Un gruppo di
nemici si era fermato in una zona tranquilla per discutere del loro prossimo
obbiettivo.
Il capo del gruppo disse:«Dobbiamo sfruttare al meglio quello che ci hanno
generosamente regalato.». Si riferiva alle loro nere armature.
Un altro guerriero
aggiunse:« Potremo attaccare un paese per poi passare ad una città.».
Un altro aggiunse:«Poi da una città passare a una nazione.».
:«Concludendo
con la conquista del mondo.». Concluse in gloria l'ultimo della banda.
Poco lontano dal gruppo, un ragazzo di circa 23 anni ascoltava interessato la
conservazione mentre si accendeva una sigaretta.
Il rumore
dell'accendino, mise in allarme i quattro guerrieri che si girarono per
controllare chi c'era; videro un giovane con indosso un'armatura d'oro.
I capelli erano
di marrone scuro pettinati con il gel in maniera assurda. Gli occhi erano neri
ed era molto abbronzato. Aveva un sorriso da figlio di puttana e teneva, al
lato della bocca, una sigaretta.
Capendo di essere al centro dell'attenzione il ragazzo, continuando a fumare,
esclamò con tono allegro:«Ciao ragazzi! Credevo che i vostri discorsi di gloria
continuassero almeno per il tempo di fumare una sigaretta.». Si alzò in piedi e
continuò il suo discorso:« Sapete ... se tutti gli altri Saint non fossero impegnati
da vostri colleghi o da mostri che spuntano come funghi, affiderei il compito a
un altro cavaliere e andrei a prepararmi come si deve per un appuntamento con
una splendida ancella.». Espirò il fumo dalla sigaretta.
Il Capo dei
guerrieri gridò:« Non avrai tempo di pensare al tuo stupido appuntamento dopo
che ti avremo eliminato. Uccidetelo! ». I guerrieri attaccarono insieme il
giovane.
Il Gold Saint
del Capricorno mise la sigaretta in bocca, rispose all'attacco alla velocità
della luce: i nemici furono abbattuti.
Il ragazzo, il
cui nome era Debih si avvicinò ai cadaveri notando che le loro armature
cominciavano a ridursi in polvere, come succedeva sempre. Debih esclamò felice
mentre gettava il mozzicone lontano:«Bene! posso utilizzare il rapporto che uso
da un mese, consegnarlo al Grande Sacerdote ed andare all'appuntamento.». Si
avviò tutto felice al tempio.
Il grande Sacerdote aveva accettato il suo rapporto e la spiegazione sul perché
gli sembrasse uguale a quello utilizzato per missione. Era arrivato con soli
due minuti di ritardo all'appuntamento ed era andato tutto alla perfezione. Ora
c'era l'ultima voce della sua agenda: serata con gli amici.
Wei chiese, mentre prendeva un'altra fetta di pizza:« Debih, come é andato
l'appuntamento?».
Debih rispose:«Tutto come previsto! Lei, oltre ad essere bella, é anche
dolce.». Si mise a bere un bicchiere di vino.
Romolo dei
Gemelli chiese:«Tra tutte le ancelle corteggiate, lei é la tua moglie ideale?».
Rise sotto i baffi.
Il Gold Saint
del Capricorno rispose:« É difficile dirlo! Devo conoscere anche le altre prima
di trovare la futura madre dei miei 12 bambini.». Era fissato con quel numero;
forse perché era un cavaliere d'oro o solo perché lo zodiaco era formato da 12
segni.
Wei chiese
ironico:«Quindi continuerai nella tua ricerca corteggiando tutte le ragazze?».
Prese un'altra fetta di pizza.
Debih
esclamò:«Certamente!». Prese in mano un'altra fetta di pizza divorandola in
pochi istanti:<< Devo scegliere la migliore moglie per me e la migliore
mamma per i miei 12 figli. >>.
