sia brutto però devo dire che non ha quel fascino di Akito.. Che c’entra mo Akito?
“Sei già pronta?” fidati non sono io che sono veloce a prepararmi…
“Non è Rei che è in ritardo!” salto giù dal muretto e vengo investita da una nuvola di gas che dovrebbe profumare… mamma mia quanto profumo ti sei messo. Mi escono uno o due colpi di tosse.
“A ecco, posso riaccompagnarti io, se vuoi” butta li con nonchalange.
“No non preoccupati, devo avere delle scuse per vendicarmi sul povero Rei” già, ogni passo falso, è un interesse in più sulla mia vendetta.
“Mi sembra giusto!..eccolo” mi giro alle mie spalle.
“Finalmente!! Ci vediamo sabato” lo congedo dandogli due frettolosi baci sulla guancia. Che pelle morbida… sembra un bimbo.
“ok, e fai pace con lui!” mi urla mentre salgo in macchina. EH!????????????????? CHE SIGNIFICA? Lo vedo farmi l’occhiolino, mentre estrae il cellulare dalla tasca dei jeans.
Per questa volta lascio correre.. Mi volto verso Rei, e lo trovo inebetito.
“Iuuuhu.. C’è nessuno?! Ti spiacerebbe portarmi a casa giàcchè Aya mi aspetta ed è tardi” dico sventolando la mano davanti al viso del mio autista.
“eeeeee si..” fa sospirando.
“Di un po’ ti sei fatto una canna?”
“… eeeeee…”…sospira ancora... lui guarda la strada con occhi sognanti, e parecchio distratti dato che stiamo andando nella corsia sbagliata.
“REII!!!!” tiro il volante verso di me riportandoci in carreggiata.
“O ciao Sana! Che ci fai qui?” si sveglia guardandomi al di la delle lenti scure.
“Pronto!! Prenditi un po’ di potassio non hai più sinapsi! Ma dico io, si può sapere che hai fatto?!”
“Sana niente, sono normalissimo..! Come è andata la lezione di teatr-ehm-danza?”
“uno schifo, quella acida arpia non ci da un attimo di tregua! Ma non cambiare discorso, e poi perchè sei arrivato così in ritardo?”
“non sono in ritardo, ma considero sempre trenta minuti in più dell’orario che dici, dato che ci metti una vita a prepararti!”
“ma se sono velocissima io… comunque tu non me la racconti giusta” dico poggiando la testa sulla parte alta dello schienale.
“Senti Sana, ma dove stiamo andando?!”
“REiiiiii iii ii i … a casa!” ma come si può? COME SI Può!?






