Erano passati ormai dieci anni da quella serata ma la riviveva ogni volta che si addormentava.

Guardò la piccola sveglia sul comodino.

"Sei e mezza, perfetto."

Nulla era in realtà perfetto, se non una piccola figura maschile che dormiva abbracciata a lei.

Aveva i capelli rosso fuoco e piccole lentiggini. 

Mentre gli accarezzò i capelli una lacrima scese bagnando il viso del bimbo.

"Mamma, piove in casa."

Sorrise e lo bacio, asciugano la gote di suo figlio gli sussurrò che le voleva bene.

"Lo so, ma ora lasciami dormire è presto."

Aveva nove anni ma aveva già una bella lingua.

"Ah non voglio andare a scuola oggi!"

"E perché mai?"

Chiese alzandosi dal letto Nojiko.

"È il giorno porta tuo padre a scuola e io non voglio andare."

Mentre chiuse la porta del piccolo bagno si guardò allo specchio, aveva privato suo figlio del proprio padre, era stata egoista.

"Dai, verrà Zoro lo sai che per lui sei un figlio."

"Ma mammaaaa!"

"Niente ma, oggi vai a scuola e non voglio sentire altro."

"Si ok, ma non ti arrabbiare poi se picchio qualcuno se mi prendono per il culo!"

A quella parola uscì dal bagno più arrabbiata che mai.

"E questa parola chi te l'ha insegnata? Eh?"

Si guardò intorno e fregandosi l'occhio sinistro alzò le spalle come se nulla fosse.

"Dai marmocchio, andiamo a far colazione."

In malavoglia Tarao si alzò.

"Dai che facciamo tardi entrambi, Zoro sarà qui tra un oretta se non si perde per strada, tu aspettalo sulle scale di casa, se so che sei scappato ti tolgo dal mondo!"

"Si mamma, come vuoi mamma, certo mamma."

A quel infinito mamma, Nojiko diede una piccola sberla sul capo e uscì per andar a lavorare.

Stavano economicamente bene lei e sua sorella Nami.

Il frutteto di famiglia portava entrate extra e il lavoro da cameriera era pagato bene.

"Sei in ritardo mia cara..."

Trafalgar Law era un cliente abituale del locale.

Tutte sapevano perché se ne stava lì ad aspettare che Margaret, la cameriera più giovane gli rivolgeva la parola.

Ma lei non si accorgeva di nulla, non aveva fatto caso al cambio di sguardo del ragazzo, Nojiko sorrise all'amico e si avviò a cambiarsi. 

"Nojiko, prima che si troppo tardi... Kidd è tornato. "

La sicurezza di dieci anni costruita con fatica fu spazzata via da quella notizia e ora?

 

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Nel mentre il piccolo Tarao aspettò lo zio che puntualmente arrivò in ritardo. 

"Zio ma sei in moto, sai che la mamma non vuole."

"È il nostro segreto ok?"

Prese lo zainetto e dopo essersi assicurati che il casco era bene saldo partitono. 

Zoro non andò veloce, anche se il nipote era ancorato a lui con un'accurata cintura non voleva che il piccolo tesoro di Nojiko si potesse far del male.

"Allora spiegami un pò cosa dobbiamo fare io e te, andare a scuola e dire che sei mio padre? Dai zietto andiamo al mare, sempre se nom vuoi che mia madre sappia che per la decima volta sei venuto in moto."

Sbuffò il verde, ma neanche lui voleva andar in quell'istituto.

"Va bene, ma non dirlo a nessuno, Nami mi fucila e tua madre mi taglia le gambe."

Sorrise il rosso e insieme si avviarono alla spieggia più vicina, non sapendo che questo avrebbe complicato ogni cosa.