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Autore: KeiraGreen    14/04/2015    2 recensioni
La guerra è finita, e ha lasciato dietro se persone che tentano di dare un senso ai cocci di ciò che è rimasto della loro esistenza. Non ci sono vinti o vincitori, in un modo o nell'altro hanno perso tutti. Finalmente è arrivato il momento in cui si può ricostruire tutto dall'inizio, vivere una nuova vita. Ed è quello che vuole fare Hermione. Lei che dopo tutto riesce ancora a sorridere ed essere felice. Vecchie amicizie si mescolano con nuove conoscenze, passato si scontra con il futuro. Ma la cosa più importante è che le seconde opportunità non guardano in faccia nessuno, e infondo anche lei capirà che tutti i duri, lei compresa, hanno due cuori.
Dal primo capitolo: "In fin dei conti era felice. Si, lei la ragazza dei libri, quella che arrivava a fine giornata con una storia diversa per la mente. Quella sera, mentre dava la buonanotte al suo Mr. Darcy, pensava che la vita, la sua vita, non era per niente male. Non le mancava nulla. Certo, era un po cambiata, ma infondo la guerra aveva cambiato tutti. Non riusciva a non essere felice."
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Capitolo 2

"Anche i babbani bevono alcolici?"




Il mattino dopo si sveglio tardi. Dormiva talmente bene che nemmeno la sveglia del suo telefono se la sentiva di interrompere quel sonno ristoratore.
“Per Merlino! È tardissimo! Questa volta Molly me la farà pagare!”. Si preparò in un lampo e si smaterializzò direttamente alla Tana. Appena arrivata si liscio le pieghe della sua gonna, comprata il giorno precedente. Ripensò a quanto avesse rischiato e si fosse buttata a fare nuove esperienze negli ultimi anni. Aveva fatto la gavetta presso uno studio nella periferia della Londra magica, presso “Hudson and sons”.
Era uno studio piuttosto piccolo e logoro. Il problema era che accettavano casi di persone poco abbienti, era una sorta di aiuto gratuito. Hermione ovviamente veniva pagata una miseria.
Il signor Hudson, quando la ricevette per il suo colloquio, le mise subito in chiaro la situazione. “Signorina Granger, io so chi è lei. Tutti sanno chi è lei. Io la prendo come mia assistente, voglio darle una opportunità. Solo ed esclusivamente per il suo curriculum scolastico e per la sua brillante tesi sui diritti naturali dei maghi ad Azkaban rapportati alle carceri dei babbani. Lei è l’eroina della guerra magica. Vede signorina Granger, la guerra qui è finita. Lei ora non è più nessuno. Per me, conta quanto la mia piuma.” A lei era subito piaciuto. Finalmente qualcuno che come lei, si era lasciato il passato alle spalle. Dopo due anni li dentro, si era fatta le ossa.
Quando disse al signor Hudson che aveva intenzione di licenziarsi e di aprire uno studio tutto suo,lui le fece i suoi migliori auguri e il giorno dopo le lasciò sulla sua scrivania una piuma con un fiocco. Era la famosa piuma. Era lei.
Pansy fu la prima a sapere di questa sua decisione di aprire lo studio, e fu anche molto felice di accettare il posto come sua socia. Ginny finì gli studi e in men che non si dica si iscrisse all’accademia per auror.
Quella domenica erano tutti fuori servizio e ovviamente erano tutti a pranzo da Molly.
“Eccoti tesoro, sono già tutti dentro! Come mai sei arrivata così tardi? Non mi dire che sei stata sveglia fino alle ore beate a causa di qualche pratica! Lavori troppo tesoro mio, lavori troppo! Entra, entra. Oh, grazie per il vino. Non dovevi. Sei gentilissima come al solito.”.
La Tana era sempre uguale. Appena entrata corse subito dalla sua amica.
“Hermione! Merlino, com’è possibile che sei sempre più bella tu? Lavori come un mulo, mangi schifezze, bevi vino. E sei comunque più bella di me. Questa storia mi puzza. Hai un nuovo ragazzo?”. Hermione scoppiò a ridere. Non aveva una relazione seria da..beh, non se lo ricordava nemmeno più. Dopo la guerra aveva avuto una sorta di relazione con Krum. Si erano rincontrati per caso a Londra, e dopo un caffè in memoria dei vecchi tempi c’era stata anche una cena in memoria dei vecchi tempi. E una birra. E una notte a casa di lei. E poi avevano cominciato a frequentarsi. Dopo un paio di mesi lui cominciava a sentire la mancanza della sua madre patria, aveva tutta la sua vita lì,e aveva mollato tutto per stare con Hermione. Lei non se la sentiva di trasferirsi.
La loro relazione finì con un bacio d’addio sulla porta di casa Granger. Non pianse nemmeno quando lui se ne andò. Si volevano bene, non si amavano certo, ma si volevano bene. Se ne sarebbero sempre voluti. Se ne volettero anche quando lui la invitò qualche anno dopo al suo matrimonio.
“Ginevra sei sempre la solita. No, nessun uomo in vista. E non è vero che mangio schifezze. Figurati che sto facendo da spalla a Pansy che ora è fissata con una nuova dieta. Ogni giorno mangia cose diverse, però con lo stesso colore. Ieri era il giorno del verde e a lavoro si è portata cose come sedano e finocchi per merenda. Ti lascio immaginare..” le due scoppiarono a ridere.
“Come mai oggi non è venuta a pranzo da noi? Mamma ci è rimasta molto male quando ha ricevuto il suo gufo”. Ginevra sospirò.
Sua madre ormai prendeva tutto molto sul personale. Se lei decideva che ci si sarebbe dovute vedere per il pranzo della domenica, nemmeno una improvvisa resurrezione di Voldemort avrebbe potuto farle cambiare idea. Così era e così sarebbe sempre stato.
“Ha sorpreso anche a me. Non ho ben capito in realtà. Ha farfugliato qualcosa sul ritorno di un suo vecchio compagno di scuola che non vedeva da tanto tempo. Non mi ha detto palesemente chi fosse, e io non sono stata ad indagare. Comunque è molto semplice come indagine. Si può restringere il campo di ricerca a Nott, Zabini e Malfoy. Sono gli unici di cui mi ha mai parlato in maniera positiva. E a quanto pare sono anche gli unici che incredibilmente ne sono usciti puliti. A livello legale intendo. In ogni caso, non mi interessa molto. È una mia amica, ma la vita è sua. Questo è quanto.”
Ginny la guardò seria. Lei diversamente dalla riccia, non aveva ancora digerito del tutto la faccenda. Non riusciva a parlare di queste cose in maniera fredda e cinica. Non riusciva a parlare della guerra, di morte e di vecchi ex mangia morte così come se stesse parlando del tempo.
“Forza ragazze, a tavola! Arthur apri la bottiglia di vino elfico che ha portato la nostra cara Hermione.”
La giornata passò molto tranquillamente, alternata a momenti che rasentavano la noia. E andava bene così. La sera arrivò in men che non si dica e, fatti i dovuti saluti, Hermione tornò a casa sua. Quella sera avrebbe raggiunto la Parkinson in un locale nel centro della Londra magica. Mangiucchiò qual cosina per cena, poi si preparò per la serata.
Oltre che per il vino, Hermione scoprì anche la passione per i tacchi, che per l’occasione erano stati scelti anche molto alti. Si smaterializzò all’indirizzo del locale che la sua amica le aveva mandato via gufo quel pomeriggio.
Una lunga fila di persone costeggiava l’ingresso del locale. Era aperto da poco ed era una novità, per questo tutti si volevano recare per esplorare quel nuovo posto.
Pansy aveva prenotato giorni prima per poter avere il tavolo e festeggiare il ritorno di questo suo compagno di scuola. Hermione si diresse a passo deciso verso l’entrata del locale, e detto il nome della sua amica e appurato che fosse lei l’ospite segnato sulla prenotazione, finalmente entrò.
La musica era martellante, ma tutto sommato non era male. Il locale era molto spazioso, i tavolini circondavano una piccola pista sollevata da terra. 
<> pensò sorpresa Hermione. Si recò al bancone, dove un aitante barista le sorrise amabilmente.
“Posso aiutarti bellezza? Sappi che noi abbiamo anche degli alcolici babbani, quindi sarà una bomba! Ci credi che anche loro, i babbani, bevono alcol?”. Hermione alzò gli occhi al cielo, e mentalmente maledisse il fatto che il destino la mettesse sempre dinnanzi a uomini la cui bellezza era inversamente proporzionale all’intelligenza.
“Si, bellezza, mi puoi aiutare. Devo trovare il tavolo prenotato a nome Pansy Parkinson. Me lo sapresti indicare?”. Il barista le indicò un tavolino non lontano dalla pista, e lei scorse di schiena la sua amica. Lo ringraziò e si fece dare un bicchiere di vino bianco, guardandolo soddisfatta mentre rifiutò l’offerta di farle provare un drink fatto con alcol che a quanto pare anche i babbani bevevano.
Si diresse verso Pansy e finalmente vide il misterioso amico con cui aveva passato la giornata mancando al pranzo alla Tana.