“Sana alleluia, pensavo non venissi più!” nemmeno entro e già inizia a rimproverarmi!
“lasciamo perdere!”
“come sono andate le” la interrompo subito “non mi dire niente che quella vecchiaccia ci ha uccisi”
“vecchiaccia…ma non ha solo trentacinque anni?”
“fa lo stesso!”
“che hai fatto al naso?” naso? Perché? Mi sporgo all’ingresso dove c’è uno specchio e lo vedo di un colore che spicca parecchio sulla mia carnagione chiara.
“..deve essere per lo scontro che ho avuto con la colonna… basta beviamo per dimenticare!” Mi incammino nel corridoio e arrivo al divano.
“a sacrosanto riposo…”
“Bene adesso finalmente posso dirti quello che dovevo dirti” a me ne ero quasi dimenticata.. Oggi l’una mi arriva un messaggio di Aya che deve dirmi qualcosa di importantissimo ma che no può dire per telefono. Aya è strana, ma ormai…
“Si tratta di Akito…” noo non lo voglio sentire..  La mia espressione è più che eloquente.
“io ti dico cosa ho saputo da Tsuyoshi, ma prima tu mi dici che cosa è successo prima che suonasse la mia sveglia, questa mattina” sorrido spontaneamente. Pensare che nel momento in cui lo stupidissimo cellulare di Aya ha iniziato a suonare, tralasciando che mi è preso un colpo che mi avrebbe fatto arrivare sulla luna, comunque ci siamo allontanati come due magneti dello stesso polo, poi Aya si è svegliata e ci ha guardati , e passava da me ad Akito e viceversa.
“niente Aya..” dico abbracciando il cuscino del suo divano. Il suo sopracciglio si alza di venti metri. Continua a rimanere in silenzio. Aspettando che parli io. E vabene.
“un bacio” dico chiudendo gli occhi per ricordarlo.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA” urla piena di gioia e corre ad abbracciarmi. Questa ragazza è pazza.
“lo sapevo lo sapevo lo sapevo!”
“guarda che non significa niente… “ faccio amaramente, a scuola non mi ha rivolto la parola. Io volevo andargli incontro, ma tra la gente che mi fermava a destra e a manca chiedendomi di Kamura l’ho preso di vista.
“niente? Che dici?”
“non mi ha minimamente considerata oggi”
“a.. ecco, Sana… Akito… tu oggi l’haii visto?”
“non proprio..o, di sfuggita..perché?” la guardo interrogativa.
“a si spiegano parecchie cose… allora, oggi sono arrivata a scuola e c‘erano lui e Tsuyoshi parlando, o meglio Tsuyoshi tartassandolo di domande e lui che aveva lo sguardo perso guardando fuori dalla finestra.. Mi sono avvicinata per salutare l‘amore mio e Akito, e.. e aveva fatto a botte con qualcuno perché aveva il labbro tagliato e un occhio tutto arrossato e gonfio..” ma, ma io, io non l’ho visto, se avessi.. .
“Tsuyoshi era abbastanza preoccupato e quando siamo andati via mi poi mi ha detto quello che era successo” fa una pausa, cercando le parole.
“quindi? “ la incito io.
“ehm… il padre”
“il padre cosa? Sta male?”
“L’ha picchiato”
“Stai scherzando?” mi fa cenno di no con la testa.
“… perché?” lei alza le spalle, dice che Tsuyoshi non ha voluto dirle più niente.
“sai dov’è?”
“no, perché? “
“devo trovarlo, ci vediamo domani a scuola, buonanotte” saluto Aya e mi metto alla ricerca di Akito.
Come diavolo gli è venuto in mente al padre di picchiarlo! È suo figlio, che razza di gente è! Possibile che non riesce a stare una sera tranquillo! Dove diavolo si sarà cacciato? Cosa mai avrà combinato? Ecco perché oggi non mi ha minimamente calcolato, e io che stupida egoista che sono! Non mi è minimamente passato per la testa che potrebbe aver avuto qualche problema, invece ho pensato subito che fosse un bastardo e molto altro! Sono un’idiota! Invece aveva problemi più grandi di lui.
Eccolo! Gira da solo come un cane bastonato, ma a testa alta, come sempre, è strano, è orgogliosamente triste, non suscita compassione, solo tanta tanta tristezza, perché un ragazzo a sedici anni soffre così tanto? Mi stringo nel mio giubbotto .. Aki… A prima vista sembrerebbe ben mimetizzato con la mandria di gente che si muove automaticamente per le strade della città. Ma basta guardare il suo volto inespressivo, per vedere che lui con quella gente che lo sorpassa frettolosamente lanciandogli uno sguardo veloce e disinteressato o che gli cammina intorno, non c’entra niente, è li non per sua volontà, ma perché ci si è ritrovato.