Romolo prese in
mano una bottiglia per versare altro vino. Notando che l'etichetta sulla
bottiglia era scritta in una lingua diversa dal greco, chiese: «Dove hai preso
questa bottiglia?.».Aveva un sospetto, ma decise di non dare voce ai suoi
pensieri.
:«L'ho rubata
dalla riserva di vino di Altarf.». Rispose tranquillo Debih:«Abbiamo deciso di
aiutarlo e svuotare le sue riserve mi sembra un'ottima idea.». Staccò un grosso
pezzo di pizza, masticando rumorosamente.
Gli altri due Gold Saint si misero le mani sulla fronte e Wei disse scuotendo
la testa:« Ti abbiamo già detto che questa strategia é inutile! Ogni settimana
ci viene regalato dal Grande Tempio una scorta di vino! Il problema di Altarf
non è che beve molto, ma sono i ricordi del suo addestramento per diventare
Gold Saint e un numero imprecisato di fantasmi assettati di vendetta che
perseguitano la sua mente. Lo vuoi capire o no?». Bisognava aiutare Altarf, ma
Debih era testardo e continuava con il suo stupido metodo.
Romolo aggiunge:«Dobbiamo aiutare Altarf a sconfiggere i suoi ricordi, ma tu
dovresti smetterla con i furti! Non credo che il tuo comportamento passi
inosservato.».
Debih mormorò
con tono di voce serio:«So bene che dovrei smettere con i furti, ma rubare fa
parte di ogni singola parte del mio corpo, della mia mente e della mia anima.».
Bevve un sorso di vino mentre, con la mente, tornava indietro con i ricordi.
Era nato in Brasile, ma ignorava tutto il resto di sé; la sua data di nascita
prima era il giorno che coincideva con il suo ritrovamento da parte del
personale dell'orfanotrofio mentre ora era il giorno in cui era diventato Gold
Saint del Capricorno.
Gli avevano
affidato il nome Carlos ... un nome che detestava fin da quando era bambino, e
di cui si era liberato subito, scegliendo a casa tra le stelle della
costellazione del Capricorno.
Aveva pochi e
tristi ricordi dell'orfanotrofio.
Tante lacrime,
le persone che lavoravano in quella sporca struttura non sapevano, e non
potevano, soddisfare ciò che gli orfani chiedevano. Stufo di essere chiuso in
quel posto, era scappato via e si era trovato in mezzo alla strada.
Aveva cominciato
a rubare cibo per sopravvivere, fino a quando, le sue abilità non erano state
notato dal capo di una nota banda di ladri. Era passato così ai portafogli ed
ad altri oggetti preziosi. Se tornava con un bottino diverso da quello che
chiedevano, veniva picchiato e mandato a dormire a stomaco vuoto.
In quelle notti cercava di dimenticare la fame, creando con le stelle strane e
divertenti figure, per calmare lo stomaco e il dolore che sentiva sulla schiena
e sulle altre parti del corpo. Non piangeva mai perché sapeva che le lacrime
non avrebbero dato cibo e non avrebbero fatto passare il dolore.
Ogni due settimane cambiavano città, preferendo sempre luoghi frequentati da
turisti. Molte volte questi luoghi erano vicini alla spiaggia e all'oceano.
Due o tre volte
si era fermato sulla spiaggia a guardare bambini e ragazzi giocare a calcio o a
pallavolo.
Debih sì fermava sempre a guardare le lunghe partite giocate sulla sabbia. Con
la mente si sostituiva a uno dei giocatori e, grazie alla sua immaginazione,
cominciava a divertirsi sentendosi finalmente felice nel suo cuore .
Un giorno, troppo perso nei sogni di una vita tranquilla, non aveva portato
nessun bottino: si era scatenato l'inferno.
Era stato picchiato molto più forte rispetto alle altre volte e, quando avevano
finito, lo avevano buttato in strada con l'intendo di farlo morire lì. Era
solo, poco dopo il suo mondo diventò completamente nero.
