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Autore: slashsriffs    20/04/2015    2 recensioni
Los Angeles, 1987.
Lisa ha vent'anni, vorrebbe divertirsi ma non può, perchè dentro di sè sente di averne ottanta.
Una sera di maggio incontra Slash, un chitarrista squattrinato che insieme al resto della sua band riscuote una certa notorietà nella città degli angeli.
La loro può sembrare una passione durata una singola notte fatta di alcol e forse stupefacenti, ma le cose cambiano quando da sobri un paio di occhi neri ritrovano le grandi pupille chiare che lo avevano tormentato notte e giorno.
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Superati le 10k letture e i 550 voti favorevoli su Wattpad.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Izzy lentamente lasciò andare il braccio di Lisa che aveva smesso di divincolarsi e aveva gridato con quanto fiato le era rimasto in petto quello che voleva in quel momento.
Il ragazzo non sapeva se fosse la vera Lisa a parlare, quella che sembrava desiderare la morte e che gli aveva chiesto di ucciderla.  Gli occhi del chitarrista lasciarono andare la figura esile e malandata di Lisa che fece un passo indietro portando la mano a stringere quel lembo di pelle dove si erano posate le dita forti di Izzy, rivolgendo lo sguardo al cielo, tentando di trattenere le poche lacrime che si sarebbero riversate sul suo viso pallido.
Uno sguardo inquieto in un luogo esausto, uno sguardo annebbiato rivolto all’asfalto, erano entrambi sulla strada della rovina.
Nella mente di Izzy la musica iniziava a farsi spazio lentamente tra le parole di Lisa che rimbombavano lontane, mentre nessun suono, nessun cenno a difenderla, a difenderli.
La sentì sospirare, alzò di poco gli occhi per vedere le sue piccole mani ravvivare i capelli lunghi e opachi, mentre la sua fermezza veniva messa a dura prova. Stava lentamente annegando nel desiderio, sentiva la sua anima andare in fiamme, arrendendosi alla disfatta senza porre alcun pensiero alle conseguenze.
Izzy avanzò di un passo, Lisa indietreggiò sentendo ancora la sua mano premere con forza nella sua carne.
Gli occhi chiari nel crepuscolo riuscirono a rendersi conto di quanto la ragazza avesse perso peso.
Qual era stato il momento in cui tutto era cominciato? Perché nessuno aveva dato peso a quel suo dimagrimento?
Perché lei, quando si trattava di lui si accorgeva sempre di tutto, ed Izzy, che l’amava, non aveva pensato a niente?
Se ami qualcuno dovresti prendertene cura, si disse più volte mentalmente.
Forse non l’amava abbastanza se il suo amore era così irresponsabile?
Sapeva che di quel momento avrebbe ricordato chiara ogni cosa. Ascoltando ciò che Lisa, in balia della droga o meno, aveva detto, Izzy aveva pensato che d’ora in poi la paura l’avrebbe collegata a quello.
Il suo cuore cominciò a battere forte, un rumore assordante che dal petto gli arrivava alle orecchie e non sarebbe riuscito a sentire più neanche le sue stesse parole. Tutto all’improvviso era così reale da non sembrare vero.
Scosse lentamente il capo, un sorriso amaro a descrivergli il volto fine, stava cercando di controllare la rabbia che l’aveva costretto ad urlare contro quella ragazza che sembrava possedere appetito per l’autodistruzione più di loro.
Non riusciva a spiegarsi quel comportamento, perché morire? Cosa non le andava bene? La droga?
Era una sua scelta e comunque, se avesse voluto, sarebbe potuta uscirne, magari con il suo aiuto, magari facendolo insieme.
Era disposto a tutto pur di non vederla in quello stato, gli occhi pronti a versare lacrime, il labbro inferiore gonfio a causa dei morsi nervosi e le mani che tramavano, esili, fredde in piena estate.