Ehilà!
Ringrazio coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite, chi tra le preferite e quelli che invece l'hanno solo letta. Sono davvero felice! 
Ed eccoci al secondo capitolo. Mi dispiace che sia un pochino più lungo rispetto al primo, e so che rischia di annoiarvi, ma era necessaria tutta questa premessa prima di far arrivare la nostra cara Hermione al locale dove si trova Pansy con il suo misterioso amico. Vi ho già fornito la rosa di tre possibili candidati: Nott, Blaise e Malfoy. Sono aperte le scomesse!
All'inizio il capitolo era diverso, questo week end mentre ero in Valle d'Aosta a fare un fine settimana con il mio fidanzato, l'ho riletto e ho deciso di riscriverlo. Il risultato è stato che sabato sera, dopo aver cenato, al posto che andare a fare una passeggiata romantica davanti ad un paesaggio veramente stupendo, siamo rimasti in hotel. Io sul balcone con il computer sulle gambe a scrivere come una forsennata, ricontrollando gli appunti, lui invece sdraiato sul letto a guardare il Re Scorpione, sbuffando come una ciminiera.
Vi assicuro che la scena era davvero comica ahah
Va bene, dopo questa piccola digressione vi lascio alla lettura.
Alla prossima settimana.
Stay tuned :)
KG


PS. Un grossissimo grazie a sirius_0088 ,ovvero colei che ha scritto la prima recensione di questa storia. Per ringraziarla di questo, le dedico questo capitolo. Direi che è il minimo che possa fare!
  
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