Quando si svegliò erano passati circa cinque giorni e, accanto al letto dove
stava riposando, c'era un uomo.
L'uomo, senza parlare, gli porse un cesto pieno di mele e Debih afferrò di
furia due mele, se le infilò in bocca divorandole con rapidi morsi.
L'uomo commento:«
Mangia pure con calma, sono tutte tue.».
Debih, con un
pezzo di mela in bocca, chiese:« Tu chi sei? Come sono arrivato qui?».
L'uomo rispose:«
Sei in un posto sicuro, dove ti riprenderai dalle ferite che ti sono state
inferte. Io sono qui per farti una proposta.».
:«Una proposta?
A me?». Esclamò sorpreso Debih mentre continuava a mangiare.
L'uomo annui e
mormorò:«Adesso osserva le immagini che ti compariranno nella mente e decidi
del tuo futuro.». Mise un dito sulla fronte di Debih che smise subito di mangiare
per osservare rapito le immagini. Ora sapeva quale sarebbe stato il suo futuro
e lo abbracciava in pieno.
Disse alzando
troppo la voce e sputando pezzi di mele:« Si io voglio essere un Saint!».
L'uomo
disse:«Bene! Allora quando ti sarai completamente ristabilito partiremo per il
luogo in cui dovrai addestrarti per diventare un Gold Saint. Ora termina di
mangiare.».
Debih riprese a
mangiare con gusto le sue mele.
Era stato un
duro addestramento e alla fine riuscì ad ottenere la gold
cloth del Capricorno. Dopo era sopravvenuto un grande problema per lui: lo
studio che la dea Athena aveva deciso di rendere obbligatorio per ogni Saint .
Secondo lei, un Saint oltre ad essere padrone del proprio cosmo, doveva anche
avere una vasta cultura per sfruttarla in battaglia. Molti Saint si trovarono
d' accordo con lei , ma Debih aveva cominciato, nella sua mente, una serie di
proteste silenziose che sarebbero durate fino all'inizio delle prime lezioni.
Non sapeva né leggere né scrivere e non aveva avuto il coraggio di dirlo al
maestro che trasformava le lezioni in un incubo; nella sua mente si formavano
nuove proteste verso Athena e parolacce contro il maestro.
La situazione andò avanti così fino a quando, una sera di ritorno al tempio da
una missione, incontrò per la seconda volta Altarf.
Altarf
disse:«Buonasera Debih!».
:«Ciao! Di
ritorno anche te da una missione?». chiese Debih.
Altarf scosse la
testa:«No, ti stavo aspettando per parlare dei tuoi progressi nel campo dello
studio. Essendo il più anziano del gruppo, voi cinque siete sotto la mia
responsabilità e sono stato informato che ...».
Altarf venne interrotto da Debih che, stufo di tenere le sue proteste dentro di
se, gridò :«Ma basta, avete veramente rotto tutti! Io non so né leggere
ne'scrivere; credevo che la vita di un Saint fosse solo prendere a calci i
nemici, non stare seduti su di un libro. Filosofia, Storia, Lettere e tutte le
altre stupide materie non servono per proteggere la terra.». Terminò colpendo
una colonna con un pugno riducendola a pezzi.
Altarf aveva lasciato sfogare Debih per chiedere poi con tono tranquillo:«
Perché non lo hai detto al tuo
maestro? avrebbe
potuto aiutarti.».
Debih si accese
una sigaretta e rispose:« Mi vergogno! Sono un Gold Saint ma sono anche un
analfabeta con un passato da ladro.». Alzò la testa per guardare quelle stelle
che l'avevano salvato.
Altarf replicò:« Siamo Gold Saint ma siamo anche uomini e gli uomini sono
esseri imperfetti.». Restò un attimo in silenzio per poi riprendere a
parlare:«Se vuoi ti posso insegnare a leggere e a scrivere.».