Aki.. Perché soffri così tanto? Mi avvicino piano piano,  fino a che non gli arrivo davanti, non gli dico niente, non sono brava con le parole, non riuscirei fargli capire che sono dalla sua parte, che può contare su di me. Lo guardo negli occhi, poi gli accarezzo piano il viso, come lo ha ridotto… lo prendo per mano e lo porto via dalla folla della strada. Arriviamo all’inizio del parco, quella bolla di sapone di colori naturali dentro questa città di luci prepotenti che ti tolgono anche la notte, in silenzio.
Ci addentriamo nel parco, ormai è notte a un bel po’, e appena rimaniamo soli, mi fermo e lo abbraccio forte forte forte. Come se così potessi trasmettergli tutto quello che ho da offrirgli, lui rimane inerte per un poco, poi alza le braccia e mi stringe a sua volta, è la prima volta che risponde ad un mio gesto, be non che ce ne siano stati molti, però io posso dire di averlo abbracciato parecchie volte, hehe, ma questa volta è diverso.
“Quanto sei dolce, hai deciso di farti male insieme a me! Così il mio faccino è molto più bello in confronto al tuo” dico sorridendo abbracciandolo ancora.
“io non ho un bernoccolo al centro della testa che sembra il terzo occhio di Tensing!”
“ma sembri un panda!” il mio piccolo panda! Aggiungo tra me e me. Ci stacchiamo per guardarci in faccia, e iniziamo a ridere, così senza alcun motivo. Una risata contenuta ovviamente, però liberatoria.
“allora cosa hai combinato?” chiedo tornando seria, ma non severa. Lo prendo sottobraccio e arriviamo ad una panchina in legno su cui ci sediamo. Io con le gambe incrociate e il mento poggiato sulle mani, guardandolo in attesa che parli, lui si accomoda appoggiandosi allo schienale con le braccia.
“tu cosa hai combinato? Hai avuto un incontro con qualche fan di Kamura?” molto peggio.
“no, mentre aspettavo Rei sono stata accerchiata da tre ragazzi, ma non preoccuparti sono tutti all’ospedale, con le mie virtù nascoste da samurai li ho messi ko nel giro di due secondi colpendoli con il calcio rotant…ho sbattuto contro una colonna mentre facevo delle piroette..”  HI!
“sei assurda”
“mi dici che hai combinato?”
“perché non lo sai già?” allora possibile che non mi possa mai dare la soddisfazione di aprirsi tranquillamente con me!?
“ma io voglio sentirlo dal mio panda”  esita ancora.
“preferisco non parlarne”  
“oo…. Vabene…” non si fida ancora di me. Ma perchè? Perché non mi considera degna di argomenti un po’ più seri? Perché?
“senti, per ieri” no, non gli permetterò di distruggermi anche oggi.
“non preoccuparti è tutto a posto, scusa devo proprio andare”  dico alzandomi velocemente, e tentando di andar via.
“aspetta” io mi congelo sul posto. Che vuole? Perché gioca così con me? Lui si alza  e mi blocca per il polso, ma questa volta è molto più delicato dell’altra, io alzo lo sguardo su di lui, e per la prima volta, il suo volto mi chiede di ascoltarlo, e i suoi occhi, i suoi occhi non sono più duri e freddi.
“posso farti vedere un posto?”











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Buongiorno--
ammetto di avere un po' paura, dopo il mio ritardo di sei mesi, a ripresentarmi con un capitolino piccolo, e senza sviluppi amorosi... però eccomi qui!
Vi devo delle scuse gigantesche, lo so sono inperdonabile, ma voi mi perdonerete lo stesso vero? ?
Va be, ora che sono in vacanza potrei promettervi di scrivere un po' di più, ma ripensando a tutto quello che devo fare in 13 gironi di vacanza , non mi arrogo questo compito. XDXD
Dato che si è fatta quasi ora di pranzo, e devo muovermi se voglio mangiare, vi lascio senza ringraziamenti ad personam, sperando che non vi offendiate troppo... vi chiedo ancora scusa per il ritardo sinceramente, me ne vergogno, purtroppo il tempo mi è scivolato tra le mani (io propongo giornate di 36 ore... ma non credo riuscirò a cambiare il mondo... ) ...quindi ringrazio tutti colori che leggono, commentano e che mettono tra i preferiti le mie parole, grazie!


UN BACIONE GRANDE GRANDE A TUTTI

E BUONE FESTE
Lucia


ps. qualcuno sa come si scrive Mio piccolo panda in giapponese??
  
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