Lisa guardava Izzy che tentava di avvicinarsi a lei, chiedendosi silenziosamente il perché di quella richiesta.
Sentiva le rotelle del suo cervello girare, i diversi meccanismi incastrarsi alla ricerca della risposta giusta che sembrava non riuscire a trovare.
Era così semplice, bastava conoscerla, sapere almeno una piccola parte della sua storia per capire. Ed Izzy la conosceva meglio di chiunque altro in quel momento, anche meglio di Slash.
Sembrò perdere anche lei per un momento la soluzione alla domanda che tormentava la mente di Izzy, ma poi rieccola, fulminante. Perché voleva morire?
Sarcasticamente lo chiese anche a se stessa, sperando che la droga non avesse portato via quel minimo di ragione che le restava. Era un idiota chi diceva che la vita andava avanti. No, la vita si fermava. Il tempo andava avanti, ma la vita si fermava un sacco di volte dentro se stessa e diventava una cosa che non sapevi più riconoscere.
L’avrebbe paragonata ad un immenso buco nero che risucchiava qualsiasi cosa gli era abbastanza vicino da esser trascinato via con forza.
Poi ci pensò su, inclinando il capo, con lo sguardo perso nel vuoto, ad Izzy quella visione quasi fece paura.
Lei era già morta.
Era morta imprigionando il passato affinchè questo non la raggiungesse con il peso dei ricordi, soffocati da quella moltitudine di alcol e droga che scorreva all’interno delle sue vene.
Ne era consapevole, sapeva di essere sul filo del rasoio, si bucava molto più di Slash e ancora si chiedeva come fosse possibile che riuscisse a respirare, ad esser viva e non rannicchiata nell’angolo di una stanza con il volto violaceo e le braccia rigonfie a causa di un’overdose.
Poi ricordò quello che le disse quella sera, la prima volta che provò l’eroina e dalla quale poi non riuscì più a distaccarsi.
Non crederci quando dicono che qualcuno è morto per overdose. L’overdose non esiste.
Ma loro, loro che li guardavano da lontano, loro che sapevano che la morte era vicina e li consideravano non più normali, ma immortali, quelli con tutta la vita davanti, a cosa pensavano?
Ogni giorno era sempre lo stesso orrore, quando si svegliavano e l’erba era finita, le dosi di eroina circolavano già tutte nelle loro vene, Steven nascondeva avaramente un po’ di cocaina che nessuno riusciva mai a fregargli e Duff difficilmente condivideva la scorta di alcolici che avrebbero almeno placato la loro fame.
Lisa si guardava allo specchio, era forte, quando si trattava dei problemi degli altri.
Odiava il suo corpo, sarebbe stata contenta se l’avesse abbandonata da un momentoo all’altro.

Izzy la guardava a pensava al modo in cui ucciderla, se di baci o di carezze.
Ma poi trasse la conclusione che ognuno si uccideva a modo proprio.
Chi beveva, chi fumava, chi si drogava, chi si innamorava. E poi c’era lui che faceva tutto insieme.
Quando eri in grado di capire che quello che facevi poteva soltanto farti del male, eri già un passo avanti, ce l’avresti fatta.
Ma quando si trattava dell’amore, Izzy non riusciva a venirne a capo.
Gli era già successo e si era ripromesso che non sarebbe mai più accaduto e invece aveva incontrato Lisa, la amava ma era costretto a celare quel piacevole sentimento perché lei amava un altro, un altro che non era lì il quel momento.
Lisa lo colpiva, facendolo male. Ma non era un male fisico, no. Era peggio della droga, del fumo, dell’alcol perché lei gli faceva male perché gli faceva bene.

Si avvicinò ancora e questa volta Lisa non si allontanò, continuava a fissare il vuoto fin quando il viso di Izzy non le si parò dinanzi agli occhi chiari e allora capì.
Dal sorriso timido che le stava rivolgendo e dallo sguardo serio che non la lasciava andare, non l’aveva mai fatto durante tutti quei mesi, occhi vigili che la seguivano ad ogni suo minimo movimento.
Anche adesso, anche in quel momento Lisa aveva capito quello che Izzy stava pensando, l’aveva intuito dal modo in cui le sue mani si erano appoggiate delicatamente sulle sue spalle ricurve e il suo viso lentamente si stava avvicinando, sempre di più, sempre di più al suo.
Una mano aveva risalito il suo collo accaldato, sentiva ancora la tensione che irrigidiva ogni muscolo del corpo, ed era arrivata ad accarezzarle i capelli. Lentamente le sue dita tracciavano delle linee immaginarie sulla sua cute, mentre Lisa cercava di rilassarsi a quel tocco, dimenticando per un momento la pelle del suo braccio che ancora pulsava, sapeva che si sarebbero formati dei lividi che nessuno avrebbe notato.
La fronte di Izzy accostò la sua, a causa della loro differenza di altezza dovette chinarsi per ben osservare gli occhi di lei che confusa spostava lo sguardo dalle labbra al petto di Izzy che sfiorava il suo. 
I loro respiri si scontravano, affannati e pesanti, forse quello che sarebbe accaduto dopo avrebbe rovinato per sempre il loro rapporto, si sarebbero allontanati e niente sarebbe stato più come prima.
Ma era inevitabile, era cosa se Izzy dovesse togliersi un peso dal cuore, troppo grosso per essere sostenuto da quell’organo grande quando un pugno che batteva veloce racchiuso nel suo petto.
Le loro labbra si sfiorarono soltanto, una singola volta, lei immobile e lui non chiese di più, non andò oltre, si fermò per chiudere gli occhi ed ispirare a pieni polmoni per ricordare quel profumo così dolce che emanava la sua pelle chiara.