Debih lasciò quasi cadere la sigaretta ed esclamò:«Davvero? Grazie mille
nonno!». Avrebbe voluto continuare ad ringraziare Altarf ma il Gold Saint del
Cancro gli diede un cazzotto in pieno volto.
:«Non sono un vecchio! Ho solo cinque anni più di te!». Gridò Altarf che odiava
essere chiamato "vecchio" o "nonno" perché non aveva
neanche compiuto 30 anni.
Debih,
rialzandosi in piedi, disse:« Scusa! Tutta colpa delle rughe che hai sul volto
che ti fanno sembrare molto più vecchio .>>. Si massaggiò il viso nel
punto dove era stato colpito: «Allora quanto cominciamo queste ripetizioni zietto? ».
Altarf
mormorò:<< Domani pomeriggio dalle tre fino e fino a un orario
ragionevole o fino alla chiamata del Grande Sacerdote. Devi essere veloce ad
imparare per recuperare il terreno perduto rispetto ai tuoi compagni di
corso.>>.
:<<
Perfetto, ci vediamo domani!>>. Esclamò entusiasta Debih che ritornò nel
suo tempio allegro e finalmente con la testa libera dalle sue proteste.
Con le ripetizioni di Altarf la situazione migliorò notevolmente, e in alcune
materie, riuscì a prendere dei buoni voti, in altre zoppicava ancora ma, dopo
tutto, riusciva a cavarsela.
Il nome del Gold
Saint del Cancro fece accendere una lampadina in testa a Debih.
Prese fiato e
chiese a Wei:«Hai detto quella cosa a Altarf?».
Wei rispose con
un' altra domanda:«Cosa avrei dovuto dire ad Altarf? ».Sorrise, cercando di
essere divertente per sfuggire all'argomento di cui detestava tanto parlare
davanti agli altri.
Debih non ci cascò
ed esclamò:« Andiamo, che lo sai bene di che cosa sto parlando! Glielo hai
detto?».
Wei scosse la
testa, nella sua mente cominciò a cercare un modo per evitare quell' insidiosa
domanda
Romolo disse con tono calmo:«A quanto pare non fa progressi ...».
Debih
esclamò:«Eppure non sembra tanto difficile! ».
Finalmente Wei
ebbe un' idea per uscire da quella situazione imbarazzante.
:<< Per
quanto riguarda Excalibur hai saputo qualcosa?>>. Chiese Wei tentando di
spostare la conservazione ad un altro argomento. Forse non avrebbe dovuto
confidarsi con gli altri, soprattutto con Debih, che tirava fuori il discorso
anche nei momenti meno opportuni.
Debih accese una
sigaretta e rispose:<
:<< Non pensi di reclamarla?>> . Volle sapere Wei.
Debih rispose
scuotendo la testa:<< Vorrei prima diventare degno di questa cloth e
delle responsabilità che comporta. Voglio essere un grande Saint, molto più del
mio predecessore.>>. Buttò fuori il fumo della sigaretta.
Wei rimase in silenzio, continuando a mangiare l'ultima fetta della pizza.
Nella sua mente si fece strada una domanda che poi formolo' a Debih:<<
Perché Excalibur appare solamente nel mito di Re Artù e non in quelli
dell'Antica Grecia?>>.
Debih rimase
sorpreso dalla domanda di Wei, per poco non gli cade la sigaretta di bocca.
Restò un attimo in silenzio e disse con voce incerta:<< Sinceramente non
lo so!>>. Si girò verso Romolo e lo indicò con un dito:<< Però sono
sicuro che Romolo saprà dare una risposta alla tua domanda!>>. Sul suo
volto apparve un enorme sorriso.
Romolo scanso il
dito ed esclamò arrabbiato:<< Gira la tua testa verso Wei! Lo sai che
detesto il fumo! Poi quando hai un problema lo scarichi sempre su di
me!>>.
Debih esclamò
girando la testa verso il Gold Saint dello Scorpione:<< Scusa, me lo
dimentico sempre. Comunque mi rivolgo a te in questo momento non perché sono in
difficoltà, ma perché tu sei il più intelligente. Sono sicuro che avrai un'
ottima spiegazione.>>. Spense la sigaretta nel portacenere:<<
Allora questa teoria?>>. Prese un bicchiere pieno di vino.
Romolo sospirò
cominciando a spiegare: << Molto probabilmente perché il Gold Saint del
Capricorno dell'Antica Grecia non è stato semplicemente utilizzato per creare
un mito greco, per questo Excalibur non appare raffigurata in testi greci. Fino
alla stesura della Historia Regum
Britanniae di Geoffrey of Monmounth e poi, nei testi scritti di Robert Wace e Layamon, viene citata la
spada che in diverse traduzioni appare con un nome diverso.>>.
Bevve un sorso
di vino e continuò : << Credo che durante una guerra sacra combattuta in
Gran Bretagna durante il V o il VI secolo, il Gold
Saint del Capricorno doveva chiamarsi Arturus o
Arthur Arcturus come la stella più luminosa della
costellazione del Bifolco. Probabilmente, qualcuno che assistette alla
battaglia, vide questo cavaliere ricoperto di un'armatura d'oro combattere con
forza e ferocia i suoi nemici usando una spada incantata di nome Excalibur.
Sappiamo bene che l'oro è considerato un simbolo di regalità >>.
:<< Il
sopravvissuto della battaglia fece nascere le prime voci di un signore della
guerra, di un re, che aveva sconfitto gli invasori grazie a una spada incantata
di nome Excalibur insieme ad altri nobili cavalieri. Molto probabilmente si
trattava di altri Saint che dopo, nel mito, sono diventati i cavalieri della
tavola rotonda. Dal racconto di una guerra sacra di Athena contro una divinità
è nata una leggenda che ancora oggi vive nei cuori delle persone alimentandone
la fantasia.>>.
Concluse Romolo
bevendo un altro sorso di vino.
Debih spense un
altra sigaretta ed esclamò dando una pacca sulla spalla del Gold Saint dei
Gemelli:<< Bravo! So che in questi casi si può sempre contare su di te!
Una spiegazione migliore di questa non l'avrei potuta trovare!>>.
Romolo replicò
glaciale:<< Perché tu neanche ci provi a formulare risposte o teorie
logiche!>>. Dal tono glaciale che aveva Romolo, quasi più freddo di
quello usato di solito da Hyoga, Wei capì subito che
Debih aveva di nuovo fatto di testa sua e che stavolta ci era andato di mezzo
nuovamente il Gold Saint del Gemelli.
Debih si allontanò da Romolo, capendo che il suo amico era ancora arrabbiato
per quel piccolo incidente capitato nella loro precedente missione. Il Grande
Sacerdote, conoscendo il passato dei due Gold Saint, aveva raccomandato di non
farsi scoprire perché il posto era pieni di guerrieri; a Debih, per come
lottavano, sembravano mercenari. Il timore era che potessero scappare uccidendo
delle persone innocenti.
I 2 Saint, non avendo trovato una buona soluzione per entrare senza farsi
scoprire dai nemici e, non volendo perdere tempo in quella noiosa missione,
avevano deciso di entrare dalla porta principale uccidendo tutti gli avversari
.
La missione era
stata completata ma non avevano trovato indizi che potessero aiutarli a
scoprire qualche informazione importante sui nemici. Il Grande Sacerdote non
era stato contento e li aveva sgridati; a quella lavata di testa si erano
aggiunti anche Seiya e Hyoga.
Dopo tre ore di incessanti rimproveri erano stati congedati e rimandati ai loro
rispettivi Templi a riflettere per non commettere più errori del genere.