“ Non potrei mai ucciderti” disse a due centimetri dalle sue labbra, due petali di rosa, calpestati più e più volte.

“ Hai detto che avresti fatto qualsiasi cosa per me, era una promessa” a denti stretti, catapultata nella realtà dalle parole di Izzy che le sembrarono in quel momento un tradimento, Lisa fece un passo indietro, distanziando i loro corpi a contatto.

“ Non posso “ ammise ancora una volta, chianando il capo, sentiva il suo respiro accelerare e diventare irregolare.

“ Traditore! L’hai detto, l’hai detto!” Lisa gli puntò un dito contro, incolpandolo, accusando Izzy che non avrebbe mantenuto la parola data, ferendola a tal punto che sentì una lacrima scendere lentamente e rigare la guancia accaldata.

Non posso perché sono innamorato di te!” Izzy la gente la ingannava per evitare di dire quello che sentiva e l’idea di lasciare che qualcuno si avvicinasse a lui lo terrorizzava.

Ma era successo, si era innamorato.
L’amava ed era riuscito a dirle la verità, quello che sentiva da mesi e che cercava di reprimere con tutto se stesso ma poi bastava guardarla per un secondo in più e quel sentimento così forte si riaccendeva ed invadeva ogni parte del suo corpo.
Quando erano insieme Izzy prestava attenzione soltanto a lei, tutto il resto, tutto quello che lo circondava restava su uno sfondo annebbiato, non riusciva neanche a distinguerne i colori.
Aveva paura di alzare lo sguardo, aveva paura di incontrare quegli occhi che lo facevano stare così bene anche quando le pupille diventavano spilli. Ma con coraggio si azzardò a spostare gli occhi dall’asfalto caldo e a riportarlo nella direzione di Lisa.
Non c’era.
Si voltò e la vide correre in lontananza, le braccia strette al petto e i capelli che caotici si alzavano e la circondavano.
Aveva perso. Aveva perso per davvero.
Izzy si guardò intorno e cominciò a camminare nella direzione opposta.
Se ne andò. Se ne andò con gli occhi gonfi e le braccia stanche.
Silenziosamente scusandosi con lei per averle fatto una promessa che sapeva non avrebbe potuto mantenere.
 
 







Correva, correva per la prima volta lontano da Izzy.
Le sue parole le rimbombavano nella mente, sembravamo assurde, prive di una verità ma poi il ricordo vivo dei suoi occhi che la guardavano sinceri le fecero accelerare il battito del cuore così come la paura di aver sbagliato di nuovo, di aver ferito una persona. Lo amava? Era innamorata di Izzy? No, lei amava Slash.
Lo aveva amato dal primo momento che l’aveva visto, sapeva che era quello giusto e contemporaneamente quello sbagliato.
Ma non aveva dato importanza alle conseguenze, la vita in quel momento aveva bisogno di allontanarsi da quell'inferno che era diventata la sua vita per non essere risucchiata e trascinata via da quel mondo stupendo che aveva conosciuto viaggiando con i Guns.
Lo amava, si, con tutta se stessa.
E spinta dalla voglia di vederlo, sentendo la mancanza della sua voce, i suoi occhi bramavano quel corpo che tutte le sere si ritrovava al suo fianco, inseguita dalla paura di aver perso per sempre Izzy, che si intrufolava nelle sue ossa oltrepassando la pelle e la carne bucata, infilandosi nelle valvole del piacere, corse verso la sua stanza, la loro stanza, spalancando la porta e ritrovandosi dinanzi la figura di Slash che se ne stava seduto al bordo del letto privo di coperte con una chitarra acustica tra le mani e una sigaretta che penzolava dalle sue labbra.
Non c’era bisogno di parole in quel momento, quando Lisa velocemente eliminò la distanza che la separava dall’uomo che amava per ritrovarsi stretta alle sue braccia, la chitarra lasciata sul pavimento, la moquette evitò il rumore che il legno avrebbe provocato e che avrebbe disturbato ed intralciato quello che Lisa stava comunicando silenziosamente a Slash.