Debih conosceva Romolo dalle prime lezioni al Tempio; capiva che il Gold Saint
dei Gemelli era arrabbiato, non tanto con lui che forse aveva avuto troppo
fretta, ma per essere stato trattato come un bambino capriccioso che si rifiuta
di ubbidire ai genitori.
Romolo eseguiva
le missioni in modo impeccabile; sentirsi dire che era un irrazionale, uno
sprovveduto e che altri Saint avrebbero fatto meglio di lui, solo per l'esito
di una missione dimenticando quelle svolte in passato, lo faceva arrabbiare
enormemente.
Ovvio che Romolo
fosse alterato ed ora, per la prima volta, mostrava davanti ai suoi amici i
suoi sentimenti. Di solito era un re del autocontrollo e non mostrava mai ciò
che provava a nessuno.
Per queste sue
qualità il Grande Sacerdote gli affidava più missioni rispetto agli altri Gold
Saint.
Romolo aggiunse,dando un calcio alla scatola di cartone della pizza:<< La
colpa è tua! Se tu mi avessi lasciato riflettere per qualche minuto prima di
attaccare, avrei trovato la soluzione più adatta a quello che voleva il Grande
Sacerdote!>>.
Debih, sapendo
che era meglio non farlo arrabbiare ulteriormente, mormorò :<< Ti chiedo
nuovamente scusa! Alla prossima missione che ci affideranno, ti lascerò tutto il
tempo di pensare a una buona strategia. D’accordo?>>. Detestava dare
ragione agli altri ma, in questa occasione, doveva chinare la testa.
Wei, cercando di far terminare quella discussione, chiese:<< Perché non
sono venuti Alpher e Nath?>>.
Di solito erano presenti anche loro due a quelle cene a base di pizza.
Debih rispose
felice per quella domanda da parte del Gold Saint dello Scorpione:<< Sono
entrambi impegnati in una missione che si sta rivelando più lunga del previsto.
Purtroppo, avevo già organizzato tutto altrimenti avrei rinviato per quando
fossimo stati tutti presenti.>>. Era un peccato perché quando erano tutti
e cinque insieme si divertivano molto ma, quando con loro c’era anche Altarf
era anche meglio.
Era bello vedere il Gold Saint del Cancro sereno e comportarsi come un ragazzo,
di solito era sempre serio e cupo come un uomo che ha già vissuto gran parte
della sua vita, forse era per quello che Debih lo aveva chiamato “nonno”.
I tre Gold Saint
continuarono a parlare prima di ritirarsi a dormire.
Quando tutti se ne andarono e rimase da solo, Debih ripensò spesso a quello
splendido regalo che il destino gli aveva riservato. Essere diventato un Gold
Saint era stato un meraviglioso dono; se prima la sua vita era una continua
discesa nell’oscurità con la sua carriera da ladro ora, come Gold
Saint,camminava nel cielo notturno insieme alla luce delle stelle.
Sapeva bene che
di fronte agli occhi degli altri Gold Saint non sembrava un buon cavaliere, ma
lui ci teneva a quel compito più di quando non desse a vedere.
Non eseguiva i
comandi come gli venivano impartiti dal Grande Sacerdote, non rispettava i Gold
Saint più anziani di Altarf .. anche se lo vedeva più come un coetaneo, rughe a
parte, rubava e creava rapporti fotocopia, ma ci metteva anima e cuore per
essere un buon cavaliere e difendere le persone da quegli strani nemici era
molto importante per lui.
Lui voleva
diventare il miglior Gold Saint del Capricorno, anche senza Excalibur, voleva
essere il migliore per sdebitarsi di quello splendido dono che gli era stato
fatto quando era stato trovato mezzo morto in quella strada polverosa: una
nuova vita e la possibilità di crearsi un futuro.
Nota dell’autrice:
Eccolo qui il mio nuovo
personaggio! il prossimo sarà il gold saint dei Gemelli, Romolo