“ Che succede, piccola?” domandò a quel punto, stringendo maggiormente la presa per sentirla più vicina e per infonderle il coraggio che l’avrebbe aiutata a confidarsi.

Ma non poteva, Lisa non poteva rivelargli ciò che Izzy le aveva detto, il modo in cui aveva ammesso di amarla, le parole che si erano scambiati e la promessa che era già stata infranta, così come il suo cuore.

“ Portami lontano da qui “ aveva semplicemente sussurrato, nascondendo il viso nell’incavo del collo accaldato di Slash che confuso continuava ad abbracciarla.

“ Lisa, hey.. Guardami negli occhi, piccola, per favore” le mani ruvide risalirono sino alle sue spalle, allontanandola di poco dal suo corpo per permettere ai loro occhi di scontrarsi.

“ Cos’hai? Cosa succede? Ti prego, guardami. Sono qui, Lisa, sono qui” le mani di Slash si poggiarono su quelle guance che un tempo erano piene e sulle quali aveva lasciato più volte segni evidenti a causa dei morsi e dei baci troppo famelici che era solito riservarle.

Quanto avrebbe voluto dirgli come si sentiva, come aveva reagito quando aveva scoperto di aver perso un amico.
Ma non poteva, altrimenti lo avrebbe perso anche lui, pensò.
Lisa stava combattendo una battaglia, contro la droga, contro se stessa, un nemico così forte, e le piaceva l’idea di avere un amico su cui poter contare, la faceva stare bene.
Desiderava soltanto che Slash in quel momento le proponesse, come aveva fatto mesi fa, di scappare via con lui, dissuadendola dalla convinzione che non ci fosse niente per lei al di fuori, perché era lei a volere che non ci fosse.
Non pensava di trovare una persona neanche lontanamente simile a Slash, qualcuno come Izzy. Non pensava di trovare qualcuno e basta.
E invece, nascosti sempre da una folta massa di capelli ricci e neri come la pece, due occhi scuri la stavano guardando, preoccupati e confusi, cercavano di capire, indagare, scoprire il perché di tutto quello.
Ma loro non erano bravi quanto lei a comprendere le persone.
Ed era per questo che Lisa, cercando di tranquillizzare più Slash che se stessa, appoggiò delicatamente le labbra sulle sue, amare e al gusto di whisky, non poteva farne a meno, ci aveva lasciato il cuore tra i sui denti e lui lo stava masticando lentamente.
Lisa gli appoggiò una mano sul petto, le dita sfiorarono i ciondoli delle collane che gli adornavano la base del collo, scendendo lungo lo stomaco tonico, e la spinse ancora di più contro i suoi pettorali alla ricerca del battito cardiaco. 
Trovò finalmente il cuore, batteva veloce, quasi quanto il suo. Slash la assecondava, baciandola forte, donandole la forza necessaria per continuare… Ad essere felice o a vivere?
Una sorta di malinconia si impossessò del suo stomaco, perché quel bacio gli sapeva di addii?
Un gusto salato, sgradevole quando le labbra screpolate di Lisa entrarono in collisione con le sue.
Erano lacrime, tante lacrime calde e tanti piccoli singhiozzi imprigionati tra le loro labbra, le palpebre serrate, le lingue che spingevano l’una nella bocca dell’altro, alla ricerca di conforto, di sicurezza, le mani di Lisa stringevano le spalle di Slash che lentamente si ritrovò sdraiato sul letto, la presa salda sui fianchi di lei che continuava a baciarlo ad occhi chiusi.
Le lacrime continuavano a scendere e ad intrufolarsi tra i solchi, le crepe delle loro labbra, aveva smesso di chiedere, le stava dicendo che lui c’era, ci sarebbe stato anche quando i suoi occhi sarebbero stati annebbiati dall’alcol.
Una mano risalì la sua schiena, i vestiti erano diventati ormai un ostacolo al bisogno fisico di sentirsi.
Fu un attimo, un secondo e Slash la stava abbracciando. Un semplice abbraccio, le sue braccia circondavano le sue spalle, stringevano forte la pelle chiara mentre il suo respiro moriva alla base del collo di Lisa che aveva smesso di singhiozzare e si era avvicinato ancora di più al suo viso nascosto.

“ Ti prego… Ti prego, non dire a nessuno che ho pianto “ era una sorta di promessa che era riuscita a mantenere sino a quel giorno, quella di non piangere dinanzi alle persone.

Non aveva pianto al funerale di sua madre, si era lasciata andare al dolore la sera prima, mentre Tyler dormiva e lei, tornata dal suo turno al Roxy, aveva trovato la casa avvolta nel buio e nel silenzio, neanche il respiro di sua madre ad attenderla.

“ Non lo farò, ma non piangere ancora “ avrebbe voluto dire che ci era già passato e sapeva come ci si sentiva,  ma non sapeva quello che era successo e si sentiva inutile.

Tornarono a baciarsi, lentamente ma poi sempre con più passione, si lasciarono trasportare dalle sensazioni che emanavano i loro corpi a contatto. Se quello non era amore, allora cos’era?
Cercò di sopprimere l’immagine di Izzy che si era impressa nella sua mente da quando aveva ammesso di amarla. Ci riuscì quando l’amarezza delle sue labbra fu sostituita dal Jack Daniel’s e dalle Marlboro, quella che Slash stava fumando e che aveva prontamente spento alla vista di Lisa.
Erano nudi, ansimavano toccandosi, sfiorando le parti più delicate, conoscendo i punti in cui il loro corpo avrebbe risposto al meglio. Con le unghie conficcate nella sua carne, Lisa leggeva negli occhi di Slash lo stesso desiderio che aveva scorto la prima sera che si erano incontrati, un desiderio che fece bruciare le sua pelle accaldata.

La mente di Slash si vuotò, c’era solo lei, il suo buon profumo, il suo corpo stretto al suo, il rumore dei suoi gemiti quando lentamente profondava al suo interno, l’eccitazione che scoppiava al suo interno come un fuoco d’artificio, nella stanza buia i vestiti erano stati gettati sul pavimento e le coperte spinte alla fine del letto.
Arsi dallo stesso fuoco, Lisa iniziò a tremare vicina a raggiungere l’apice del piacere, era sua mentre le sfiorava il seno e assaporava la sua pelle chiara, sentendo le sue gambe strette intorno al suo bacino.
Le sua mani indugiarono sui suoi fianchi, i lunghi capelli nascondevano la loro danza al mondo esterno, Slash la attirò a sé e fu sopra di lei, ancora dentro di lei che gemeva di piacere insieme a lui. L’ultimo ansimo trattenuto, Slash si abbandonò al suo petto, schiacciando il viso tra i suoi seni, i corpi intrecciati, abbandonati tra le lenzuola, sfiniti.
Lisa iniziò ad accarezzargli i capelli, le sue dita si intrecciavano ai ricci ribelli mentre due braccia forti le circondavano la vita.
Si voltò quanto bastava per cominciare ad osservarle il viso, gli occhi gonfi dal pianto e dal fumo, un po’ di sangue macchiava le labbra, senza pensarci Slash passò la lingua sulle sue per capire se quel liquido rosso era ricaduto anche su di lui.
La guardava mentre le sue palpebre stanche si abbassavano e si allontanava dalla realtà per qualche ora.








 


Spazio autrice:
E dovete perdonarmi, ma non potete immaginare quello che ho passato per revisionare questo capitolo.
Era totalmente diverso da questo, mi scuso ancora per questo enorme ritardo!
Ringrazio le persone che continuano a seguire la fanfiction e coloro che lasciano una recensione ai capitoli.
Non voglio dilungarmi in queste note, anche perchè è abbastanza tardi, quasi le undici di sera :')
So che se iniziassi a scrivere di quello che succede in questo capitolo, impiegherei una buona mezz'ora per soffermarmi su ogni particolare.
Essenzialmente Izzy rivela quello che prova nei confronti di Lisa, la quale non reagisce bene e scappa, sentendosi tradita non soltanto dal fatto che Izzy non manterrà la promessa ma anche perchè crede che le abbia in un certo senso sempre mentito.
Si rifugia in Slash quindi, il quale è all'oscuro di tutto e cerca di confortarla infondendole coraggio e trasmettendole la forza necessaria non sa neanche lui per cosa.
Izzy invece si allontana, amareggiato ma già consapevole del fatto che non sarebbe stato facile per entrambi.
Non dico altro, spero che la storia stia piacendo e che continuerete a seguire gli aggiornamenti! 
Mi scuso in anticipo per l'eventuale presenza di errori, non ho davvero il tempo di controllare!! 

xx
 
   
 
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